DONAT CATTIN E IL “PREAMBOLO”
Questo articolo mette a fuoco la scelta compiuta da Carlo Donat Cattin – ricorre quest’anno il centenario della nascita – di presentare in un momento centrale del congresso Dc del 1980 quello che passò alla storia come il “Preambolo”, attorno a cui si coagulò una nuova maggioranza di partito (Dorotei, Fanfaniani, Amici di Forze Nuove) determinata a porre termine alla stagione della solidarietà nazionale. A tale radicale inversione di rotta si opposero Giulio Andreotti e le varie componenti della sinistra Dc, riunite sotto la sigla di “Area Zac” (Zac come Zaccagnini). In Consiglio nazionale, dopo poco, Flaminio Piccoli fu eletto segretario e Donat Cattin vice (ndr).
PREAMBOLO, UNA SCELTA DECISIVA
di Giorgio Merlo
Il ricordo del centenario della nascita di Carlo Donat-Cattin che si è svolto giovedì pomeriggio al Senato alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non può essere circoscritto ad un fatto rituale e protocollare. La stessa Fondazione Donat-Cattin organizzerà quest’anno molte iniziative, disseminate in tutta Italia, per ricordare il magistero politico, sociale, sociale ed istituzionale di uno statista che, con la sua concreta azione, ha contribuito a segnare in profondità l’evoluzione e il cambiamento della politica italiana. Sono molteplici, com’è ovvio, i momenti salienti e decisivi che hanno caratterizzato il suo magistero.
Oggi ricordiamo un passaggio decisivo per la politica italiana degli anni ’80. Ovvero il congresso della Democrazia Cristiana del febbraio del 1980 e la stesura dell’ormai famoso e celebre “preambolo” che sbarrò la strada al governo con il Pci avviando, di conseguenza, la lunga fase dell’alleanza tra la Dc e i partiti di democrazia laica e socialista. Come li definiva proprio Donat-Cattin. Cioè, un vero centro sinistra. Non una scelta ideologica o pregiudiziale ma squisitamente politico. Non a caso, Donat-Cattin scrive “allo stato dei fatti”.
Un atto politico, quello del “preambolo”, che qui riproduciamo integralmente e scritto di pugno proprio dal suo autore, Donat-Cattin appunto. Una scelta politica che spacco’ la Democrazia Cristiana, archiviando la stagione dei governi di solidarietà nazionale ma che contribuì, con molti anni di anticipo, a far emergere anche le contraddizioni e le ambiguità che continuavano a caratterizzare la politica e le scelte strategiche dei comunisti italiani. Comunque sia, un documento politico che continua a far riflettere e discutere. E che rientra, a pieno titolo, nella cultura e nella politica che hanno ispirato per molti decenni le scelte concrete della Democrazia Cristiana.