HomeUltime NewsUnicef: il campo...

Unicef: il campo profughi dei bambini dimenticati

Stiamo lavorando con i nostri partner e donatori per garantire ai bambini assistenza sanitaria immediata

Cercando riparo dal sole a picco nell’ombra di una tenda, Afraa, 14 anni, originaria dell’Iraq, aspetta che sia il turno dei suoi due fratellini per la visita medica.

«Ci sono voluti 9 giorni per arrivare qui da Baghouz…Non so cosa ne sarà di noi», ci dice.

Siamo nel campo profughi di Al-Hol, nel nord-est della Siria.

Qui vivono non meno di 70.000 persone. L’UNICEF stima che più del 90% di loro siano donne e bambini.

Tra i bambini, solo 20.000 sono siriani. Gli altri, ben 29.000, appartengono a ben 62 nazionalità diverse. Il gruppo più numeroso, circa 9.000, è rappresentanto da rifugiati dell’Iraq.

La maggior parte di loro ha meno di 12 anni. Sono bambini estremamente vulnerabili, sopravvissuti a terribili combattimenti e testimoni di atrocità inimmaginabili.

I bambini di Al-Hol vivono in una condizione umanitaria precaria, aggravata in molti casi dall’avere subito esperienze di abuso, dall’essere stati costretti a combattere o a compiere atti di estrema violenza.

Essi sono solo una parte di un ben più vasta popolazione di bambini e ragazzi che potrebbero essere stati coinvolti nelle ostilità.

Vivono in campi profughi come questo, ma anche in centri di detenzione o in orfanotrofi sparsi in tutta la Siria, soprattutto nel nord-est.

Questi bambini continuano ad essere esposti ad un elevato rischio a causa dell’acuirsi delle violenze.

Nella provincia di Idlib, nel nord-ovest del paese, circa un milione di bambini sono rimasti intrappolati per mesi e mesi nel mezzo di violenti combattimenti. Il loro destino è in bilico.

I bambini di Al-Hol hanno bisogno di cure, protezione e assistenza urgenti, soprattutto con le elevate temperature estive.

«Migliaia di ragazzi e ragazze nel campo di Al-Hol non hanno mai avuto la possibilità di essere semplicemente dei bambini» sottolinea Fran Equiza, Rappresentante dell’UNICEF in Siria, di ritorno da una missione ad Al-Hol.

«Eppure sono bambini, a tutti gli effetti! Meritano di ricevere cure, protezione, attenzione e servizi ai massimi livelli. Dopo anni di violenze, sono diventati soggetti indesiderati, stigmatizzati dalle loro comunità locali o ignorati dai loro governi.»

Nonostante le violenze in corso nell’area, e sebbene l’afflusso di sfollati che arrivano ad Al-Hol stia diminuendo, i bisogni umanitari, come l’accesso all’acqua potabile e l’assistenza sanitaria, restano a un livello critico.

«Stiamo lavorando con i nostri partner e donatori per garantire ai bambini assistenza sanitaria immediata» prosegue Equiza. «Ma è solo una goccia nell’oceano. Occorre fare molto di più per continuare a fornire ai bambini servizi di base e protezione, in vista del loro reintegro nelle comunità locali e un ritorno sicuro ai paesi di origine.»

Continua a leggere

Napolitano, notizia scomparsa fa il giro del mondo in pochi minuti

Milano, 22 set. (askanews) – La notizia della morte di Giorgio Napolitano fa il giro del mondo in pochi minuti, e dalla Cina all’America, sono molti i quotidiani e i media che pubblicano la sua biografia o un...

Mattarella: Napolitano garante dei valori, votato alle istanze dei lavoratori

Roma, 22 set. (askanews) – La morte di Giorgio Napolitano "mi addolora profondamente e, mentre esprimo alla sua memoria i sentimenti più intensi di gratitudine della Repubblica, rivolgo ai familiari il cordoglio dell’intera nazione". Lo dichiara il presidente...

Napolitano, addio a "Re Giorgio", primo (e unico) ex Pci a guida Repubblica

Roma, 22 set. (askanews) – E’ stato il primo – e finora unico – presidente della Repubblica ex comunista, il primo ad essere rieletto per un secondo mandato, il più anziano al momento dell’elezione al Colle, il primo...