Ventotene è per qualche verso sia l’isola dei famosi che quella dei pirati in cui è nascosto un tesoro, il bottino di tante razzie a destra e a manca. E’ anche un posto più discreto e meno strombazzato di isole vicine come Ponza e Palmarola. Ciò malgrado, in questi giorni è in prima pagina grazie alla Meloni che ha denunciato alcuni passaggi del Manifesto che aspirava ad un Europa come felice federazione di Stati.
Su quell’isola batte vento costante che non è solo quello della libertà ma adesso anche della protesta per la posizione presa dalla Premier che ha ripudiato alcuni passaggi del testo, per alcuni clamorosamente mancandone la contestualizzazione dell’epoca in cui fu scritto. E’ anche il vento di chi denuncia passaggi anacronistici che oggi si avvertono come inconciliabili con il proprio pensiero politico.
È quella una terra che tiene testa a qualsiasi vento che vuole spazzarla via per cancellarne la storia scritta da Spinelli, Rossi e Colorni o per proiettarla in una dimensione del secolo scorso e superata oggi dalla realtà dei fatti.
Quei tre padri fondatori “più chiaramente manifestandosi, appaiono più venerandi” e quindi da rispettare ed occorre prudenza ad approcciare il loro scritto.
Si può manifestare gioia, disappunto, così come desiderio, rabbia o speranza. Tutto si può fare ma con prudenza quando si maneggia certa materia, il ché non significa dover rinunciare dal farlo.
Si deve avere consapevolezza che si corre il rischio di commettere eresie e di ritrovarsi nel girone appositamente dedicato da Dante a quelli che le commettono. Il buon Farinata degli Uberti, costretto a quella parte, richiama l’attenzione del poeta con il noto passo “La tua loquela ti fa manifesto”. Del resto anche il Sommo Poeta ha conosciuto un esilio di vent’anni e di venti di tristezza che hanno battuto la sua pelle.
L’esperienza del confino è stata una fine astuzia del regime fascista di allora per toglierseli di mezzo, per porre fine alla loro smania di opposizione. Vale solo la pena ricordare che Spinelli fu espulso al tempo dal Partito Comunista e che anche la Sinistra di allora non fu proprio dolce nei suoi confronti. Così un democristiano come Malfatti, Presidente della Commissione europea, nel 1970 lo volle come Commissario europeo per gli Affari industriali.
Ogni contesto esige la sua corretta contestualizzazione prima che si contestino fatti ed episodi. Ci vuole il senso della misura prima di emettere giudizi lì dove incombono anche fatalmente i sentimenti. Eugenio Colorni era sposato con Ursula Hirschmann.
Entrato in crisi il suo matrimonio, quest’ultima si unì poi in matrimonio proprio con Spinelli. Si tratta quindi di una storia anche di passioni, di presumibili conflitti, di crisi, competizioni e di singolari complicità che richiedono tutta l’accortezza e delicatezza possibile prima di tirar fuori giudizi intempestivi e di immaginare solo gli intenti politici di un nuovo mondo.
È in programmazione l’uscita di una nuova versione di Biancaneve, il “classico” della Disney che ha incantato generazioni di bambini. Sembra, se si è ben compreso, che emerga una Biancaneve diversa da una passiva fanciulla in attesa di un salvatore che la desti da un letargo.
Il Principe azzurro non deve precipitare nel rischio di essere uno stalker alla estenuante punta della candida creatura e diventa invece una sorta di Robin Hood. A loro volta i nani sono presentati come creature magiche e non come vittime di una malformazione.
Non c’è storia che non possa essere riletta con nuovi occhi. Non c’è storia che non debba essere intesa con lo spirito di un tempo. Ogni storia merita di essere custodita e non stravolta. Altrimenti nessuno di noi avrà più storia.