Solenne celebrazione per il Beato Alberione, fondatore della Società San Paolo.

La funzione religiosa, presieduta dal vescovo Marco Mellino, coordinatore del Consiglio dei Cardinali, si è svolta ieri pomeriggio a Roma nella Basilica di Santa Maria Regina degli Apostoli.

Presiede il vescovo Mons. Marco Mellino, con alcuni dei rappresentativi esponenti della Famiglia Paolina, quali Don Domenico Soliman (superiore generale), Don Gerardo Curto (superiore della provincia Italia), Don Guido Colombo (responsabile nazionale dei Cooperatori Paolini), alla presenza delle suore Paoline: una chiesa gremita di fedeli in venerazione dell’illustre Apostolo della Comunicazione.

E proprio sul Beato Giacomo Alberione Mons. Marco Mellino ha sapientemente incentrato l’omelia, dopo avere individuato nell’amore la sostanza della vita di ogni persona: “Il Signore non guarderà le nostre ombre, ma i segni di amore e di bene che abbiamo saputo elargire”.

Parole appassionate, profonde, illuminanti perché nutrite di Vangelo e di preghiera, ci presentano la santità del sacerdote piemontese che ha lasciato agire Cristo nella sua vita, testimoniando la bellezza, la potenza e il fulgore del Regno di Dio al mondo.

La Famiglia Paolina è infatti un’opera che ha saputo ben rispecchiare lo spirito del suo fondatore. Presente in tutti i continenti del globo, essa ne ha seguito il magistero con fedeltà radicale, esprimendo il carisma dello “annuncio” con i mezzi di comunicazione sociale. Due i punti sottolineati da Mons. Mellino: fare a tutti la carità della verità, poiché la carità senza la verità è una luce opaca; invece la verità senza la carità è il frutto di una mentalità rigida, senza il calore avvolgente di Gesù Via Verità e Vita.

Per testimoniare Cristo occorre essere pieni di questa luce, bisogna stare in preghiera ai piedi dell’Eucarestia, si necessita l’imitazione di chi, come Don Giacomo Alberione, emerge umile nella sequela di Gesù.

Ancora Mons. Mellino esorta a mettere al centro Gesù Cristo, per testimoniarlo, e dunque non il proprio io, non l’affermazione di sé, non la vanagloria, non l’ansia dell’autoreferenzialità, perché il Vangelo è esigente, richiede conversione quotidiana, induce a trascendersi: “Siate sempre ardenti di passione per Gesù, pieni di desiderio di farlo conoscere, per fare appunto la carità della verità: qui c’è tutto l’ingegnarsi e lo spendersi con ogni mezzo per comunicare la bellezza del Vangelo di Gesù Cristo. Vivete integralmente la bellezza di Gesù, pieni di Gesù, – ha concluso il vescovo – per comunicare il suo messaggio, come Don Giacomo Alberione emerge nell’umiltà della sequela di Gesù”.

 

Vincenzo Martorana – Centro Culturale della Società San Paolo