Vita e Pensiero | Un risveglio inaspettato: giovani e fede in Francia.

È presto per parlare di una nuova primavera della fede. Ma gli sguardi sorridenti dei catecumeni in aumento sembrano in ogni caso sfatare chiaramente l’idea di un crollo inevitabile della religiosità.

Daniela Zappalà

 

Questestate, con le Olimpiadi, il mondo è stato nuovamente stregato dalla Francia. Ma in questo 2024 condito di record in terra transalpina, ve n’è uno, intimo e meno evanescente, che parla del cuore giovane della stessa Francia, sedotto, come non accadeva da lustri, dalla chiamata del battesimo.

La scorsa Pasqua, in tutto il Paese, il numero di catecumeni giunti davanti al fonte battesimale ha conosciuto un picco decisamente imprevisto. Tanto da sorprendere gli stessi responsabili della Chiesa francese, costretti da anni a leggere statistiche ben poco confortanti, accanto alle analisi di sociologi e filosofi sul presunto declino ineluttabile della fede fra le contrade della ‘Figlia primogenita della Chiesa’.

La notte di Pasqua, i battezzati in età non più infantile sono stati oltre 12mila. Più precisamente: 7.135 adulti e 5.025 adolescenti, con un aumento del 31% rispetto all’anno precedente. La progressione più marcata riguarda gli anni di passaggio all’età adulta. Al punto che nell’ultimo quinquennio, in questa fascia fra i 18 e 25 anni, l’aumento è stato del 150%, secondo la Conferenza episcopale francese. Quest’anno, la fascia dei giovani adulti ha riguardato più di un terzo di tutti i catecumeni (36%), mentre prima della pandemia non rappresentava neppure un quarto (23%). Gli aumenti più forti, inoltre, riguardano la Francia rurale: un altro fattore scrutato con grande attenzione, dato che la pratica religiosa ha rappresentato negli ultimi decenni nel Paese soprattutto un fenomeno urbano, con una partecipazione più spiccata alle liturgie da parte di credenti con livelli elevati di studi. Ma fra i nuovi catecumeni, questo sbilanciamento preoccupante pare ora ridimensionato, grazie a una presenza crescente di giovani legati a ceti meno agiati.

Il Paese sta conoscendo unondata di ripensamentisulla fede? L’interrogativo traversa di nuovo il dibattito. Ma la questione, in realtà, è più ricca e sfaccettata. Anche perché circa il 5% dei catecumeni sono degli ex musulmani pronti a convertirsi, nonostante il clima ancora a dir poco refrattario a queste traiettorie di fede, in un’ampia parte delle famiglie e comunità islamiche.

Queste cifre sono giunte come una boccata dossigeno, in un Paese che conosce da decenni una rarefazione progressiva dei battesimi infantili: si è passati dai circa 400mila nel 2000 ad appena 209.600 nel 2022, in anni in cui la pratica religiosa non è di certo cresciuta. Di fatto, solo un quarto dei bambini francesi sotto i 7 anni risultano oggi battezzati, rispetto alla metà nel 1996. E i timori circa una disaffezione verso la Chiesa erano ancor più cresciuti di recente, nella fosca scia degli scandali degli abusi sui minori o sulle donne, che hanno finito per investire anche due figure di riferimento della carità cristiana in terra di Francia, entrambi all’origine di celebri movimenti internazionali di sostegno ai più fragili: Jean Vanier, fondatore dell’Arca e co-fondatore di ‘Fede e Luce’, e l’abbé Pierre, iniziatore di Emmaus.

 

Continua a leggere

https://rivista.vitaepensiero.it//news-vp-plus-se-la-francia-si-riscopre-cristiana-6596.html