“Faccio nuovamente appello a che sia garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, esortando nuovamente a un pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate il fuoco nella Striscia”. Così Papa Francesco nel messaggio pasquale prima della benedizione Urbi et Orbi. Il Pontefice è tornato anche sul conflitto Russia-Ucraina: “Ci sia scambio di tutti i prigionieri”, ha chiesto.
“In questo giorno in cui celebriamo la vita che ci è donata nella risurrezione del Figlio, ricordiamoci dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi: un amore che supera ogni limite e ogni debolezza”. Così Papa Francesco nel messaggio pasquale prima della benedizione Urbi et Orbi. “Eppure – ha sottolineato il Pontefice – come è tanto spesso disprezzato il prezioso dono della vita. Quanti bambini non possono nemmeno vedere la luce? Quanti muoiono di fame o sono privi di cure essenziali o sono vittime di abusi e violenze? Quante vite sono fatte oggetto di mercimonio per il crescente commercio di essere umani?”.
Il pensiero del Papa si è altresì rivolto a tutte le terre in guerra. “Apra vie di pace nel continente africano, specialmente per le popolazioni provate in Sudan e nell’intera regione del Sahel, nel Corno d’Africa, nella Regione del Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e nella Provincia di Capo Delgado in Mozambico, e faccia cessare la prolungata situazione di siccità che interessa vaste aree e provoca carestia e fame”.
“Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo nei loro occhi. hanno dimenticato di sorridere…con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione?”. Infine il tono di Francesco, apparso comunque meno stanco del previsto, si è fatto particolarmente accorato: “La guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo…Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”.