In questo  periodo difficile e unico, in cui le ricorrenze, le tradizioni, il nostro modo di vivere è profondamente cambiato e condizionato, dall’emergenza sanitaria  chiamata Covid – 19, che  investe tutto il mondo,  nel nostro Paese non si può rinunciare a ricordare la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per la verità il clima che si respira in Italia, è simile al periodo che ha preceduto la conclusione del conflitto bellico, lo ricordano le persone molto anziane che sono stati testimoni di quei eventi tragici e le tante persone a cui sono state raccontate o hanno studiato le vicende storiche che vanno dal 1940 al 1945.   

Oggi, dopo 75 anni, il 25 aprile si celebra, anche se in maniera virtuale, in tutta Italia con uno spirito che è finalmente unitario e condiviso. La Festa della Liberazione non è un patrimonio di un singolo partito o di una fazione, ma di tutta la nazione. Perché in sostanza un movimento di popolo: operai e imprenditori, partigiani e militari, donne e contadini, intellettuali e artigiani, cristiani e ebrei, si unirono e combatterono nella Resistenza per riscattare l’onore d’Italia. Così la Resistenza è diventata di tutti.

Quanti decenni ci sono voluti per comprendere che il 25 aprile, non è la contrapposizione o le polemiche fra parti e gruppi, ma il risultato della volontà popolare dove “la Resistenza vive nella Costituzione,” legge fondamentale della Repubblica Italiana, ossia il vertice nella gerarchia delle fonti di diritto dello Stato, citando una ripetuta affermazione del Presidente Emerito Napolitano.

Ma come nasce e che significa il 25 aprile? 

E’ bene ricordare, che il 25 aprile 1945, le città di Milano e di Torino furono liberate dall’occupazione nazista e dal regime fascista della Repubblica di Salò. Tale data è stata assunta come giornata simbolo della Liberazione d’Italia, ( la legge n° 260 del 27 maggio 1949, ufficializzò e rese definitiva “la Festa della Liberazione”) che ogni anno viene ricordata nelle città grandi e piccole del nostro paese.

Il periodo storico individuato comunemente come Resistenza Italiana inizia, (anche se di fatto esistevano forze politiche e nuclei antifascisti, che da tempo operavano in clandestinità nelle città e nelle campagne) con l’armistizio dell’8 settembre 1943 e termina alla fine del mese di aprile 1945.

La Resistenza Italiana fu solo la prima parte del cosiddetto “periodo costituzionale transitorio” e si concluse con la nomina del primo Governo Parri, il 21 giugno 1945.

La seconda parte terminò il 1 gennaio 1948, giorno dell’applicazione della nuova costituzione della Repubblica Italiana, dopo che il popolo italiano nel referendum del 2 giugno 1946, scelse la Repubblica, rispetto alla Monarchia. In Europa, la Resistenza ha avuto una durata più ampia, dal 1940 al 1945, a partire dalla Francia con il generale De Gaulle, in Jugoslavia con il Maresciallo Tito, in Polonia, in Belgio, in Olanda e nei Paesi dell’Est Europeo (Cecoslovacchia, Romania e Grecia), che hanno lottato per gli stessi ideali della Resistenza Italiana.

Quale è stato il contributo  della Resistenza Italiana alla causa della liberazione ?

Occorre ribadire che la Resistenza inizialmente è stata espressione “ di quelle forze politiche che avevano sempre lottato contro la dittatura fascista” per poi decidere una volta finita la guerra, con il voto del popolo, sulla forma di Stato : Repubblica o Monarchia. 

Il contributo di sangue pagato, nella resistenza dagli italiani, è stato molto elevato, secondo i dati raccolti dalla Presidenza del Consiglio,  si riassumono in 35.828 partigiani caduti, 21.168 partigiani mutilati e invalidi, 9.980 civili uccisi per rappresaglia sul solo territorio nazionale.

A queste perdite si aggiungono altri 32.000 resistenti, caduti all’estero, tra Dodecaneso, Grecia  ( compresa Cefalonia), Albania, Montenegro, Jugoslavia e Francia; 16.176 militari morti nei campi di concentramento tedeschi, 40.082 uccisi fra deportati politici ed ebrei e 10.000 soldati caduti a fianco degli Alleati.

La controguerriglia dei Tedeschi e dei fascisti e le repressioni furono spietate e colpirono anche donne e bambini senza alcuna distinzione, si ricordano alcune : 335 massacrati a Roma alle Fosse Ardeatine, i 53 ostaggi impiccati a S.Terenzio in Lucchesia, le 532 persone del Villaggio S.Anna in Versilia, messo a fuoco e la popolazione sterminata in piazza, le 107 vittime inermi di Valla sull’Appennino e i 1830 martiri dei villaggi  distrutti nella Provincia di Bologna : Marzabotto, Grizzano e Vado di Monzuno.

Anche a Roma si costituì il Comitato di Liberazione Nazionale (CNL) con la partecipazione dei sei partiti antifascisti (liberale, democristiano, socialista, comunista, d’azione e democratici del lavoro) che sostenevano, oltre alla lotta partigiana, l’esigenza di un Governo straordinario in alternativa a quello del Maresciallo Badoglio. nominato dopo la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943.

Gli scopi di guerra della Resistenza, collocati nel riscatto del popolo italiano dalla servitù e nell’orgoglio ritrovato,  nella consapevole conquista delle libertà politiche, tanto più durature quantomeno gratuitamente conseguite, non erano molto gradite dagli Alleati, i quali avrebbero preferito contare su piccoli nuclei di informatori e di sabotatori. 

Eppure, nonostante le diffidenze e la riluttanza degli Anglo-Americani, verso l’espansione delle formazioni partigiane, queste furono chiamate a collaborare intensamente sul piano militare, specialmente nell’ultima fase della guerra in Italia.

“Senza  queste vittorie partigiane – si legge nel rapporto conclusivo al Quartier Generale alleato, il Comandante Hewett della Special Force britannica – non ci sarebbe stata in Italia una vittoria alleata così rapida, così schiacciante e così poco dispendiosa.”

Ecco perché il 25 aprile è “la Festa della Liberazione,” abbiamo il dovere di non dimenticare. Essa rappresenta il passaggio dalla dittatura  alla democrazia e alla libertà e appartiene di diritto a tutto il popolo italiano e non solo parte di esso.

Le celebrazioni, come cortei e comizi, non  si terranno quest’anno, a causa dell’epidemia e dei vincoli imposti dal “distanziamento sociale”, sul web e sui social( piazze virtuali) viene ricordata questa ricorrenza con  servizi,  articoli, storie, letture e racconti, oltre alle trasmissioni, che i media dedicano a questo 75° anniversario della Liberazione. Il Presidente della Repubblica Mattarella, invierà “un messaggio”, per richiamare il dovere di non dimenticare, che la libertà, la democrazie e la pace, dopo aver conosciuto la dittatura e la guerra, oggi sono diritti e valori indispensabili e fondamentali, come l’aria che respiriamo tutti i giorni, malgrado tutto. Sono previste solo deposizioni di corone in alcuni luoghi simbolo della Resistenza.

E’ una festa che deve unire e non dividere, specialmente oggi che si dovrà pensare a una rinascita del nostro Paese, per le drammatiche conseguenze causate dalla pandemia, richiamando la passione e lo spirito di quel periodo. Ricordarci sempre che uomini e donne, di tutte le età, di tutte le estrazioni sociali, che sono morti allora, hanno contribuito a far approvare una Costituzione, per il popolo italiano, della quale oggi ciascuno di noi gode dei “Principi fondamentali”. 

Grazie a loro, e al loro supremo ed eroico sacrificio.