La figura e l’opera di Antonio Canova ai Musei Vaticani

Lo scultore svolse un ruolo istituzionale importante. "Negli anni cruciali dell'occupazione napoleonica e della Restaurazione - commenta la direttrice dei Musei Vaticani - Antonio Canova fu personaggio fondamentale per la politica culturale papale".

Oggi la Direzione dei Musei Vaticani presenterà “Antonio Canova nei Musei Vaticani”, un ampio progetto espositivo diffuso e dedicato a celebrare la figura e l’opera del celebre scultore italiano che nelle collezioni pontificie svolse anche un ruolo istituzionale di rilievo: sovrintendente, direttore e figura fondamentale per il recupero delle opere prelevate dalle campagne napoleoniche, la sua poliedrica personalità deve necessariamente essere presentata in più direzioni.

Per questi motivi l’iniziativa espositiva – che si pone in chiusura delle celebrazioni canoviane del 2022-2023 – è stata curata da Alessandra Rodolfo, curatore del Reparto per l’Arte dei Secoli XVII-XVIII, ed ha visto il coinvolgimento diretto del direttore, Barbara Jatta, e si articola in diverse sezioni all’interno dei Musei Vaticani, offrendo ai visitatori l’eccezionale possibilità di ammirare una vasta selezione di opere di Canova, che ne mettono in luce l’importanza e l’influenza nell’arte del suo tempo e ne evidenziano la personalità e la maestria tecnica.

“Negli anni cruciali dell’occupazione napoleonica e della Restaurazione – commenta Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani – Antonio Canova fu personaggio fondamentale per la politica culturale papale che ne valorizzò le doti organizzative, lo spirito di servizio, l’interesse verso la tutela e la salvaguardia del patrimonio artistico che fu affidato al suo vigile controllo. I Musei Vaticani devono tanto a questo personaggio straordinario ed è per questo che abbiamo inteso celebrarlo”.

L’iniziativa offre anche l’occasione per aprire al pubblico della Sala delle Dame al cui interno sono stati collocati opere, bozzetti e gessi realizzati dal Canova insieme ad opere di artisti a lui vicini, quali Giuseppe De Fabris e Cincinnato Baruzzi. La sala è tra le più raffinate dei Musei Vaticani e fino ad oggi non accessibile ai visitatori. Realizzata grazie a papa Paolo V Borghese tra il 1608 e il 1609 fu lo stesso pontefice che decise di commissionare a Guido Reni i meravigliosi affreschi della volta raffigurante la Pentecoste, la Trasfigurazione e l’Ascesa al cielo. Le preziose decorazioni delle pareti immergono il visitatore in un’atmosfera ottocentesca, in piena sintonia con le opere canoviane.

“Nella seicentesca Sala della Dame, – afferma Alessandra Rodolfo, curatore del Reparto per l’Arte dei Secoli XVII-XVIII. – impreziosita nella volta dagli affreschi di Guido Reni, è stato collocato il gruppo di opere canoviane, per lo più di soggetto religioso, provenienti dell’eredità del cardinale Placido Zurla.

L’allestimento giunge al termine di un luogo progetto finalizzato a restituire al pubblico tutte le opere vaticane del grande Maestro”.

Fonte: Notiziario Askanews