Il Generale agosto sta per chiudere la sua campagna per lasciare il passo all’autunno, quando i mercati finanziari inizieranno a far sentire i loro umori. Francamente non c’è da stare allegri stante i segnali provenienti sia dal Governo sia dall’andamento del prodotto interno lordo che stenta a crescere se confrontato a quello dei principali paesi europei. Siamo ancora il fanalino di coda e, oltretutto, se consideriamo i probabili contenuti del Documento Economico e Finanziario del Governo che produrranno l’aumento del debito pubblico, dobbiamo aspettarci attacchi speculativi da parte degli investitori.
Questo, provocherà ancora crescita dello spread con il conseguente maggior costo degli interessi a carico delle già esauste casse dello Stato. Insomma ci stiamo avviando verso una stagione politica molto difficile che provocherà non poche turbolenze e difficoltà per la tenuta del Governo ma la cosa più grave, è che proseguirà il declino economico del Paese. Le scelte politiche del governo Conte appaiono incerte e soggette a cambiamenti di rotta quotidiana. La mancanza di un preciso disegno programmatico si fa sentire prepotentemente con le forze politiche che lo formano in evidente conflittualità.
Da un lato ci sono quelli che vedono uno Stato che ritorna alla nazionalizzazione di ciò che è stato privatizzato e, dall’altro, quelli che finalmente pensano a un piano Marshall e alla riduzione della tassazione per le imprese. Il Governo giallo-verde inoltre, vuole pure una qualche forma assistenziale per i cittadini disoccupati e inoccupati e ciò richiede un numero smisurato di miliardi di euro. Ma per poter trovare la quadra e costruire un Def con questi contenuti ci vorranno due condizioni indispensabili: la prima che i due contendenti riescano a mettersi d’accordo, cosa non facilissima, e, la seconda, che ci siano le risorse finanziarie senza ricorrere all’indebitamento consapevoli che come ribadito dalla commissione europea non saranno consentite deroghe. Stante la situazione è evidente che il governo giallo-verde dovrà fare scelte che ridiscutano le intenzioni iniziali perché incompatibili con le disponibilità finanziarie.
Ed è qui che i nodi verranno al pettine costringendo le due forze politiche a cercare un compromesso pena una crisi di governo le cui conclusioni non sono date ora conoscere ma che, sicuramente, non saranno indolore per la stabilità del Paese.Di fronte a questa difficoltà e conflittualità è evidente che i mercati resteranno guardinghi perché di un Paese dove prevale la confusione alla razionalità e alla chiarezza di linea politica non è possibile fidarsi. Avremo un autunno difficile che potrebbe avere temperature più calde di quelle avute questa estate.