A Trieste un convegno della Banca d’Italia sulle prospettive dell’economia italiana

Bisogna investire sulla formazione. Questo l’appello più forte emerso dal confronto triestino. Andrea Brandolini, dirigente di Bankitalia, ha messo in chiaro che “la tecnologia deve aiutare a creare lavoro”.

Le molteplici trasformazioni che stanno interessando il mercato del lavoro, tra spinte demografiche, innovazione tecnologica e mutamenti delle politiche pubbliche sono stati i temi al centro del confronto, nel pomeriggio di ieri, per il secondo appuntamento di In viaggio con la Banca dItaliaa Trieste.

Ha aperto i lavori lAssessore a lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Alessia Rosolen, che secondo quanto riporta una nota ha tratteggiato le caratteristiche del mercato del lavoro nella regione, contraddistinta da una delle età medie più alte d`Italia, e ha sottolineato come nel contesto attuale sia fondamentale investire in formazione, competenze e politiche sociali: Non ci sono scorciatoie, tutti gli attori coinvolti devono intervenire.

Il dialogo è proseguito con le parole di Pierluigi Medeot della Camera del Commercio del Friuli Venezia Giulia, che ha posto l`accento sul disallineamento tra la domanda di competenze delle imprese e le figure professionali disponibili nel mercato. Il Direttore della Sede di Trieste della Banca d`Italia, Marco Martella, ha quindi evidenziato l`impatto della demografia sul mercato del lavoro come ulteriore fattore di cambiamento oltre a quelli legati all`innovazione tecnologica e all`intelligenza artificiale, al tempo stesso sfide e opportunità che richiedono importanti investimenti in ricerca e capitale umano.

È quindi intervenuto il Vice Capo Dipartimento Economia e statistica della Banca dItalia, Andrea Brandolini, che ha ricordato come – nonostante l`economia italiana abbia mostrato negli ultimi anni uneccezionale reattività a fronte dei shock globali dovuti a pandemia e guerra in Ucraina – persistano alcuni elementi di fragilità: per questo, occorre migliorare la qualità delloccupazione e dei salari, investire in formazione e trarre vantaggio dai progressi tecnologici in campo di automazione e intelligenza artificiale. La tecnologia deve aiutare a creare lavoro. È stata quindi la volta di Marina Brollo, Docente di Diritto del lavoro dell`Università di Udine, che ha invitato a pensare politiche del lavoro capaci di fornire risposte differenziate in uno scenario come quello attuale, caratterizzato da elementi di complessità e contraddittorietà: Assisteremo a una radicale trasformazione della morfologia del lavoro, che non sarà di meno ma sarà diverso. Il Pnrr con le grandi risorse che metterà a disposizione comporterà anche grandi responsabilità per tutti.

È quindi intervenuto Nicola Manfren, Direttore centrale Lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia che è tornato sul tema della natalità, evidenziando come sia necessario intervenire non solo sul tema della natalità con politiche mirate, ma anche aumentando le capacità di attrazione di capitale umano qualificato: Che lavoro e demografia siano così interconnessi lo stiamo vedendo in questi anni. Ad esempio, sebbene si stiano attuando politiche a favore della natalità, gli effetti sul mercato del lavoro si vedranno tra 20-25 anni. Ma le imprese i problemi ce li hanno oggi. Ha chiuso l`evento Andrea Romanino, direttore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste.

Fonte: Askanews