Si annuncia caldo, l’inverno che ci aspetta. Un po’ perché si va verso le elezioni europee, banco di prova cruciale per il governo e per le opposizioni. Un po’ perché il clima sociale non potrà non risentire delle ultime decisioni prese a Palazzo Chigi (reddito di cittadinanza, soprattutto). E un po’ perché la Bce dovrà decidere in autunno se la lot- ta all’inflazione avrà bisogno di manovre ancora più dolorosamente restrittive sul fronte del costo del denaro.
Dunque, si può facilmente prevedere che saranno caldi, fin troppo, anche i rapporti politici. Infatti, l’illusione che si potesse trovare una forma di collaborazione sul salario mi- nino è durata lo spazio di un mattino. E la carovana delle riforme istituzionali, con il suo pesante carico di controversie (presidenzialismo, autonomia differenziata), si è messa sia pure lentamente in moto.
Il bollettino, insomma, sembra annunciare altre tempeste. È pur vero però che spesso la lotta politica prende poi pieghe inaspettate. La riforma della giustizia, che sembrava dar fuoco alle polveri politiche e istituzionali, appare ormai sgonfiata di ogni proposito polemico. E alla Rai la nuova dirigenza meloniana si è potuta insediare grazie alla complicità del consigliere di amministrazione nominato dal M5S. Come a dire che spesso nel quadro a tinte fosche della contrapposizione politica si aprono squarci che non si sa bene come definire. Discutibili complicità sotto-banco? Sorprendenti forme di inopinata ragionevolezza? Difficile dire. Forse perché assai spesso capita che le due cose in qualche modo stiano insieme.
Fonte: La Voce del Popolo – 3 agosto 2023.
[Articolo qui riproposto per gentile concessione del direttore del settimanale della Diocesi di Brescia]