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sabato, Marzo 15, 2025
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La Voce del Popolo | Con Trump prendere alla lettera l’europeismo.

A noi non sarà dato di essere così estemporanei come all’inquilino della Casa Bianca. Dovremo anzi decidere, e decidere in fretta. Il presidente americano può saltare di palo in frasca, noi no.

Bisogna prendere sul serio Donald Trump. Ma non bisogna prenderlo alla lettera. Egli infatti ha un istinto ferino, una propensione a decidere, una smania di fare e disfare come se il tempo fosse sempre troppo stretto e si dovesse inseguirlo a costo di rovesciare il giorno dopo le parole d’ordine del giorno prima. Ma appunto per questo non ha dietro di sè un’ideologia, un sistema, un modo di pensare che collega rigorosamente decisioni e parole d’ordine una all’altra.

Appunto per questo l’Europa deve ora decidere se e come prendere alla lettera se stessa. Poiché a noi non sarà dato di essere così estemporanei come all’inquilino della Casa Bianca. Dovremo anzi decidere, e decidere in fretta, se vogliamo onorare le promesse dei padri fondatori. E dare finalmente quel colpo di reni di cui siamo capaci solo quando la difficoltà ci prende per così dire alla gola. Si delinea insomma tra le due sponde dell’Atlantico una contesa asimmetrica. Laddove il presidente americano può saltare di palo in frasca, con la disinvoltura che si è intravista fin dai primi giorni. Mentre noi siamo chiamati a imboccare una delle due strade che abbiamo davanti: quella di un salto di qualità nel processo di integrazione o quella opposta di un ordine sparso che minaccia di fare a pezzi quel che resta del sogno europeo.

Prendere sul serio Donald Trump significa prendere alla lettera l’europeismo. Approfittando delle paure che oggi ci attanagliano per diventare davvero quello che ci eravamo ripromessi. Disattendendo troppe volte i nostri buoni propositi e finendo col disperdere la preziosa eredità che i nostri nonni avevano messo da parte per tutti noi.

 

[Testo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]