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venerdì, 9 Maggio, 2025
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La Pira, il Sindaco della speranza: spiritualità e responsabilità civile

Per lui la fede non poteva essere relegata a una sfera separata dalla vita politica. Credeva fermamente che la spiritualità avesse il compito di permeare profondamente l'agire politico.

Giorgio La Pira, figura emblematica definita il “Sindaco Santo”, fu un politico contemplativo, la cui azione trovava la sua unica e vera soggezione in Dio. Come scrisse a Fanfani, il suo impegno era radicato in una libertà interiore, immune dai vincoli partitici. La sua stessa definizione di sé andava oltre i ruoli istituzionali: “Io non sono un sindaco, come non sono stato un deputato, né sottosegretario né ministro. La mia vocazione è una sola, strutturale direi: pur con tutte le deficienze e le indegnità che si vuole, io sono per la grazia del Signore, un testimone dell’Evangelo”.

Per La Pira, la fede non poteva essere relegata a una sfera separata dalla vita politica. Anzi, equiparava tale separazione alla scissione tra la dimensione spirituale e quella fisica dell’esistenza umana. Credeva fermamente che la spiritualità avesse il compito di permeare profondamente l’agire politico, illuminandone gli obiettivi e orientandone le scelte.

A questa fede intensa, che gli ispirava visioni geo-spirituali, storiche e politiche di ampio respiro, La Pira univa una notevole capacità di azione concreta all’interno dei complessi scenari del suo tempo.

Come membro dell’Assemblea Costituente, diede un contributo fondamentale alla stesura dei primi articoli della Carta Costituzionale. Da Sindaco di Firenze, si batté con tenacia per assicurare ai cittadini le migliori condizioni di vita

possibili, ponendo al centro il lavoro e i servizi essenziali. La sua visione urbanistica e sociale si riassumeva in una frase incisiva: “In una città un posto ci deve essere per tutti: per pregare (la chiesa), per amare (la casa), per lavorare (l’officina), per pensare (la scuola), per guarire (l’ospedale)”.

Instancabile tessitore di pace a livello globale, La Pira scrutava le dinamiche profonde della storia per individuare gli elementi di unità tra i popoli. Era convinto che la pace non fosse un’utopia, ma il risultato di un paziente e impegnativo lavoro di costruzione di relazioni umane, spirituali, culturali e politiche, a partire dalle città, considerate organismi viventi. La sua profonda devozione alla Madonna, in particolare a quella di Fatima, lo portava a considerarla la “cima benedetta” attraverso la quale si realizza il passaggio dalla terra al cielo. Insomma, siamo invitati a comprendere più a fondo questa straordinaria personalità.