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giovedì, 12 Giugno, 2025
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Usa, Democratici in lotteria: Obama ti scrive, se versi tre dollari

Invece di interrogarsi sul perché della sconfitta e su come ripartire, i vertici Dem rilanciano l’immagine di Obama. Ma l’America attende nuovi volti, non vecchie glorie.

 Direttamente da Barack Obama, nientemeno, arriva al militante democratico di base un messaggio suadente: “Non vedo l’ora di incontrarti”. Per avere questa possibilità occorre finanziare (la cifra minima è modesta, solo 3 dollari) il Comitato Nazionale Democratico (CND). Il giorno dopo è Kamala Harris a rilanciare l’offerta dell’ex Presidente, ancora un’icona per i democratici americani. Solo successivamente arriverà la mail del CND che specificherà come il fortunato vincitore del premio avrà viaggio andata/ritorno e alloggio spesati completamente per due persone.

Nessuna reazione, nessuna alternativa

Forse sconcertati pure loro dal repentino divorzio Trump-Musk, atteso da tutti ma non con questa velocità, i Dem non hanno ancora reagito politicamente alla continua caduta di stile che in questi quattro mesi quei due signori hanno inferto all’istituto presidenziale e agli Stati Uniti nel loro insieme.

Sinora hanno puntato a una riorganizzazione, che necessita finanziamenti non facili da conseguire ad appena pochi mesi dalla conclusione di una perdente e costosissima campagna presidenziale, incentrata soprattutto nei luoghi ove si andrà a votare quest’anno ma in prospettiva ovviamente sulle elezioni di midterm dell’autunno 2026.

Quello che però non hanno ancora fatto è da un lato una riflessione profonda sui motivi profondi – si perdoni la ripetizione, ma è voluta – di una sconfitta che sta producendo effetti nefasti per gli USA e per l’intero mondo occidentale e che quindi andava assolutamente evitata; dall’altro non hanno ancora avviato la ricerca di figure emergenti, di possibili nuove leadership in grado di suscitare presso gli americani interesse, prima, consenso, poi.

 

Serve una generazione nuova, non solo una nostalgia carismatica

Da questo punto di vista il premio della lotteria è significativo: l’incontro con una “vecchia gloria” (mi si consenta l’espressione, utile per chiarire il concetto anche se un po’ ingenerosa con l’ex Presidente, che tra l’altro non è nemmeno così “vecchio”, anzi) e non con una figura innovativa.

Ipotesi, quest’ultima, impossibile, è vero, visto che sarà con le Primarie che i democratici decideranno chi sarà il loro candidato Presidente nel 2028: ma da qui ad allora sarebbe un errore fatale limitarsi a fare opposizione solo nel Congresso e non anche sul territorio, promuovendo una serie di giovani personalità in grado di offrire del partito una immagine non datata (anche in considerazione dell’errore fatto da Biden, divenuto simbolo di una vecchia guardia inossidabile che non vuole cedere il posto, continuando a investire su sé stessa invece che sul futuro) e di porre l’americano medio di fronte a una possibile alternativa al trumpismo e al suo (per ora) probabile erede JD Vance, che è giovane e dunque in grado di superare le possibili critiche contro una gerontocrazia che anche fra i Repubblicani ha imperato troppo a lungo.

Al momento solo il veterano Bernie Sanders e la giovane pasionaria Alexandra Ocasio-Cortez hanno compreso la necessità di un contatto diretto col popolo democratico, per motivarlo a un impegno rinnovato e intenso nonostante la dura sconfitta. Ma il loro messaggio – per quanto utile e generoso – è troppo radicale e pare voler affrontare l’avversario con una terapia d’urto assoluta.

Dov’è un nuovo “Yes we can”

Ma è invece la fascia elettorale intermedia (quella che fece vincere Clinton e Biden e anche Obama, che però di suo portò un consenso giovanile e non solo, trascinato dal suo carisma e dal suo messaggio di speranza – “Yes we can”, “Sì, possiamo, ce la faremo”) che ora bisogna riconquistare, oggi probabilmente esterrefatta a fronte delle esternazioni e delle azioni di un Presidente per il quale magari ha votato senza immaginare cosa ciò avrebbe comportato. E quindi pronta a mollare lui e il suo movimento MAGA, purché da parte democratica arrivino idee e personalità fresche, non ideologiche, concrete e ragionevoli.

Questi sono elettori che non hanno ricevuto la mail di Obama, ma che bisognerà coinvolgere. Più prima che poi.