“Per il Partito Democratico auspico un congresso straordinario, poiché implica un chiaro valore politico che culmina con un voto. Non intendo mettere in discussione la segretaria Schlein, eletta regolarmente, ma ritengo prematuro che ella possa proporsi come candidata alla presidenza del Consiglio”. Queste le parole di Luigi Zanda, intervenuto a ‘Otto e mezzo’ su La7.
“La situazione si evidenzia anche nel campo della politica estera: isolare il Pd dai socialisti europei è una questione, ma il rischio di isolare l’Italia è ben altra faccenda. Il primo obiettivo deve essere la promozione di un’Europa federale, altrimenti non potremo mai realizzare una politica estera e una difesa comuni. Ho trascorso vent’anni in Parlamento e faccio fatica a ricordare una sola volta in cui abbia votato per astenermi”.
Zanda ha affermato che “Schlein, in qualità di segretaria, durerà quattro anni, fino alla fine del suo mandato. Tuttavia, è cruciale considerare con largo anticipo un aspetto significativo: nel 2027 si terranno le elezioni politiche. È necessario svolgere prima un congresso, ma la decisione spetta alla segretaria”.
Secondo l’ex capogruppo del Pd, “il Partito Democratico deve dedicarsi con serietà e impegno alla politica internazionale; un partito che non riesce a definirsi su una linea il più possibile unitaria in materia di politica estera si espone al rischio di diventare irrilevante. La segretaria ha la responsabilità di tracciare la linea politica del partito e di promuovere la condivisione”. Così ha dichiarato l’ex senatore e fondatore del Pd, Luigi Zanda, a ‘Otto e mezzo’ su La7. “A Strasburgo, oggi [ieri per chi legge, NdR] avrei votato a favore del piano – ha continuato Zanda – per cercare di rafforzare anche l’unità con i socialisti europei. Il Pd è rimasto isolato e non ha considerato le potenziali ragioni di un socialista come Sanchez”.