Lo davano in difficoltà, invece ha prevalso nettamente sugli altri contendenti. Quando nella notte primaverile di Buenos Aires i risultati sono apparsi sufficientemente stabili, Sergio Massa ha voluto lanciare subito un messaggio agli elettori in vista del ballottaggio. Ha detto che, nel caso di vittoria, è sua intenzione “iniziare a costruire una nuova tappa per la storia politica argentina”.
Nel quartier generale, allestito nel barrio di Chacarita, i festeggiamenti sono esplosi con la ufficializzazione dei primi dati che indicavano il profilarsi di un successo inaspettato. Determinante, a questo riguardo, é stato il ruolo di Axel Kicillof, rieletto trionfalmente alla carica di governatore della provincia di Buenos Aires.
Massa, dopo aver auspicato il coinvolgimento nella sua battaglia dei radicali, interpreti da sempre di un certo sentimento progressista delle classi medie argentine, ha salutato la prova di maturità democratica che l’alta affluenza elettorale ha messo in evidenza. “Voglio dire agli argentini che questo grande giorno rende la nostra democrazia più forte, più robusta”. In più, spezzando una lancia a favore della politica di unità nazionale, ha preso impegno a rompere l’involucro della logica perversa dell’amico-nemico, fonte di tensioni e scontri permanenti, oggi più che mai lesivi per un Paese che viaggia al ritmo di un’inflazione del 180 per cento su base annua.
“Prendiamo questo tempo – ha ripetuto – come un tempo di riflessione, come un tempo per parlare a tutti gli argentini”. Alla fine, ringraziando commosso tutti coloro che hanno prestato la loro collaborazione in campagna elettorale, non ha mancato di ringraziare “specialmente” per il suo sostegno Cristina Kirchner, eminente figura istituzionale e leader del partito che mantiene viva la fiamma del peronismo. “A novembre, a qualunque costo, dobbiamo vincere”. Parola di Massa.