Al Goethe Institut il Talent Prize e la mostra "The Last Wall"

Roma, 14 set. (askanews) – Inside Art e Goethe-Institut insieme per l’arte contemporanea. Il 19 settembre all’Auditorium del Goethe-Institut si terrà la premiazione della sedicesima edizione del Talent Prize e l’inaugurazione della mostra di Aldo Runfola, The Last Wall. Partecipano Aldo Runfola, l’editore di Inside Art, Guido Talarico, il direttore del Goethe-Institut, Joachim Bernauer e alcuni membri della giuria del Premio.

In questo contesto saranno proclamati il Vincitore, i nove finalisti e i premi speciali del concorso di arti visive promosso da Inside Art e ideato nel 2008 da Talarico. Le opere dei partecipanti sono state votate da una giuria composta da riconosciute personalità del mondo dell’arte contemporanea: Peter Benson Miller (Quadriennale di Roma) Gianluca Marziani (curatore e critico) Roberta Tenconi (Pirelli HangarBicocca), Costantino D’Orazio (storico dell’arte), Federica Pirani (Storica dell’arte contemporanea), Chiara Parisi, (Direttrice Centre Pompidou, Metz), Ludovico Pratesi (Critico d’arte), Marcello Smarrelli (Fondazione Ermanno Casoli), Anna Mattirolo (Scuderie del Quirinale),  Luca Lo Pinto (Museo Macro) Renata Cristina Mazzantini (Quirinale Contemporaneo), Teresa Emanuele (curatrice e fotografa) e Guido Talarico (presidente della Giuria ed editore e direttore di Inside Art).

Verranno inoltre comunicati i premi speciali conferiti da sponsor e partner del concorso. La Fondazione Cultura e Arte – emanazione della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, da sempre sostenitore del concorso, annuncerà il vincitore della sezione Emergenti e della sezione Internazionale oltre al Premio Speciale Emmanuele Emanuele, selezionato direttamente dal Prof. Avv. Emmanuele Emanuele. Sarà anche annunciato il vincitore del Premio speciale UTOPIA, società attiva in public affairs & corporate communication, e del Premio Speciale Inside Art.

Il vincitore, i nove finalisti e i premi speciali avranno diritto a un servizio sul numero di Inside Art dedicato al Talent Prize ed esporranno i propri lavori nella collettiva finale, prevista il 26 ottobre al Mattatoio di Roma. Il vincitore del concorso si aggiudica un premio acquisto dal valore di 10 mila euro (5mila in denaro e 5mila in promozione).

Dopo la proclamazione dei vincitori del Talent Prize si terrà l’inaugurazione della mostra “The Last Wall” di Aldo Runfola. La mostra, che ospita una selezione di opere significative dell’artista, sarà visibile presso il foyer dell’Auditorium del Goethe-Institut fino al 15 dicembre 2023.

L’artista palermitano Aldo Runfola, vissuto per molto tempo tra Milano, Londra e New York, vive e lavora attualmente a Berlino. Presenza emblematica, discreta e clandestina sulla scena artistica contemporanea, alterna varie discipline e linguaggi, come testimonia “The Last Wall”, mostra che prende il nome da uno dei suoi lavori forse più iconici: una lunga striscia in pittura spray e serigrafia, realizzata in collaborazione con i writers ticinesi BigTato e MrPlustik, chiaramente ispirata alla caduta del muro di Berlino, ma anche all’ultima apparizione in pubblico dei The Band e al titolo del film di Martin Scorsese The Last Waltz. La citazione storica si riallaccia alla riflessione sempre presente nel lavoro di Aldo Runfola sul ruolo dell’artista nella società contemporanea e, viceversa, su quello che la società di massa assegna all’arte contemporanea e, di conseguenza, all’artista.

Anche nel lavoro “welcome – goodbye”, i diversi piani dell’attualità si intrecciano con le riflessioni sull’artista e il suo pubblico. “Erano tempi in cui la figura dello spettatore acquisiva una rilevanza crescente per entrare a far parte del processo creativo, ma erano ancora vive nella memoria le immagini del bastimento che, colmo di albanesi, cercava un approdo lungo le coste italiane”, racconta l’artista della sua opera realizzata per la galleria Rizzo nel 2003 a Venezia. I neon colorati installati all’entrata e all’uscita della mostra, con le scritte welcome e goodbye, “suggerivano che tutti, nessuno escluso, sono da considerarsi degli ‘albanesi'”.

Questa riflessione si estende non solo al pubblico dell’arte contemporanea ma anche alla critica, come esplicitato magistralmente nel suo famoso lavoro “Mi piace – Non mi piace”, sviluppato tra il 1990 e il 2002, in cui «si intrecciano ricordi di infanzia e letteratura», esprimendo il desiderio di sbarazzarsi della critica, di “farla finita con il giudizio, perché ogni opera d’arte è già critica e giudizio”.