È vero, ci vuole vuole ancora molto tempo. Ma è pur vero che quando si conosce già il potenziale nome e cognome del candidato a Sindaco di una grande città – salvo sorprese, sempre possibili in una politica liquida e misteriosa – è più facile poi costruire la coalizione che lo affiancherà in vista dell’appuntamento elettorale.
È il caso, nello specifico, dell’attuale Sindaco di Torino Stefano Lo Russo nonché Vice Presidente Nazionale dell’Anci. Cioè di un amministratore locale che nel corso degli anni ha saputo, anche al di là del partito di appartenenza e della stessa coalizione di riferimento, definire un progetto di città chiaro e inequivoco. Frutto di un approccio squisitamente riformista dettato esclusivamente da quella che un tempo si chiamava “la politica delle cose”. Cioè l’individuazione dei bisogni e delle domande di una comunità, l’elaborazione di un progetto politico ed amministrativo adeguato e pertinente e, in ultimo, una cultura di governo che traduce concretamente quelle istanze a favore della città.
È questa, in sintesi, e al di là e al di fuori di ogni approccio ideologico, moralistico e populista – che appartengono perlopiù alla segretaria del Pd Elly Schlein – il profilo che caratterizza un sindaco riformista. Che è, per chi non l’avesse ancora compreso, l’esatta alternativa di chi, appunto, coltiva un approccio vagamente ideologico o squisitamente populista nel costruire le alleanze funzionali al governo della città. E questo, tra l’altro, è il segreto che distingue profondamente chi ha una visione laica e pragmatica della politica e chi, appunto, persegue una concezione tardo ideologica e che rischia solo di radicalizzare le posizioni a detrimento di una seria e credibile cultura di governo. E non è un caso, del resto, che le pregiudiziali politiche e personali prosperano e si consolidano nei contesti dove prevale la sola dimensione ideologica e populista. Elementi, questi, che appartengono quasi di diritto alla pseudo cultura dei 5 stelle.
Per queste ragioni, semplici ma oggettive, l’approccio dell’attuale sindaco di Torino è positivo ed incoraggiante anche, e soprattutto, al fine di garantire il buon governo della città. Insomma, si tratta di un modello molto simile a quello che ha caratterizzato l’ultima campagna elettorale dell’attuale Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. E, del resto, non è affatto un caso se proprio tra il Sindaco di Torino Lo Russo e il Presidente della Regione Cirio esiste una perfetta e coerente “coesione istituzionale” nell’affrontare e cercare di risolvere i maggiori problemi che investono la città capoluogo e, di conseguenza, l’intera regione. Una “coesione istituzionale” che non potrebbe sistematicamente decollare con chi interpreta la politica all’insegna di un perenne conflitto dove l’avversario è sempre e solo un nemico da annientare sotto il profilo morale e politico e mai un interlocutore con cui confrontarsi seriamente sui temi e sui problemi.
Ecco perché il profilo della coalizione che affianca la candidatura di un esponente politico alla guida di un importante ente come il Comune di Torino non è affatto una variabile indipendente ai fini del buon governo di una comunità. E, in ultimo, l’affermazione di un approccio riformista da un lato e il rafforzamento di una cultura di governo dall’altro sono, e restano, i tasselli fondamentali anche per garantire quella che comunemente viene chiamata “buona politica”.