Un dibattito ridotto a geometria
Mi lascia quasi incredulo il dibattersi del centrosinistra italiano intorno alla questione della “proporzione” di sinistra e di centro a cui tendere. Quasi si trattasse, appunto, di un problema aritmetico o geometrico.
La storia insegna che la politica è il risultato di “visione” e “opportunità”.
Togliatti: il riformismo all’emiliana
Ad esempio, la conferenza di Reggio Emilia di Palmiro Togliatti, Ceto medio e Emilia rossa del settembre 1946, segnò una lunga fase della nostra vicenda nazionale.
Un modo di intendere i rapporti politici e di tessere le relazioni sociali ed economiche: una lunga pagina del “riformismo all’emiliana”.
Ecco: certamente “il Migliore” ambiva a estendere il perimetro elettorale del PCI; ciò, però, era nutrito da un’analisi e, appunto, da una visione.
De Gasperi: il centro che cammina verso sinistra
E Alcide De Gasperi, uno dei padri dell’Italia repubblicana e della costruzione europea, in occasione dello stesso intervento sul Messaggero, alla vigilia delle elezioni del 18 aprile 1948, nel quale delineava l’idea di «un partito di centro che cammina verso sinistra», aggiungeva: «La meta è quella di un laburismo italiano».
Certo, vi era lo scopo di sottrarre consensi alle sinistre, ma, di nuovo, veniva prospettato un orizzonte: un laburismo italiano.
La Malfa e la lunga ombra della Nota Aggiuntiva
Così è stato per la profetica Nota Aggiuntiva elaborata da Ugo La Malfa e presentata in Parlamento il 22 maggio 1962.
Un discorso che poteva apparire “congiunturale” poneva con forza almeno due istanze di lungo periodo: la programmazione economica e la cosiddetta “politica dei redditi”.
Rimini 1982: meriti e bisogni
E che dire della Conferenza programmatica di Rimini del PSI, nel 1982, quella “dei meriti e dei bisogni”?
Sicuramente si situava lungo una linea mirante a intercettare il consenso soprattutto dei “ceti medi produttivi”, a discapito di PCI e DC, ma, al tempo stesso, creava un nuovo paradigma politico e culturale.
Una sinistra senza visione, un centro senza progetto
Oggi coloro che invocano una “sinistra-sinistra” si limitano per lo più a scattare un’istantanea, per dir così, del quadro sociale, con pochi ricchi, sempre di meno, che diventano ancor più ricchi e tanti poveri che, in numero crescente, impoveriscono.
La visione, tuttavia, non si limita a fotografare l’esistente: si proietta nel futuro.
E dunque? Che fare?, come si sarebbe detto un tempo.
E chi, al contrario, crede che il rimedio sia “più centro” tende per lo più a porre l’esigenza di sostenere i ceti medi. Ma come, esattamente? E verso quale prospettiva?

