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lunedì, Marzo 31, 2025
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Trump, Vance e l’Europa scroccona

Anche il parassita è un titolo di merito. Ai tempi di Atene, i parassiti erano funzionari addetti al culto di divinità. Gente, insomma, d’appetito e con un rango di tutto riguardo

A causa di un grossolano errore, informazioni “classificate” del Governo USA su azioni di guerra in Yemen, scambiate sulla piattaforma Signal, sono finite anche al Direttore della rivista The Atlantic. Ne è venuto fuori che il Vice Presidente Vance ha detto come “odia salvare l’Europa”.

Nello scambio di battute con Hegseth, il segretario della Difesa ne è venuto fuori il ritratto di un Europa “patetica.” Trump, a commento dell’episodio, ha detto che gli Europei sono dei parassiti e che il Direttore del giornale è un farabutto. Siamo di fronte ad un frasario ruvido e di tutta franchezza verso il vecchio Continente. 

Nel film “Questa specie d’amore” una coppia in crisi cede al tradimento. Solo con l’intervento del padre di lui ritroveranno intesa e morale d’un tempo. Il sentimento che ha unito Usa ed Europa è svaporato fino ad arrivare, almeno da una parte, alla detestazione. Forse un giorno un padre della patria interverrà a riportare la ragionevolezza ed un antico afflato tra le due terre, ma per adesso le cose sono così.

Trump ha girato le spalle a quella che fu la genitrice dei pellegrini che sbarcarono secoli addietro oltre oceano per dare vita al paese più forte al mondo. Sull’accaduto ha sostanzialmente fatto spallucce. Non ha fatto ricorso a frasari diplomatici per addolcire le parole, anzi rimarcandole. Ha dato una spallata a quel poco che ancora restava in piedi di buona considerazione verso una madre annebbiata ed affannata ma non priva di sapienza storica.

Sembra che adesso Trump voglia disarcionarsi di dosso la storica alleata e far correre libero e leggero il mustang americano senza traini ad infiacchirlo. Non a caso “mustang” si riferisce ad una razza di cavallo che non ha padrone, dal carattere selvaggio e che non risponde a nessuno se non a se stesso. Mustang è per definizione “l’animale che si allontana” e quella degli Usa è per certo una presa di distanza dalla cara vecchia Europa.

Sin dalla sua origine l’Europa è sempre stata fucina di guerre interne e di conquista del mondo. Su questo ha dato lezione all’umanità fino al momento attuale. Oggi, invece, ha perso smalto. Non ha più voglia di menare le mani. È demograficamente malconcia ed i soldi che in tasca preferisce spenderli per una migliore qualità di una vita che investirla in armi. Su questo, a vederla in positivo, potrebbe rappresentare uno stadio evolutivo, che paga essere andata troppo avanti rispetto ad uno scenario che urla ancora il piacere e la necessità di conflitti e di sangue.

Putin e Trump hanno dato una spallata decisa agli equilibri in corso per rimescolare le carte e fare una nuova partita di gioco. Sull’Europa, che non c’è, aleggiano instancabili sparvieri in attesa di sfinirne quel poco che la tiene in piedi. In caccia si attacca sempre la preda più debole. Si è cominciato con l’Ucraina e quando si avrà nuova fame forse si continuerà, puntando sulla disunione del branco.

Eppure messe le cose in questo modo versiamo in errore. La realtà dice altro e che, malgrado le apparenze, stiamo cadendo in un gigantesco equivoco. Il fatto va letto invece con compiacimento. Ci sarebbe, infatti, tutto da rallegrarsi per la targa di pateticità assegnata positivamente all’Europa. 

Ci sarà stata senz’altro una forbita suggestione riferita all’ascolto della splendida “Patetica” di Beethoven per cui il termine va inteso non come commiserazione e disprezzo ma al contrario secondo lo spirito di Schiller. Così, “il patetico è la vera essenza del sublime e solo mediante la rappresentazione della natura sofferente si raggiunge il sublime”. A tradurla in volgare, solo attraverso il rantolo europeo si può gustare la sublimazione dei paesi che ne sono compromessi.

Sono sempre i nostri pregiudizi a vedere nero lì dove è il bianco. Anche il parassita è un titolo di merito da non trascurare. Infatti, da principio, ai tempi di Atene, i parassiti erano funzionari addetti al culto di divinità a cui spettava dividersi la vittima sacrificale. Gente, insomma, d’appetito e con un rango di tutto riguardo.

Solo successivamente, al tempo del teatro dei Romani, sembra siano stati trasformati in personaggi addetto a provocare la risata, ingordi furbacchioni che si muovono alle spalle di ignari padroni. A farla breve, sono degli scrocconi.

Stupidi noi a non capire che “patetici e parassiti” sono dei complimenti, appena camuffati per non arrossire per l’elogio attestato. Sembra che l’Europa debba allora ravvedersi, finire di bearsi nella sua bellezza di arte ed eleganza e tornare ad allenarsi per far scrocchiare le nocche delle proprie mani pronta a stendere l’eventuale avversario. È una triste prospettiva, il prezzo da scontare per essersi spinti troppo avanti in un modello di civiltà che non contempla sangue e pallottole. Più che un ritorno al futuro si tratterà di andare indietro nel futuro e possibilmente tentare di restarci. Sarebbe solo un sogno.