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lunedì, 3 Novembre, 2025
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Umanizzare la società: un tempo che ci interpella

Un Manifesto per restituire centralità alla persona. La sfida è costruire comunità che curano, innovazioni che non escludono, relazioni che generano senso e dignità condivisa. Convegno in Campidoglio il prossimo 24 novembre.

Ci sono momenti nella storia in cui la realtà ci pone davanti a un bivio. Non possiamo più limitarci ad aggiustare l’esistente: siamo chiamati a scegliere, a interrogarci profondamente sul senso del vivere insieme. Il nostro tempo è uno di questi. Guerre, solitudini diffuse, crisi ambientali e sociali, fratture culturali: tutto sembra correre più veloce della nostra capacità di custodire la dignità umana.
Eppure, proprio in questa stagione difficile, sento con forza che l’unica strada percorribile è l’umanizzazione della società. Non è uno slogan: è un orizzonte concreto, fatto di relazioni che danno vita, di comunità che si prendono cura, di innovazioni che non dimenticano l’uomo. È questo il cuore del Manifesto per l’Umanizzazione della Società che presenteremo il 24 novembre a Roma, al Campidoglio, in occasione del Simposio del decennale di FareRete InnovAzione BeneComune APS.

 

Lincontro che cambia lo sguardo

Credo che l’umanizzazione non nasca da teorie astratte, ma da incontri concreti. Ricordo i volti dei tanti che ho incrociato lungo il cammino: il sorriso stanco di una donna che, dopo anni di sacrifici, chiedeva solo di essere ascoltata in ospedale; la gratitudine di un giovane medico che voleva imparare a curare “a misura d’uomo”, non solo con protocolli; la voce tremante di chi, in una periferia, temeva di essere invisibile.
Sono storie che ti restano dentro e che ti ricordano che la società si umanizza quando non riduce le persone a numeri, ma le riconosce nella loro unicità.

 

Fare rete: il tessuto della comunità

L’esperienza di FareRete BeneComune in questi dieci anni ci ha insegnato che la vera innovazione non è mai individuale: è sempre il frutto di una rete. Fare rete non significa moltiplicare contatti, ma costruire legami veri, basati su fiducia, trasparenza e corresponsabilità.
In un mondo che corre, noi abbiamo scelto di fermarci per intrecciare fili: associazioni, istituzioni, imprese, cittadini. È da queste alleanze che sono nati progetti di prevenzione, formazione, inclusione, cura di prossimità. Ogni nodo della rete è un frammento di futuro condiviso.

 

Dignità e giustizia: non compromessi possibili

Se c’è una parola che attraversa tutte queste esperienze è dignità. Una società che si dimentica della dignità delle persone perde la sua anima. L’umanizzazione significa allora custodire e difendere la dignità in ogni ambito: dal lavoro alla sanità, dalla scuola all’ambiente. Non si tratta di aggiungere valori a margine, ma di riconoscere che senza dignità e giustizia sociale non c’è progresso che tenga, non c’è pace duratura, non c’è futuro credibile.

 

Innovazione sì, ma a misura duomo

Molti temono che l’innovazione tecnologica finisca per allontanarci. Io credo che la sfida vera sia un’altra: fare in modo che la tecnologia diventi alleata della prossimità, strumento per ridurre disuguaglianze e per generare inclusione. La telemedicina, le piattaforme digitali, le applicazioni di supporto alla salute hanno senso solo se rafforzano la relazione, non se la sostituiscono. L’umanizzazione digitale è questa: non rinunciare al calore umano, anche nel cuore dell’innovazione.

 

Una chiamata a partecipare

Il Manifesto che presenteremo il 24 novembre non è un documento da archiviare, ma un invito a partecipare. Perché l’umanizzazione non si realizza per decreto: si costruisce con le scelte quotidiane, con gesti di cura, con progetti che mettono al centro il Bene Comune.
È una chiamata rivolta a ciascuno: istituzioni, associazioni, imprese, famiglie, cittadini. Nessuno può sentirsi spettatore. Siamo tutti protagonisti di questa trasformazione.

 

Un tempo che interpella

Personalmente, sento che l’umanizzazione è la vera sfida del nostro tempo. Non si tratta di aggiungere un capitolo alla storia, ma di riscriverne l’impianto: passare da una società che consuma relazioni a una società che le genera; da una logica di potere a una logica di servizio; da un’economia di profitto a un’economia di senso.

 

Lumanizzazione delle cure

La realizzazione di un autentico processo di umanizzazione della società dipende dall’attivazione di interventi a più livelli: ambientale (sia in termini strutturali che funzionali), organizzativo, relazionale.

Ma soprattutto l’avvicinamento di utenti e operatori, in una dimensione nella quale l’istituzione sanitaria diventa struttura di servizio che accoglie, orienta e promuove il benessere, stimolando il coinvolgimento e la partecipazione di tutti.

In particolare, i temi della trasparenza, dell’accoglienza, dell’orientamento e della comunicazione costituiscono strumenti fondamentali per perseguire il miglioramento della assistenza in un’ottica di umanizzazione e di qualità delle cure.

Il Manifesto sarà il frutto di tanti contributi, di esperienze, di sogni condivisi. Ma sarà soprattutto un punto di partenza: un impegno collettivo a tessere, insieme, una società capace di custodire la vita, di rispettare la dignità, di promuovere giustizia, solidarietà e speranza.

Il 24 novembre non presenteremo solo un testo. Presenteremo un cammino. E spero che molti decideranno di percorrerlo con noi.

 

Uno sguardo verso il Manifesto

Il Manifesto per l’Umanizzazione della Società sarà presentato dalla Dr.ssa Paola Pisanti, Past President(Seconda Presidenza) dell’Associazione FareRete InnovAzione BeneComune APS che ci offrirà una visione capace di intrecciare esperienza, prospettiva e impegno civile. Il suo contributo rappresenterà una chiave di lettura preziosa per comprendere come i principi del Manifesto possano tradursi in linee guida operative e in un orizzonte culturale condiviso.

 

Simposio del Decennale

Bene comune e futuro: verso una società umanizzata”
24 novembre 2025 –
ore 13:30
Palazzo Senatorio, Sala Laudato Si’, Piazza del Campidoglio, Roma

Ingresso gratuito previa iscrizione: fareretebenecomune@gmail.com

www.fareretebenecomune.it


Bio-Autori

Rosapia Farese, autrice e saggista, è Presidente e co-fondatrice dell’Associazione FareRete InnovAzione BeneComune APS.

Paola Pisanti, medico ed esperta di politiche sanitarie, ha guidato la Commissione Nazionale del Ministero della Salute sulle malattie croniche e il diabete.