Unde malum? Una domanda che da sempre interpella l’uomo.

Come recepire ed elaborare da un punto di vista religioso le suggestioni dei mondi religiosi dentro un linguaggio più verosimile e più vicino al nostro modo di pensare e di sentire?

Questa riflessione va collocata nell’ambito della storia delle religioni non nell’ambito di teologie confessionali, dipendenti cioè da una fede confessionale.

L’ambito possibile della riflessione riguarda l’“unde malum” e non il “cur malum”, sebbene i due linguaggi possono essere correlati; nella storia del pensiero filosofico-religioso-teologico i due quesiti vengono distinti e separati. Di fronte all’interrogazione del “perché” (cur malum) si arrende il pensiero di ogni genere in quanto coinvolge il Pd di tutta la realtà esistente, che a nessuno è dato di sapere. 

Secondo la letteratura evangelica anche Gesù ha de-legittimato la domanda sul “perché” del male (nel caso specifico della sofferenza): “Abbà, Padre! Ogni cosa ti è possibile; allontana da me questo calice! Ma pure, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi”. In altri termini: non so il perché del soffrire, ma lo accetto in nome di Chi ne sa il senso (Dio Padre). Ed anche: Gesù gridò a gran voce: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio,. Dio mio, perché mi hai abbandonato? In altri termini, Gesù accetta di soffrire nella solitudine, senza la comprensione del perché del soffrire, custodita da Dio Padre.

La interrogazione da “dove” il male (unde malum), sebbene difficile ed in qualche modo insolubile, interpella continuamente l’uomo dentro il bisogno di comporre “armoniosamente” ogni esperienza storica ed individuale segnata dal malum. Preferisco usare il termine latino malum in quanto categoria onnicomprensiva di tante forme di “pathos antropologico”, onde evitare la sovrapposizione con la categoria della sofferenza fisica e psicologica. 

Questa interrogazione su “da dove” (unde malum) è presente in tante culture “religiose” sebbene dentro un vocabolario diverso e mediante categorie linguistico-culturali diverse, linguaggi apparentemente simili ma in realtà iscritti dentro percorsi epistemologici differenti. 

Questa è la ragione di far precedere un breve excursus storico alla elaborazione del tema.

 

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GIUSEPPE RIZZARDI
già Docente di Storia e Teologia delle Religioni alla Facoltà Teologica di Milano e alla Università Cattolica di Brescia, ora all’ ISSR di Crema, Cremona, Pavia