AgenSIR | Ultimo e i giovani, risponde il parroco della Garbatella.

Troppo pessimismo sui nostri ragazzi. “Personalmente ho la fortuna quotidiana di incontrarne, e forse anche il privilegio di contribuire a riaccendere in non pochi di loro la scintilla di desideri grandi e belli e veri”.

Alessandro Di Medio

Domenica 19 maggio, mentre la Chiesa celebrava la Pentecoste, il giovane cantante Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, ha rilasciato un’intervista al “Corriere della Sera” circa la situazione a suo modo di vedere critica della “generazione z”, quella nata con uno schermo touch tra le mani, con il rischio di guerre e pandemie sullo sfondo del quotidiano e una rassegnata certezza circa le proprie possibilità economiche future – i ragazzi di oggi, insomma.
Non possiamo non condividere il punto di partenza del giovane cantante: “Essere giovani oggi è tremendo. Perché sei senza punti di riferimento.” E poi prosegue: “Non conosco nessun ragazzo della mia età che vada a votare, e nessuno che vada in chiesa”.

Queste considerazioni sono interessanti, perché un giovane famoso, che senz’altro esprime un modo di sentire certamente condiviso da molti suoi coetanei o più giovani, sta dicendo pubblicamente che la contestazione di valori e idee “forti”, tanto osannata in passato dagli ormai impenitenti settantenni benestanti e lamentosi, non presenta alcun aspetto positivo per chi questo mondo l’ha dovuto ereditare, e dovrebbe portarlo avanti.

Nel corso dell’intervista, tuttavia, l’interesse di un lettore desideroso di capire e immedesimarsi nel punto di vista di un ragazzo che, secondo i parametri del mondo, “ce l’ha fatta” non può che scemare, e lasciare il posto a una certa delusione.
Perché è giusto deprecare gli adolescenti che passano dodici ore al giorno a “scrollare” sui social, ma c’è da chiedersi come farebbe Ultimo a raccoglierne quasi quattro milioni come follower su Instagram se questa deprecabile abitudine venisse meno… e se personaggi vistosi come lui non la incentivassero ad arte.
Va bene che il ragazzo si limiti a frasi fatte e osservazioni superficiali sulla politica, perché in fondo la sua premessa esplicita era stata che nessuno della sua generazione ne sa nulla, ma la soluzione a tutta la malvagità dei politici del mondo qual è? “Bere un buon vino con i miei amici. Guardare Shameless, una serie americana, con la mia fidanzata Jacqueline. Le canzoni. Non è scappare dal mondo, è guardarlo con gli occhi dell’altrove”. Cioè scappare dal mondo, per l’appunto, perché “altrove” rispetto al reale significa vivere di costanti rimozioni e negazioni, evasioni.

 

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[Don Alessandro Di Medio è parroco di San Francesco Saverio alla Garbatella]