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mercoledì, Febbraio 12, 2025
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La maggioranza di governo alle prese con le sue fragilità

La politica italiana è solo una idea, uneco che viene da un tempo dove cerano cittadini organizzati dai partiti, una fitta rete di rappresentanza di interessi, sindacati non assorbiti dal sistema dispensatore di gratifiche, un associazionismo espressione alta di socialità.

Oggi tutto questo non c’è più. Anche i ricordi si appannano e si disperdono. Larchitrave su cui si era garantito lo sviluppo nella libertà e nella democrazia, dopo il secondo dopoguerra, cede. Luci e ombre proprie del vivere civile non hanno impedito che le grandi idee si affermassero e le istituzioni di rappresentanza democratica fossero i garanti dello sviluppo civile. Il logoramento della Politica parte da lontano e oggi siamo a un giro di boa.

Quando le fondamenta di una costruzione si indeboliscono, non ci sono accorgimenti per frenare il crollo. Così come non è bastata la maggioranza di voti conquistata dal centro destra nelle ultime elezioni del 25 settembre a rendere coesa una coalizione e consapevole degli obiettivi da raggiungere. Quando non c’è la Politica, forza generatrice di scelte, essendo essa sostituita dalla gara di presunti eroi,tutto è risucchiato in un personalismo che produce schiere di individualità. Quando una maggioranza di governo si astiene dal partecipare ai lavori della Commissione Esteri chiamata ad esprimersi sul Mes e il primo voto sul provvedimento di ratifica passa con i voti della opposizione, siamo al disastro politico.

Quando Salvini declassa il parere reso dal Ministro della Economia Giorgetti – per altro del suo partito a parere tecnico, negando valenza politica, siamo alloltraggio del Parlamento e a un ulteriore comportamento vile di un Ministro che non si ribella a una offesa che ricade purtroppo sulle istituzioni. Si ha contezza della gravità che un Ministro dellEconomia, allatto di esprimere al Parlamento il parere, viene ridotto a un complemento tecnico burocratico? E poi vorremmo rispetto dallEuropa?

Il sistema non regge quando si violano principi costituzionalmente garantiti. Senza politica e senza i grandi movimenti di pensiero motori della storia non si va da nessuna parte. Si va a sbattere. È durata troppo la rappresentazione di un mondodi pochi senza la gente. È un controsenso. È il ritrovarsi con tante ambizioni, solo ambizioni che uccidono la democrazia.

[Testo pubblicato su Fb dallautore]