Giovanni Goria, il giovane leader tra Craxi e De Mita.

Gentile e autorevole, un politico con salde radici nella cultura e nella tradizione democristiana. Oggi ad Asti sarà ricordato alla presenza di Mattarella. Di seguito un ritratto del Centro Studi Malfatti.

Goria iniziò la sua carriera politica iscrivendosi alla Democrazia Cristiana nel 1960 e operando a livello di politica locale. Venne eletto alla Camera dei Deputati nel 1976.
Fu sottosegretario al Bilancio dal 28 giugno 1981 al 23 agosto 1982 nel I Governo Spadolini, sostituito da Emilio Rubbi in seguito alle sue dimissioni con Dpr del 3 giugno 1982. Dal 1982 ebbe cariche ministeriali in quasi tutti i governi:
* Ministro del Tesoro dal 1 dicembre 1982 al 4 agosto 1983 con il V Governo Fanfani;
* Ministro del Tesoro dal 4 agosto 1983 al 1 agosto 1986 con il I Governo Craxi;
* Ministro del Tesoro dal 1 agosto 1986 al 17 aprile 1987 con il II Governo Craxi;
* Ministro del Tesoro e Ministro del Bilancio e programmazione economica, ad interim, dal 17 aprile 1987 al 28 luglio 1987 con il VI Governo Fanfani.

Divenne celebre per il suo stile informale e la sua adattabilità alle trasmissioni televisive. In seguito alle elezioni del 1987, Goria divenne Primo Ministro, grazie alla protezione del presidente del suo partito Ciriaco de Mita, in tale governo era anche Ministro, senza portafoglio, per gli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno. Fu costretto a dare le dimissioni nel 1988 in seguito alla bocciatura in Parlamento del suo bilancio. Goria venne eletto al Parlamento Europeo nel 1989. Si dimise nel 1991 per diventare Ministro dell’Agricoltura e Foreste nel VII Governo Andreotti dal 12 aprile 1991 al 24 aprile 1992.
Nel successivo Governo, I Governo Amato, 28 giugno 1992-28 aprile 1993, divenne Ministro delle Finanze.
Diede le dimissioni nel 1993 durante le indagini di Mani Pulite che portò alla dissoluzione del suo partito. Lo stesso Goria venne implicato nelle indagini giuridiche. Il suo processo iniziò nel 1994. Venne accusato di un capo d’imputazione, ma il suo processo era ancora in iter quando morì per cause naturali ad Asti.

Giovanni Goria ha percorso, ricoprendo importanti incarichi di governo, tutta la parabola che ha portato alla fine della c.d. “prima repubblica” ed alla dissoluzione delle forze politiche di governo che ne erano state le interpreti.
A Goria va riconosciuto un ruolo da protagonista di questa travagliata e drammatica fase della storia del paese, nonostante la sua figura si collochi in modo piuttosto peculiare nel panorama della classe dirigente di quell’epoca ed in particolare in quella democristiana. Non si tratta, si badi bene, solo di un fatto generazionale, ma di una serie di tratti e di elementi caratteristici del personaggio che risaltano nel confronto con il personale politico suo contemporaneo. Giovanni Goria aveva salde radici nella cultura e nella tradizione democristiana.

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