Sturzo sulle Fosse Ardeatine: un segno del sistema di terrorismo e vendetta nazi-fascista. Le parole scarne e ambigue della presidente Meloni.

A un anno di distanza dal massacro delle Fosse Ardeatine, il fondatore del Ppi, Don Luigi Sturzo, scriveva su “Il Popolo” del 25 marzo 1945 un editoriale che aveva per titolo “Ricordo del 24 marzo”. Ne riproponiamo la lettura integrale per un utile confronto con le scarne e ambigue parole che la Presidente Meloni ha riservato ieri alla commemorazione dei martiri dell’eccidio.

Non c’è paese o villaggio occupato dai tedeschi che non ricorderà con orrore l’esecuzione di ostaggi innocenti, il massacro collettivo di popolazioni inermi, la distruzione completa di abitati. 

Lidice in Cecoslovacchia è nota in tutto il mondo; ma quante sono le Lidice in Italia e in tutta l’Europa? Roma ebbe le sue vittime dal 10 settembre 1943 al 4 giugno 1944. Su tutte si ricorda il massacro delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, per il complesso tragico dei fatti, il numero delle vittime riunite insieme, la stessa vicinanza di nomi e di luoghi con i martiri cristiani dei primi secoli. Queste vittime sono per gli italiani e anche per gli stranieri un simbolo storico perenne, che, insieme ai tanti ricordi storici di quasi tremila anni di esistenza, fa di Roma la città più significativa del mondo.

Il simbolo trascende il fatto e il luogo, prende e mantiene un suo carattere indelebile.

Mentre le Fosse Ardeatine sono per tutti il segno di un sistema di terrorismo e di vendetta, che ha caratterizzato in modo eccezionale il nazismo e il fascismo in pace e in guerra, per noi italiani significano l’ideale di libertà per il quale molti sono periti, non solo sui campi di battaglia e nella lotta partigiana, ma nella resistenza morale e civile, della quale fan testimonianza il resto di coloro che morirono in quelle Fosse. Risalta ancora di più il loro sacrificio in quanto essi furono presi come ostaggi, pur moralmente e legalmente innocenti, il cui eccidio fu voluto allo scopo di terrorizzare l’intera città. I tedeschi nel riattivare un sistema barbaro e anti-cristiano di rappresaglia, quale quello dell’uccisione di ostaggi civili, vi hanno aggiunto la loro freddezza di metodo e disprezzo per ogni sentimento di umanità.

La reazione morale – anche quando è impossibile la reazione materiale – ha i suoi effetti superiori all’uso della forza bruta, perché questi sono in rapporto alla ingiustizia commessa.

Il sistema di uccidere ostaggi per terrorizzare le popolazioni è tanto più ingiusto in quanto nessun ostaggio può rispondere della condotta dei suoi concittadini verso gli occupanti, non esistendo né potendo esistere in tale caso alla solidarietà politica e civile.

Quando ogni elementare senso di giustizia manca nei rapporti tra autorità occupanti e città occupata, quando una antitesi di ideali, interessi e posizioni, è fra di loro stabilita, la resistenza morale è una precondizione alla soluzione che si attende dalla forza materiale.

L’Italia ha dimostrato di possedere il senso di tale resistenza morale, e in maniera degna del suo Risorgimento, fin da prima dell’armistizio, da prima della caduta del regime fascista e del suo capo, da prima dello sbarco alleato in Sicilia. 

La storia italiana della resistenza al fascismo sarà fatta a suo tempo e dovrà essere fatta obiettivamente, serenamente.

Tale storia, ben documentata, dovrà portare come illustrazione il monumento che sarà eretto alle vittime delle Fosse Ardeatine, per il suo significato morale. Essa dovrà avere per ultima pagina la dichiarazione dell’Assemblea Costituente, la quale, come suo primo atto, dovrà ricordare le vittime del regime fascista, della guerra doppiamente distruggitrice, della occupazione tedesca e tutti quegli italiani che disseminati per il mondo soffrirono e morirono per l’Italia libera e democratica. 

Allo stesso tempo il nostro omaggio riconoscente dovrà essere indirizzato a quei soldati alleati che, combattendo sul nostro suolo la guerra di liberazione, vi hanno lasciato la vita, e a quanti hanno lealmente e generosamente cooperato al risorgimento del nostro Paese nel quadro di un’Europa pacificata e riunita.