14.5 C
Roma
mercoledì, Aprile 16, 2025
Home GiornaleTorna il populismo, a maggior ragione serve un progetto politico di centro.

Torna il populismo, a maggior ragione serve un progetto politico di centro.

Fuori dal populismo. Come? Serve attivare una iniziativa in grado di coinvolgere e rendere protagonista quel segmento della società che invoca a gran voce un’offerta politica e programmatica non riconducibile agli “opposti populismi”.

Forse troppo ingenuamente pensavamo che il populismo fosse alle nostre spalle. Presente certamente sì ma con minor impatto e radicamento dopo il clamoroso e plateale fallimento dell’esperienza grillina da un alto e il progressivo esaurirsi della scommessa leghista dall’altro. E invece, causa anche le vicende europee e soprattutto internazionali che hanno semplicemente terremotato il quadro politico, siamo nuovamente alle prese con un ritorno prepotente e baldanzoso del populismo. E, come da copione, con la consueta e non affatto singolare convergenza tra il populismo demagogico e triviale dei 5 Stelle con quello ruspante e propagandistico della Lega salviniana. Certo, il tutto condito con reciproche e precise prese di distanza ma solo per motivazioni puramente strumentali perchè, di fatto, accomunato sugli obiettivi di fondo. Ovvero, una chiara, netta ed oggettiva ostilità nei confronti dell’Unione Europea e una sincera amicizia ed apprezzamento nei confronti della nuova guida americana da un lato e un plauso, neanche tanto nascosto, nei confronti dell’impero russo.

Insomma, l’esatto contrario di chi predica il rafforzamento politico, culturale e programmatico dell’Unione Europea di fronte al pericolo sempre più incombente delle autocrazie e di chi guida disinvoltamente le sorti del mondo. Con l’aggravante che, nel campo delle sinistre, il populismo demagogico ed anti politico dei 5 Stelle registra una forte e convinta convergenza con la sinistra radicale e massimalista della Schlein e l’estremismo del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Un cartello, paradossalmente, molto più. unito e compatto di quel che si pensi perchè registra una forte unità sui valori e sui principi di una alleanza caratterizzata da una chiara impronta populista, estremista e massimalista. È persin inutile ricordare che tutto ciò che è seppur lontanamente riconducibile al Centro, alla ‘politica di centro’ e all’approccio riformista e di governo da quelle parti stona ed è un corpo estraneo. Come la recente manifestazione di Roma dei 5 stelle, per chi avesse ancora dei dubbi, ha platealmente e coralmente confermato.

Ora, e di fronte ad uno scenario sufficientemente chiaro ed oggettivo, è abbastanza evidente che chi non condivide un progetto politico ispirato e condizionato dal populismo o dall’estremismo, non può che guardare altrove. E quell’altrove – di marca democratica, riformista, europeista, centrista e di governo – oggi significa lavorare per far decollare un “cantiere” politico, culturale e programmatico distinto e distante dal populismo e da ogni forma di massimalismo ideologico o tardo sovranismo. Un “cantiere” che non deve limitarsi a censire i partiti, i gruppi e i movimenti che ruotano attorno alla politica. Ma, al contrario, attivare una iniziativa politica – con particolare riferimento anche al fermento presente nell’area cattolica – che sia in grado di coinvolgere e rendere protagonista quel segmento della società che invoca a gran voce un’offerta politica e programmatica non riconducibile agli “opposti populismi”. Solo attraverso questa strada, forse, è possibile costruire un’alternativa politica seria e credibile all’attuale bipolarismo bislacco e massimalista a ridare voce ad un pezzo di società che oggi continua a rifugiarsi nell’astensionismo e nell’indifferenza perchè, semplicemente, non si riconosce nelle dinamiche politiche contemporanee.