Roma, 28 dic. (askanews) – Gli svizzeri presto al voto per decidere se vietare le importazioni di foie gras e pellicce dopo che i movimenti animalisti hanno raccolto firme sufficienti a far scattare referendum sulle due questioni. Lo riportano i media locali.
Davanti agli edifici del Parlamento del Palazzo federale nella capitale Berna, gli attivisti dell’Alleanza svizzera per gli animali, che ha lanciato l’iniziativa, hanno ammucchiato scatole che simboleggiano le firme autenticate.
L’iniziativa popolare sul foie gras ha raccolto 106.448 firme, mentre quella sulla pelliccia ne ha raccolte 116.140, entrambe al di sopra della soglia di 100.000 richiesta per innescare un voto nazionale.
Il foie gras è ampiamente consumato durante le festività natalizie di dicembre, dando ulteriore risonanza alla campagna.
L’alimentazione forzata di anatre e oche – un modo fondamentale per produrre il foie gras – è vietata in Svizzera da più di 40 anni, ma l’importazione di prodotti derivati da questo metodo non lo è.
L’iniziativa popolare “Sì al divieto di importazione di foie gras” vuole modificare la Costituzione per vietare l’importazione di tali prodotti.
Con 200 tonnellate di foie gras importate ogni anno, “la Svizzera si posiziona purtroppo come uno dei principali importatori di questo prodotto”, afferma l’Alleanza Svizzera per gli Animali.
“Ogni anno vengono uccise 400.000 anatre e 12.000 oche per soddisfare la domanda specifica del nostro Paese.
La seconda proposta si intitola “Sì al divieto di importare prodotti in pelliccia di animali maltrattati”.
Per quanto riguarda le pellicce, l’Alleanza svizzera per gli animali denuncia “metodi di allevamento e di uccisione (che) contravvengono chiaramente alla nostra legislazione sulla protezione degli animali e sarebbero considerati crudeltà punibili con sanzioni penali in Svizzera”.
Ogni anno vengono importate 350 tonnellate di pellicce, corrispondenti alla macellazione di circa 1,5 milioni di animali.
“Più della metà di queste pellicce provengono dalla Cina, dove vengono regolarmente denunciate le terribili condizioni in cui vengono detenuti e uccisi gli animali, alcuni dei quali vengono scuoiati mentre sono ancora vivi”, si legge.