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lunedì, Marzo 3, 2025
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Cisl, i primi passi di Daniela Fumarola: per andare dove?

La nuova Segretaria generale viene dall’organizzazione interna. Da anni il gruppo dirigente di Via Po è sempre meno identificato tra i contrattualisti. La speranza è che la Cisl si riappropri della sua tradizione. Bene l'adesione alla manifestazione del 15 marzo.

Torniamo a parlare di CIsl. Lo facciamo con attenzione e rispetto, ma con la coscienza di chi ha vissuto in un sindacato di donne e uomini liberi e caratterizzato da un forte radicamento nel territorio, con uno spiccato senso dell’autonomia dalla politica e dal mondo delle imprese e soprattutto dalla centralità della contrattazione nel proprio essere organizzazione. Contrattazione come modello sociale, che valorizza il protagonismo dei lavoratori nel ciclo dell’economia; contrattazione che riduce le distanze tra gruppi sociali, contrattazione come elemento di studio e di creatività e che ha spesso permesso di interpretare la società e i suoi cambiamenti.

I sindacalisti della Cisl ai diversi livelli, per oltre sessanta anni hanno ribadito con originalità, competenza, idee e capacità negoziali il rapporto tra lavoro e capitale, tra lavoro e istituzioni, tra sindacato e lavoratori. Le grandi leadership cisline, confederali e di categoria, si sono affermate nel contesto politico, sociale ed economico proprio attraverso idee innovative manifestatesi nelle capacità contrattuali. Di contro, nell’ultimo decennio questa impostazione si è affievolita costantemente.

Gli ultimi tre Segretari Generali, segnati prevalentemente da incarichi di carattere confederale e soprattutto (tranne la Furlan dipendente di Poste) da un’esperienza che non parte dall’azienda, dai pubblici servizi o dal cantiere, sono stati e sono espressione dell’apparato e non di una crescita dal posto di lavoro. Al di là di questo aspetto, comunque non secondario, prevale, ad esempio, nell’attuale Segretaria generale, Daniela Fumarola, la sua pratica nella burocrazia organizzativa e gestionale interna; anche se nel suo curriculum vitae si tenta di descriverla come contrattualista, chi conosce i metodi e i contenuti della contrattazione, evidenzia in lei una carenza strutturale.

Abbiamo ascoltato con attenzione le sue prime uscite televisive negli spazi molto soft e “governativi” di Vespa e Giorgino; il contenuto dei suoi interventi è stato basico, con dichiarazioni scandite e ripetute con buona memoria, ma senza un’idea innovativa e un progetto anche minimo. La ripetuta e generica richiesta (ormai pluriennale) di un patto sociale, senza chiarire gli obiettivi concreti da raggiungere, manifesta una precarietà di visione del gruppo dirigente Cisl confederale da ormai oltre dieci anni.

Anche il ribadire la centralità della proposta di legge sulla partecipazione, il cui testo approvato è stato completamente snaturato dalla Camera rispetto all’originale depositato alla Corte di Cassazione, non aiuta la leadership della Fumarola. La norma infatti esclude, ad esempio, la presenza di rappresentanti dei lavoratori negli organismi delle aziende controllate dallo Stato e delle banche; inoltre, non si stabilisce a chi sarà attribuito il potere di nomina del/dei rappresentante/i dei lavoratori in seno agli organi consultivi o decisionali delle aziende. Un tema, questo, dirimente e sostanziale. Ricordiamo per altro che dalla fondazione e sino alla trasformazione in Spa dei primi anni ’90, l’Eni ha avuto il suo rappresentante dei lavoratori nel CdA eletto dai dipendenti del Gruppo (art. 12 comma 7, legge 10 febbraio 1953 istitutiva di Eni, a proposito di Mattei e…di tradizione democristiana).

Tornando alle posizioni espresse della neoeletta Segretaria generale negli esordi televisivi, abbiamo poi notato qualche disattenzione sia storica che nella spiegazione di questioni nodali come il tema degli orari di lavoro; piccole anomalie contenutistiche che perdoniamo (comprendendo l’emozione delle prime volte, peraltro subito “aiutata” dai conduttori televisivi). Infine le consigliamo, con garbo, che è inutile ribadire “con la Meloni c’è un buon rapporto” (tale consiglio varrebbe anche per altro Presidente del Consiglio); un sindacalista dovrebbe essere autorevole e riconosciuto per la sua competenza e per come è in grado di realizzare intese, non perché qualche controparte pubblica o privata possa utilizzare strumentalmente l’interlocuzione per avere una “sponda” per la quale giustificare le proprie posizioni.

Sono limiti che dovranno essere superati per affermare una guida autorevole e non autoritaria e tanto meno non omologabile a quella del suo immediato predecessore. Alla Cisl viene imposto ormai da anni un gruppo dirigente sempre meno identificato tra i contrattualisti, che comunque l’organizzazione ancora esprime, e sempre più indirizzato verso gestori di categorie e di Unioni Territoriali, molto concentrati su servizi, riorganizzazioni interne (accorpamenti territoriali o regionalizzazione di livelli confederali e di categoria) e normalizzazione dei quadri sindacali.

La speranza è che la Cisl si riappropri integralmente della sua tradizione. Vale la pena ricordare che la confederazione di Via Po è stata quella che contro gli approcci ideologici della Cgil propose  la contrattazione di secondo livello come elemento aggiuntivo di sostegno al reddito dei lavoratori, la riduzione degli orari di lavoro come obiettivo per la gestione delle grandi transizioni, il welfare aziendale e contrattuale per integrare il sistema pubblico di assistenza sociale e sanitaria, il risparmio contrattuale (a proposito di partecipazione) come strumento di finanza socialmente sostenibile da destinare all’ingresso dei lavoratori nei capitali delle aziende. Sono tutti esempi di cosa è significato essere il sindacato della contrattazione. Ci auguriamo dunque che la nuova Segretaria enerale si concentri su questa tradizione per riportarla al centro delle politiche della Cisl, evitando di pensare esclusivamente agli equilibri interni e a come metter in condizione di non nuocere eventuali “teste pensanti”. Vogliamo essere ottimisti e, ispirandoci a Mino Martinazzoli, diciamo a Daniela Fumarola che “la contrattazione è altrove e noi l’aspetteremo lì”.

P.S. E’ comunque motivo di sincero apprezzamento la pronta adesione della Cisl – oggi ne parla tutta la stampa – alla manifestazione del 15 marzo sull’Europa. Un segnale importante, una scelta tempestiva. Molto bene!