Gli autori dello studio, pubblicato su Nucleic Acids Research, “hanno scoperto – spiega Giordano – che silenziare l’espressione di HNRNPD influisce negativamente sulla risposta globale al danno del DNA. Ma hanno anche dimostrato che l’eliminazione totale di HNRNPD compromette la risposta cellulare al danno al DNA indotto dal farmaco chemioterapico camptotecina e rende le cellule tumorali più sensibili a questo farmaco e anche all’olaparib, un farmaco che mira specificamente al processo di riparazione del DNA usato contro alcuni tipi di cancro al seno e delle ovaie“.
I ricercatori hanno identificato HNRNPD utilizzando una struttura sintetica di DNA utilizzata come “esca” per catturare le proteine nucleari. La struttura sintetica è stata progettata da Luigi Alfano, autore principale dello studio, ricercatore dell’Istituto Tumori “Fondazione Pascale”, mentre le proteine isolate sono state identificate mediante spettrometria di massa da Luca Bini e Claudia Landi dell’Università di Siena. Tra queste, Alfano e colleghi si sono concentrati sulla proteina HNRNPD, la cui perdita induce senescenza cellulare e l’invecchiamento prematuro nei topi, due caratteristiche associate a una risposta difettosa al danno del DNA.
Dopo il danno al DNA, le cellule attivano un processo di riparazione, che viene compromesso – secondo gli autori dello studio – dal silenziamento dell’espressione della proteina HNRNPD. Inoltre, l’eliminazione totale di HNRNPD ha compromesso la risposta cellulare al danno al DNA indotto dal farmaco chemioterapico camptotecina, rendendo le cellule tumorali più sensibili a questo farmaco e anche all’olaparib, un farmaco che mira specificamente al processo di riparazione del DNA usato contro alcuni tipi di cancro al seno e delle ovaie.