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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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Il cambio di passo che suggerisce Ezio Mauro: rifare un centro serio.

Bisogna guardare a De Gasperi. La politica di centro ha senso se recupera lo spirito che guidò la Ricostruzione del Paese dopo la devastazione della dittatura e della guerra.

Con l’editoriale di ieri su Repubblica firmato Ezio Mauro, si rompe a sinistra uno schema di pensiero, prima ancora che di condotta politica. L’oggetto è Forza Italia o meglio l’esistenza del centro. Dopo aver celebrato per anni, a partire dal biennio cruciale ‘92-‘94, la necessità di un bipolarismo attrattivo di un’area senza consistenza autonoma, si riconosce l’emersione di un nuovo centrismo che apre una faglia nella maggioranza guidata da Giorgia Meloni. 

L’analisi di Mauro è stringente. Inizia con la constatazione della tenuta elettorale ad opera di Tajani e finisce con l’illustrazione delle spinte che agitano il partito inventato da Berlusconi. Sembra che i figli, Marina e Pier Silvio, avvertano l’urgenza di una rigenerazione del progetto originario nella misura in cui la leadership della coalizione è in mano a Fratelli d’Italia, espressione di una destra che non riesce a fare i conti con l’Europa. Ma può l’azienda entrare in collisione con i poteri forti di Bruxelles? Da qui, lascia intendere Mauro, le tensioni sempre più marcate con la Premier. 

Ora, non è immaginabile che dalla sera al mattino cambi la strategia di lungo termine e forse anche la natura di un partito inscindibile dalla storia del berlusconismo. Già si notano, infatti, alcuni segnali di incertezza nel dare il giusto valore a un rinnovamento bisognoso di ideali e contenuti appropriati. Il problema degli azionisti di Forza Italia, come spiega sempre Mauro, sta nel “capire se il piano di riconquista dei moderati è credibile, perché non si diventa liberali d’incanto per decreto aziendale, e i decenni di cultura, prudenza e pratica del potere democristiano non si introiettano guardando uno sceneggiato su De Gasperi in tivù”.

Si potrebbe aggiungere che il miracolo compiuto da De Gasperi è stato quello di unire, nel pieno rispetto delle diversità ideologiche e politiche, tutte le forze del riformismo democratico. Se ieri il pericolo era il comunismo, oggi non può che essere una certa ideologia nichilista – distruttiva malgrado l’ottimismo di facciata – che rende le nostre società sempre più chiuse in se stesse. La  politica di centro ha senso pertanto se recupera lo spirito che guidò la Ricostruzione del Paese dopo la devastazione della dittatura e della guerra. È una sfida sicuramente decisiva, non un esercizio di mera scomposizione e ricomposizione dell’attuale quadro di riferimento. Bisogna avere il coraggio e la lungimiranza che dimostrò De Gasperi, il grande statista del nostro secondo Novecento.