Dal surplace all’eliminatoria a squadre, sperando di risultare vincenti. Seguo la metafora del ciclismo su pista, tenuto presente che, alla fase di immobilismo-surplace di qualche tempo fa, ora si è ingrossata la fila dei concorrenti al progetto di ricomposizione politica dell’area cattolica: democratica, liberale e cristiano sociale. Dopo Iniziativa Popolare, Tempi Nuovi, Insieme, Piattaforma 2024, si è aggiunta la squadra di Base Popolare, mentre dall’area liberal-repubblicana, Carlo Calenda, che al tempo delle ultime elezioni per il consiglio comunale di Roma, aveva respinto l’offerta per una lista con i Dc romani, ora intende offrire una casa ai Popolari “per continuare a esistere insieme”. In questa ottica si spiega l’ingresso in Azione, a vele spiegate, di Ettore Rosato ed Elena Bonetti.
Da parte mia ripeterò che è bene tutto ciò che va nella direzione della nostra ricomposizione politica, ma, a questo punto, è indispensabile trovare un ubi consistam non solo per il nostro stare insieme, ma, soprattutto per offrire all’Italia delle risposte politiche adeguate alle attese della nostra gente.
Lo fecero i nostri padri con le “Idee ricostruttive” della Dc di Demofilo (De Gasperi), proprio nello stesso mese di Luglio del 1943 in cui si svolse l’incontro nel quale si profilò il Codice di Camaldoli, che poi la Dc assunse a base della sua iniziativa.
Dopo il surplace non serve più la gara affannosa tra chi è ancora scettico sul fare una lista unitaria alle elezioni europee e chi, invece, spinge per questo obiettivo; o, peggio, il ruolo di qualche improvvido amico alla ricerca della sola affermazione personale.
Intellettuali di fede cattolica a Camaldoli discussero di tutti i temi della vita sociale: dalla famiglia al lavoro, dall’attività economica al rapporto cittadino-stato. Lo scopo fu quello di fornire alle forze sociali cattoliche una base unitaria che ne guidasse l’azione nell’Italia liberata. Il Codice funse da ispirazione e linea guida per l’azione della Democrazia Cristiana e, come ha ben scritto Bruno Di Giacomo Russo, “Il Codice di Camaldoli, intrinseco di valori e principi, corrisponde al diretto precedente culturale della Costituzione italiana”.
Ciò costituisce il motivo per cui ancora oggi, nella nostra azione politica, intendiamo continuare a ispirarci ai principi fondamentali della Carta costituzionale che, insieme a quelli della dottrina sociale cristiana, calata nel tempo della globalizzazione, sono stati indicati dai Papi San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco.
Con queste due stelle polari, dottrina sociale cristiana e Costituzione repubblicana, ci si dovrà incontrare nella Camaldoli 2024 con gli esponenti più importanti della cultura e delle realtà sociali e politiche cattoliche, per discutere delle attese degli italiani nella realtà odierna e con ciò che ci attende a medio e lungo termine.
Alla gara inopportuna e inefficace dell’eliminatoria a squadre deve, dunque, subentrare il confronto e il dialogo con le diverse realtà di mondo cattolico per definire il programma che i Dc e Popolari intendono offrire al Paese. Un programma che dovrà essere coerente con i nostri valori e in relazioni agli interessi dei ceti medi e delle classi popolari, cui intendiamo dar voce a livello politico e istituzionale. Ridare voce a quella maggioranza di elettrici e di elettori che da molto, troppo tempo, sono renitenti al voto, indifferenti all’offerta politica di un bipartitismo forzato e da una legge elettorale iniqua e schizoide che permette il governo del Paese a una finta maggioranza, non espressione della realtà sociale e culturale reale dell’Italia.
Quali sono le attese degli italiani oggi? Secondo lo studio realizzato da Brunswick e Hokuto, presentato al Convegno “L’economia che fa il bene: cosa significa per gli italiani?” di Avvenire (Milano, 15 Novembre 2023) lo sviluppo, il clima e l’integrazione sono i temi risultanti prioritari. Al primo posto, dunque, lo sviluppo economico e l’occupazione lavorativa, seguiti dalla gestione dell’immigrazione. Segue la questione ambientale, poi la tutela del territorio e la lotta all’inquinamento, il cambiamento climatico e la transizione energetica insieme al tema delle fonti e del costo dell’energie. Solo in coda ai risultati del campione si collocano i temi dell’opportunità dei giovani e della parità di genere. La risposta più importante per affrontare e dare soluzione a questi temi è stata individuata nell’economia civile, intesa come nuova forma di economia che mira al benessere comune; un’economia come quella che i proff. Bruni e Zamagni da molto tempo propongono, alternativa a quella dominante nell’età della finanza globalista, nella quale trionfa il principio del NOMA (Non Overlapping Magisteria) posto alla base dell’economia politica – mentre, per l’economia civile, l’economia non può essere staccata dai principi dell’etica e della politica.
Se oltre a questi temi discuteremo di quello drammatico dei rischi della terza guerra mondiale, oggi vissuta “a pezzi”, come l’ha egregiamente connotata Papa Francesco, e pertanto dell’esigenza di avviare progetti di pace che tengano conto della nuova realtà multipolare della geopolitica, ritengo che ancora una volta i cattolici italiani, dalla Camaldoli 2024, potranno offrire risposte coerenti alle “attese della povera gente” e a quel ceto medio i cui interessi e valori devono essere rappresentati in asse ed equilibrio con quelli delle classi popolari. Questo è il compito che, a mio parere, spetta a tutti noi eredi della cultura politica del popolarismo sturziano e della Democrazia cristiana, il partito che ha rappresentato per quasi cinquant’anni la maggioranza degli italiani.