[…] Questi i numeri d’una carneficina senza senso, perpetrata [dai Russi, ndr] mentre in Occidente qualcuno si domanda ancora sul senso di dotare le Forze armate ucraine di dispositivi precisi e all’avanguardia con cui difendersi, per timore di far torto a chi fa scempio delle loro case e famiglie.
Dal momento che così a lungo s’e discusso della fornitura a Kyiv di velivoli F-16 – che hanno mezzo secolo sulle ali – di fronte a mattanze come quella appena descritta è doveroso riportare un esempio emblematico di come quei vecchi “Falcon” abbiano una valenza difensiva (sottolineo questo termine, a lungo motivo di discussione nel Bel Paese) essenziale alla sopravvivenza dell’Ucraina. Pochi giorni fa è stato reso noto un evento a dir poco unico nella storia dell’aviazione: lo scorso 13 dicembre il pilota ucraino d’un F-16 donato a Kyiv dalla Fighter Jet Coalition ha abbattuto ben 6 missili cruise nemici in una sola sortita.
Ciò costruisce un risultato straordinario per diversi motivi: uno, meramente tecnico, è legato al fatto che l’arma-mento standard d’un “Falcon” come quello consiste in 4 missili (2 Aim-“Slammer Amraam e 2 Aim-9 “Sidewinder”), usati con successo dal pilota per abbattere altrettanti vettori da crociera russi, finendo per neutralizzare gli altri due a colpi di “Vulcan” (un mitragliatore pesante a canne rotanti e mira manuale); un altro è d’ordine tattico, perché nel corso di quell’offensiva i russi avevano sparato 81 vettori, di cui ben 11 finirono per essere intercettati e distrutti proprio dai pochi F-16 a disposizione; il terzo motivo, d’ordine strategico, è consequenziale: se con un numero così esiguo di velivoli forniti finora dalla coalizione euroatlantica i piloti ucraini sono in grado di compiere imprese simi-li, con una dotazione degna del nemico che stanno affrontando essi sarebbero in grado di cambiare le sorti di questo conflitto.
Dimostrando abilità straordinarie come quella sfoggiata dal pilota protagonista di tale azione, è chiaro che gli aviatori ucraini siano perfettamente in grado di condurre periodi di training intensi mirati a sfornarne un numero maggiore. Gliding bomb come quella che ha provocato la strage di ieri a Zaporizhzhia – che piovono a centinaia ogni settimana sulle città dell’Ucraina – sarebbero neutralizzate prima di causare danni simili.
La prima cosa che chiese il presidente Zelenskyj all’alba del 24 febbraio 2022 fu di coprire i cieli sopra l’Ucraina. Dopo tre anni il numero di velivoli in grado di farlo è tanto modesto da apparire quasi offensivo di fronte a capacità e abilità come quelle appena descritte. Che il recente annuncio di Macron di fornire entro gennaio all’Ucraina un buon numero di Mirage equipaggiati di tutto punto ispiri altri leader a fare altrettanto.