[…] In realtà, dopo la legge elettorale nota come Mattarellum solo con le elezioni europee i cittadini hanno potuto scegliere con le preferenze. Le successive leggi si sono meritate aggettivi in latinorum: Porcellum, Italicum, Rosatellum… La riduzione del numero dei parlamentari e la impossibilità di scegliere, rendono la rappresentanza una pura e vuota espressione lessicale. Penso che c’è anche di più. Oltre alla assenza di partiti strutturati, secondo il mai attuato articolo 49 della Costituzione, per cui mancano riferimenti articolati democraticamente, con programmi chiari, che offrano visione e prospettive ancorate a radici culturali, che prescindono dalla precarietà dei gruppi dirigenti, i cittadini si sentono trascurati nelle loro difficoltà quotidiane. Se i bisogni di salute non trovano risposte appropriate e nel tempo utile, se tutti i servizi arrancano perduti fra le pastoie della burocrazia, se gli amministratori locali sono imprigionati dalle infinite norme che si sovrappongono e impediscono serenità nel deliberare, ecc. ecc. Ognuno esamini la propria esperienza e compilerebbe un elenco infinito di motivi per cui non si riesce proprio a fare il tifo per le istituzioni; e quindi, perché votare?
Per partecipare occorre avere uno scopo. Milioni di cittadini dedicano tempo e passione nel volontariato ai diversi livelli e in diversificate forme di impegno, ma non avvertono la necessità di dedicarsi alla politica che “è forma esigente di carità”. Il Papa nella sua bellissima enciclica Fratelli tutti ha dedicato un punto specifico alla “amicizia politica” A Trieste per la 50ª Settimana sociale dei cattolici sono convenuti 1500 delegati, più migliaia di altre persone che hanno ascoltato due stupendi discorsi, di Mattarella e del Papa, con pressanti esortazioni a guarire “la democrazia malata”. Anche la Chiesa ha sollecitato alla partecipazione: questa è democrazia e libertà.
L’enorme assenteismo ne è la negazione e tra le molte giustificazioni gli elettori lamentano il fatto di non poter scegliere i propri rappresentanti. Non a caso, nelle tornate elettorali per le amministrative si registra una maggiore affluenza perché sono possibili le preferenze.
Ora, poiché non si vede all’orizzonte una iniziativa dei partiti per affrettare una riforma della legge elettorale, ho aderito convintamente al referendum IO VOGLIO SCEGLIERE.
Sono in atto diverse raccolte di firme e credo che nell’insieme prefigurino un diverso modo di organizzare la nostra partecipazione di cittadini attivi. Sono anche per il referendum abrogativo della legge sulla autonomia differenziata e della legge sul premierato.
Come è ben noto i referendum non sono propositivi ma abrogativi. Il referendum perciò si limita a cancellare parti della attuale legge elettorale con l’intento o la speranza che il Parlamento ponga mano alla riforma. Gli inglesi votano con una legge elettorale che risale ai tempi vittoriani, gli USA con una legge centenaria, Germania e Francia non cambiano legge ad ogni tornata parlamentare… magari imitare qualcuno dei modelli che funzionano, no?!
[Dalla newsletter di Mariapia Garavaglia]