La luna di miele del governo sta per finire

Immigrazione, fisco e giustizia sono alcuni dei settori nei quali emerge lo scarto tra quanto si era promesso in campagna elettorale e ciò che si riesce a decidere sul piano del governo. 

In carica dal 22 Ottobre 2022, alla vigilia quindi del sesto mese, per il governo Meloni la luna di miele sta per finire. Laccelerazione è data pure dalle uscite maldestre dei vari comprimari, a partire dal Presidente del Senato sul caso di Via Rasella. Confermate le scelte fondamentali della politica estera italiana, tanto sul versante atlantico che europeo, la leader romana deve fare i conti quasi quotidianamente con le simpatie putiniane diffuse nella Lega e in alcuni settori del partito del Cavaliere, mentre permangono forti criticità con lUnione europea sia per la politica immigratoria, che sul mancato ok allavvio del Mes, e, soprattutto, con i ritardi negli adempimenti collegati allattuazione del Pnrr. Su questultimo punto la strada scelta dalla Meloni e dai suoi ministri sembra quella di attribuire la responsabilità ai procedenti governi, ma con possibili esiti infelici, come hanno spiegato lOn. Tabacci in Aula, e il prof. Giavazzi con il suo articolo sul Corriere della Sera.

A me pare che lOn. Meloni, al di là delle preoccupazioni che si temevano allavvio del suo incarico, sia riuscita a tenere la barra dritta del governo, nel quale, semmai, suonano stonati molti degli interventi e degli atti di alcuni suoi ministri, anzitutto dellalleato concorrente Salvini che, da ministro dei Trasporti e delle Opere pubbliche, è lespressione coerente dellaforisma di Leo Longanesi (Italia Paese di inaugurazioni e non di manutenzioni), vista la sua ben nota astensione dalla presenza al ministero, sostituita da una frequenza insolita a tutte le inaugurazioni e manifestazioni di propaganda politica, alla ricerca del consenso perduto. Ogni giorno che passa emerge netta la discrepanza tra le facili promesse elettorali e le decisioni concrete che il governo assume. Dagli annunciati blocchi navaliallimpotenza assoluta, sino alle forti contraddizioni e malcelate responsabilità come nella tragedia di Cutro; ai limiti delle proposte di riforma fiscale con locchiolino agli evasori, sino allimpotenza sin qui espressa per quanto riguarda, ad esempio, la legge sulla concorrenza, senza la quale le risorse finanziarie del Pnrr rischiano di diventare un miraggio.

Abbiamo concessioni balneari che rendono oltre 3 milioni allanno e per le quali alcuni privati pagano 10.000 euro, o luso esclusivo di spiagge in Sardegna da super Hotel, al costo di 520 euro. Per questo attendiamo le decisioni nel merito del governo italiano. Sono in attesa anche gli organi comunitari che, come noi, non comprendono tale assurda situazione.

Immigrazione, fisco e giustizia sono alcuni dei settori nei quali emerge con più nettezza lo scarto tra quanto si era promesso in campagna elettorale e ciò che concretamente si riesce a decidere sul piano del governo, tenendo conto delle concrete situazioni e condizionamenti interni e internazionali in cui si deve operare. Evidenziare tali criticità suscita una particolare reazione da ambienti e persone di area cattolica, già simpatizzanti se non addirittura votanti Dc, che avendo scelto di sostenere col proprio voto le liste della destra, si trovano spiazzati, diventando aggressivi come quei soggetti che avendo perseguito un obiettivo, si ritrovano a vederlo sempre più appannato e lontano, cadendo, in tal modo, in uninevitabile frustrazione che, lungi dal portarli al silenzio regressivo, alimenta in loro unaggressività, anche da parte di amici che consideravamo indenni a tali sentimenti.

Certo, se la denuncia dei limiti e delle difficoltà nellazione di governo rientra a pieno titolo nella disponibilità di un osservatore non partecipante, non può certo essere la cifra di unazione politica che intenda porsi in alternativa allattuale maggioranza di destra del  governo guidato dalpartito di Giorgia Meloni. Un compito che spetta innanzi tutto ai partiti della sinistra e del terzo polo, mentre per noi cattolici di area democratica, liberale e cristiano sociale, sostanzialmente ininfluenti e assenti dal Parlamento, compete quello primario di impegno per la nostra ricomposizione politica. Dovremmo partire da ciò che Papa Francesco ha ricordato ai giovani  del Progetto Policororicevuti in udienza nei giorni scorsi: Oggi c’è bisogno di buona politica, oggi la politica non gode di ottima fama. Soprattutto fra i giovani. Perché vedono gli scandali, tante cose che tutti conosciamo. Le cause sono molteplici. Macome non pensare alla corruzione, allinefficienza, alla distanza dalla vita della gente?. È come non riflettere sulle parole del card Zuppi, presidente della Cei, pronunciate allapertura del consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana: “È davvero per tutti tempo di scelte coraggiose e non di opportunismi. Perché siamo a un preludio di primavera, dopo l’“invernoche ha connotato gli anni passati. Parole che mi hanno fatto ricordare quelle che Luigi Sturzo espresse al congresso di Torino del Ppi nel 1923, rivolgendosi a Cavazzoni e Tovini, pronti allaccordo con il fascismo, da lui definiti foglie secchedi un albero che sarebbe rifiorito in una prossima primavera.

È laugurio che anche noi facciamo nostro, consapevoli che, in questa delicatissima fase della politica italiana ed europea, la nostra prima responsabilità sia quella di impegnarci a tutti i livelli, a Roma come nelle sedi territoriali di base, perché avanzi la ricomposizione politica della nostra area culturale e sociale, così da superare un forzato bipolarismo tra una destra a egemonia nazionalista e sovranista e una sinistra ridotta a partito radicale di massa.