Che ci sia bisogno di un’area centrista all’interno dell’attuale coalizione di sinistra e progressista non c’è alcun dubbio. Ma è altrettanto indubbio che oggi, non ieri, quella coalizione ha una chiara, netta ed inequivoca guida politica ispirata alla sinistra radicale, massimalista, estremista e populista.
La guida radicale dell’attuale coalizione
Non è affatto facile quindi, e né semplice, costruire una “gamba moderata”, come viene comunemente chiamata, all’interno dell’alleanza di Schlein, Conte, Fratoianni/Bonelli e Landini. Un alleanza che ha un progetto politico alquanto definito e con una agenda programmatica altrettanto chiara e granitica. È di tutta evidenza che non si tratta più dell’antica e tradizionale coalizione di centro sinistra ma, al contrario, di una nuova ed inedita alleanza di sinistra e progressista e dove le componenti centriste e riformiste, com’è altrettanto ovvio, hanno un ruolo radicalmente e strutturalmente secondario. Ecco, appunto, una sorta di “diritto di tribuna”, figlio e conseguenza di quella concezione della “tenda” o del rifugio o dell’accampamento molto cara al guru Bettini.
I tanti “centri” che abitano la sinistra
Ora, e al di là di questa scontata nonché oggettiva fotografia, viene però da chiedersi anche quanti potenziali Centri ci sono oggi nella coalizione di sinistra. Anche se non è affatto facile contarli tutti.
Per fermarsi ai principali, si parte dai riformisti del Pd – centristi è ormai un termine bandito dopo l’arrivo della Schlein alla guida del partito – che blandamente contestano la linea della segretaria ma sempre con moderazione e buon senso perché le candidature, come tutti sanno, saranno pianificate e vergate proprio dall’ex leader di “OccupyPd”.
Segue il capo del partito personale di Italia Viva Renzi che, dopo il sostanziale fallimento politico ed elettorale del suo movimento, ha inventato con la sua consueta rapidità e sveltezza “Casa riformista”. Una sigla che sino ad oggi si è nascosta dietro la “lista del Presidente” nelle varie elezioni regionali. Quanto conta nessuno ancora lo sa ma comunque c’è.
Il ruolo dei cosiddetti civici
In terzo luogo c’è il movimento dei “Civici” inventato dal vero stratega della presenza centrista nella coalizione di sinistra, il sempreverde Bettini. Una presenza che vede nell’assessore di Roma Alessandro Onorato il suo leader indiscusso. A cui si affiancano una molteplicità di Sindaci ed amministratori locali tutti rigorosamente del Pd o di area Pd ma che attraverso il meccanismo delle “porte girevoli” dicono di rappresentare autenticamente e candidamente la società civile e soprattutto i “territori”. Vedremo. Ma quando parliamo dei cosiddetti “civici” – che poi sono tutti straordinari professionisti politici – non possiamo affatto dimenticare gli auto candidati, seppur virtuali, alla Presidenza del Consiglio in caso di vittoria delle sinistre. E cioè, in ordine, i sindaci di Genova Salis, di Napoli Manfredi, di Roma Gualtieri e, perché no, lo stesso Onorato.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, il “cattolico professionista”, per dirla con una felice battuta di Mino Martinazzoli, Ernesto Maria Ruffini. “mister tasse”, come viene comunemente chiamato da molti organi di informazione. Che, attraverso un suo movimento, non disdegna affatto – anche lui – di candidarsi alla Presidenza del Consiglio come espressione del mondo moderato e riformista della coalizione di sinistra e progressista.
Il dilemma politico finale
Ora, nella speranza di non aver dimenticato nessun’altra espressione centrista e moderata di rilevanza nazionale, resta solo un piccolo nodo politico da scegliere. E cioè, in una coalizione dominata, gestita, costruita, organizzata, pianificata e guidata dalle varie componenti della sinistra italiana, com’è possibile che venga concesso uno spazio così rilevante a tutti coloro che non si riconoscono nell’universo valoriale, appunto, delle varie sinistre riunite? Non è che, alla fine, e al di là della seppur necessaria ed indispensabile propaganda, il tutto si risolva nella riproposizione dello storico “diritto di tribuna” per i vari comprimari centristi? Nessuno ne ha certezza ma il dubbio, nel frattempo, cresce sempre di più.

