Sul Foglio di ieri Antonio Spadaro indica cinque punti “per svelenire il clima”. Come dice lui stesso non è una ricetta, ma cinque priorità che consiglia di tener presenti. Come suo solito, prende parola senza alzare la voce, con compostezza. Eppure i cinque consigli non restano tanto nel vago: parla di legge elettorale, di politiche sociali, di immigrazione, di Europa. Soprattutto bisogna cogliere l’orizzonte entro il quale queste priorità si presentano: la normalizzazione del “clima” sociale. Qui sta il punto.

Affannati da urgenze disordinatamente sbandierate come prioritarie, i leader attuali sembrano aver perso di vista qualsiasi prospettiva d’insieme. Il taglio dei parlamentari, ad esempio, è presentato come un traguardo epocale, quando dovrebbe essere ricompreso in una revisione più ampia e coerente del sistema rappresentativo, che abbia di mira un risultato ben maggiore del risparmiare un po’ di soldi attaccando ideologicamente “la casta”. Si rischia, anche con questo nascente governo, di scegliere le priorità solo sull’onda della retorica della discontinuità fine a se stessa, di cadere in una sorta di contro-populismo sterile quanto il populismo che si combatte.

Il problema sta nell’ampiezza dell’orizzonte che si sceglie di guardare. La vera sfida che la stessa realtà nei suoi sviluppi lancia all’intero sistema partitico, da tempo preda di una “sindrome della polarizzazione”, è cambiare prospettiva, cambiare orizzonte, cambiare aria. In tono pacato ma diretto, Spadaro sembra indicare proprio questo: le priorità politiche vanno pensate e messe in atto a partire da un nuovo orizzonte, da una nuova “atmosfera”. Non basta questa o quell’altra misura d’emergenza, mettere a posto i conti, tenere buona l’Europa: bisogna cambiare il clima, far circolare nuova aria, far uscire il veleno tossico della rissa da teppisti, della demonizzazione dell’avversario o dell’“altro”, occorre impostare i problemi in una prospettiva diversa.

È in vista di questa prospettiva che si rendono necessarie alcune priorità, del resto individuate da qualche tempo da un certo mondo cattolico (Politica Insieme e Rete Bianca). Tali proposte politiche sono del tutto aliene da un grigio “moderatismo” e dal conservatorismo istituzionale che tanto ha contribuito ad aumentare la distanza fra potere e cittadini (culminata nella ricerca dello scontro per recuperare l’attenzione delle masse). Assumono invece una funzione “catartica”, che riconfigurando alcune strutture fondamentali ormai cristallizzate (rappresentanza e sistema dei partiti, welfare, regionalismo, rapporti con l’Europa), aprano poi il campo ad una nuova stagione più limpida e serena della nostra politica, a un clima migliore.