Ieri, durante l’incontro con le organizzazioni sindacali, sollecitato dalla Fim-Cisl, il segretario generale Ferdinando Uliano ha espresso un giudizio positivo sulle parole del ceo di Stellantis, Antonio Filosa, che ha ribadito «l’importanza della partnership con la società Comau nelle future forniture di robot».
Per il sindacato dei metalmeccanici cislini, si tratta di «un elemento significativo di continuità industriale e tecnologica, utile a rafforzare la filiera italiana dell’automazione e a garantire prospettive di sviluppo e occupazione qualificate».
Un segnale che vale più di una rassicurazione
Comau, con sede a Torino, rappresenta una delle eccellenze italiane nella robotica industriale. Oggi è controllata per il 50,1% dal fondo statunitense One Equity Partners e per il 49,9% da Stellantis, a seguito dell’accordo siglato nel 2024.
La Fim-Cisl aveva espresso preoccupazione per la perdita della maggioranza italiana, invitando il governo a utilizzare la golden power su un asset considerato strategico per l’industria nazionale.
La riconferma della partnership, dunque, è molto più che un atto di cortesia: segna la volontà di mantenere nel Paese una catena del valore fatta di competenze, innovazione e occupazione qualificata.
La filiera italiana dell’automazione
Comau è tra i leader mondiali nella robotica applicata all’industria automobilistica e alla manifattura avanzata. Le sue tecnologie, nate nei centri di ricerca piemontesi, sono utilizzate oggi in stabilimenti di tutto il mondo.
Il legame con Stellantis – grande gruppo italo-francese dell’auto – è stato per decenni la spina dorsale di questa filiera tecnologica, capace di coniugare efficienza industriale e ricerca ingegneristica.
Per Uliano, mantenere viva questa collaborazione significa assicurare continuità non solo produttiva ma culturale: «La sfida dell’innovazione – spiega – richiede una filiera che resti radicata nel territorio, valorizzando i tecnici, gli ingegneri e gli operai specializzati che rappresentano il vero capitale del Paese».
Una sfida tra globalizzazione e sovranità industriale
Il rischio, ora che la maggioranza azionaria di Comau è in mani estere, è che le future scelte strategiche – investimenti, linee produttive, ricerca e sviluppo – possano progressivamente allontanarsi dall’Italia.
Proprio per questo, la Fim-Cisl considera le parole di Filosa come un impegno da tradurre in politiche industriali concrete.
«Garantire prospettive di sviluppo e occupazione qualificate» – sottolinea Uliano – significa legare l’automazione alla dignità del lavoro e alla formazione delle nuove competenze. È in questa direzione che il sindacato cattolico vede la possibilità di una nuova alleanza tra impresa e società, fondata su innovazione, responsabilità e coesione.