E’ appena partita la nuova edizione della campagna educativa sui temi dei social network e del cyberbullismo, condotta dalla Polizia postale in collaborazione con il Miur. Sarà un tour di 62 tappe con momenti di informazione ed eventi di città in città. L’iniziativa ha preso il via ieri dal capoluogo abruzzese, più esattamente dalla scuola primaria “Mariele Ventre” con la partecipazione di circa 1.000 studenti, in rappresentanza di 350 Istituti di tutta Italia. Insieme a loro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il titolare dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonte, e il capo della Polizia, Franco Gabrielli.
L’obiettivo del progetto è quello di prevenire episodi di violenza, vessazione, diffamazione, molestie online, attraverso un’opera di responsabilizzazione e sensibilizzazione al tema del cyberbullismo. In Italia, dice il Conacy, il Centro italiano per il contrasto al fenomeno, un ragazzo su quattro è stato toccato da episodi di aggressioni in rete e ogni giorno nel 60% degli istituti scolastici vengono rilevati atti di bullismo sia fisico che informatico.
Così come ci sono i bulli che usano violenze fisiche o psicologiche nei confronti dei compagni di scuola o di sport, nella vita virtuale può capitare di imbattersi in persone che usano Internet per esercitare la loro prepotenza. Il bullismo comprende una serie di comportamenti vili e aggressivi, fisici quanto psicologici basandosi su tre presupposti: intenzionalità, reiterazione e squilibrio di relazione. Gli atteggiamenti violenti consistono quasi sempre in offese, insulti, derisione, diffamazione, al fine di mortificare ed emarginare la vittima. In alcuni casi vi è stata purtroppo anche induzione al suicidio. Un altro aspetto del bullismo in rete è l’attivazione di meccanismi di disimpegno morale, come la minimizzazione (gli atti che si sono compiuti etichettandoli come uno scherzo) e la diffusione della responsabilità (Non è colpa mia; lo facevano tutti, oppure: io non ho fatto niente; ho solo postato un messaggio che mi era arrivato ecc).
La tutela penale per i fatti di cyberbullismo è diversificata a seconda delle diverse condotte. Le pene possono andare da 6 mesi a 5 anni se il responsabile è maggiorenne, se invece l’autore dei fatti è minorenne rischierà 6 mesi o 516 euro di pena pecuniaria, a quest’ultima andrà poi a sommarsi l’eventuale risarcimento in sede civile.