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mercoledì, 23 Luglio, 2025
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Tennis, Arnaldi ai quarti del Master 1000 di Madrid

Roma, 30 apr. (askanews) – Comincia con ottime notizie la giornata del tennis azzurro al Mutua Madrid Open, dove Matteo Arnaldi (n. 44 ATP) ha appena strappato il pass per i quarti di finale superando in due set il n. 17 Frances Tiafoe, col punteggio finale di 63 75. Per il ligure si tratta del primo quarto di finale nella capitale spagnola, il secondo in totale in un Masters 1000 dopo l’avventura dello scorso anno in Canada (con sconfitta in semifinale a Montreal). Tra gli ultimi otto, il suo avversario sarà il vincente della sfida tra Jack Draper (n. 6) e Tommy Paul (n. 12).

“Sono felice di aver vinto, perché Tiafoe è sempre un avversario duro e a Wimbledon mi aveva battuto nonostante fossi avanti di due set. Ho giocato bene, soprattutto sulle palle break – ha detto l’azzurro dopo una vittoria in cui le sei palle break annullate e i tre turni di battuta salvati da 0-30 nel secondo set hanno marcato la differenza -. Il match è girato su quei momenti. Ho perso il servizio al momento di chiudere, ma poi ce l’ho fatta di nuovo e ho chiuso: l’ultimo game è stato il riassunto del match”.

Lavoro, Schlein: Meloni continua a raccontare il paese delle meraviglie che non c’è, subito il salario minimo

Roma, 30 apr. (askanews) – “Meloni continua a raccontare il paese delle meraviglie che purtroppo non c’è, non ci sono più scuse, c’è da stare accanto a questi lavoratori e queste lavoratrici e ai sindacati che si battono per migliorare i salari in Italia”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando a Forlì, al presidio dei lavoratori della ditta Giuliani.

La segretaria Pd è tornata a chiedere di calendarizzare “subito” il salario minimo, aggiungendo: “Non ci sono più scuse. Giorgia Meloni non può continuare a mentire come ha fatto ancora oggi sulla questione salariale raccontando un paese che non c’è, raccontando che non c’è un problema salariale e che i salari stanno aumentando”.

Al contrario “i dati dell’Istat, soltanto ieri, ci dicevano che invece i salari sono ancora più bassi dell’8% rispetto al 2021. Come si fa adire che le famiglie e i lavoratori stanno recuperando potere d’acquisto quando abbiamo anche il costo delle bollette più care d’Europa e i lavoratori le pagano tre volte! Quando gli arrivano a casa bollette triplicate! Quando vanno a fare la spesa e l’inflazione gli fa fare più fatica a comprare ogni prodotto! E quando le aziende entrano in difficoltà e per i costi dell’energia mettono i lavoratori in cassa integrazione”.

Usa, Trump alla Casa Bianca: Pil giù dello 0,3% nel primo trimestre

New York, 30 apr. (askanews) – L’economia Usa ha registrato una contrazione nel trimestre dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, il Pil ha subito una contrazione dello 0,3% su base annua nel primo trimestre del 2025, secondo la stima preliminare diffusa dal Bureau of economic analysis. Gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,4%. Nel trimestre precedente il pil era cresciuto del 2,4%. Il rallentamento riflette un incremento delle importazioni e un calo della spesa pubblica, solo in parte bilanciati da maggiori investimenti, consumi ed esportazioni. L’indice dei prezzi per gli acquisti interni è salito del 3,4%, mentre l’indice Pce ha segnato un +3,6%, in accelerazione rispetto al +2,4% del trimestre precedente.

Lavoro, Schlein: Meloni continua a mentire, subito salario minimo

Roma, 30 apr. (askanews) – “Meloni continua a raccontare il paese delle meraviglie che purtroppo non c’è, non ci sono più scuse, c’è da stare accanto a questi lavoratori e queste lavoratrici e ai sindacati che si battono per migliorare i salari in Italia”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando a Forlì, al presidio dei lavoratori della ditta Giuliani.

La segretaria Pd è tornata a chiedere di calendarizzare “subito” il salario minimo, aggiungendo: “Non ci sono più scuse. Giorgia Meloni non può continuare a mentire come ha fatto ancora oggi sulla questione salariale raccontando un paese che non c’è, raccontando che non c’è un problema salariale e che i salari stanno aumentando”.

Al contrario “i dati dell’Istat, soltanto ieri, ci dicevano che invece i salari sono ancora più bassi dell’8% rispetto al 2021. Come si fa adire che le famiglie e i lavoratori stanno recuperando potere d’acquisto quando abbiamo anche il costo delle bollette più care d’Europa e i lavoratori le pagano tre volte! Quando gli arrivano a casa bollette triplicate! Quando vanno a fare la spesa e l’inflazione gli fa fare più fatica a comprare ogni prodotto! E quando le aziende entrano in difficoltà e per i costi dell’energia mettono i lavoratori in cassa integrazione”.

Ucraina, ecco cosa si sono detti Zelensky e Trump nello storico incontro a San Pietro

Roma, 30 apr. (askanews) – Nel corso dei 15 minuti di colloquio in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, con il presidente americano Donald Trump, il leader ucraino Volodymyr Zelensky lo ha esortato ad adottare una linea più dura nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e a ridefinire le priorità del cessate il fuoco. Lo riporta oggi Axios, citando due fonti informate sull’incontro avvenuto poco prima dei funerali di Papa Francesco, secondo cui Zelensky aveva ricevuto “segnali” prima della cerimonia sulla disponibilità di Trump a incontrarlo.

Nel corso dell’incontro, Zelensky avrebbe chiesto a Trump di tornare alla sua proposta iniziale di un cessate il fuoco incondizionato come punto di partenza per i colloqui di pace e, secondo una fonte, Trump sarebbe parso d’accordo. Quindi il leader ucraino avrebbe ribadito il suo rifiuto a riconoscere la Crimea come territorio russo e il presidente americano avrebbe detto che non lo sta chiedendo e che il piano messo a punto da Washington per la fine del conflitto prevede il riconoscimento da parte degli Stati Uniti, non dell’Ucraina. Zelensky avrebbe poi detto a Trump di non avere paura di fare concessioni per far cessare la guerra, ma di aver bisogno di garanzie di sicurezza sufficientemente forti per farlo. Infine Trump avrebbe insistito per una rapida firma dell’accordo minerario tra Stati Uniti e Ucraina.

Nato, Rutte incontra tedesco Wadephul scelto agli Esteri da Merz

Milano, 30 apr. (askanews) – Il Segretario Generale della NATO Mark Rutte incontra Johann Wadephul, membro del Bundestag tedesco. Oggi mercoledì 30 aprile 2025, Rutte, incontrerà il deputato del Bundestag tedesco per Rendsburg-Eckernförde, Johann Wadephul – il capo della delegazione tedesca presso l’Assemblea Parlamentare della NATO dal 2021 – presso il quartier generale della NATO a Bruxelles.

Wadephul, saldo sostenitore dell’Ucraina, è un politico tedesco appartenente al partito Unione Cristiano-Democratica (CDU). Nato nel 1962 a Husum, è membro del Bundestag dal 2009. Ha ricoperto ruoli significativi, tra cui vicepresidente del gruppo parlamentare CDU/CSU, con responsabilità in politica estera e di sicurezza. È noto per il suo approccio pragmatico e per la sua esperienza nelle relazioni internazionali.

Nei giorni scorsi è stato indicato come Ministro degli Esteri della Germania nel governo guidato da Friedrich Merz. Wadephul è un sostenitore dell’atlantismo e della cooperazione strategica con gli alleati occidentali, ma ha anche sottolineato l’importanza di una maggiore indipendenza strategica per l’Europa.

Wadephul è inoltre a capo della Delegazione tedesca presso l’Assemblea Parlamentare della NATO (NATO PA) dal 2021. È membro della Commissione Politica (PC), della Sottocommissione per i Partenariati NATO (PCNP), della Sottocommissione per le Relazioni Transatlantiche (PCTR), del Consiglio Interparlamentare Georgia-NATO (GNIC) e della Commissione Permanente (SC). Nel novembre 2024 è stato eletto Vicepresidente della NATO PA.

Ha anche sottolineato l’importanza della sicurezza nella regione del Mar Baltico, specialmente in risposta alle minacce ibride e agli attacchi alla infrastruttura critica. La sua posizione riflette un forte impegno verso la cooperazione transatlantica e il rafforzamento della presenza della NATO in aree strategiche

Scuola, Valditara: consenso genitori per corsi su sessualità. Per aggressioni ai prof, arresto in flagranza

Roma, 30 apr. (askanews) – “I genitori devono essere consapevoli delle iniziative didattiche in temi sensibili come quello della sessualità. Per le attività extracurricolari e per quelle legate all’ampliamento dell’offerta formativa in ambito di sessualità, si stabilisce che le scuole devono acquisire il consenso preventivo per iscritto dei genitori in base a preventive informazioni esaurienti legate a soggetti esterni che partecipano, i soggetti esterni coinvolti, il materiale didattico che verrà utilizzato, le finalità e le modalità di svolgimento delle attività proposte”. Lo ha comunicato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara nel corso della conferenza stampa organizzata al termine del Cdm.

“Per le attività di ampliamento dell’offerta formativa, cioè per le attività che devono svolgersi obbligatoriamente, le scuole devono fornire agli studenti un’attività formativa alternativa laddove sia stato da parte dei genitori negato il consenso. Cioè se un genitore dice io non sono d’accordo che mio figlio frequenti questo corso di approfondimento su determinate tematiche legate alla sensualità, la scuola deve obbligatoriamente mettere a disposizione un’attività formativa alternativa” ha precisato il ministro, aggiungendo che “i soggetti esterni autorizzati a tenere questi corsi devono avere requisiti di professionalità scientifica o accademica”.

“Per le scuole dell’infanzia e per le scuole primarie, cioè per le scuole elementari, i temi legati alla sessualità che possono essere affrontati sono solo quelli contenuti nelle indicazioni nazionali, cioè nei programmi nazionali: biologia, corpo umano, riproduzione, evoluzione biologica, e via dicendo”.

Inoltre, “si modifica l’articolo 380 del Codice di procedura penale, prevedendo l’arresto obbligatorio in flagranza di reato nelle ipotesi di lesioni personali a carico di docenti e dirigenti scolastici. Si modifica anche l’articolo 583 Quater del Codice Penale, prevedendo un aggravamento delle pene per lesioni al personale scolastico e in particolare. Ad esempio per le lesioni lievi la pena passa da 6 mesi a 3 anni, a da 2 anni a 5 anni di reclusione”, ha annunciato il ministro Valditara, nel corso della conferenza stampa organizzata al termine del Cdm, precisando che “l’arresto in flagranza non si estende ai minori, e quindi lo studente di fatto non viene coinvolto in questa normativa”.

Il ministro ha spiegato che questa norma arriva dopo quella per il personale medico: “Il personale scolastico è, dopo quello sanitario, quello in assoluto più toccato da aggressioni, più coinvolto passivamente, suo malgrado, in aggressioni. Vi è stato un aumento impressionante, soprattutto da parte dei genitori a carico di personale scolastico, mentre nel 2022-23 la maggioranza delle aggressioni erano ad opera di studenti. Dal 23-24 la tendenza si conferma e nel 24-25 c’è stato un rovesciamento di prospettiva: sono soprattutto genitori che picchiano docenti o dirigenti scolastici”.

Dopo aver elencato una serie di gravi episodi di aggressione che hanno visto come vittime docenti e presidi, Valditara ha spiegato che “noi vogliamo ispirarci ad un principio molto chiaro: un insegnante, un dirigente scolastico non si toccano. Un educatore che lavora per i nostri figli non si tocca. La funzione così delicata, così importante dell’educatore deve essere preservata e quindi l’obiettivo primario è quello di garantire condizioni di serenità per chi lavora per i nostri figli.

Infine, “per quanto riguarda le modifiche contenute nel DPR sulla valutazione di studenti per la scuola secondaria e di secondo grado, abbiamo reso più tassative le varie ipotesi, estendendole a quello di bullismo grave”, ha spiegato Valditara.

Il ministro ha ribadito che con il 5 in condotta si verrà bocciati e con il 6 si viene rimandati a settembre. “Questo significa che non si è ammessi alla classe successiva, sino a quando non si sarà superato un ‘esame di riparazione’, per usare una terminologia un po’ antica, in cui lo studente dovrà presentare un elaborato critico sui temi valoriali connessi al comportamento tenuto” ha precisato Valditara, aggiungendo che “dovrà dimostrare di aver compreso perché quel comportamento giudicato negativamente dalla comunità e quindi aver capito, anche alla luce i principi costituzionali, i principi dell’ordinamento di altri approfondimenti di tipo storico-culturale, perché quel comportamento è certamente negativo. Sarà quindi ammesso all’anno successivo se passerà questa valutazione”.

1 maggio, Meloni: 1,2 miliardi per la sicurezza sul lavoro. Tendenza cambiata, salari reali ora crescono

Roma, 30 apr. (askanews) – “Domani è la festa dei lavoratori e anche quest’anno il governo ha deciso di celebrarla con i fatti perché crediamo che questo sia il modo migliore per ringraziare gli italiani che ogni giorno contribuiscono a far grande la nostra nazione”. Lo afferma in un videomessaggio la presidnete del Consiglio Giorgia Meloni, diffuso mentre è in corso la conferenza stampa dei ministri Musumeci e Valditara dopo il Cdm. Video poi postato anche sui social della premier.

“L’Italia – prosegue Meloni – è sempre di più una repubblica fondata sul lavoro e io sono orgogliosa del fatto che in poco più di due anni e mezzo siano stati creati oltre un milione di posti di lavoro. Abbiamo raggiunto il record di numero di occupati, il tasso di occupazione femminile non è mai stato così alto, la disoccupazione è minima da 18 anni a questa parte. Aumentano i contratti a tempo indeterminato, diminuisce il precariato. E crescono i salari reali in controtendenza rispetto a quello che accadeva nel passato. Tra il 2013 e il 2022, con i precedenti governi, nel resto d’Europa il potere d’acquisto dei salari aumentava del 2,5%, mentre in Italia diminuiva del 2%”.

“Da ottobre 2023 la tendenza è cambiata e le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d’acquisto con una dinamica dei salari che è migliore e non peggiore rispetto a quella del resto d’Europa. C’è chiaramente ancora molto molto da fare però i numeri che alla fine raccontano la realtà sono incoraggianti. C’è ancora tanto da fare anche, forse soprattutto, sul fronte della sicurezza sul lavoro”, sottolinea la premier.

Il messaggio di Meloni si incentra poi sul tema della sicurezza nel lavoro: un miliardo e duecento milioni di euro per la sicurezza sul lavoro. E’ quanto stanziato dal governo, secondo quanto annuncia la presidente del Consiglio nel video al termine del Cdm.

“Abbiamo reperito insieme all’Inail – spiega – altri 650 milioni di euro per mettere in campo nuove misure concrete che, insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti, portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro. Vogliamo potenziare il sistema di incentivi e disincentivi per le imprese in base chiaramente alla loro condotta in materia di sicurezza con particolare attenzione al mondo agricolo”.

Per prevenire gli infortuni sul lavoro “continueremo a mettere al centro la cultura della prevenzione perché prevenire è sempre il migliore degli investimenti possibili. Dedicheremo risorse alla formazione dei lavoratori, intendiamo occuparci anche di scuola, non solo rafforzando la conoscenza di questi temi, di queste materie tra i giovani, ma anche rendendo strutturale l’assicurazione Inail per studenti e docenti che questo governo ha introdotto nel 2023. Vogliamo condividere queste misure con le parti sociali che convocheremo nei prossimi giorni a Palazzo Chigi per raccogliere anche i loro suggerimenti e rafforzare le misure che abbiamo previsto” afferma nel video la presidente del Consiglio.

“Anche negli ultimi giorni nuove vittime, nuove infortuni. Non si può morire così. Voglio approfittare per rinnovare il cordoglio e la vicinanza ai familiari delle vittime, ma sono consapevole che il cordoglio non basta. Bisogna continuare ad agire. Di fronte a questo fenomeno, come ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione”, sottolinea la presidente del Consiglio.

“È il motivo – aggiunge – per il quale questo governo ha sempre messo al centro della sua azione questo tema, lo abbiamo fatto ad esempio con la patente a crediti, con l’assunzione di un nuovo personale ispettivo per incrementare i controlli, con le risorse per premiare le imprese che investono in prevenzione. Oggi dedichiamo la festa dei lavoratori a questo tema e ci impegniamo a fare ancora di più”.

“Il nostro auspicio – conclude – in questo primo maggio che anche i principali sindacati hanno dedicato alla sicurezza sul lavoro è quello che si possa dar vita a un’alleanza tra istituzioni, sindacati, associazioni datoriali per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità dell’Italia. E quindi buon primo maggio a tutti i lavoratori che con orgoglio possiamo dire che non sono mai stati così tanti in Italia e a tutti coloro che si danno da fare ogni giorno per trovare un impiego. Noi saremo sempre al vostro fianco”.

Donzelli: investire in difesa per difendersi da rischi black out

Milano, 30 apr. (askanews) – “L’Italia parte da condizioni di favore rispetto ad altre nazioni”. Tuttavia “esiste il tema delle nuove difese che stiamo affrontando e poniamo a livello europeo da tempo. Quando si parla di investire in difesa tutti immaginano i carrarmatini. Ma quello che accaduto in Spagna, a prescindere dalle cause, conferma ci che diciamo da tempo: rischiamo che l’Europa sia vulnerabile sulle nuove frontiere, che sono quelle energetiche, della connessione, del futuro della gestione delo spazio. Temi importantissimi per i quali dobbiamo investire in ricerca e difesa”. Lo ha detto Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dipartimento organizzazione di Fdi, parlando del black out nella penisola iberica.

“Se domani qualcuno – e la Cina ha gli strumenti per farlo – taglia un cavo sottomarico immediatamente l’Europa pu trovarsi nel black out energetico, di connessioni, di linee chiuse, l’impossibilit di consegnare merci nei supermercati, di ritirare al bancomat, di fare bonifici, di chattare. Sarebbe un black out non solo energetico ma delle attivit economiche e sociali. Quindi necessario investire sempre di pi: quando si parla di investire in sicurezza e difesa non si parla solo di proiettili e carrarmatini ma si parla anche di questo”, ha aggiunto Donzelli.

Lavoro, Meloni: condivideremo misure su infortuni con parti sociali

Roma, 30 apr. (askanews) – Per prevenire gli infortuni sul lavoro “continueremo a mettere al centro la cultura della prevenzione perché prevenire è sempre il migliore degli investimenti possibili. Dedicheremo risorse alla formazione dei lavoratori, intendiamo occuparci anche di scuola, non solo rafforzando la conoscenza di questi temi, di queste materie tra i giovani, ma anche rendendo strutturale l’assicurazione Inail per studenti e docenti che questo governo ha introdotto nel 2023. Vogliamo condividere queste misure con le parti sociali che convocheremo nei prossimi giorni a Palazzo Chigi per raccogliere anche i loro suggerimenti e rafforzare le misure che abbiamo previsto”. Lo afferma in un video la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, annunciando uno stanziamento di 1,2 miliardi per contrastare gli infortuni sul lavoro.

“Il nostro auspicio – conclude – in questo primo maggio che anche i principali sindacati hanno dedicato alla sicurezza sul lavoro è quello che si possa dar vita a un’alleanza tra istituzioni, sindacati, associazioni datoriali per mettere la sicurezza sul lavoro in cima alle priorità dell’Italia. E quindi buon primo maggio a tutti i lavoratori che con orgoglio possiamo dire che non sono mai stati così tanti in Italia e a tutti coloro che si danno da fare ogni giorno per trovare un impiego. Noi saremo sempre al vostro fianco”.

Lavoro, Meloni: no indifferenza su morti, ha ragione Mattarella

Roma, 30 apr. (askanews) – “Anche negli ultimi giorni nuove vittime, nuove infortuni. Non si può morire così. Voglio approfittare per rinnovare il cordoglio e la vicinanza ai familiari delle vittime, ma sono consapevole che il cordoglio non basta. Bisogna continuare ad agire. Di fronte a questo fenomeno, come ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione”. Lo afferma, a proposito degli infortuni sul lavoro, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video diffuso al termine del Consiglio dei ministri.

“È il motivo – aggiunge – per il quale questo governo ha sempre messo al centro della sua azione questo tema, lo abbiamo fatto ad esempio con la patente a crediti, con l’assunzione di un nuovo personale ispettivo per incrementare i controlli, con le risorse per premiare le imprese che investono in prevenzione. Oggi dedichiamo la festa dei lavoratori a questo tema e ci impegniamo a fare ancora di più”.

1 maggio, Meloni: da governo 1,2 miliardi per sicurezza lavoro

Roma, 30 apr. (askanews) – Un miliardo e duecento milioni di euro per la sicurezza sul lavoro. E’ quanto stanziato dal governo, secondo quanto annuncia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video al termine del Cdm.

“Abbiamo reperito insieme all’Inail – spiega – altri 650 milioni di euro per mettere in campo nuove misure concrete che, insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti, portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro. Vogliamo potenziare il sistema di incentivi e disincentivi per le imprese in base chiaramente alla loro condotta in materia di sicurezza con particolare attenzione al mondo agricolo”.

Oro, domanda globale ai massimi da 9 anni, nel primo trimestre +1%

Roma, 30 apr. (askanews) – Nel primo trimestre la domanda globale di oro è salita dell’1% su base annua e, a quota 1.206 tonnellate, ha raggiunto il valore più elevato da nove anni a questa parte. Lo riporta il Word Gold Council, secondo cui per trovare un livello analogo bisogna risalire al primo trimestre del 2016.

Poco meno di un quinto della domanda totale di oro, 244 tonnellate è arrivata dalle Banche centrali, con un rallentamento rispetto ai trimestri precedenti, ma ampiamente nella media rispetto ai passati tre anni.

Quello che è cresciuto, secondo il World Gold Council, è la domanda da parte di Etf (Exchange Traded Funds, fondi che replicano un determinato asset come può essere l’oro): è balzata del 170% su base annua a 552 tonnellate, segnando il valore più elevato dal primo trimestre del 2022.

La domanda per lingotti e monete d’oro è rimasta alta con 325 tonnellate, il 15% al di sopra della media degli ultimi cinque anni. Secondo il Wgc la Cina ha determinato molto di questi aumenti, con forti livelli di domanda da parte degli investitori al dettaglio.

L’impennata si è verificata mentre incombeva l’ipotesi che anche loro finisse sotto la tagliola dei nuovi dazi commerciali dell’amministrazione Trump. Successivamente, al momento tuttavia è stato deciso che il metallo giallo è esentato da queste misure, anche nel caso dei dazi reciproci che Washington ha mantenuto sulla Cina.

La domanda di oro per settori tecnologici è rimasta stabile 80 tonnellate. Infine, secondo la domanda di oro per gioielleria è crollata, al punto di ritrovarsi ai minimi dal 2020, quando era virtualmente finita in stallo a seguito di restrizioni e lockdown imposti dai governi a motivo del Covid. Questo in termini di volumi, perché in termini di prezzo le spese in oro per gioielleria risultano salite del 9% a 35 miliardi di dollari, sempre sul primo trimestre.

Nelle ultime settimane il prezzo spot dell’oro ha continuato a segnare massimi storici, lo scorso 23 aprile l’oncia ha brevemente superato quota 3.370 dollari. A metà giornata risulta in calo dell’1,30% a 3.287 dollari, ma rispetto a un anno fa il prezzo del tradizionale bene rifugio è aumentao di oltre il 35%.

Cisl, Fumarola ringrazia Mattarella: da sempre indica strada dialogo

Roma, 30 apr. (askanews) – La leader della Cisl, Daniela Fumarola, ringrazia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la presenza all’evento per i 75 anni della fondazione del sindacato e, soprattuto, “per i suoi appelli e per la saggezza con cui indica da sempre la strada del dialogo sociale come metodo di progresso”.

Fumarola ha ricordato che “non semplici guardiani, ma costruttori infaticabili di democrazia: questo siamo stati negli ultimi 75 anni. Questo siamo e vogliamo continuare a essere nei prossimi 100. Indicando la via di una rivitalizzazione dal basso del nostro patto costituente”.

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Al Sistina a Roma dal film di Baz Luhrmann "Moulin Rouge! Il Musical"

Roma, 30 apr. (askanews) – Il musical tratto dal rivoluzionario film di Baz Luhrmann sarà il punto di forza della stagione 25/26 del Teatro italiano e sarà presentato in esclusiva a Roma presso lo Chapiteau Sistina dalla PeepArrow Entertainment in coproduzione con Il Sistina, su licenza dell’australiana Global Creatures, produttrice del musical a Broadway.

Il musical vincitore di ben 10 Tony Awards (gli Oscar del Musical) tra cui “Miglior Musical”, sarà diretto da Massimo Romeo Piparo che ne firmerà anche l’adattamento in italiano dei dialoghi e di alcune canzoni, mentre rimarranno in lingua inglese la maggior parte dei successi planetari che compongono l’ineguagliabile colonna sonora.

L’allestimento kolossal di “Moulin Rouge! Il Musical”, sarà interamente personalizzato con atmosfere che richiameranno lo stile della Montmartre parigina, e immergerà lo spettatore in un’esperienza spettacolare.

Orchestra rigorosamente dal vivo e un nutrito cast di alto livello – che sarà accuratamente selezionato attraverso delle specifiche audizioni in Italia e all’estero – andranno ad arricchire un allestimento che si preannuncia unico nel mercato del Musical italiano coi suoi oltre 30 metri di ampiezza, doppio palcoscenico girevole e l’utilizzo di circa 90 chilometri di fili luminosi.

Dalla mezzanotte del 5 Maggio saranno aperte le prevendite dei biglietti per lo spettacolo (moulinrougeilmusical.it) che debutterà nella seconda metà di Ottobre al Sistina Chapiteau in esclusiva a Roma.

“Quando tutti mi chiedevano in questi anni quale fosse il mio sogno nel cassetto – commenta emozionato la notizia il Regista Massimo Romeo Piparo – non osavo rispondere Moulin Rouge! Il Musical, un po’ per scaramanzia un po’ perché non potevo credere che un giorno sarebbe arrivato quel momento. Ebbene adesso finalmente posso dire che, dopo anni di attesa e duro lavoro, avrò io il grande onore di presentare al pubblico italiano una versione non-replica del Musical più amato degli ultimi anni. Sono onorato – conclude senza indugio Piparo- ma anche carico di responsabilità perché dovrò essere all’altezza di uno spettacolo che ho amato come pochi al mondo. So che potrò contare sul grande supporto della mia squadra di eccellenti creativi, collaboratori, tecnici e soprattutto sono certo che saprò selezionare un cast degno di questo spettacolo, avendo dimostrato negli ultimi anni con le mie produzioni, quanto talento ci sia nel nostro Paese”.

Verità, Bellezza, Libertà, Amore: sono questi i quattro valori della filosofia bohémien che stanno alla base del grande racconto di “Moulin Rouge!”, musical nato dalla rivoluzionaria vena creativa di Baz Luhrmann e che faranno da “colonna sonora” alla romanticissima quanto contrastata storia d’amore tra l’aspirante compositore Christian e Satine, diva del cabaret Moulin Rouge.

Il musical racconta la appassionata storia di Christian, un giovane scrittore che si innamora della star del cabaret Satine. Ma l’amore viene messo a dura prova quando un ricco Duca minaccia di separarli. Con una messa in scena sontuosa, coreografie mozzafiato e successi senza tempo di icone come David Bowie, Lady Gaga, i Queen, Elton John, Rihanna, Madonna e molti altri, lo spettacolo è una continua celebrazione di “Verità, Bellezza, Libertà e Amore”.

Distribuito da Twentieth Century Studios in accordo speciale con Buena Vista Theatrical, il film “Moulin Rouge!” di Baz Luhrmann è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes nel 2001, premiato come miglior film ai Golden Globe ed è stato candidato a otto premi Oscar vincendone due. Il film è stato girato a Sydney, in Australia, ed è entrato nei cuori della gente per aver riportato in auge il musical cinematografico. La colonna sonora è stata da subito un successo.

Tv, in prima tv su Sky "Il Robot Selvaggio" di Chris Sanders

Roma, 30 apr. (askanews) – In prima tv su Sky Cinema Uno “Il Robot Selvaggio” il nuovo film d’animazione targato DreamWorks Animation, scritto e diretto dal regista quattro volte nominato all’Oscar Chris Sanders e tratto dal bestseller internazionale di Peter Brown “Il Robot Selvatico”, in onda il primo maggio alle 21:15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.

Acclamato dalla critica e dal pubblico, il film (candidato a tre Oscar, quattro Golden Globes e tre Bafta) racconta la straordinaria storia dell’unità ROZZUM 7134, detta “Roz” (la cui voce italiana è di Esther Elisha), un sofisticato robot che si ritrova naufrago su un’isola deserta. Roz dovrà imparare ad adattarsi all’ambiente ostile, costruendo gradualmente relazioni con gli animali dell’isola, tra cui la volpe Fink (doppiata da Alessandro Roia), e diventando inaspettatamente la madre adottiva di un’ochetta orfana. Un viaggio toccante alla scoperta di sé stessi, un esame emozionante del ponte tra natura e tecnologia e l’esplorazione dei temi dell’empatia e dell’appartenenza.

Dal punto di vista visivo, il film si distingue per il suo stile impressionista, con colori tenui e immagini pittoriche, offrendo un’esperienza artistica e immersiva, lontana dagli standard tradizionali dell’animazione CGI.

Adattamento del pluripremiato bestseller numero 1 del New York Times di Peter Brown, “Il Robot Selvaggio” è un’avventura epica che segue Roz, un robot che naufraga su un’isola disabitata e deve adattarsi al duro ambiente circostante. Gradualmente Roz inizia a costruire relazioni con gli animali dell’isola e diventa genitore adottivo di un’ochetta orfana di nome Beccolustro. Una storia potente sulla scoperta di sé, un esame emozionante del ponte tra tecnologia e natura e un’esplorazione commovente di ciò che significa essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.

Dl sicurezza, Magi (+Eu): pronto ricorso a Consulta contro governo

Roma, 30 apr. (askanews) – Il decreto legge sicurezza approvato dal governo rappresenta “l’annientamento delle prerogative parlamentari” e su questo “si fonda il ricorso che presentiamo alla Corte Costituzionale”, sollevando “un conflitto di attribuzioni”. Lo dice il segretario di +Europa, Riccardo Magi, in conferenza stampa alla Camera.

“Chiediamo alla Consulta non solo di dichiarare il ricorso ammissibile per conflitto di attribuzioni ma anche di annullare la delibera del Consiglio dei ministri con la quale è stata sostanzialmente approvata la deliberazione del 4 aprile 2025 e conseguentemente il decreto legge numero 48 dell’11 Aprile 2025”, ha spiegato Magi. “Siamo consapevoli del fatto che questa sia una strada niente affatto semplice ma siamo anche molto convinti del fatto che vada percorsa perché crediamo di essere davanti a qualcosa che segna uno strappo mai avvenuto prima nei rapporti tra organi costituzionali”, ha detto ancora.

Fino ad aprile 2025, il Parlamento è stato impegnato, da febbraio, nell’esame del ‘ddl sicurezza’, dal contenuto sostanzialmente identico al nuovo decreto-legge, nonché dal medesimo titolo, e non si capisce perché “il Governo abbia ritenuto di interrompere l’esame del disegno di legge e di sostituirlo con l’ennesimo decreto legge”, ha aggiunto Magi sottolineando che “non sussistevano condizioni di straordinaria necessità e urgenza”.

Per il segretario di +Europa “il Governo ha deliberatamente scelto di fingere che il Parlamento non esista”. Ha deciso “di metterlo a tacere, forse per timore di affrontare probabili divisioni e fratture interne alla maggioranza. In materia di sicurezza, adottando questo decreto legge, il Governo ha abolito il Parlamento e violentato le prerogative dei parlamentari, senza nemmeno preoccuparsi di motivare le ragioni di necessità e urgenza”, ha continuato Magi.

“Oltre alla lesione delle prerogative costituzionalmente attribuite al Parlamento e ai singoli parlamentari, violate dal governo, e ai vizi di costituzionalità collegati all’abuso dello strumento della decretazione d’urgenza, il dl sicurezza presenta numerosissime ragioni di incostituzionalità anche nel merito del suo contenuto”, ha evidenziato Magi sottolineando anche “un forte segnale di deterioramento delle funzioni di garanzia dei presidenti di Camera e Senato”.

Ad Assago incontro su bullismo e cyberbullismo

Roma, 30 apr. (askanews) – Ad Assago, l’8 maggio 2025, alle ore 21, nella Sala Castello del Centro Civico, in Piazza Risorgimento, si terr l’incontro dal titolo “Bullismo. Quando cadono le maschere al di l del muro del silenzio”.

E’ il primo incontro organizzato dall’Associazione culturale “Idee in Movimento” e dal gruppo “Assago nel Cuore”, a cui seguiranno ulteriori incontri finalizzati a sensibilizzare la cittadinanza su varie tematiche di interesse collettivo, di carattere sociale e non soltanto.

Il tema centrale della serata dell’8 maggio sar il contrasto al bullismo, al cyberbullismo e all’istigazione all’odio, che sar trattato anche dal punto di vista della sfera emotiva e dei sentimenti, adottando una chiave di lettura diversa che porr al centro le ragioni profonde del bullismo . Mediante un’ analisi antropologica si affronter il tema dell’educazione, della formazione, dell’importanza dei media e dei social.

Sar, inoltre, un’occasione per sviluppare idee e suggerimenti al fine di affrontare, in modo adeguato, la piaga del bullismo, che coinvolge maggiormente i giovani. Seguiranno le riflessioni di alcuni esperti in materia, tra cui Viviana Tramontana, formatrice e psicologa, Matteo Ferranti, laureato in Scienze giuridiche, Simona Catania, Avvocato e Biagio Maimone, giornalista e scrittore . Moderer l’incontro Roberta Vieri.

“Tempo fa, in un comunicato, avevamo anticipato che era nostra intenzione indire sul territorio una serie di serate ed eventi a tema. Il prossimo 8 maggio, alle ore 21, nella Sala Castello del Centro Civico di Assago, l’Associazione culturale “Idee in Movimento” proporr il tema, molto attuale, del Bullismo e del Cyberbullismo. L’Associazione, figlia del gruppo “Assago nel Cuore”, si prefigge l’intento e il desiderio di condividere con altre persone momenti di riflessione, confronto e condivisione, attraverso eventi socio-culturali e anche ludici” ha dichiarato Roberta Vieri, cofondatrice dell’Associazione “Idee in Movimento”, nonch Consigliera e Capogruppo di “Assago nel Cuore” nel Consiglio Comunale di Assago, la quale ha aggiunto: “Prossimamente entreremo, ancor pi, nel merito dei motivi della nascita e degli obiettivi dell’Associazione. Per quanto attiene il tema della serata, ci prefiggiamo l’intento di trattarlo in modo non consueto e fuori dai soliti schemi narrativi, dando spazio sia ai contributi che arriveranno dai professionisti che saranno presenti, sia ai sentimenti e alle emozioni che si scatenano nella sfera emotiva di ognuno di noi quando leggiamo o ascoltiamo la notizia che ci informa che ancora un altro ragazzo ha deciso di rinunciare alla sua vita. Al nostro fianco vi sar l’Associazione “Psicovideocorsi”, rappresentata da Viviana Tramontana, psicologa, la quale, facendo tesoro del suo corso di specializzazione clinica, sta affiancando un migliaio di studenti universitari e lavoratori nel loro percorso di studi, accompagnandoli e sostenendoli nel raggiungimento dei propri obiettivi e sogni. Viviana parler dell’aspetto emotivo di entrambi gli attori, bullo e vittima. Vi sar, inoltre, l’intervento di Matteo Ferranti, laureato in scienze giuridiche della sicurezza, il quale lavora da 10 anni a stretto contatto con la violenza di genere, le crisi domestiche e i contesti di fragilit sociale, scolastica e familiare, che lo hanno portato ad intraprendere un nuovo percorso di studi in psicologia. Ci informer, inoltre, su come affrontare, gestire e prevenire i rischi della rete. Seguir l’intervento di Simona Catania, avvocato e nostra concittadina, la quale parler dei risvolti legali inerenti il bullismo.Porr in luce come spesso le due figure, bullo e vittima, non sono cos nettamente distinte e come, a volte, i ruoli possono invertirsi o trasformarsi. Infine interverr Biagio Maimone, giornalista e scrittore, anch’egli nostro concittadino, il quale illustrer come il dialogo, l’uso corretto delle parole e una giusta comunicazione possano aiutare ad affrontare e gestire situazioni delicate e dal forte impatto emotivo. Vi aspettiamo numerosi a questo momento di confronto, in cui crediamo molto, perch siamo certi che condividere e parlare in modo sereno, senza timore o disagio, possa aiutare tutti noi ad affrontare temi delicati e drammatici come questo con una visione diversa, pi aperta e pi completa”.

Schlein a Meloni: calendarizzate nostra proposta su salario minimo

Roma, 30 apr. (askanews) – “Salario minimo subito, Meloni non perda tempo. Abbiamo raccolto più di centomila firme di cittadini in carne e ossa, c’è una legge di iniziativa popolare unitaria proposta dalle opposizioni, il governo ha il dovere di calendarizzarla. Basta rinvii, discutiamo subito di salario minimo. Per due anni Giorgia Meloni ci ha detto che il salario minimo non va bene ma nel frattempo non ha fatto niente, i contratti non vengono rinnovati, i salari in Italia continuano a essere troppo bassi e i lavoratori non arrivano alla fine del mese. Calendarizzate la nostra proposta, non ci sono più scuse.” Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.

Bce: calo debito-Pil slitta di 4 anni con clausole Ue spese difesa

Roma, 30 apr. (askanews) – L’eventuale ricorso alla clausola nazionale di sospensione del Patto di stabilità e di crescita, per aumentare fino all’1,5% del Pil le spese in difesa, da parte dei Paesi dell’Unione europea con livelli di debito pubblico “elevati”, tra i quali c’è l’Italia, provocherà un ritardo di quattro anni sull’inizio del declino del rapporto debito-Pil aggregato. Lo prevede la Banca centrale europea, in uno studio che è stato anticipato rispetto al bollettino economico che verrà pubblicato giovedì.

L’analisi riguarda i piani di bilancio strutturali di medio termine, in base appunto alle nuove regole del Patto di stabilità e di crescita, che hanno come obiettivo chiave quello di avviare un calo credibile e sostenibile dei livelli di indebitamento pubblico sul Pil. Viene presentata forse in maniera non proprio tempestiva, dato che in questi giorni stanno giungendo le richieste da parte dei Paesi di accesso a questa clausola. La Commissione Ue nella sua proposta per aumentare le spese in armamenti e difesa (RearmEU) aveva indicato un termine non perentorio nella fine di aprile sull’uso di questa clausola, eventuali nuove richieste potrebbero quindi arrivare anche più in là.

Ad ogni modo, nell’ipotesi che tutti i Paesi con debito catalogato come “elevato” – ovvero sopra il 90% del Pil, quindi Belgio, Grecia, Spagna, Francia, Italia e Portogallo – facciano ricorso alla clausola, il loro debito/Pil aggregato, invece di segnare un picco al 119% nel 2027, continuerebbe a salire fino a toccare il 123% nel 2031, prevede la Bce, e solo allora inizierebbe un percorso di graduale declino.

Nello scenario di base, in cui si fossero attuati i nuovi piani di medio termine in base alle nuove regole del Patto sui conti, il debito/Pil aggregato di questi 6 Paesi sarebbe rientrato nel 2035 sotto i livelli del 2019 (circa 112%). In caso di attivazione delle clausole nazionali per le spese in difesa, invece, nel 2035 resterebbe poco sotto il 120% del Pil.

Più in generale, lo studio rileva che “l’attuazione del Patto rivisto è circondata da una rilevante incertezza”. Oltre al fattore delle clausole nazionali di sospensione del Patto, che peraltro segue “un periodo prolungato, dal 2020 al 2023, in cui la clausola generale di sospensione era stata già attivata”, alcuni di dei piani di medio termine presentati dei paesi “mancano di supporto politico, mentre alcuni paesi devono ancora presentare un piano”.

Le prospettive per le politiche di bilancio dell’area euro sul 2025 e oltre “restano circondate da elevata incertezza, non ultimo dato che i paesi devono ancora delineare i loro piani in merito alla difesa”. Vista questa incertezza, secondo la Bce la piena attuazione degli impegni presi nei piani finora presentati è essenziale. Le misure di bilancio e gli impegni sulle riforme strutturali “aiuteranno a limitare gli impatti su deficit e debiti dalle spese addizionali in difesa”. Serviranno “riforme favorevoli alla crescita e investimenti pubblici che limitino ricadute negative sugli aggregati di domanda”.

Più nello specifico, le eventuali clausole nazionali di sospensione del Patto per la difesa “andranno attuate in maniera mirata, per assicurare che l’aumento della spesa sulla difesa avvenga preservando la sostenibilità di bilancio sul medio termine in linea con i requisiti del Patto”. In gioco, secondo le istituzioni monetaria, c’è la credibilità delle nuove regole di bilancio comuni.

Per questo servirà “una vigilanza appropriata e un continuo monitoraggio degli aggiustamenti di bilancio, delle riforme e degli investimenti, per assicurare che gli obiettivi previsti nella riforma del Patto vengano raggiunti”. La Bce aggiunge di attendersi che emergano già sul breve termine delle deviazioni (gap) rispetto ai limiti alla spesa netta previsti dai piani di medio termine. “Se queste deviazioni fossero consistenti e persistenti, potrebbero interferire con gli obiettivi delle nuove regole, in particolare con quello di mettere il debito su un percorso plausibile di declino nel medio periodo, specialmente alla luce delle necessità di spesa addizionali sulla difesa”. (fonte immagine: ECB).

Verso il Conclave, ognuno ha già la sua lista. Il cardinale Rosa Chavez: durerà al massimo tre giorni

Città del Vaticano, 30 apr. (askanews) – La durata dell’imminente Conclave? “Durerà al massimo tre giorni” ed ognuno tra i cardinali ha già, in cuor suo, “la sua lista” di candidati. Ne è certo il cardinale salvadoregno, Gregorio Rosa Chavez, un uomo particolare perché grande amico di San Orcar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di San Salvador assassinato nella cattedrale del paese centro americano per il suo impegno per gli ultimi.

Anche Chavez, parlando ai giornalisti prima di entrare in Vaticano per la nuova riunione delle Congregazioni generali, ha detto che tra i cardinali “si respira un’aria molto buona. Papa Francesco ha indicato il sentiero che noi vogliamo seguire, poi lo Spirito Santo ci indicherà la via”.

Tratteggiando questa strada, il porporato ha detto che come Papa Bergoglio ha predicato in questi anni, il nuovo Papa dovrà puntare su una chiesa “che sta con la gente e molto aperta”. Una lista di nomi? “Io ho la mia ed è di cinque nomi – ha spiegato – ma la tengo ben custodita nel mio cuore. Penso che anche gli altri la abbiano, ma per ora di nomi non ne sono stati fatti”. “C’è un clima calmo, stiamo riflettendo e discernendo. Aspettiamo….”.

A chi gli chiedeva se si sente, nel chiuso delle riunioni, il peso dell’eredità e dell’esempio di Papa Bergoglio, il card. Chavez ha risposto. “Ovviamente. Questo sembra essere quasi la base della discussione, l’essere in comunione con Papa Francesco che ci ha lasciato una Chiesa meravigliosa. Tutto il mondo lo pensa continuamente… Poi è anche vero che anche noi siamo cittadini del mondo e viviamo le cose da diverse prospettive ma il Papa ci ha dato delle indicazioni chiare”.

“Il prossimo Papa? E’ ancora tutto aperto e possibile nella prospettiva di una Chiesa aperta allo Spirito e al mondo. – ha concluso Chavez – L’essere ‘alla fine del mondo’ è anche una visione politica”. Infine, ha detto, “speriamo che finalmente le guerre si fermino. Sarebbe il primo miracolo di Francesco”.

Nelle riunioni tra i cardinali, nelle Congregazioni generali che precedono il Conclave “si respira in questi giorni una Chiesa molto Bella”, ha detto ai giornalisti, il cardinale Fernando Natalio Chomalì Garib prima di entrare in Vaticano per la nuova Congregazione.

Il porporato ha, poi aggiunto che il criterio per il nuovo Papa non segurà la logica della provenienza geografica. ” Non è importante – ha infatti aggiunto – la Chiesa è universale”.

Solo Dio “Dio sa già chi sarà” il nuovo pontefice e, quindi, anche “la sua nazionalità”. Ha risposto così ai giornalisti, prima di entrare in Vaticano per la nuova riunione delle Congregazioni generali, il cardinale austriaco Christoph Schonborn, aggiungendo poi che il nuovo Papa “sarà comunque un uomo santo e saggio”.

La Russia: possibili colloqui diretti se Kiev accetta la tregua di maggio (per il Giorno della Vittoria)

Roma, 30 apr. (askanews) – Mosca è pronta ad avviare colloqui diretti con Kiev se il governo ucraino accetterà la proposta del presidente russo Vladimir Putin di una tregua tra l’8 e l’11 maggio, per commemorare il Giorno della Vittoria, ha affermato il rappresentante del Cremlino all’Onu, Vasily Nebenzia, citato dalle agenzie russe.

Se Kiev accetterà, “potrebbe essere un preludio ai colloqui di pace tra la Federazione Russa e l’Ucraina, senza alcuna precondizione”, ha affermato l’ambasciatore di Mosca durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul conflitto in Ucraina. Nebenzia ha aggiunto che la Russia è disposta “a impegnarsi in questo nonostante le difficoltà esistenti riguardo alla legittimità del capo del regime di Kiev”.

Giani: cantiere nuova stazione AV 15 metri sotto Firenze

Firenze, 30 apr. (askanews) – Ricognizione tecnica ai cantieri del passante Alta Velocit di Firenze del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, insieme all’assessore alle infrastrutture Stefano Baccelli, con Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Aldo Isi, amministratore delegato RFI, Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Trenitalia, Dario Lo Bosco, amministratore delegato di Italferr, e Paolo Pizzarotti, presidente dell’impresa realizzatrice. Il sopralluogo stato preceduto da una riunione che si tenuta in Palazzo Strozzi Sacrati.

“La talpa Iris da Campo di Marte -spiega Giani- ha compiuto 1,8 km e sostanzialmente arrivata sotto la Fortezza da Basso. L’altra talpa, Marika, ha fatto 1087 metri. Rispetto alla somma dei due tunnel, cio circa 14 km, sapere che 3 sono gi stati fatti d la percezione di come i lavori procedano e di come la penetrazione del passante sotterraneo di Firenze non presenti problemi. Nel 2028 vi l’impegno che tutto questo sia finito. Gi vediamo come mese per mese si compongono le quattro piastre, i pilastri, e tutto quello che porta la stazione, qui, dove siamo, a 15 metri sotto il livello della citt. Dovremo fare ulteriori 10 metri, poi ci sono le solette del passaggio dei binari. Quando questo sar completato, potr arrivare la prima delle due talpe, auspicabilmente alla fine dei quest’anno, inizio 2026”.

A Belfiore sono in corso la casseratura, l’armatura e i getti delle strutture che costituiscono il solaio intermedio, il cosiddetto mezzanino.

Pil, Istat: nel primo trimestre crescita +0,3% e +0,6% rispetto al primo trimestre del 2024

Roma, 30 apr. (askanews) – Nel primo trimestre il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2024. E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat.

Il primo trimestre del 2025 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2024.

La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi sono risultati stazionari. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2025 è pari a +0,4%.

Il risultato del primo trimestre dell’anno “fa seguito ai segnali, anch’essi positivi, del quarto trimestre 2024, quando la crescita congiunturale risultava dello 0,2% (rivista al rialzo dallo 0,1% diffuso a marzo 2025) e quella tendenziale dello 0,5%. Questa stima, di cui si sottolinea la natura provvisoria, determina una crescita acquisita nel 2025 dello 0,4%”, è il commento dell’Istat.

La stima preliminare del primo trimestre 2025 “riflette una crescita sia del comparto primario sia di quello industriale, mentre il settore dei servizi ha registrato, nel complesso dei tre mesi, una sostanziale stazionarietà. Dal lato della domanda, la componente nazionale, misurata al lordo delle scorte, è in crescita, mentre si stima una lieve diminuzione della componente estera netta”.

La crescita acquisita per il 2025 è pari a +0,4%. E’ la stima diffusa dall’Istat alla luce dei dati preliminari sul Pil del primo trimestre.

La crescita acquisita è crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.

Venezia e Creta, storia di uno scambio culturale profondo

Venezia, 30 apr. (askanews) – l’oro delle icone bizantine quello che splende nelle sale di Palazzo Ducale a Venezia, ma brilla anche una storia del modo in cui la Serenissima ha dialogato con gli artisti cretesi, capaci di dare qualcosa alla pittura veneta rinascimentale dopo averne a loro volta assorbito la grande lezione. E’ la mostra “L’oro dipinto”, che ricostruisce la storia di un legame pittorico e della nascita di quello che viene definito “un mondo di immagini”.

” la a storia di Venezia – ha detto ad askanews Chiara Squarcina, direttrice scientifica della Fondazione Musei Civici Venezia e co-curatrice della mostra – che ci ribadisce ancora una volta come la Repubblica costruisse tutti i rapporti attraverso il commercio e la cultura. Ricordiamo che Candia, che l’isola di Creta, chiamata Candia dei Veneziani, era un baluardo importantissimo nelle rotte veneziane e che in questa mostra sono raccontati vari episodi, vari momenti di questa grande liaison tra Venezia e l’isola di Creta”.

L’esposizione permette di vedere come l’idea dell’oro venga declinata in modi molto diversi, come la pittura prenda forma a poco a poco grazie alla contaminazione tra i due mondi, e racconta anche un aspetto diverso del genio di un pittore come El Greco, i cui dipinti sono forse il cardine intorno al quale si costruisce, senza per esaurirlo, tutto il percorso.

“Sono 150 opere – ha aggiunto la direttrice scientifica – che ci raccontano questo legame, questo dialogo continuo tra Venezia e Creta dove le opere di El Greco, due in particolar modo, una che proviene dal Thyssen di Madrid e una dal Prado, sempre di Madrid, ci spiegano quanto questo artista nato a Creta, stanziale per un breve periodo a Venezia e poi a Roma e concluder la sua vita in Spagna, ma a lui si deve questa grande visionariet che poi colp Cezanne e Pollock”.

L’icona ovviamente l’oggetto simbolo della mostra, che unisce valenza spirituale e artistica, ed affascinante vedere come anche le icone cambino nel corso del tempo e della relazione tra i pittori greci e Venezia. “Noi nell’icone – ha concluso Chiara Squarcina – troviamo un’impostazione con questi fondi d’oro che ci ricordano i mosaici di San Marco, questo elemento bizantino che ritorna e che rimane come una citazione importante, l’inizio, l’alfa di un sviluppo culturale che poi Venezia porter avanti in grande autonomia”.

vero, alla fine quello che la mostra di Palazzo Ducale racconta proprio la storia di Venezia e della sua cultura, capace di crescere assorbendo i tanti mondi diversi che a lei hanno guardato e che da lei hanno imparato. Perch il punto sono proprio gli scambi, che non sono mai stati solo commerciali.

Pil, Istat: nel I trimestre crescita a +0,3%, su anno +0,6%

Roma, 30 apr. (askanews) – Nel primo trimestre dell’anno l’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,6% in termini tendenziali. E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat.

Il primo trimestre del 2025 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al primo trimestre del 2024.

La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi sono risultati stazionari. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.

La variazione acquisita per il 2025 è pari a +0,4%. La crescita acquisita è la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.

Il risultato del primo trimestre dell’anno “fa seguito ai segnali, anch’essi positivi, del quarto trimestre 2024, quando la crescita congiunturale risultava dello 0,2% (rivista al rialzo dallo 0,1% diffuso a marzo 2025) e quella tendenziale dello 0,5%. Questa stima, di cui si sottolinea la natura provvisoria, determina una crescita acquisita nel 2025 dello 0,4%”, è il commento dell’Istat.

La stima preliminare del primo trimestre 2025 “riflette una crescita sia del comparto primario sia di quello industriale, mentre il settore dei servizi ha registrato, nel complesso dei tre mesi, una sostanziale stazionarietà. Dal lato della domanda, la componente nazionale, misurata al lordo delle scorte, è in crescita, mentre si stima una lieve diminuzione della componente estera netta”.

Mlp

Volkswagen: ricavi I trim +2,8% a 77,6 mld, risultato operativo -37%

Milano, 30 apr. (askanews) – Volkswagen chiude il I trimestre con un aumento delle consegne del +1% a 2,1 milioni di veicoli e ricavi del +2,8% a 77,6 miliardi, grazie alla crescita in Europa (+4%) e Sud America (+17%) che ha compensato il calo in Usa (-2%) e Cina (-6%).

Il risultato operativo invece è in calo del -37% a 2,87 miliardi, pari a un margine del 3,7%. A pesare voci straordinarie per 1,1 miliardi, al netto delle quali il margine sarebbe stato del 5,1%. Negativa la generazione di cassa dell’Auto per -828 milioni, ma in miglioramento rispetto ai -2,5 miliardi del I trimestre 2024. A pesare attività di M&A (700 milioni) e costi di ristrutturazione (500 milioni).

Fra le divisioni in calo i ricavi di Brand Group Sport Luxury (Porsche, -4%) e dei camion di Traton (-10%), mentre la divisione software Cariad registra un aumento dei ricavi (+33%), ma con una perdita operativa di 800 milioni.

In calo la produzione a 2,2 milioni di veicoli (-3,2%) e il numero di dipendenti dell’1,2% a 671.500.

Riguardo i mercati, nell’Europa occidentale gli ordini sono aumentati a 1 milione di veicoli (+29%) con una decisa crescita per i veicoli elettrici (+64%) che pesano per il 20% degli ordini.

Per il 2025, il gruppo Volkswagen prevede che il fatturato supererà fino al +5% quello dell’anno precedente. Il ritorno operativo sulle vendite è previsto tra il 5,5 e il 6,5%, incluso l’impatto dei dazi recentemente annunciati.

Nella Divisione Automotive, il gruppo prevede un indice di investimento compreso tra il 12 e il 13% nel 2025. Il flusso di cassa netto del settore Automotive è previsto tra 2 e 5 miliardi di euro, inclusi i costi per investimenti futuri e per misure di ristrutturazione a partire dal 2024. La liquidità netta della Divisione Automotive nel 2025 è prevista tra 34 e 37 miliardi di euro da 33,2 mld del I trimestre (-3,6%).

In base agli sviluppi nel periodo fino al 28 aprile 2025, il Gruppo Volkswagen prevede che il ritorno operativo sulle vendite, il flusso di cassa netto del settore Automotive e la liquidità netta tenderanno verso la parte inferiore dei rispettivi intervalli.

Fra le sfide da affrontare, dazi, tensioni geopolitiche, concorrenza, volatilità dei mercati delle materie prime, dell’energia e dei cambi, e requisiti più severi in materia di emissioni.

Stellantis ricavi I trim 35,8 mld (-14%), sospesa guidance causa dazi

Milano, 30 apr. (askanews) – Stellantis chiude il I trimestre con ricavi netti pari a 35,8 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo 2024, principalmente a causa dei minori volumi di consegne, nonché di un mix e di prezzi sfavorevoli.

Alla luce delle incertezze legate ai dazi, Stellantis sospende la guidance finanziaria per il 2025. L’azienda si sta impegnando a fondo con le Autorità politiche in materia di tariffe doganali, adottando al contempo misure per ridurne gli impatti. Il management si sta attivando per adeguare i piani di produzione e individuare opportunità per migliorare gli approvvigionamenti.

Le consegne consolidate di 1,217 milioni di unità, in calo del 9%, riflettono la minore produzione in Nord America, conseguenza del prolungamento di inattività festiva in gennaio, l’impatto della transizione del portafoglio prodotti e i minori volumi di Lcv nell’Europa allargata.

Lo stock complessivo di veicoli nuovi pari a 1,21 milioni di mila unità (stock di proprietà pari a 333 mila unità) al 31 marzo 2025, sostanzialmente in linea con il 31 dicembre 2024.

Le azioni di rilancio commerciale hanno incluso il lancio di tre nuovi modelli (Citroen C3 Air Cross, Opel Vauxhall Frontera e Grande Panda) e di diversi modelli aggiornati nel primo trimestre del 2025, contribuendo alla crescita della quota di mercato nell’UE30 (17,3%, +1,9 pp) rispetto al quarto trimestre del 2024. Inoltre, nel primo trimestre del 2025, Stellantis è diventata leader nel segmento delle ibride e ha riconquistato la seconda posizione nel mercato Bev con quote di mercato rispettivamente del 15,5% e del 13%.

In aumento anche i volumi di ordini al dettaglio negli Stati Uniti (+82%, livello più alto da giugno 2023) e le vendite di Jeep Grand Cherokee e Compass in crescita di oltre il 10% su base annua, nonché di Ram 1500 e 2500.

Il ‘terzo motore’ del gruppo, in pratica tutti i mercati esclusi Ue e Usa, ha registrato una crescita positiva. In Sud America il gruppo ha mantenuto una posizione di leadership con una quota di mercato del 23,8% (+1,5 pp), grazie al miglioramento delle prestazioni dei marchi Stellantis in Brasile, Cile e soprattutto Argentina, dove il mercato si sta riprendendo in seguito all’allentamento delle restrizioni alle importazioni. La Regione del Medio Oriente e Africa, pur dovendo far fronte alla restrizione delle importazioni in alcuni Paesi, continua a focalizzarsi su sforzi di localizzazione che consentiranno di migliorare i volumi nel medio termine.

“Mentre i ricavi del primo trimestre del 2025 sono stati inferiori rispetto a quelli dell’anno precedente, altri indicatori riflettono i primi, iniziali progressi dei nostri sforzi nel recupero commerciale. Il Nord America è in fase iniziale, con un miglioramento nella raccolta ordini al dettaglio, mentre stiamo assistendo a un miglioramento sequenziale della quota di mercato nell’UE30. Nel contempo, l’azienda sta beneficiando della sua presenza geografica diversificata, dato che le regioni che costituiscono il nostro ‘Terzo Motore’, nel 1° trimestre 2025 hanno registrato una crescita aggregata positiva su base annua”, ha detto il Cfo, Doug Ostermann.

Riguardo il processo di nomina del nuovo Ad “è a buon punto e si concluderà entro la prima metà del 2025”.

Il silenzio di Bersani, i franchi tiratori di Marini e la verità omessa

Dunque, ricapitoliamo. Bersani, a lungo dirigente del Pci/Pds/Ds/Pd ha rilasciato una lunga ed articolata intervista al Corriere della Sera. Molto bella. Ma c’è un aspetto, peraltro nè nuovo e quasi scontato, che ci ha lasciato basiti in quell’intervista. E cioè, quando parla della sua avventura fallimentare per l’elezione del Capo dello Stato dopo l’esperienza di Giorgio Napolitano nell’aprile del 2013, denuncia esclusivamente il comportamento dei franchi tiratori che hanno impallinato Romano Prodi. I famosi 101. Arrivando a dire, testuale, che tra quei franchi tiratori “c’erano quelli che volevano far fuori Prodi e quelli che volevano far fuori me”. Benissimo. Detto ciò, e proseguendo nella lettura di quell’episodio, peraltro politicamente increscioso e grave, non una parola – ripetiamo, non una sola parola – sugli oltre 150 franchi tiratori del Pd e della sinistra estremista che il giorno prima impallinarono nel segreto dell’urna Franco Marini, storico esponente del cattolicesimo popolare nonché fondatore dello stesso Partito democratico.

Estromesso senza preavviso e senza alcuna motivazione politica dalla segreteria Bersani dopo il primo scrutinio dove Marini aveva ottenuto ben 521 voti e 151 in meno della maggioranza dei due terzi. 521 voti che sarebbero stati quasi sufficienti dopo il quarto scrutinio.

Ma, al di là dei numeri, resta il fatto politico che l’intervista dell’ineffabile Bersani non fa che confermare. E per l’ennesima volta. Ovvero, si ha quasi l’impressione – se non addirittura la certezza – che per l’ex comunista Bersani ci sono stati i franchi tiratori di serie A che hanno compiuto un gesto riprovevole bocciando Prodi, gli ormai famosi e celebri 101. E poi, forse, – anche se Bersani non li cita neanche per sbaglio – i franchi tiratori di serie B, quelli che non votarono per Marini. Una dimenticanza, peraltro l’ennesima appunto, che porta ad una semplice conclusione. E cioè, quando si parla di quella stagione si ha la convinzione politica abbastanza certa che la carta di Franco Marini non era affatto una scelta politica prioritaria e consapevole – e la controprova viene fornita ogniqualvolta “non” si parla di quei franchi tiratori ma solo dei 101 di Prodi – ma uno strumento per iniziare la partita, come si suol dire.

Spiace, comunque sia, che quella pagina politica – peraltro triste e anche un po’ squallida – continui ad essere oscura e anche poco rispettosa dei protagonisti del tempo. E spiace, a maggior stagione, che sia proprio un leader autorevole della sinistra a non sciogliere quei nodi e quei dubbi. Anzi, si ha quasi la sensazione che quei nodi e quei dubbi li si voglia addirittura consolidare e rafforzare.

Costruire insieme: il “più uno” di Ruffini, motore dell’uguaglianza

Ha numerosi meriti il nuovo libro di Ernesto Maria Ruffini. Il principale è misurarsi con lo sguardo lungo, fare la fatica – motivandola accuratamente – di ragionare, e individuare il “che fare”, pensando a domani, senza lasciarsi costringere nel ring dell’oggi, con il suo inevitabile corredo di colpi proibiti, nello sfiancante inesauribile conflitto tra guelfo e ghibellini. 

E dunque è un libro che parla di politica. Verrebbe da dire, consapevole di lambire pericolosamente la sponda della trita retorica, quella con la P maiuscola.  Eppure “Più uno. La politica dell’uguaglianza” ne è attraversato, un filo rosso che parte dalla prima e arriva all’ultima pagina, incuneandosi nell’analisi della società così com’è, nell’identificazione delle faglie più insidiose, nell’evocare i riferimenti ideali e culturali a cui ancorare la “rinascita” alla portata di tutti, nel chiamare all’azione, alla cittadinanza attiva, all’impegno corale. Papa Francesco ha denunciato con forza, e fin dai primi giorni del Suo Pontificato, che il rischio più grande per il cuore dell’uomo è diventare ostaggio dell’indifferenza e ha utilizzato il termine balconear, cioè chi sta a guardare dalla finestra, dal balcone.

Questa disposizione a guardare lontano è ben esplicitata dal richiamo ad una frase del Capo dello Stato importante in sé e per il momento in cui venne pronunciata. 

È il tempo dei costruttori” avvertì Mattarella nel discorso di fine anno del 2020, l’anno della pandemia, l’anno in cui non solo noi italiani avvertimmo la paura e lo scoramento dinanzi ad un dramma planetario che frantumava in un frame le nostre spavalde sicurezze, ma anche l’anno che ci mostrò l’indispensabilità della collaborazione e la necessità – ahimè presto dimenticata – di guardare al di là del nostro piccolo cortile individuale e nazionale. “Non sono ammesse distrazioni, non va sprecato il tempo”, ammoniva ancora parlando la sera del 31 dicembre agli italiani: superato il precipizio, le prime hanno di nuovo occupato il campo e il secondo è tornato ad essere consumato vanamente. 

Dunque, è il tempo dei costruttori, ricorda Ruffini. Quanto risulti urgente, proprio in questa stagione della storia, è anche superfluo rammentare. “La nave è ormai nelle mani del cuoco di bordo …”, il disordine mondiale è tale da giustificare l’uso della celebre frase di Kierkegaard. 

Al ricomparire dei fantasmi tragici e sanguinari della guerra sul suolo europeo, al progressivo e irriducibile processo di indebolimento del sistema democratico ad ogni latitudine si è aggiunto, dal 20 gennaio, l’utilizzo del potere in modo stupido (“dumb power”, come lo ha definito Hilary Clinton) da parte della Casa Bianca di Trump, che ha spazzato via il multilateralismo, messo in ginocchio la divisione dei poteri in patria, avviato una disastrosa guerra commerciale in nome di una sorta di logica suprematista nazionale.

Se, per dir così, sul versante geopolitico la direzione di marcia, assunta senza la minima incertezza, è il disegno europeista, come dimostra il riferimento costante a David Sassoli nelle pagine e la citazione di Altiero Spinelli, sul versante più profondo – quello di senso, di ragione fondativa dell’impegno – c’è l’assunzione della centralità della persona umana. “Ognuno è irripetibile e inimitabile – scrive Ruffini – siamo tutti insostituibili perché siamo dei pezzi unici di assoluto valore e rilievo, ciascuno con la propria specificità e particolarità”. Ecco la chiave di volta. L’ispirazione della vita, prima ancora che dell’agire, da cui è evidente il filo che lega Ernesto Maria Ruffini al filone della migliore tradizione della laicità cristiana che ha trovato nei cattolici democratici espressione e protagonismo sociale e politico.

Come dimostrano anche le parole, realiste e allarmate, dedicate alla crisi della politica che però era e resta la via per la giustizia tra gli uomini. “Oggi la politica sembra smarrita e disorientata – annota – in un mondo sempre più complesso e frammentato”. Questo “pensiero debole” ha causato l’allontanamento ed il disinteresse delle persone, ha generato l’idea che la politica abbia compiuto un tradimento rispetto al suo significato e scopo che è, appunto, dare spazio alla giustizia in un mondo in cui i forti, i ricchi, i potenti, i tutelati hanno la propria idea di giustizia che, per dirla con Trump, dipende dall’avere o meno le carte in mano.

Riscoprire la passione per la politica vuol dire mettersi in gioco e farlo insieme ad altri “in prima persona plurale, ogni giorno, più uno”.

Siria, futuro terreno di scontro tra Israele e Turchia?

Da qualche tempo è tornato un velo di silenzio sulla Siria. Cosa sta accadendo nel paese dopo la presa del potere da parte degli ex jihadisti di Hayat Tahrir al Sham (HTS) e la fuga a Mosca del dittatore Bashar al-Assad?

Le cronache internazionali ci hanno informato, sostanzialmente, solo del massacro avvenuto agli inizi di marzo: circa 800 civili alawiti impegnati in un tentativo di rivolta guidato da ufficiali del vecchio esercito del deposto tiranno uccisi, con esecuzioni sommarie, dalle forze di polizia governative. Una spirale di violenza che ha attraversato tutto il governatorato costiero di Latakia (Tartus, Jableh e altri centri minori) appannando l’immagine dell’Amministrazione (come il nuovo governo vuole farsi chiamare), che a parole sin dai primi giorni della rivoluzione predica tolleranza e integrazione fra le diverse componenti religiose e sociali della nazione. Un atteggiamento, o forse una scelta, indispensabile per ottenere dalla comunità internazionale un riconoscimento e soprattutto la rimozione delle sanzioni economiche che tuttora attanagliano la Siria, a partire da quelle statunitensi.  

In ogni caso, la repressione attuata nella regione di Latakia è stata giustificata da Arabia, Qatar e Giordania oltre che dalla Turchia, principale alleato del governo guidato da Ahmad al-Sharaa. Mentre Israele, al contrario la ha giudicata molto severamente, quasi a voler ergersi a protettore degli alawiti.

In realtà quello che emerge è un possibile nuovo motivo di frizione fra Ankara e Tel Aviv, le due potenze regionali che vogliono allargare il loro spazio operativo nell’area mediorientale.

Erdogan desidera capitalizzare il successo conseguito col sostegno ai ribelli HTS. L’obiettivo minimo è un “patto di difesa” che preveda il dispiegamento di mezzi militari turchi sul territorio siriano. Anche in funzione anti-ISIS, consentendo così alle forze USA tuttora presenti in loco, proprio a quello scopo, un ritiro che certo è negli obiettivi di Trump. Ciò consentirebbe a Ankara un ancor più invasivo controllo delle aree di confine e del settentrione siriano, e naturalmente un ulteriore “presa” sul governo di Damasco.

Netanyahu, per contro, non solo non si fida di al-Sharaa, continuando a vedere in lui l’islamista radicale cresciuto in al-Qaeda e poi nell’ISIS. Ma soprattutto vuole cogliere l’occasione fornitagli dall’indebolimento dell’Asse della Resistenza costruito nel tempo dall’Iran e dalla ancora confusa situazione siriana per acquisire nuovi territori-cuscinetto nel sud di quel paese, al confine con le alture del Golan occupate ormai per intero. I bombardamenti effettuati in questi mesi nella zona allo scopo di distruggere i depositi di armi e munizioni ivi presenti sono inquadrabili in questo obiettivo. La medesima logica che muove pure azioni analoghe nel sud del Libano: ampliare i territori-cuscinetto (e indebolire ancor più Hezbollah).

Ma il bombardamento effettuato agli inizi di aprile nell’area della base militare di Tiyas, vicino a Palmira cioè nel centro della Siria e quindi ben lontano dal confine ha invece tutta l’aria d’essere un monito alla Turchia, che proprio lì – nella zona denominata T4 – vorrebbe dispiegare propri sistemi di difesa antiaerea e droni armati pronti all’uso.

I rapporti fra Israele e Turchia sono tornati tesi all’indomani dell’invasione di Gaza operata dall’IDF. Le durissime affermazioni di Erdogan rivolte contro lo stato israeliano e il suo Primo Ministro non sono state dimenticate, e oltre a ciò – sapendo delle relazioni da sempre intercorse fra Hamas e la Turchia – Tel Aviv vuole avvertire Ankara della propria totale indisponibilità ad accettare un qualsiasi eventuale trasferimento del gruppo di comando del gruppo terrorista da Gaza alla Siria.

Entrambi alleati di Washington, sia pure con modalità assai diverse, i due Paesi rischiano così di creare nuovi problemi all’Amministrazione USA, desiderosa al contrario di accelerare il proprio disimpegno dalla regione favorendo l’allargamento dei c.d. Accordi di Abramo. I quali però pongono al vertice dell’iniziativa il terzo grande attore della regione, quell’Arabia Saudita non ancora amica di Israele e decisa avversaria – nella comune fede sunnita – di una Turchia neo-ottomana che vorrebbe ergersi a primaria garante delle popolazioni musulmane, ruolo sino ad oggi indiscutibilmente detenuto dal Regno nel quale sono presenti i luoghi sacri dell’Islam.

Anche nel Medio Oriente il mondo non è così semplice come se lo immagina Donald Trump. 

Giro d’Italia 2025: un tributo alla speranza nel cuore di Roma

L’attesissima passerella conclusiva del Giro d’Italia 2025, in programma domenica 1° giugno, si trasformerà in un evento carico di simbolismo e valori universali. Per la prima volta nella storia, la competizione ciclistica dedicherà la sua ultima tappa a Papa Francesco, attraversando la Città del Vaticano e concludendosi al Circo Massimo, in un percorso che unirà sport, spiritualità e impegno sociale. L’iniziativa, sostenuta attivamente dal Vaticano nell’anno del Giubileo della Speranza, è stata presentata ieri in Campidoglio alla presenza del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e del Vescovo Paul Tighe, Segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione.

La scelta del traguardo romano non è casuale: per il terzo anno consecutivo, la Capitale ospiterà il gran finale in rosa, arricchendolo quest’anno di un significato speciale. La corsa avrà infatti una partenza simbolica dai Giardini Vaticani, dove i ciclisti percorreranno la Via Mariana, un itinerario che ospita immagini di Maria provenienti da ogni angolo del globo. «Non si tratta di un semplice passaggio turistico, ma di un gesto che riflette l’universalità del messaggio di Papa Francesco», ha spiegato il Vescovo Tighe, sottolineando come il percorso rappresenti metaforicamente «un piccolo giro del mondo, in sintonia con lo spirito del Giubileo».

«Roma è orgogliosa di accogliere ancora una volta il Giro d’Italia, in una tappa che quest’anno assume un valore straordinario», ha dichiarato il Sindaco Gualtieri. «La partenza dal Vaticano è un tributo alla figura del Santo Padre e alla sua chiamata alla fratellanza, soprattutto in un momento storico in cui la speranza è più necessaria che mai. Sarà una vigilia della Festa della Repubblica indimenticabile, con lo sport che si fa veicolo di bellezza e unità».

L’evento, organizzato in collaborazione con Athletica Vaticana e il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, non si limiterà alla competizione sportiva. Durante la tappa, verranno promosse iniziative culturali e sociali legate ai temi della sostenibilità e dell’inclusione, temi cari tanto al Pontefice quanto all’amministrazione capitolina.

Il percorso, studiato per unire simbolicamente sacro e profano, condurrà i corridori attraverso alcuni dei luoghi più iconici di Roma, dalla Basilica di San Pietro al Colosseo, fino all’arrivo spettacolare al Circo Massimo, dove migliaia di spettatori potranno assistere al tradizionale giro d’onore. «Questa tappa è un regalo al mondo intero», ha aggiunto Gualtieri. «Racconteremo la Grande Bellezza di Roma, ma anche la sua capacità di essere laboratorio di dialogo e progresso».

La Corsa Rosa lascerà così un’eredità che va oltre il podio: un messaggio di resilienza e unità, incarnato dall’impegno di atleti, istituzioni e comunità religiosa. Un’edizione che, tra sacralità e sudore, conferma il Giro d’Italia non solo come spettacolo sportivo, ma come ponte ideale tra i popoli.

Tennis, Sinner al Tg1:"Non c’è posto più bello di Roma per tornare"

Roma, 29 apr. (askanews) – “Ci vediamo a Roma, speriamo di essere preparati per esserci ma sono molto contento di fare ritorno a Roma, non c’è posto più bello”. Così Jannik Sinner, intervistato questa sera in esclusiva dal direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, dà appuntamento al Foro Italico a tutti i tifosi azzurri che nel corso degli Internazionali BNL d’Italia, torneo che segnerà il suo ritorno in campo dopo i tre mesi di inattività scontati in seguito all’accordo stipulato con la Wada per il caso Clostebol, potranno tornare ad ammirarlo.

“Ognuno è libero di dire quel che vuole e di giudicare – ha aggiunto Sinner riferendosi ai tanti commenti rilasciati da molti suoi colleghi in merito a quanto lui accaduto – l’importante per me è che so io cosa è successo e cosa ho passato ed era molto difficile e non auguro a nessuno di passare da innocente una cosa del genere”

“L’anno scorso è stato molto stressante ma siamo riusciti ad ottenere risultati incredibili, anche quest’anno siamo partiti bene poi è successo quello che è successo. All’ inizio era un po’ strana la situazione in cui mi soni trovato, anche fuori dal campo sono successe delle cose che non mi aspettavo ma piano piano sto tornado nel ritmo di allenamenti veri e con un obiettivo davanti. Mi sto allenando con dei giocatori forti per vedere su che livello sono, a volte va bene altre ho un calo. Sono però contento di tornare a Roma, un torneo speciale, ma sicuramente ci entrerò con un mentalità diversa. Mi manca la competizione, nell’allenamento non hai pressione e tensione, ma sono contento, ripeto, che questa fase sia terminata e siamo pronti a ripartire”.

“Cosa è successo? In quel momento lì non ho capito cosa fosse successo, non sapevo nulla, poi ho accettato – devi accettare – e abbiamo provato a ricostruire e abbiamo saputo subito da dove proveniva questa contaminazione. Ma ho fatto fatica ad accettare questi tre mesi perché nella mia testa mi dicevo ‘non ho fatto niente, perché devo pagare il prezzo?’. Poi abbiamo parlato con il mio avvocato in modo molto concreto su quello che poteva succedere nel peggiore dei casi”.

“Come mi sono sentito io in campo non era come un giocatore si dovrebbe sentire. Ci alleniamo tanto per poi divertirci quando giochiamo una partita bella e questo divertimento giorno dopo giorno è andato un po’ via. La fortuna che ho avuto è stata avere delle persone intorno a me che mi hanno aiutato molto e mi hanno creduto: il mio team, la mia famiglia. Alla fine ho costruito la mia bolla dove non entrava nessun altro e questo mi ha dato la voglia di continuare e di prepararci bene per i Grand Slam perché l’anno scorso li ho giocati bene, anche se ho avuto un piccolo infortunio prima del Roland Garros. E’ andato tutto bene anche se non mi sono sentito una persona felice in campo”.

Tennis, Djokovic salta Roma: momento complicato

Roma, 29 apr. (askanews) – Novak Djokovic non parteciperà agli Internazionali di Roma di tennis. Troppo complicato, il momento del serbo che ad aprile ha giocato solo due partite entrambe concluse senza neanche vincere un set. Roma rimarrà dunque orfana del serbo che sulla terra capitolina ha vinto 6 volte arrivando in tutto 12 volte all’ultimo atto. Una ritirata programmata per il fuoriclasse serbo che dallo scorso agosto, quando ha centrato il titolo numero 99 alle Olimpiadi, sta cercando di togliersi l’ultima ciliegina di una carriera mostruosa. Ora Nole ha quasi un mese di tempo per preparare nel migliore dei modi il Roland Garros

Von der Leyen: i dazi sono un danno per tutti, dobbiamo impedirlo

Valencia, 29 apr. (askanews) – “In questi tempi difficili, nulla può essere dato per scontato. Per decenni, il libero scambio è stato il motore della prosperità globale. Ha fatto uscire miliardi di persone dalla povertà. E ha sostenuto i mezzi di sussistenza di milioni di famiglie europee. Ora i mercati globali sono scossi dall’imprevedibile politica tariffaria del governo statunitense”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al congresso del Ppe in corso a Valencia.

“I dazi statunitensi verso il resto del mondo – ha aggiunto – hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi cento anni. La scorsa settimana il Fondo monetario internazionale ha lanciato un duro avvertimento. Non sorprende: le tariffe sono come le tasse. Danneggiano sia i consumatori sia le aziende. Hanno un impatto sia su Wall Street che su Main Street. Milioni di cittadini dovranno affrontare spese alimentari più elevate. I medicinali costeranno di più, i trasporti costeranno di più. L’inflazione aumenterà. E questo danneggia in particolar modo i cittadini più vulnerabili. Le aziende, grandi e piccole, ne soffrono dal primo giorno. Maggiore incertezza, interruzione delle catene di approvvigionamento e burocrazia onerosa. Non possiamo e non dobbiamo permettere che ciò accada”.

Tennis, Berrettini infortunato: "Ma a Roma voglio esserci"

Roma, 29 apr. (askanews) – “Ho voluto provare a giocare nonostante il problemino dell’altro giorno, perché questi due giorni di riposo mi hanno aiutato a scaricare un po’ la zona dell’addome, che era molto carica e contratta”. Così Matteo Berrettini dopo il ritiro contro il britannico Draper a Madrid. “Ma – continua – mi sono ritirato perché il gioco non valeva la candela, c’era un rischio grosso di farsi male. E l’ultima cosa che voglio è infortunarmi agli addominali durante la stagione. E soprattutto per giocare contro i migliori al mondo ho bisogno delle mie armi al 100%. E questo oggi non c’era, soprattutto nella seconda parte, quando ho ricominciato a sentire forte il fastidio. Farò di tutto per recuperare per Roma. Mi dispiace perché tengo molto a questo torneo, anche oggi stavo giocando bene nonostante tutto”.

Almeno 3 uccisi in piazza a Uppsala in Svezia, uomo in fuga

Roma, 29 apr. (askanews) – Ci sono dei morti in seguito a una sparatoria avvenuta in piazza Vaksala, nella città svedese di Uppsala. È in corso un’importante operazione di polizia per catturare l’uomo che ha aperto il fuoco, che secondo la stampa locale si è dato alla fuga.

“Ho sentito cinque o sei spari”, ha raccontato al quotidiano Aftonbladet un testimone che abita nelle vicinanze. A quanto filtra, un uomo si è allontanato dalla scena del crimine a bordo di uno scooter elettrico ed è in corso una caccia all’uomo. Un elicottero della polizia sorvola la scena.

Secondo quanto riportato dai cronisti dell’Aftonbladet presente sul posto, la sparatoria è avvenuta in un salone di bellezza. Le forze di polizia hanno allestito imponenti posti di blocco nella zona. Secondo le informazioni fornite ad Aftonbladet, almeno tre persone sono morte.

Usa, Casa Bianca: atto ostile da Amazon sui dazi. L’azienda: nessun piano

New York, 29 apr. (askanews) – La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha bollato come “atto politico ostile” l’ipotesi di Amazon di mostrare i rincari legati ai dazi sui prodotti. A stretto giro, però, il gruppo di ecommerce ha fatto marcia indietro precisando di aver valutato l’idea solo per Amazon Haul, sezione che compete con Temu, e non per il sito principale. “Le squadre discutono idee continuamente”, ha dichiarato il portavoce Ty Rogers, aggiungendo che “non è stato implementato nulla su alcuna proprietà di Amazon”. L’import charge a cui si riferiva Amazon avrebbe riguardato l’aumento dei prezzi dopo il 2 maggio, quando scade l’esenzione che finora permetteva di importare beni di basso valore dalla Cina senza pagare dazi. Con le nuove regole, anche questi prodotti saranno tassati all’ingresso negli Usa.

“Il team che gestisce il nostro store ultra low cost, Amazon Haul, ha preso in considerazione l’idea di indicare i costi di importazione su alcuni prodotti – ha affermato un portavoce di Amazon – Questa ipotesi non è mai stata approvata e non verrà attuata”.

Nel frattempo la Cnn ha ricostruito che il presidente Donald Trump questa mattina ha telefonato al fondatore di Amazon, Jeff Bezos, per lamentarsi personalmente delle notizie di una possibile indicazione dei costi dei dazi Usa accanto ai prezzi di alcuni prodotti. La chiamata è arrivata poco dopo che uno dei funzionari aveva informato Trump della notizia, riportata per prima da Punchbowl News. “Ovviamente era furioso”, ha detto una delle fonti alla Cnn.

Tennis, Musetti batte ancora Tsitsipas, è agli ottavi a Madrid

Roma, 29 apr. (askanews) – A due settimane dal successo a Montecarlo, Lorenzo Musetti vince ancora contro Stefanos Tsitsipas. L’azzurro con una grande rimonta ha conquistato il primo parziale col punteggio di 7-5, risalendo dal 2-5 e annullando anche un set point. Nel secondo ha invece chiuso i conti con un tie-break dominato e al quarto match-point. Il suo avversario agli ottavi di finale sarà De Minaur.

“Non ho cominciato bene – le sue parole – ma era la mia prima volta sul campo Santana. Le condizioni sono molto diverse, qui la palla rimbalza molto più in alto che altrove. Sono però rimasto sul pezzo con pazienza e attitudine. Top 10? Non penso al ranking, voglio concentrarmi sul torneo partita dopo partita. La continuità però ora c’è e sta aumentando anche l’esperienza nel vincere certe partite. Ieri col blackout è stata una giornata durissima, dal campo sono tornato a piedi in albergo e ci ho messo due ore”

Usa, niente dazi su auto assemblate in Usa con 85% componenti americani

New York, 29 apr. (askanews) – Le auto assemblate negli Stati Uniti con almeno l’85% di componenti americani saranno esentate dai dazi. Lo ha annunciato il segretario al Commercio Howard Lutnick, spiegando che il piano tariffario dell’amministrazione Trump punta a incentivare il reshoring della produzione e a favorire nuove assunzioni. Lutnick ha precisato che i produttori avranno due anni per rafforzare la catena di fornitura interna, come concordato dopo consultazioni dirette con il settore automobilistico. I costruttori pagheranno un solo dazio, scegliendo tra quello sull’acciaio o quello sui veicoli, a seconda di quale sia più elevato. “Non si tratta di un rimborso, ma di un offset sui dazi già pagati”, ha aggiunto, sottolineando che la misura non comporterà costi aggiuntivi per il governo e sarà applicata gradualmente.

Bankitalia: Bitcoin e cripto valgono 2.750 mld, rischi stabilità

Roma, 29 apr. (askanews) – “La forte espansione di Bitcoin e delle altre criptoattività caratterizzate da un’elevata volatilità delle quotazioni comporta rischi non solo per gli investitori, ma potenzialmente anche per la stabilità finanziaria, alla luce delle crescenti interconnessioni tra l’ecosistema di queste attività, il settore finanziario tradizionale e l’economia reale”. Lo rileva la Banca d’Italia in un riquadro di analisi inserito nel Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Secondo l’analisi, il valore di mercato delle criptoattività, già cresciuto nel corso del 2024, è ulteriormente aumentato dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e l’annuncio di iniziative volte a rafforzare l’adozione di strumenti digitali denominati in dollari da parte della nuova amministrazione. Poi è ridisceso, “portandosi alla fine di marzo a 2.750 miliardi di dollari”.

“Oltre il 60 per cento del mercato è rappresentato da Bitcoin e il 30 da altre criptoattività non garantite da attività sottostanti (unbacked crypto-assets). Solo il 9 per cento – rileva Bankitalia – è costituito da stablecoin”, attività digitali emesse da entità che ne ancorano il prezzo a valute tradizionali di riferimento.

Secondo l’analisi “alcuni operatori stanno ridefinendo i propri modelli di attività e le proprie scelte finanziarie, orientandosi maggiormente sulle criptoattività. Secondo le informazioni riportate da siti specializzati, una quota elevata di Bitcoin sarebbe detenuta da emittenti di exchange traded funds (Etf) e dalle tesorerie di alcune società non finanziarie. In particolare, l’investimento da parte di queste ultime è realizzato nella convinzione che Bitcoin possa sostenere le proprie quotazioni, esponendole tuttavia alla sua marcata volatilità di prezzo”.

Una quota rilevante di Bitcoin è poi detenuta “da imprese operanti esclusivamente nel settore delle attività digitali”, come le piattaforme di scambio “che, non essendo sottoposte a specifici requisiti di governance, possono essere soggette a rilevanti conflitti di interesse. Tre quarti di queste imprese hanno sede negli Stati Uniti; alcune si trovano inoltre in Cina, Canada e Regno Unito. La loro presenza nei paesi dell’area dell’euro è al momento trascurabile”, si legge. Nel frattempo il crescente interesse di banche e altri intermediari verso soluzioni tecnologiche a registri distribuiti e a infrastrutture globali decentrate potrebbe aumentare il ricorso a criptoattività sia per operazioni finanziarie tradizionali, sia per l’emissione di strumenti e servizi innovativi, anche attraverso l’interazione con le grandi aziende tecnologiche (BigTech).

Bankitalia: da stablecoin rischi per la sovranità monetaria Ue

Roma, 29 apr. (askanews) – Anche la Banca d’Italia lancia un monito sulle stablecoin. Da un lato la concentrazione di strumenti di questo genere basati sul dollaro potrebbe diventare un fattore di squilibrio, con ricadute per l’intero sistema finanziario globale. Dall’altro, l’eventuale offerta di Stablecoin in euro da parte di entità o banche americane potrebbe sostituire gli attuali sistemi di pagamento con ricadute “per la stessa sovranità monetaria”. Lo si legge in un riquadro di analisi inserito nel Rapporto sulla stabilità finanziaria dell’istituzione di Via Nazionale.

Il comparto delle stablecoin “si mantiene contenuto e fortemente concentrato in due specifici strumenti (Tether e USD Coin), ancorati al dollaro statunitense attraverso la detenzione da parte dei soggetti emittenti di riserve denominate nella medesima valuta. Uno scenario in cui stablecoin legate alla valuta americana assumessero dimensione sistemica – si legge – potrebbe determinare un’eccezionale domanda di titoli pubblici degli Stati Uniti, utilizzati come attività di riserva dagli emittenti. In caso di dissesto di uno di questi ultimi si potrebbe verificare una corsa ai rimborsi, con un repentino aumento delle richieste di liquidazione da parte dei detentori e con la vendita forzata delle attività di riserva; ciò provocherebbe tensioni sui mercati dei titoli pubblici americani e ripercussioni su altri comparti del sistema finanziario globale”.

Al tempo stesso, nell’area dell’euro “l’eventuale diffusione su larga scala di strumenti e servizi di pagamento basati su stablecoin in euro offerti da aziende o da banche americane, che potrebbero sostituire gli attuali strumenti al dettaglio paneuropei – dice Bankitalia – potrebbe avere implicazioni anche per il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento e per la stessa sovranità monetaria”.

Secondo l’analisi gli sviluppi del mercato delle criptoattività e i relativi rischi saranno influenzati anche dall’evoluzione del quadro normativo, ancora fortemente disomogeneo tra aree economiche. “Negli Stati Uniti sono all’esame del Congresso alcuni disegni di legge”. Mentre nell’Unione europea il regolamento Mica (Markets in Crypto Assets Regulation) ha già definito un quadro normativo con l’intento di promuovere l’innovazione, tutelando allo stesso tempo la stabilità finanziaria e gli investitori.

I prestatori di servizi in criptoattività, devono infatti presidiare alcuni rischi cui sono esposti soddisfacendo requisiti in termini di capitale, governance e registrazione separata dei fondi della clientela. Data la complessità dei modelli operativi adottati, “tali requisiti andranno tuttavia rafforzati prevedendo anche presidi per i rischi tecnologico, di mercato, strategico e per quello di riciclaggio e finanziamento del terrorismo”.

Per l’emissione di stablecoin nell’Unione europea, Mica introduce un apposito processo autorizzativo, oltre a requisiti di natura organizzativa e prudenziale relativi tra l’altro alla gestione delle riserve, al monitoraggio delle transazioni e a possibili restrizioni alla quantità offerta. “Sono attualmente in corso approfondimenti sui modelli di business di operatori, anche di grande dimensione, che possono emettere la medesima criptoattività sia in Europa sia in giurisdizioni con regolamentazioni diverse da quella europea in materia di protezione degli investitori”.

In particolare, conclude lo studio di Bankitalia, sono oggetto di valutazione i rischi di compliance e di liquidità per il soggetto emittente, le possibili ripercussioni per gli investitori europei, nonché, più in generale, eventuali implicazioni per la stabilità finanziaria.

L’allarmismo sulle stablecoin e dei rischi che creano per la sovranità monetaria Ue sono tesi su cui da settimane martellano Bce e Commissione europea. Le istituzioni Ue puntano invece sull’euro digitale, che sarebbe una valuta digitale della Banca centrale, mentre pesano di rimettere mano alle normative Mica, che pure sono piuttosto recenti, a fronte dello spauracchio stablecoin.

Si assiste qui ad una delle diverse divergenze di scelte tra Stati Uniti ed Ue. Negli Usa avviene infatti praticamente l’opposto: è l’eccesso di controllo pubblico, che potrebbe ora essere rafforzato con le Cbdc, a creare repulsione a Washington. Tanto che la nuova amministrazione Trump ha vietato alla Federal Reserve, la Banca centrale Usa, di sviluppare un dollaro digitale e di usare le Cbdc. L’amministrazione Usa afferma invece di voler diventare il polo globale dei criptoasset e punta a favorire le stablecoin in dollari, anche per sostenere il ruolo internazionale del biglietto verde.

Bankitalia, con dazi Usa balzo incertezza, ma quadro Italia stabile

Roma, 29 apr. (askanews) – I nuovi dazi commerciali annunciati dall’amministrazione Usa “hanno innescato una fase di notevole aumento dell’incertezza e tensione sui mercati finanziari”, portando a cali delle prospettive di crescita e aumenti dei rischi per la stabilità finanziaria. In questo quadro generale “il contesto macro finanziario italiano risulta stabile”, sebbene risenta come gli altri principali Paesi europei degli sviluppi, e i rischi per il sistema finanziario tricolore “restano comunque moderati”. I rischi sono limitati per le famiglie, mentre per le imprese potrebbero esserci ricadute sulla redditività, “soprattutto quelle che operano nei comparti più esposti alle tensioni commerciali”. È la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Bankitalia nota come negli Stati Uniti i titoli di Stato a lungo termine, che hanno inizialmente beneficiato di un aumento della domanda tipico delle situazioni di stress, “sono stati successivamente colpiti da forti vendite. Sebbene le tensioni si siano attenuate nelle settimane successive all’annuncio, i rischi per la stabilità finanziaria sono cresciuti”, si legge.

L’Italia ha risentito come altri Paesi della volatilità delle quotazioni azionarie e dei corsi delle obbligazioni private, “che hanno segnato pesanti ribassi”. Secondo Bankitalia sul mercato dei titoli di Stato “il differenziale di rendimento tra i titoli italiani a dieci anni e quelli tedeschi, pur registrando un incremento della volatilità, si è ridotto rispetto ai valori dello scorso autunno. Le condizioni di liquidità restano buone, nonostante una diminuzione delle negoziazioni in aprile”. In un contesto che si mantiene “complessivamente stabile – si legge – l’Italia ha continuato a trarre vantaggio dalle condizioni favorevoli del mercato del lavoro, da una bassa inflazione e dalla posizione creditrice netta sull’estero. Si tratta di alcuni dei fattori che hanno favorito il recente miglioramento della valutazione del merito di credito del Paese da parte di un’agenzia di rating”. Il riferimento è alla revisione al rialzo della valutazione sull’Italia da parte di S&P.

Nel frattempo “i prezzi delle abitazioni hanno continuato a crescere nella seconda metà del 2024, mentre quelli degli immobili commerciali si sono mantenuti invariati. “Nel complesso il comparto immobiliare non presenta rischi elevati per la stabilità finanziaria”, dice Bankitalia.

Secondo il Rapporto per le famiglie “i rischi rimangono limitati, anche grazie all’espansione della ricchezza finanziaria nel 2024 e all’ulteriore riduzione dell’indebitamento in rapporto al reddito disponibile. In prospettiva la situazione finanziaria potrebbe tuttavia risentire di un indebolimento della congiuntura”.

Per le imprese, invece “soprattutto quelle operanti nei comparti più esposti alle possibili ripercussioni delle tensioni commerciali, la redditività, già ridottasi nel 2024, potrebbe diminuire ancora. Nonostante il calo dei tassi di interesse e dell’indebitamento, la capacità delle aziende di rimborsare i debiti registra qualche segnale di peggioramento – si legge – in special modo nel settore delle costruzioni e, in misura minore, in quello industriale”.

Gualazzi in tour con tre live: Piano Vocal, con Quintetto e Orchestra

Roma, 29 apr. (askanews) – Torna dal vivo nei festival musicali e nelle principali piazze italiane Raphael Gualazzi, cantautore, pianista, compositore, arrangiatore, musicista e produttore acclamato a livello internazionale per il suo modo unico e personale di suonare e fondere le tradizioni di diverse culture musicali. Sarà in tour da maggio 2025 con tre diversi progetti live: in pianoforte solo, con il suo quintetto, e con Orchestra.

La dimensione ‘piano-vocal’ è un racconto in musica dei successi e delle più grandi ispirazioni di Gualazzi. L’artista restituisce alle composizioni la loro dimensione più autentica, ripercorrendo un repertorio che spazia da brani scritti per colonne sonore a divertissements su arie d’opera, da omaggi alla tradizione afro-americana, a incursioni rapsodiche su memorabili temi della musica italiana e internazionale.

Il quintetto di Raphael Gualazzi è la sua astronave musicale; lui scrive le sue canzoni, le arrangia, le dirige e interagisce con i musicisti attraverso pianoforte, voce e ukulele.

Il quintetto, consolidato ormai da più di un decennio di collaborazioni, vede coinvolti musicisti d’eccellenza di grande talento e versatilità: Anders Ulrich al contrabbasso, Luigi Faggi alla tromba, Michele “Mecco” Guidi all’organo Hammond e tastiera, Gianluca Nanni alla batteria.

Il repertorio energico e profondo ripercorre non solo i grandi successi dell’artista ma anche composizioni che sanno valorizzare la vocalità dei musicisti nella celebrazione di sonorità soul, jazz, pop e swing.

Ad impreziosire l’andamento dello spettacolo vi sono momenti in trio e piano solo, che omaggiano celebri arie d’opera o temi cari all’artista.

Il concerto di Raphael Gualazzi con Orchestra, egregiamente arrangiata e diretta dal Maestro Stefano Nanni, racconta le sue composizioni più interessanti dal 2005 a oggi, rivelando anche brani dei suoi esordi, raramente eseguiti dal vivo.

La musica è celebrazione di tutte le dimensioni dell’esistenza umana. Profondità, leggerezza, vita, amore, oblio, luce, realtà e fantasia. L’unione di classicità e sonorità ispirate alla cultura afro-americana nelle sue infinite sfaccettature lo rendono un concerto unico e imperdibile.

Queste le prime date annunciate del calendario del tour, in aggiornamento: il 11 maggio a Bagnacavallo (RA) presso Torre di Traversara per Ravenna Festival (in quintetto); il 28 maggio a Milano per La Milanesiana (Piano solo); 30 maggio a Fano (PU) per Brodetto Fest (in quintetto); il 31 maggio a Monopoli (BA) in Piazza Vittorio Emanuele per Monopolele (Piano solo); il 16 giugno a Rivoli (TO) al Parco G. Salvemini per Sguardi Live (in Piano solo); il 26 giugno a Casale Monferrato (AL) con l’Orchestra Maderna; il 5 luglio a Venaus (TO) all’Arena delle Alpi per Borgate dal Vivo Festival (in Trio), il 15 luglio a Cesena (Piano solo) e il 16 luglio a Castel San Pietro Terme (Piano solo) per Emilia Romagna Festival; il 20 luglio a Scolacium (CZ) live con Orchestra Scolacium; il 1 agosto a Roma presso la Casa del Jazz per Summertime 2025; l’8 agosto a Civitanova Marche (MC) allo Shada Club (Piano solo); il 12 agosto in Piazza Monica Moretti a Sassari per il Festival Abbabula con l’Orchestra Ente Lirico De Carolis; il 13 agosto a Neoneli (OR) con l’Orchestra Ente Lirico De Carolis per il Festival Dromos; il 22 agosto a Sanremo con l’Orchestra Sinfonica di Sanremo.

Il calendario estivo è stato definito da Kino Music in collaborazione con Baobab Music e con International Music & Arts.

Oasi affiliata WWF di Castel Romano, oggi il primo anniversario

Roma, 29 apr. (askanews) – Celebra oggi il suo primo anniversario l’Oasi affiliata WWF di Castel Romano che festeggia nell’occasione anche le centotrentamila visite registrate all’interno del parco che, nel pieno rispetto della natura, viene apprezzato per i percorsi di trekking ed il bosco mediterraneo abitato dalla piccola fauna delle zone umide e ricco di profumi provenienti dalle piante mellifere.

Enrico Biancato, Centre Manager di Castel Romano Designer Outlet, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Grazie all’intervento di riqualificazione, abbiamo inserito all’interno dell’Oasi un’esposizione di dinosauri che riprende il dinosauro che all’interno del nostro Design Outlet, inoltre abbiamo rifatto le arnie per le api, perch noi produciamo anche miele a chilometro zero e ci sono vari percorsi che vengono implementati, mantenuti, perch questa un’oasi naturale, va mantenuta 12 mesi all’anno e ogni mese cambia perch, a seconda delle piante, a seconda dei fiori, a seconda dell’umidit, della temperatura cambia; necessario quindi svolgere una manutenzione 12 mesi l’anno”.

“All’interno dell’Oasi di Castel Romano ci sono tantissime aree ludiche perch in questo modo le famiglie che vengono a visitarci hanno anche un momento per staccare dallo shopping e immergersi nella natura” – dichiara Francesco Marcone, Responsabile Conservazione Oasi WWF – “All’interno dell’Oasi ci sono dei sentieri, ma quello che noi sosteniamo di venirci a trovare perch i sentieri sono visitabili in vari momenti dell’anno e, grazie alle guide, possibile scoprire tanti segreti legati alla natura, anche e soprattutto per i ragazzi, attraverso anche dei laboratori dedicati”.

Nel corso dell’evento stata inaugurata una nuova area di visita nata dalla riqualificazione della zona danneggiata dall’incendio del luglio 2023 e una playground naturale ampliata per i pi piccoli, che potranno incontrare anche quattro impressionanti dinosauri a grandezza naturale.

Emiliano Luccisano, testimonial d’eccezione dell’evento odierno, ha dichiarato: “Non sono tantissimi gli spazi che si hanno a disposizione per portare i bambini a conoscere un po’ la natura da vicino, ma fargliela proprio toccare, annusare, farceli giocare dentro, in un ambiente in cui magari noi da ragazzi eravamo un po’ pi abituati, invece questa generazione ha bisogno di questi spazi. Tra l’altro questo un posto che oltre ad essere bello da visitare, in cui insomma ci si va a fare passeggiate eccetera, anche didattico, ci sono fauna e flora protette, i bambini possono conoscere e imparare. Credo che questa sia un’iniziativa stupenda, sono contento che sia arrivata ad un anno tra l’altro con un grande successo di pubblico e di visitatori e spero che continui sempre meglio, quindi sono veramente onorato di far parte e di festeggiare oggi questo evento”.

L’iniziativa, svoltasi alla vigilia dell’Earth Day 2025, si inserisce nella piattaforma Evolve di McArthurGlen per lo sviluppo sostenibile e la riduzione dell’impatto sul Pianeta e nel sistema delle Oasi Affiliate WWF: all’interno del parco sono presenti numerose attivit ambientali per bambini e ragazzi ed, inoltre, stato stilato un calendario di visite gratuite e laboratori a cura di esperti di educazione ambientale WWF, alla scoperta della fauna e della flora dell’Oasi nei week end fino al 30 giugno.

Columbus Day, Time replica a Trump e cita immigrati italiani

Milano, 29 apr. (askanews) – Time magazine replica al presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump in merito al Columbus Day in “The DC Brief”, sua newsletter politica, con un titolo sferzante: “Trump sta cercando di ripristinare il Columbus Day, che non è mai stato cancellato”. Va notato che nel testo si fa riferimento a uno storico linciaggio degli immigrati italoamericani negli Stati Uniti, in particolare quello avvenuto a New Orleans nel 1891, che è uno degli episodi più tragici della storia dell’emigrazione italiana (l’uccisione di 11 italiani da parte di una folla inferocita, dopo che erano stati assolti dall’accusa di aver assassinato il capo della polizia locale). L’anno dopo nel 1892 la prima celebrazione ufficiale del viaggio di Colombo attraverso l’Atlantico: ebbe luogo non a caso insomma.

“L’ironia è che Colombo non ha mai calpestato quella che oggi è la terraferma del Nord America, pur essendo diventato un punto di riferimento dopo il linciaggio degli immigrati italoamericani negli anni Novanta del XIX secolo” scrive Time nella newsletter, particolarmente critica. “Colombo era un emblema della storia agiografica delle origini della nazione, proprio come la Mayflower o i suoi pionieri del West. Come ha saggiamente osservato Stephen Sondheim, i bambini ascoltano le storie che gli vengono raccontate, e quei miti sono difficili da scrollarsi di dosso una volta che prendono piede”.

Va detto che l’episodio citato da Time rifletteva il forte sentimento anti-italiano dell’epoca, alimentato da stereotipi e pregiudizi contro gli immigrati, soprattutto quelli provenienti dal Sud Italia. Il Columbus Day divenne una festa federale ufficiale nel 1934, durante l’amministrazione del presidente Franklin D. Roosevelt, ma la prima volta che venne celebrata – 1892 – lo fu in un periodo di forte sentimento anti italiano.

Tempi decisamente diversi e poco paragonabili quelli di oggi. Va comunque sottolineato che l’iniziativa di queste ore annunciata da Trump è piaciuta molto alla comunità italiana e il presidente e Ceo della Niaf ha detto di aver apprezzato attraverso i suoi canali ufficiali. E diversi gruppi italoamericani hanno elogiato il messaggio di Trump di domenica; uno di loro lo ha definito “profondamente simbolico”.

Va però notato che la stampa americana, in seguito al post su Truth di Trump relativo al Columbus Day ha mostrato forte attenzione ed è tornata a parlare anche di immigrazione italiana. “I Democratici hanno fatto tutto il possibile per distruggere Cristoforo Colombo, la sua reputazione e tutti gli italiani che lo amano così tanto”, ha scritto domenica il presidente Usa su Truth Social, la sua alternativa alla piattaforma precedentemente nota come Twitter. “Hanno abbattuto le sue statue e non hanno messo altro che ‘WOKE’, o peggio ancora, niente di niente! Beh, sarete felici di sapere che Cristoforo farà un grande ritorno. Con la presente, reintroduco il Columbus Day con le stesse regole, date e luoghi, come è stato per tutti i molti decenni precedenti!”

Già un altro media americano, Axios aveva replicato a Trump, mettendo in dubbio il suo potere relativo all’istituzione della festività che cade ad ottobre. Time fa un passo in più: “Per essere chiari: Trump non ha il potere di dichiarare unilateralmente una festa nazionale. Né qualcuno ha “distrutto” la festa; Biden ha emesso proclami che riconoscevano il Columbus Day ogni anno. Allo stesso tempo, ha riconosciuto l’Indigenous Peoples Day, ma il Congresso non l’ha designato come festa federale. Un’azione simile sarebbe necessaria per rimuovere il Columbus Day dal novero delle feste federali. Il Congresso non l’ha fatto. I membri del Congresso hanno tentato un paio di volte di declassare Columbus cambiando il nome della festa, ma questi sforzi sono falliti. Diverse statue di Colombo sono state rimosse negli ultimi anni, ma non è che l’Ohio abbia intenzione di rinominare la sua capitale a breve (Columbus, ndr). Persino nella Manhattan di oggi, Columbus Circle ha ancora al centro il suo omonimo alto 23 metri, un monumento sviluppato in risposta ai violenti linciaggi degli immigrati italoamericani”.

Il rimando è a un’opinione apparsa sul New York Times il 9 ottobre 2017, dal titolo “Abbattere le statue di Colombo significa anche abbattere la mia storia” e a firma di John M. Viola. “Ci sono molti monumenti dedicati a Franklin Roosevelt e, sebbene abbia permesso che nippo-americani e italo-americani fossero internati durante la Seconda Guerra Mondiale, noi, come gruppo etnico, non chiediamo che le sue statue vengano distrutte” aveva scritto Viola. “Noi della National Italian American Foundation condanniamo fermamente la deturpazione dei monumenti storici e ci aspettiamo che i funzionari eletti e le forze dell’ordine proteggano i nostri memoriali pubblici da ulteriori danni, in modo che si possa avviare un dibattito autentico sul loro ruolo nella società moderna. Crediamo che Cristoforo Colombo rappresenti i valori della scoperta e del rischio che sono al centro del sogno americano, e che sia nostro compito, in quanto comunità più strettamente legata alla sua eredità, essere in prima linea in un percorso delicato e coinvolgente verso una soluzione che tenga conto di tutte le parti” aveva aggiunto.

Non su Time ma nell’opinion su NYT (datata 2017) si sottolineava inoltre che per innumerevoli persone nella comunità italiana, “Colombo e il Columbus Day rappresentano un’opportunità per celebrare il nostro contributo a questo Paese”. Ovvero gli Usa. “Anche prima dell’arrivo di un gran numero di immigrati italiani tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Colombo era una figura attorno alla quale schierarsi contro il diffuso anti-italianismo dell’epoca. Era un personaggio popolare e utile al centro delle celebrazioni nazionali, una rara figura nella storia americana antica libera da qualsiasi legame con l’Impero britannico, da poco sconfitto”.

Tajani: Salvini su Ungheria fuori dalla Cpi? Sua opinione, l’Italia non esce

Valencia, 29 apr. (askanews) – Quella dell’Ungheria è una “opinione legittima”, “io non credo che dovremmo uscire dalla Corte penale internazionale. Un altro conto è fare delle osservazioni, altro è uscire. Però l’adesione è libera, non si può obbligare nessuno”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, rispondendo a una domanda a margine del congresso del Ppe a Valencia.

Quanto a Salvini che ha apprezzato la decisione ungherese, il vice premier ha osservato: “E’ una sua opinione, non devo commentare l’opinione di tutti, io ho una opinione differente”.

Tajani: Salvini su Ungheria fuori Cpi? Sua opinione, no uscita Italia

Valencia, 29 apr. (askanews) – Quella dell’Ungheria è una “opinione legittima”, “io non credo che dovremmo uscire dalla Corte penale internazionale. Un altro conto è fare delle osservazioni, altro è uscire. Però l’adesione è libera, non si può obbligare nessuno”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, rispondendo a una domanda a margine del congresso del Ppe a Valencia.

Quanto a Salvini che ha apprezzato la decisione ungherese, il vice premier ha osservato: “E’ una sua opinione, non devo commentare l’opinione di tutti, io ho una opinione differente”.

Bce, Ipso: sfiducia dipendenti verso i vertici, "troppo favoritismo"

Roma, 29 apr. (askanews) – Favoritismi, precarietà e diffusa sfiducia nei vertici dell’istituzione: è di nuovo un quadro negativo quello che emerge dall’ultima indagine condotta dal sindacato Ipso presso i dipendenti della Banca centrale europea. Ancora una volta viene bocciata la conduzione da parte di Christine Lagarde: la maggioranza dei dipendenti consultati (57,1%) esprime “bassa o nessuna fiducia” verso la presidente.

Ma i problemi alla Bce, secondo l’Ipso, vanno oltre quelli relativi alla figura di Lagarde, che era stata già oggetto di valutazioni negative in un altro sondaggio del sindacato a inizio 2024, che aveva avuto non poca risonanza mediatica. L’analisi rileva infatti una diffusa “insoddisfazione tra i dipendenti della Bce sulla trasparenza delle assunzioni e delle promozioni. Molti – riporta un comunicato – ritengono che sulle promozioni il favoritismo giochi un ruolo più importante delle prestazioni lavorative”.

Al tempo stesso “l’insicurezza sul posto di lavoro è una grande preoccupazione, in particolare per coloro che sono oggetto di continui rinnovi di contratti temporanei”, il fenomeno dei precari, quindi, che coinvolge anche il personale Bce. Sempre secondo l’Ipso “sono riportati alti livelli di stress, molti ritengono che le loro situazioni contrattuali vadano a inficiare la loro capacità di parlare liberamente o resistere a richieste irragionevoli”.

Oltre a Lagarde, la maggioranza dei dipendenti che hanno risposto hanno espresso bassa o nessuna fiducia verso l’intero Comitato esecutivo (51,9%) – il direttorio ristretto in cui oltre alla presidente partecipano altri cinque componenti, tra cui l’italiano Piero Cipollone – livelli anche più bassi di fiducia sono espressi per la direttrice delle risorse umane (62,8%) – ruolo occupato dal 2022 da Eva Murciano Sánchez, che ha una lunga carriera presso la Bce – e ancora peggio per la direttrice dei servizi (Cso) (68,5%), ruolo creato nel 2015 e, dal 2023, ricoperto da Myriam Moufakkir, reclutata dal settore privato.

Secondo Carlos Bowles, vicepresidente dell’Ipso “i vertici della Bce dovrebbero interessarsi ai problemi interni, ma non lo fanno, e nemmeno quelli che hanno nominato per questi compiti svolgono il lavoro. E questo è il motivo per cui la gente non di fida”.

Di fatto non si salva nemmeno la presidente del ramo di Vigilanza bancaria, Claudia Buch: nel suo caso meno di un dipendente su quattro (24,5%) riporta bassa o nessuna fiducia, mentre quasi la metà (47%) esprime fiducia che spazia dall’elevato al basso. Ma Bowles rileva che un’ampia quota di partecipanti (42,5%) dichiara di non essere in grado di fornire una valutazione, dato che non operano su quel segmento, ma sul ramo monetario, oppure perché essendo di nomina relativamente recente non hanno avuto modo di interagirci.

Interpellati sulla questione, dalla Bce rispondono sottolineando che “negli ultimi anni la presidente e altri componenti del Comitato esecutivo” e del direttorio sui servizi interni (Cso) “hanno aumentato il numero di occasioni in cui possono discutere direttamente con il personale. Nel 2024 – spiega un portavoce – Comitato esecutivo e Cso hanno avuto conversazioni con 2.770 dipendenti, tra caffè mattutini, incontri tematici e altri eventi interni”.

Il questionario Ipso è stato inviato a 4.700 dipendenti e sono pervenute 1.425 risposte totali, con livelli di copertura che secondo il sindacato fluttuano tra il 25% e il 30%, a seconda delle tematiche. L’Ipso è l’unico sindacato riconosciuto alla Bce, che essendo una istituzione europea con sede in Germania (a Francoforte) opera i maniera sui generis nelle relazioni sindacali.

Sempre secondo il sondaggio Ipso, due dipendenti della Bce su tre (66%) affermano di dissentire o dissentire totalmente rispetto all’idea di nutrire fiducia su onestà delle comunicazioni rispetto alla gestione delle risorse umane. Quasi tre dipendenti su quattro (74%) rispondono negativamente sui livelli di soddisfazione su trasparenza di assunzioni e promozioni alla Bce. Il 68% dei consultati rispondono invece positivamente sul fatto che i rappresentanti dei dipendenti, piuttosto che la direzione delle risorse umane, dovrebbero essere consultati dal Comitato esecutivo prima di decidere questioni relative ai dipendenti.

Infine c’è l’analisi comparata con un sondaggio analogo effettuato 10 anni fa, nel 2015, in quel caso direttamente dalla Bce, rispetto a domande che erano state poste anche in quella occasione. Secondo l’Ipso risulta ora di 12 punti percentuali più alta, al 77% la quota di coloro che ritengono che si possa far carriera alla Bce “conoscendo le persone giuste”, mentre è calata specularmente di 12 punti, al 34%, la percentuale di coloro che ritengono che si faccia carriera lavorando bene.

E’ salita di 22 punti percentuali al 52% la quota di coloro che ritengono lo stress un problema concreto, di 26 punti, al 68%, la quota di coloro che si dicono riluttanti a riportare problemi o errori ai superiori ed è balzata di 33 punti, al 72% la quota di coloro che dissentono con l’affermazione che la Bce risulti efficace sulla promozione delle persone più competenti. Infine, tra i precari è schizzata di 45 punti percentuali all’89% la quota tra coloro che, avendo contratti a breve termine, valutano negativamente la sicurezza sul lavoro.

Secondo la Bce, invece, una indagine interna condotta lo scorso anno e su cui sono pervenute 3.000 risposte da parte dei dipendenti “ha mostrato che l’85% del personale si dice fiero di lavorare alla Bce, l’81% concorda sul fatto che lavorare alla Bce ha un profondo significato e il 90% – riporta ancora un portavoce – crede nella missione e nello scopo della Bce”.

Secondo Bowles questi dati non sono incompatibili con l’indagine Ipso, dato che l’inchiesta Bce non poneva quesiti sui temi su cui il sondaggio sindacale rileva criticità. In base ai suoi rilievi, l’Ipso raccomanda ai vertici dell’istituzione di “intervenire sull’insicurezza nel lavoro, promuovere procedure di promozione basate sul merito, aumentare la trasparenza su assunzioni e promozioni, migliorare il bilanciamento tra lavoro e vita privata e migliorare il coinvolgimento dei rappresentanti del lavoratori nelle decisioni sul personale”. (fonte immagine: IPSO).

Poste Italiane, sbarca a Palermo “Il Risparmio che fa scuola”

Roma, 29 apr. – Grande successo per “Il Risparmio che fa scuola”, iniziativa di

Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti che porta l’educazione

finanziaria negli istituti scolastici. Le telecamere del TG Poste

sono state a Palermo per raccontare la partecipazione di studenti

e docenti dell’IIS Almeyda-Crispi.