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martedì, Febbraio 11, 2025
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Usa, governo snello: i piani di Trump e i dubbi degli esperti.

Elon Musk e Vivek Ramaswamy propongono il ritorno obbligatorio in ufficio per ridurre la burocrazia federale. Esperti e sindacati avvertono: senza flessibilità, l’efficienza del governo potrebbe essere compromessa.

Insieme a Vivek Ramaswamy, nominato dal presidente eletto Donald Trump alla guida del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa, Musk ha condiviso le sue opinioni in un editoriale pubblicato mercoledì sul Wall Street Journal. Secondo loro, il ritorno obbligatorio in ufficio potrebbe generare risparmi significativi per il governo degli Stati Uniti, una delle principali missioni dell’ente non governativo. “Obbligare i dipendenti federali a tornare in ufficio cinque giorni alla settimana porterà a un’ondata di dimissioni volontarie, un risultato che consideriamo positivo”, hanno affermato. Trump ha aggiunto che la riforma dovrà produrre risultati concreti entro il 4 luglio 2026, sottolineando che un governo più snello ed efficiente sarebbe il regalo ideale per il Paese in occasione del 250° anniversario della firma della Dichiarazione di Indipendenza. 

Tuttavia, un rapporto dell’Ufficio di gestione e bilancio (OMB) ha rivelato che solo 228.000 dipendenti federali, pari al 10% del totale, lavorano interamente da remoto e non sono obbligati a recarsi in ufficio. In generale, l’OMB ha osservato che circa l’80% delle ore lavorate dai dipendenti federali avviene in presenza. Inoltre, stime del Congressional Budget Office indicano che, nel 2022, la percentuale di dipendenti federali che lavoravano da remoto (circa il 22%) fosse simile a quella del settore privato (25%). L’American Federation of Government Employees, il principale sindacato dei dipendenti federali con oltre 800.000 iscritti in quasi tutte le agenzie federali e nel Distretto di Columbia, ha affermato che eventuali modifiche alle condizioni di lavoro riguardanti i contratti devono essere negoziate attraverso il normale processo di contrattazione collettiva, e non tramite dichiarazioni pubbliche. 

Poi secondo Brian Riedl, ricercatore senior al Manhattan Institute, costringere tutti i dipendenti federali a tornare in ufficio potrebbe non portare a risparmi significativi. La retribuzione complessiva dei dipendenti civili federali è di circa 305 miliardi di dollari all’anno, poco più del 4% del bilancio federale. Pertanto, anche se si riducesse in modo significativo la forza lavoro, l’impatto sui costi sarebbe marginale. Riedl sottolinea inoltre che il numero di dipendenti federali è invariato rispetto a cinquant’anni fa, quando il governo aveva molti meno programmi e compiti. “Non credo che si possa ridurre drasticamente la forza lavoro federale senza paralizzare il governo”, ha affermato.

In definitiva, la proposta di Elon Musk e Vivek Ramaswamy solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di una politica che punta a ridurre la forza lavoro federale senza considerare le peculiarità delle singole agenzie. Mentre il ritorno in ufficio potrebbe sembrare una soluzione rapida per ridurre i costi, gli esperti avvertono che senza un approccio più mirato e flessibile, si rischia di compromettere l’efficienza e l’attrattività del settore pubblico. Il dibattito su come ottimizzare la burocrazia federale continua, ma una cosa è certa: trovare un equilibrio tra l’efficienza operativa e le necessità dei dipendenti sarà fondamentale per il futuro del governo degli Stati Uniti.