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venerdì, 7 Novembre, 2025
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La Torre dei Conti e la torre del mondo

Il crollo diventa simbolo di una fragilità più ampia: un Paese smarrito, schiacciato tra burocrazie, incoerenze morali e incapacità politica di tenere insieme memoria, sicurezza e futuro.

Mentre il Governo Meloni fa i conti della spesa per varare la prossima legge finanziaria, a Roma si è costretti a fare i conti con un passato improvvisamente troppo ingombrante.

“Quieta non movere et mota quietare” è stato forse il rovello di quanti si sono accinti a mettere mano alla ristrutturazione della Torre dei Conti a Roma che ha ceduto, durante il lavoro di messa in sicurezza, in alcune sue parti facendo vittima un operaio di 66 anni. Evidentemente la costruzione non poteva essere lasciata a deperire ulteriormente, già abbandonata dal 2006 dalla presenza uomini e uffici. Nel leggere la stampa si fa fatica ad avere chiarezza delle competenze che insistono su quell’edificio ed è probabile si cada in confusione non solo per una differenza di consonanti tra la “v” di Sovrintendenza e la “p” di Soprintendenza.

Babele di burocrazia

Sembra, ma ci si potrebbe sbagliare non vantandosi alcuna sapienza in materia, che possa elencarsi un Ufficio comunale per la Sovrintendenza archeologica, una Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, una Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio che è invece un organo del Ministero della Cultura, una Soprintendenza speciale di Roma dello Stato ed infine un Parco archeologico dello Stato. Insomma, se le cose stessero così, siamo di fronte ad una babele di burocrazia.

L’opera è stata finanziata dal progetto “Caput Mundi” del Pnrr. Nella circostanza Roma non si è presentata come la capitale del mondo e non regge più le redini di un mondo rotondo che oggi più che mai spancia da tutte le parti per i conflitti che ne infliggono le carni. Sulla torre, che non ha retto all’intervento in corso, si stava rimuovendo il tossico e incorruttibile amianto, del resto il male ha una sua perennità. L’idea sarebbe poi quella di sfruttarne in futuro turisticamente il suo ipogeo oltre all’allestimento di un centro culturale e di una terrazza panoramica sui Fori imperiali.

Alla fine potrebbe dirsi che per buona parte la colpa sia della natura maligna. Pare che tutto sia dovuto in origine alla presenza di fenomeni di “decoesione” di elementi costruttivi che hanno favorito lo sviluppo della vegetazione spontanea che penetrando con le radici nella muratura ne hanno aggravato lo stato.

Il bel Paese: uno Stivale pieno di fango

Non solo a Roma manca una necessaria coesione. Il nostro Paese ha crolli sociali parimenti allarmanti. Non può lasciare indifferenti il ragazzo disabile seviziato nella notte di Halloween da alcuni suoi coetanei che non hanno trovato di meglio da fare se non torturarlo. Neppure c’è da vantarsi per la sentenza di assoluzione di una docente assolta per aver avuto rapporti sessuali con dei consenzienti ragazzi di 14 anni amando, per quanto è dato capire, il loro sguardo. Non si grida necessariamente indignati al perenne sogno, nella circostanza soddisfatto, di giovani ad avere un’esperienza con una donna adulta. Dalla notte dei tempi tra i giovani si favoleggia circa l’incontro con una nave scuola che ti insegni le perizie dell’amore. Lascia, comunque, al minimo perplessi la singolare maturità di una professoressa in altre materie che ne appaga il desiderio dei sensi, forse volendo così formare il carattere a tutto campo dei suoi allievi e non solo.

Procedendo nelle incomprensioni, se ben si legge, tra i lavori gravosi e usuranti previsti dalla legge ci siano quelli di maestre o maestri di asilo nido e scuola di infanzia a cui si aggiunge quello delle “estetiste” che evidentemente si traduce in una attività che comporta sforzi fisici o mentali prolungati, condizioni ambientali difficili o un alto rischio di infortuni. Al contrario, ne sono esclusi, secondo la riduttiva credenza popolare, i “pizzardoni” che sono soliti stare per tutto il turno di lavoro a disciplinare il traffico stradale sotto il freddo invernale ed il caldo estivo confrontandosi con una utenza non sempre irreprensibile quanto ad educazione e rispetto verso le istituzioni.

La torre e il resto del mondo

Anche fuori dal bel Paese non va un granché bene. Solo per dirne una, il buon Trump, che par di dichiarata fede cattolica, ha vietato il diritto spirituale di dare la comunione ai migranti detenuti. Il Papa ha ricordato le parole del Vangelo di Matteo che richiamava la domanda di Gesù circa le modalità di accoglienza dello straniero.

Dalla torre del mondo ci sarebbero da buttar giù un bel po’ di fatti non proprio in sintonia con il progresso della storia. Forse non sbagliava il disincantato Cecco Angiolieri che facendo risoluta mattanza dei protagonisti del mondo salvava solo un esempio di umanità: “S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre e vecchie e laide lasserei altrui”.