27.1 C
Roma
domenica, 27 Luglio, 2025
Home GiornaleCentro, Abbate (Tempi Nuovi): “Moderati e utili? No, autonomi e creativi”

Centro, Abbate (Tempi Nuovi): “Moderati e utili? No, autonomi e creativi”

La portavoce di Tempi Nuovi, Fabrizia Abbate, mette il dito nella piaga: il cattolicesimo democratico non può rinascere nella logica sussidiaria che si vorrebbe applicare a destra o a sinistra. 

“Basta iniziative estemporanee. Serve responsabilità per i tempi che ci aspettano. Il pontificato di Leone XIV apre una fase inedita: da Prevost abbiamo ascoltato un appello urgente alla difesa dell’umano davanti alla guerra e a tutte le sfide che oggi preoccupano, compresa quella dell’algoritmo e della robotica. Il cattolicesimo democratico esiste ancora per raccogliere quell’appello, rimboccandosi le mani con umiltà? Se sì, occorre un’iniziativa pensata, responsabile, fatta di competenze umili. E non i diversi concorrenti più o meno “instagrammabili”, o più o meno “spendibili” nel reality politico”, lo afferma Fabrizia Abbate, portavoce di Tempi Nuovi.

“Serve uno scossone. Non per lanciare un nuovo contenitore, ma per chiamare a raccolta le energie disperse, restituendo credibilità e forza a un’iniziativa autonoma. Il cattolicesimo democratico e popolare si trova oggi davanti alla sfida decisiva della sua ricostruzione o della sua scomparsa nel nostro paese. Non si tratta di un’operazione nostalgica: la memoria è quasi sempre la più grande spinta per le trasformazioni epocali, che investono le categorie stesse della rappresentanza, della decisione e del senso comune. La forza dell’appello di Papa Leone XIV sta tutto nella questione della responsabilità ineludibile dei cristiani davanti alla rivoluzione tecnologia in atto”.

Tempi Nuovi auspica che la “misura umana” sia un criterio per l’azione politica.

La dottrina sociale della Chiesa è capace di leggere con realismo e passione il tempo presente. In gioco non c’è soltanto l’identità dei cattolici nella sfera pubblica, ma la possibilità stessa di promuovere, insieme ad altre forze, un nuovo umanesimo democratico. “Un umanesimo – sostiene Abbate − in cui il rispetto della vita, la custodia della libertà, la dialettica delle valutazioni etiche, il rifiuto delle “democrature”, la lotta contro ogni deriva tecnocratica, si tengano per mano attraverso un costante esercizio di competenza, ascolto e ricostruzione degli ambienti sociali”.

Essere responsabili significa stare dentro, in mezzo, nel paese. “Non significa essere moderati e utili. Non servono leadership preconfezionate, e neppure sgabelli per le coalizioni (siano di sinistra che di destra), ma dinamiche politiche reali, vissute, concrete. Al centro – conclude Abbate – deve esserci una sola, grande questione: la reinvenzione dell’umanesimo democratico, come chiave di comprensione e azione in un tempo che non ammette più deleghe né rinvii”.