Premessa:
Molte aziende durante il lockdown hanno subito grandi perdite economiche . I settori meno colpiti sono quelli dei c.d. bisogni primari ovvero Alimentare, Farmaceutico e , udite udite, Telecomunicazioni e connettività,. Il bisogno di “rimanere in contatto” a livello personale e professionale , in particolare, è diventato essenziale in un momento di chiusura delle relazioni fisiche. Tutti gli altri settori, in primis trasporti e turismo , sono stati penalizzati e la ripartenza sarà lenta.
Analizzando i risultati di un questionario sulla ripartenza effettuato da Join Group, società di Business Advisory, che ha raccolto idee di manager e imprenditori in merito alle azioni prioritarie da andare a mettere in atto nelle prime settimane dalla riapertura, le cose che saltano all’occhio sono almeno due .
In primis la grande partecipazione: Imprenditori, Ceo, Top Manager di aziende di tutti i settori merceologici (Food&Beverage Telecomunicazioni,Pharma e Health Care, Sport & Entertainment, IT e Digital) e di tutte le dimensioni hanno voluto esprimere il loro punto di vista. Hanno avuto , forse anche “ob torto collo” il tempo di riflettere e hanno sentito l’esigenza di raccontare ai peers ed al mercato le loro esigenze e le azioni urgenti ed importanti da intraprendere.
In un momento di crisi sanitaria, economica e sociale , come mai accaduto dal dopoguerra ad oggi, emerge la voglia di sentirsi un unicum, di condividere, di confrontarsi costruttivamente, a tutti i livelli.
La seconda, impressionante evidenza che emerge è che il 49% delle aziende del campione dichiara di aver subito gravi perdite e il 75% ha comunque riportato delle perdite. Solo per 15% del campione il business è migliorato e il 10% ha invece continuato ad avere i medesimi risultati ante Covid-19.
Da un punto di vista dei settori il 66% delle aziende del Food&Bev ha comunque subito gravi perdite e il restante 34% ha migliorato i suoi risultati.
Peggio è andata alle Telecommunication con il 75% che riporta perdite. Disastrosa la situazione del settore dello Sport&Entertainment, del Automotive, del Fashion e della logistica che nel 100% dei casi ha subito gravi perdite.
La buona notizia, si fa per dire, viene dal circa 80% del settore Pharma & Health Care per cui non è cambiato nulla o ha migliorato il trend di vendita.
Quasi tutte le aziende si sono “attrezzate” durante il lockdown:
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- Il 93% degli intervistati ha dichiarato di aver adottato misure di smart working
- Il 41% ha favorito la fruizione delle ferie
- Il 36% degli intervistati ha adottato la cassa integrazione
- Nessun ha favorito la fruizione delle ferie senza adottare almeno un’altra misura tra lo smart working e la cassa integrazione
- Il 54% delle aziende ha adottato lo smart working accompagnato ad altre misure e in particolare il 33% del totale ha applicato lo smart working e la cassa integrazione
- L’8% degli intervistati ha invece risposto di aver continuato ad operare senza variazioni seppur alcuni abbiano comunque adottato lo smart working
- Solo lo 0,2% degli intervistati dichiara che la propria azienda ha adottato la cassa integrazione senza nessuna ulteriore iniziativa
In pratica le aziende di Tutti i settori intervistati hanno applicato lo smart working e quasi tutti hanno favorito la fruizione delle ferie. .All’opzione di aver continuato a lavorare senza variazioni hanno risposto solo poche aziende dell’Aerospace, Food&Bev, del Pharma e delle Construction
Decisamente più interessante quanto i manager e gli imprenditori dichiarano come azioni prioritarie:
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- Il 62% deli intervistati indica che la revisione dei costi e degli investimenti come prioritaria
- Quasi la metà (49%) indica che sarà prioritario operare una riorganizzazione dei processi aziendali
- Significativo il dato del 38% di intervistati che prioritizza gli investimenti per la crescita tra le aree di intervento
- La revisione del modello commerciale è invece percepito come prioritario da un 30% degli intervistati
- Il 16% di tutti gli intervistati percepisce un problema prioritario nella revisione e messa in sicurezza della supply chain
- Infine il 5% ritiene che nessun intervento sia necessario in via prioritaria
Quasi tutti i settori sembrano avere l’esigenza di riorganizzare i processi aziendali e di avviare una revisione dei costi e degli investimenti, mentre l’’esigenza di Rivedere il modello commerciale riguarda molto il Food&Bev che sicuramente dovrà rivedere anche i modelli di supply chain. Infine , è totalmente spostato sulla riduzione dei costi e degli investimenti il settore dello Sport&Entertainment .Il Pharma è l’unico settore per il quale sono valide tutte le possibili risposte.
Più in dettaglio emerge che :
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- Le soluzioni digitali e tecnologiche per gli spazi di lavoro saranno tra le priorità per il 57% degli intervistati e il 52% ritiene che si debba riorganizzare il lavoro per garantire la sicurezza di clienti e dipendenti
- Per il 43% degli intervistati si dovrà portare come priorità la revisione dei processi in un’ottica di maggiore flessibilità
- La digitalizzazione delle soluzioni per avere un contatto con i clienti è è prioritario per il 38% degli intervistati
- Il 28% mette in agenda una ristrutturazione aziendale per renderla più efficiente
- Il 25 e 26% degli intervistati punta ad un recovery plan per avere nuove forme di ricavo e nuovi canali di vendita su cui focalizzarsi
- Non è percepito dalla stragrande maggioranza degli intervistati né rivedere ruoli e competenze né la formazione e il benessere dei dipendenti
- I problemi di finanza sono inclusi solo tra il 7 e 10% degli intervistati
Considerazioni finali
Facendo una sintesi anche delle risposte emerse, le priorità per le aziende convergono verso alcuni temi ben determinati.
Sicurezza
E’ sentimento comune che per riavviare in modo proficuo il lavoro una importante priorità è garantire la sicurezza di lavoratori e clienti. Per molti continuare ad utilizzare le smart working in modo permanente è una buona soluzione così come l’utilizzo della tecnologia. Sicuramente sarà necessario rivedere gli spazi all’interno degli uffici e le modalità di utilizzo degli stessi.
Digitalizzazione
E’ emerso spesso che la digitalizzazione è un processo che è stato accelerato dalla crisi pandemica. Molte aziende hanno iniziato ad utilizzare risorse prima utilizzate da pochi tecnofan per garantire la continuità delle relazioni tra i dipendenti e con i clienti. Molti avvieranno processi di digitalizzazione della propria azienda sino ad oggi non prioritari, per garantire il processo di crescita commerciale. “avvieremo in anticipo rispetto a quanto programmato la creazione di un nostro e-commerce per cercare di trovare nuovi punti di contatto con i clienti”.
Questa è un’area dove molti non si chiedevano SE fosse importate investire in digitalizzazione, ma rimandavano il QUANDO. Bene, il QUANDO è ORA.
Modello commerciale
il modello commerciale dell’azienda è da rivedere per molti. Alcuni segnalano che “lo sviluppo di nuovi canali di vendita sarà la priorità per recuperare il fatturato perso” mentre altri in molti casi hanno deciso di ridefinire la strategia commerciale sia nel breve che nel lungo periodo. Anche in questo caso, la post pandemia è un momento per rivedere la multicanalità e la strategia commerciale razionalizzando i canali di vendita e puntando su quelli più efficienti.
Revisione dei costi e degli investimenti
l’attenzione sarà nella revisione di budget e piani industriali per cercare di tagliare quei costi e rinviare quegli investimenti che non abbiano un impatto sull’efficienza dell’azienda. Nelle grandi aziende emerge in modo più evidente la necessità di lavorare sul taglio di costi mentre molti sottolineano la necessità di investire per la crescita anche al fine di diversificare gli attuali perimetri di business.
Forse, questo dolore, per alcuni, non è stato vano. Una rinascita , un cambio di pelle, non pianificato, doloroso, traumatico , ma alla fine… tornerà utile