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venerdì, Maggio 2, 2025
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Sudcorea, presidente Yoon formalmente incriminato per insurrezione

Roma, 26 gen. (askanews) – I procuratori sudcoreani hanno formalmente incriminato il presidente sospeso Yoon Suk-yeol per il fallito tentativo di imporre la legge marziale il 3 dicembre, con l’accusa d’insurrezione. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.

Con l’incriminazione, Yoon è diventato il primo presidente in carica nella storia della Corea del Sud a essere incriminato mentre si trova in stato di detenzione.

Yoon è accusato di aver cospirato con l’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun e altri per incitare un’insurrezione il 3 dicembre dichiarando uno stato di emergenza incostituzionale e illegale, nonostante l’assenza di segnali di guerra, conflitto armato o una crisi nazionale paragonabile.

E’ anche accusato di aver dispiegato i militari presso l’Assemblea nazionale, nel tentativo di impedire ai parlamentari di votare contro la dichiarazione di legge marziale.

Ancora, è sospettato di aver pianificato l’arresto e la detenzione di figure politiche di rilievo, tra cui il presidente dell’Assemblea nazionale Woo Won-shik e i leader dei partiti rivali, oltre a funzionari dell’autorità elettorale.

La mossa della procura arriva un giorno prima della fine del periodo di detenzione di Yoon, fermato dall’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto livello (CIO) il 15 gennaio e formalmente arrestato il 19 gennaio. Il CIO, che ha condotto l’indagine su Yoon, ha trasferito il caso alla procura la scorsa settimana, poiché l’agenzia non ha il mandato legale per incriminare un presidente.

Stamani i procuratori capo di tutto il paese si sono riuniti per discutere i prossimi passi nel caso di Yoon, senza aver avuto l’opportunità di interrogarlo direttamente. Un tribunale di Seoul ha respinto per due volte la richiesta di estensione di detenzione, per consentire un proseguimento delle indagini. L’incriminazione formale, quindi, serve anche a impedire che Yoon torni in libertà.

Il team della procura che indaga sul caso ha dichiarato di aver esaminato le prove e, sulla base di una revisione complessiva, ha stabilito che incriminare, come richiesto dal CIO, l’imputato è appropriato. I procuratori dovranno ora dimostrare la sua colpevolezza in tribunale, senza avere l’opportunità di interrogarlo direttamente. “La decisione del tribunale di negare due volte l’estensione del periodo di detenzione è difficile da comprendere, poiché ha impedito anche le più basilari indagini supplementari, come l’interrogatorio diretto dell’imputato”, ha dichiarato la procura. Nonostante tali difficoltà, i procuratori hanno dichiarato di aver incriminato Yoon esclusivamente per l’accusa di insurrezione, citando preoccupazioni sul fatto che potesse distruggere prove.

L’insurrezione è punibile con l’ergastolo o la pena di morte. Tuttavia, la Corea del Sud non esegue condanne a morte da decenni.

Parallelamente, Yoon affronta anche un processo di conferma di impeachment presso la Corte costituzionale. La destituzione è stata decisa dall’Assemblea nazionale, dovrà essere ora o confermata o respinta dalla massima istanza di giustizia costituzionale. Se dovesse essere confermata, entro 60 giorni dalla sentenza ci dovranno essere elezioni presidenziali. Se dovesse essere respinta, invece, a Yoon dovrebbero essere restituiti i poteri. La Corte ha fino a 180 giorni per decidere.

Tennis, Sinner il nuovo eroe dello sport italiano

Roma, 26 gen. (askanews) – Il Tennis italiano ha il suo eroe: Jannik Sinner. Primo italiano a vincere tre Slam, due Australian Open e gli Us Open al termine di un 2024 da favola, nato a Melbourne e tornato oggi a Melbourne. Con 19 titoli del circuito maggiore, tra i quali spiccano tre prove del Grande Slam, quattro tornei Masters 1000 e un ATP Finals, è il più vittorioso tennista italiano dell’era Open. Con la nazionale italiana ha conquistato la Coppa Davis nel 2023 e nel 2024.

Nato il 16 agosto 2001 a San Candido, un piccolo comune nel cuore delle Dolomiti, Sinner è diventato in breve tempo uno dei tennisti più promettenti del panorama mondiale, con un percorso che sembra destinato a riscrivere la storia del tennis. Fin da giovane, Jannik ha mostrato un talento straordinario per gli sport. Prima di dedicarsi al tennis, infatti, si è distinto anche nello sci alpino, sport che ha praticato sin da piccolo. Tuttavia, la sua passione per il tennis ha prevalso, e nel 2013 ha deciso di intraprendere la carriera agonistica, a soli 12 anni, con una decisione che si è rivelata cruciale per la sua carriera. Ha scalato rapidamente le classifiche junior, mettendo in evidenza le sue straordinarie doti fisiche, la sua tecnica raffinata e una mentalità vincente fuori dal comune. Nel 2018, a soli 17 anni, ha ottenuto il suo primo titolo a livello ATP, vincendo il torneo Challenger di Bergamo, un successo che lo ha catapultato definitivamente nel circuito professionistico. Il 2019 è stato l’anno che ha segnato la vera e propria ascesa di Sinner nel panorama tennistico internazionale. A soli 18 anni, ha disputato il suo primo torneo del Grande Slam agli Australian Open. Sinner ha iniziato a suscitare l’interesse dei media e degli addetti ai lavori, che lo vedevano come una delle giovani promesse più interessanti della sua generazione. Il suo vero salto di qualità è avvenuto nel 2020, quando ha vinto il suo primo titolo ATP 500 a Sofia, sconfiggendo in finale un avversario di grande calibro come David Goffin. Questo successo lo ha consacrato definitivamente come uno dei tennisti più promettenti del circuito, confermando la sua crescita esponenziale. Ma non è stato solo un singolo trionfo: Sinner ha continuato a farsi notare anche in altri tornei di grande livello, raggiungendo per la prima volta gli ottavi di finale a Roland Garros e ottenendo altri risultati importanti. Poi sono arrivate le vittorie di Washington (primo Atp 500), Toronto (primo 1.000), e ancora Miami nel 2022, Indian Wells nel 2023 terza vittoria in un Masters 1000, dimostrando che il suo gioco è in continua evoluzione. La stagione dei record si apre con il trionfo forse più importante: Jannik Sinner vince gli Australian Open rivelandosi al mondo, una volta per tutte, come il futuro del tennis assieme al suo rivale Carlitos Alcaraz. L’Italia aveva conquistato il suo unico Slam in Era Open con Adriano Panatta 48 anni fa al Roland Garros. L’altoatesino, guidato dal tandem Vagnozzi-Cahill, rimonta in finale Daniil Medvedev al quinto set dopo aver eliminato Djokovic e diventa re di Melbourne a soli 22 anni. L’incontenibile ragazzo di San Candido sbarca negli Stati Uniti per il Sunshine Double e, dopo aver perso in semifinale contro Alcaraz a Indian Wells (è il torneo in cui viene riscontrata la doppia positività al Clostebol per cui poi l’Itia l’ha giudicato innocente – ora si attende l’esito del ricorso della Wada), vince il terzo titolo dell’anno a Miami in finale contro Grigor Dimitrov. Nella stagione da autentico fenomeno, da alieno sul cemento, arriva anche il numero uno al mondo e il secondo titolo Slam di Sinner, agli US Open, perdendo solo due set nelle due settimane di Flushing Meadows e dominando in finale il beniamino di casa Fritz. E’ il primo tennista italiano a vincere il torneo maschile nella Grande Mela, il secondo in generale dopo Flavia Pennetta (2015). Arriverà poi la seconda coppa Davis ed il cammino verso gli Australian Open.

Tennis, rullo Sinner, Zverev annichilito in 2h45’

Roma, 26 gen. (askanews) – Sinner Rullo compressore. Un’autentica prova di forza quella messa in mostra quest’oggi dal tennista altoatesinoche ha dominato 6-3 7-6 6-3 un Alexander Zverev che lo ha messo in difficoltà soltanto nel secondo parziale. Jannik Sinner si è aggiudicato la finale con la calma del campione e la scioltezza del fuoriclasse. Era la terza finale Slam per entrambi: Sinner le ha vinte tutte, Zverev invece le ha perse e continua a rimanere a secco di trofei major. La differenza tra il numero uno e il numero due del mondo sta tutta qui. Il 27enne della Bassa Sassonia ha provato a logorarlo da fondo campo, ma il divario tecnico è stato davvero troppo grande. Il primo set si sblocca all’ottavo gioco. La sesta palla break del set è quella giusta per Sinner. Zverev annulla tre palle break ma sulla quarta (nata da un suo errore di rovescio) viene bucato da Sinner con un passante di dritto dopo una grande difesa. 5-3 e Sinner va per il set che chiude in 46′. Zverev paga il break subito nell’ottavo gioco, frutto di scelte sbagliate nel gioco a rete.

Il secondo parziale è lunghissimo: 1h12’e si chiude al tie break. Fantastico il 12esimo game: Tutto ruota attorno al quinto punto: Jannik sul 30-30 vince uno scambio di 21 colpi e dopo 80 metri percorsi gioca un passante con grande lucidità. Tiebreak decisivo nel secondo set. Decisivo nel tie break anche il net su un incrocio di Sinner che tocca la rete e mette fuori gioco Zverev aprendo le porte per il successo nel secondo parziale all’italiano. Nel terzo set Sinner subito 1-0. Un super passante di rovescio e un errore di Zverev chiudono il primo game del terzo set. Zverev resta a galla e Sinner ottiene due turni di battuta a zero (3-2 al quinto game per l’azzurro). Al sesto game arriva il break per l’azzurro che poi chiuderà 6-3 in 2 ore e 45 minuti. Al terzo major in carriera, Sinner diventa l’italiano con più Slam vinti nella storia: superato Nicola Pietrangeli.

Tennis, Jannik Sinner vince gli Australian Open

Roma, 26 gen. (askanews) – Jannik Sinner è campione degli Australian Open. A Melbourne l’azzurro ha battuto il tedesco Alexander Zverev 6-3, 7-6, 6-3. A 23 anni e 163 giorni Sinner conquista il suo terzo Slam dopo gli Australian Open e gli Us Open ed è il più giovane a vincere due Australian Open consecutivi da Jim Courier nel 1992-93. Jannik Sinner è il primo italiano nella storia a vincere tre Slam. Stacca così Nicola Pietrangeli ed è il quinto giocatore nella storia a vincere tre Slam consecutivi su cemento dopo Roger Federer, Novak Djokovic, Ivan
Lendl e John McEnro.

Giorno della Memoria, il Papa: orrore sterminio ebrei né dimenticato né negato

Milano, 26 gen. (askanews) – “L’orrore dello sterminio di milioni di ebrei non può essere né dimenticato né negato”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’Angelus, ricordato il Giorno della Memoria che si celebra domani. “Rinnovo il mio appello affinché tutti collaborino per debellare la piaga dell’antisemitismo, insieme a ogni forza di discriminazione e persecuzione religiosa. Costruiamo insieme un mondo più fraterno, più giusto, educando i giovani ad avere un cuore aperto a tutti nella logica della fraternità, del perdono e della pace”. Lo ha detto il Papa in occasione dell’Angelus alla vigilia del Giorno della Memoria.

A Milano le toghe protestano sulla scalinata del Palazzo di Giustizia

Milano, 25 gen. (askanews) – Toga addosso, coccarda tricolore al petto e copia della Costituzione in mano: sono un centinaio i magistrati del distretto giudiziario di Milano che si sono riuniti sulla scalinata principale del palazzo di Giustizia dando vita a un flash mob per protestare contro la riforma della giustizia e in particolare contro il progetto di separazione delle carriere nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Durante la protesta sono stati esposti due striscioni con frasi del padre costituente Piero Calamandrei. “In questa Costituzione (…) c’ dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa (…) non una carta morta (…) un testamento, un testamento di centomila morti. Dovunque morto un italiano per riscattare la libert e la dignit (…) l nata la nostra Costituzione”. E ancora: “Se volete andare in pellegrinaggio dove nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne, nei campi, dovunque morto un italiano per riscattare la nostra libert, perch l che nata questa nostra Costituzione”.

A dettare le linee guida della protesta stato il direttivo dell’Anm.

Israele: non abbiamo nessuna garanzia da Hamas sulla rapita Yehoud

Roma, 26 gen. (askanews) – Due alti funzionari israeliani hanno smentito le affermazioni di Hamas riguardo alla rapita civile Arbel Yehoud, affermando che non sono state fornite garanzie a Israele in merito alla sua sicurezza e al suo rilascio. Lo riferisce oggi Haaretz.

Secondo questi funzionari, finora non si è registrato alcun progresso negli sforzi per risolvere la crisi.

Funzionari di Hamas ieri hanno dichiarato di aver informato i mediatori che Yehoud è viva e di aver fornito garanzie sul fatto che verrà rilasciata il prossimo sabato.

Israele si attendeva la liberazione di Yehoud ieri, assieme alle quattro soldatesse liberate in cambio di circa 200 prigionieri palestinesi. Il mancato rilascio è stato denunciato da parte israeliana come una violazione dell’accordo di cessate il fuoco.

Trump: i profughi palestinesi? Li prendano Giordania ed Egitto

Roma, 26 gen. (askanews) – Il presidente Usa Donald TrumpTrump ha detto di aver detto al re Abdullah II di Giordania, durante una telefonata, che vuole che Giordania d Egitto accettino più palestinesi da Gaza. Lo riferisce il New York Times.

“Gli ho detto: ‘Mi piacerebbe che tu ne prendessi di più perché sto guardando l’intera Striscia di Gaza in questo momento, ed è un disastro'”, ha detto Trump ai giornalisti sull’Air Force One. Ha aggiunto che vorrebbe anche che l’Egitto accettasse più palestinesi e che avrebbe parlato con il presidente del paese Abdel Fattah al Sisi in una conversazione telefonica oggi.

Trump ha fatto le osservazioni sul volo che lo riportava a Washington dopo una manifestazione a Las Vegas ieri sera (orario locale).

Il Viminale: la nave Cassiopea verso l’Albania con 49 migranti

Milano, 26 gen. (askanews) – Dopo le operazioni di valutazione delle condizioni delle persone intercettate, sono 49 i cittadini stranieri imbarcati a bordo della nave Cassiopea per il trasferimento nei centri in Albania, dove saranno avviate le procedure di accoglienza, trattenimento e valutazione dei singoli casi. Lo fa sapere in una nota il Viminale.

“Un dato significativo riguarda 53 ulteriori migranti che hanno presentato spontaneamente il proprio passaporto per evitare il trasferimento: una circostanza di particolare rilievo, in quanto consente di attivare le procedure di verifica delle posizioni individuali in tempi più rapidi anche a prescindere del trattenimento, aumentando le possibilità di procedere con i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere in UE”, viene evidenziato nella nota.

Viminale: nave Cassiopea verso l’Albania con 49 migranti

Milano, 26 gen. (askanews) – Sono 49 i cittadini stranieri imbarcati a bordo della nave Cassiopea per il trasferimento nei centri in Albania, dove saranno avviate le procedure di accoglienza, trattenimento e valutazione dei singoli casi. Lo fa sapere in una nota il Viminale dopo le operazioni di valutazione delle condizioni delle persone intercettate.

“Un dato significativo riguarda 53 ulteriori migranti che hanno presentato spontaneamente il proprio passaporto per evitare il trasferimento: una circostanza di particolare rilievo, in quanto consente di attivare le procedure di verifica delle posizioni individuali in tempi più rapidi anche a prescindere del trattenimento, aumentando le possibilità di procedere con i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere in UE”, viene evidenziato nella nota.

Bollette, Trustpilot: 26% in mercato libero, recensioni essenziali

Milano, 26 gen. (askanews) – Solo il 26% degli italiani si è informato sul mercato libero dell’energia e ha cambiato fornitore. Secondo i risultati di una ricerca condotta da Trustpilot, piattaforma globale di recensioni dei consumatori, l’87% degli italiani è consapevole dei cambiamenti normativi dovuti al passaggio al mercato libero, ma appena il 26% dichiara di essersi informato meglio e aver effettivamente cambiato fornitore. La maggior parte dei consumatori, il 45%, ha raccolto maggiori informazioni, ma ha deciso comunque di mantenere il proprio operatore.

L’analisi mette in luce che quando si tratta di scegliere un fornitore, il prezzo competitivo è il fattore determinante per il 71% degli intervistati, seguito dall’affidabilità del servizio (42%) e dalla qualità del servizio clienti (20%). A proposito di prezzi, il 74% degli intervistati li confronta nel tempo.

Più di 1 italiano su 2, invece, legge le recensioni per scegliere un nuovo fornitore. Tra gli intervistati che hanno cambiato fornitore di elettricità, gas e servizi negli ultimi 12 mesi, infatti, il 49% afferma che le recensioni lette online hanno influenzato la propria decisione.

“Le recensioni online rappresentano uno strumento fondamentale per rafforzare la trasparenza e la fiducia tra consumatori e aziende”, ha commentato Nicoletta Besio, Country General Manager Italy di Trustpilot. “Il nostro obiettivo è offrire una piattaforma aperta e indipendente, dove gli utenti possano condividere le proprie esperienze e aiutare gli altri a compiere scelte informate. In un mercato energetico sempre più competitivo, la fiducia è la chiave per costruire relazioni durature e di valore e le recensioni sono sicuramente una risorsa preziosa per verificare l’affidabilità dei fornitori e identificare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze”.

Papa: male ha giorni contati, guerra e morte non avranno ultima parola

Milano, 26 gen. (askanews) – “Fratelli e sorelle, il male ha i giorni contati: il futuro è di Dio”, ma “la salvezza che ci dona non è ancora attuata pienamente”, anche se “guerre, ingiustizie, dolore, morte non avranno l’ultima parola: il Vangelo è parola viva e certa che non delude mai”. Lo ha detto Papa Francesco che stamattina ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro in occasione della Domenica della Parola di Dio e del Giubileo del Mondo della Comunicazione.

Anno Giudiziario, a Roma parla Mantovano e magistrati lasciano l’aula

Roma, 25 gen. (askanews) – Quasi tutti i magistrati presenti nell’Aula magna della corte d’appello della Capitale hanno lasciato il salone appena dopo che il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, ha preso la parola per il suo intervento in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario.

“Il gesto degli esponenti della magistratura associata di lasciare l’aula al momento dell’intervento del rappresentante del governo impegnativo, ed carico di significato. Non originale: stata una forma di protesta sperimentata una ventina di anni fa in occasione di altre leggi, quella volta ordinarie, di riforma della giustizia. In pi, quest’anno ci sono i cartelli. Bench ripetuta, per non pu lasciare indifferenti”, ha poi commentato Mantovano nel corso del suo intervento.

Ucraina, Shevchenko: mondo faccia pressioni sulla Russia, fase delicata

Milano, 26 gen. (askanews) – “La verità è che il mondo intero può agevolare la fine della guerra mettendo più pressione alla Russia. Troppo spesso ci si dimentica che noi in questa situazione ci siamo trovati. Aggrediti”. Lo ha detto Andriy Shevchenko, ex campione del Milan e pallone d’oro nel 2004, in una intervista a La Stampa. “Possiamo solo continuare a combattere e cercare sostegno. Molte cose si stanno muovendo proprio in questi giorni, c’è un nuovo presidente americano e sappiamo che sta spingendo per mettere una fine a questo massacro”, ha aggiunto.

“Restiamo in ascolto, di certo vogliamo essere al tavolo di ogni singola trattativa. Dobbiamo essere presenti, perché si tratta di noi. Sappiamo che molti Paesi hanno intenzione di aiutarci e che ora è una fase delicata. All’Ucraina mancano tante cose ma non la pazienza, siamo diventati bravissimi a non farci divorare dall’ansia”, ha sottolineato il campione.

Alla domanda se Donald Trump continuerà ad assicurare il suo sostegno, Shevchenko ha risposto: “Il nostro compito è dare attenzione, trovare soluzioni, ognuno nel proprio merito. Io posso mettere pressione. Lo sport può riuscirci perché non è fuori dalla politica ne è un parte integrante”.

I magistrati protestano a Genova al grido di: “Viva la Costituzione”

Genova, 25 gen. (askanews) – Anche a Genova andata in scena la protesta di giudici e pubblici ministeri contro la separazione delle carriere durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Oltre 100 magistrati hanno abbandonato l’aula quando ha preso la parola il rappresentante del governo e, sfilando con la Costituzione in mano e una coccarda tricolore attaccata sulla toga, si sono spostati sulla scalinata all’ingresso del palazzo di giustizia al grido di Viva la Costituzione.

Il procuratore capo di Genova, Nicola Piacente, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario nel capoluogo ligure, ha commentato: “Ritengo doveroso precisare che se avessi avuto un ruolo diverso da quello che ricopro attualmente avrei partecipato anch’io a questa manifestazione simbolica. Ritengo doveroso rimanere sia per il ruolo istituzionale che ricopro ma anche perch anche la mia permanenza nell’aula ha un valore simbolico: una forma di rispetto nei confronti di tutte le istituzioni presenti ma soprattutto un messaggio nei confronti di tutte le istituzioni perch rimanga comunque un canale di dialogo e di comunicazione tra magistratura, governo e Parlamento”, ha affermato.

“Noi ci rendiamo perfettamente conto – ha aggiunto Piacente – di essere soggetti soltanto alla legge e ci rendiamo per conto che le esigenze di giustizia dei cittadini vanno al di l della separazione delle carriere, impongono interventi pi urgenti rispetto alla separazione delle carriere. Questo – ha concluso il procuratore capo di Genova – riguarda ad esempio la soluzione del problema della durata dei processi penali e anche dei processi civili, riguarda il potenziamento delle risorse perch tutti noi possiamo compiere fino in fondo il nostro dovere e riguarda soprattutto il rispetto di un principio fondamentale della Costituzione: l’uguaglianza dei cittadini viene garantita attraverso l’indipendenza dei magistrati tutti, pubblici ministeri e giudici”, ha aggiunto.

Giudici e pm sono poi rientrati in aula dopo circa 20 minuti al termine dell’intervento del rappresentante del governo.

La svolta di Franceschini: perché non andare fino in fondo?

Franceschini nei momenti cruciali offre di sé l’aspetto più sorprendente. Nessuno avrebbe immaginato, ad esempio, che il suo sostegno alle primarie potesse andare ad Elly Schlein. Più di altri riesce a cogliere l’urgenza e la misura di un revirement politico. All’obiezione di chi rileva in questa propensione un fondo di insensibilità o peggio d’incoerenza, giova ricordare il debito accumulato dall’ex ministro nel suo formarsi come quadro e dirigente dentro l’esperienza della sinistra dc degli anni ‘80 e ‘90. In quel contesto, decisivo per la crescita di un giovane impegnato nel partito, la modernità della politica passava per il rifiuto delle ideologie. Tanto è valso quel rifiuto, in origine pensato come uscita dal dogmatismo comunista e dall’integralismo cattolico, che niente più ha impedito di farne poi l’innesco di un pragmatismo adattivo. La generazione di Franceschini è quella che si libera dei miti – il ‘68 non dice più nulla – e prende confidenza con le armi del realismo.

Ed ecco il messaggio, con la parola chiave appena evocata,  che campeggia nell’intervista a Repubblica: “Serve realismo”, dice Franceschini. Un sano realismo, in verità, che porta al cuore della questione: “I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà, da quella fusione è già nato il Pd. E nemmeno l’Unione del secondo Prodi, con le sue 300 pagine di programma assemblato a tavolino prima delle elezioni. I partiti di opposizione vadano al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale. È sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali per battere i candidati della destra”.

È una proposta convincente? A sinistra se ne teme la spericolatezza, specie per quelle aperture al centro che investono o potrebbero investire addirittura Forza Italia. Ebbene, Franceschini invita a cambiare registro e poco importa se ciò contrasta con le formule ossidate del recente passato. Tuttavia, in questa nuova cornice nemmeno lui ha il coraggio di rimettere in discussione l’esistenza del Pd, ovvero del partito, il suo, che nasce e opera proprio nella logica del bipolarismo della seconda repubblica. Non si capisce perché il discorso debba rimanere tronco, con un cambiamento “di sistema” adombrato come inevitabile e che però, in aperta contraddizione, si arresta subito appresso di fronte agli attori materiali di tale “sistema”. Secondo Franceschini, infatti, i cattolici democratici, memori di Zaccagnini e Granelli – però quest’ultimo, avendo persino resistito allo scioglimento del Ppi, che c’entra? – non hanno motivo di archiviare il loro impegno nel Pd.

È una tesi discutibile. I processi, quando cambia tutto, non sono regolabili a piacere. Si apre una fase nuova e difficilmente il “partito unico dei riformisti” (Pd) potrà evitarne gli effetti, specie per quel che riguarda la rianimazione di una politica bisognosa di ideali e di valori, quindi rispettosa delle identità. Con misura, ovviamente. Il concetto del limite, fondamento filosofico del cattolicesimo politico, potrà fare argine a controspinte eccessive. La speranza è che entri più nel vivo il discorso sulla formazione di un partito-cerniera, forte della sua visione, in grado di garantire progresso e solidarietà.

Oltre le polarizzazioni, uno spazio di innovazione e sintesi.

Il Centro non è semplicemente una posizione politica, ma un progetto di responsabilità condivisa, il punto di equilibrio tra le diverse anime della società. È una visione che mira a superare le polarizzazioni per concentrarsi su soluzioni concrete, capaci di rispondere ai bisogni reali delle persone. Una politica centrista non si limita a mediare, ma si propone di guidare i processi politici con lungimiranza e coerenza, ascoltando le esigenze della comunità e traducendole in proposte innovative ed inclusive.

La forza del Centro risiede infatti nella sua capacità di essere il luogo della sintesi, dove idee diverse si incontrano e si trasformano in azioni finalizzati alla costruzione del bene comune. È una politica che si assume la responsabilità di tutelare i più fragili senza rinunciare a promuovere il merito e l’iniziativa individuale. Questa è la sua vera sfida: mantenere l’equilibrio tra giustizia sociale e sviluppo economico, tra solidarietà e libertà.

Ma il Centro non si costruisce da solo. Oggi, più che mai, è necessario che ciascun cittadino diventi protagonista di questo percorso, contribuendo a plasmare una politica che non si limiti a gestire l’esistente, ma che sappia tracciare una visione ambiziosa per il futuro. Non si tratta solo di scegliere il Centro al momento del voto, ma di lavorare per costruirlo giorno per giorno, facendo sentire la propria voce e mettendo al centro i valori della comunità. Questa non è una sfida riservata ai partiti o alle istituzioni: è una chiamata rivolta a chiunque creda che il cambiamento debba partire dal basso, dalle persone. È un’opportunità concreta per abbandonare la logica delle promesse irrealizzabili e impegnarsi in una politica che metta al primo posto il merito, il pragmatismo e la capacità di ascolto.

Oggi il Centro rappresenta non solo una scelta politica, ma una risposta alle domande più urgenti del nostro tempo. È il luogo dove si costruisce il futuro con responsabilità e coraggio, dove ogni cittadino può contribuire a disegnare un’Italia capace di unire, crescere e guardare lontano.

In conclusione, il Centro rappresenta il luogo dove si incontrano la concretezza delle soluzioni e la visione di un futuro migliore. È lo spazio politico in cui le aspirazioni delle persone diventano il motore del cambiamento, dove il dialogo sostituisce lo scontro e la partecipazione sostanzia la democrazia. Scegliere e costruire il Centro significa, infine, credere in una politica che non solo guarda al presente, ma che progetta un domani in cui ogni cittadino possa riconoscersi e trovare il proprio spazio e il proprio ruolo.

Mediobanca e Generali, il bottino di caccia che vuole la Meloni.

La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sorprende tutti e si cala nei panni del banchiere, mettendo il suo sigillo sulla scalata ostile a Mediobanca orchestrata da MPS, di cui il Tesoro è azionista di maggioranza. Una operazione che mira, in ultima analisi, al controllo di Generali, la più grande compagnia assicurativa del Paese. Una mossa che segna un cambio di passo e sembra ribaltare l’immagine di Meloni, da sempre critica nei confronti dei poteri forti e delle banche, simboli del sistema contro cui ha costruito parte del suo consenso elettorale.

In questa nuova veste, Meloni schiera il suo Governo in una operazione finanziaria ambiziosa e rischiosa, basata su intrecci di controllo e sull’uso delle DTA (Deferred Tax Assets), una eredità  fiscale di cui MPS è ricca grazie agli anni in cui le sue perdite sono state coperte dai contribuenti. Le DTA permetterebbero al nuovo gruppo di beneficiare di significativi vantaggi fiscali, azzerando di fatto il carico fiscale che Mediobanca oggi sostiene. Un meccanismo legittimo, certo, ma che risulta paradossale considerando che tutto nasce da decisioni prese dallo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).

Ad alzare la voce è Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa, che non esita a definire questa mossa “una ingerenza negli equilibri di mercato”. “Meloni – sottolinea Della Vedova – ha già espresso il suo assenso all’operazione, prima ancora che il mercato possa valutare la congruità dei valori in gioco e delle strategie industriali”. E aggiunge: “Il suo intervento getta ombre sulla questione del Golden Power, già  minacciato contro UniCredit nella scalata a BPM, attuale partner del MEF nell’operazione Mediobanca. Meloni, arbitro e giocatore della finanza italiana, esercita un ruolo che non le spetta”.

Il deputato di Pi§ Europa chiude con un affondo: “Il Governo dovrebbe prima privatizzare definitivamente MPS, restituendo al mercato il suo ruolo. Se l’operazione dovesse essere bocciata dagli investitori, cosa farà Meloni? Chiederà  le dimissioni del ministro Giorgetti?”.

Insomma, una partita che si gioca tra i palazzi della politica e quelli della finanza, ma le cui ripercussioni potrebbero segnare il futuro degli equilibri economici del Paese.

La nuova Yalta: Trump e Putin ambiscono a ridisegnare l’ordine mondiale.

Com’era facilmente prevedibile, l’inaugurazione della presidenza americana di Donald Trump ha suscitato in Russia un’ondata d’entusiasmo, al di là delle minacce di “nuove sanzioni” a Mosca se non smetterà di fare la guerra in Ucraina, che dal Cremlino sono state declassate subito a “ordinaria amministrazione”, ricordando che a Trump “piacciono questi metodi” fin dal suo primo mandato. I toni decisamente in stile putiniano del primo discorso ufficiale del vecchio neo-presidente erano attesi per declamare al mondo intero i principi del sovranismo contro la globalizzazione, della difesa della propria identità contro le invasioni straniere, della missione universale del popolo americano per la salvezza del mondo, gli stessi e identici contenuti dell’ideologia del “mondo russo” nella sua versione speculare del “mondo americano”.

Un apprezzamento particolare hanno meritato per i russi le parole di Donald il Terribile sull’esistenza di “soltanto due sessi, il maschile e il femminile”, uno dei punti qualificanti della “difesa dei valori tradizionali” che ha motivato la stessa invasione dell’Ucraina: “altrimenti ci costringeranno ad andare alle parate gay”, disse il patriarca di Mosca Kirill una settimana dopo l’ingresso delle truppe russe alla conquista di Kiev. Un suo fido collaboratore, il capo del dipartimento sinodale del patriarcato Vakhtang Kipšidze, ha parlato di “arrivo degli Usa nello spazio dei valori tradizionali, almeno a parole, diventando un grande ambito di concorrenza” in cui la Russia si impegna ad agire con convinzione, ritenendo che sia “il più grande colpo contro i globalisti negli ultimi trent’anni”.

Un’altra affermazione di Trump ha invece indispettito i russi, quando il presidente americano ha parlato del “ruolo ausiliario” dell’Urss nella seconda guerra mondiale, vantandosi della vittoria ottenuta dall’esercito americano e britannico. Per i russi la Vittoria è da ascriversi soltanto alle truppe staliniane, e semmai furono gli occidentali a fornire un aiuto secondario con gli sbarchi in Normandia e Sicilia. In ogni caso Putin ha invitato Trump a recarsi a Mosca il 9 maggio ai festeggiamenti degli ottant’anni dalla grande Vittoria, dove lo zar intende celebrare anche il successo dell’operazione speciale in Ucraina grazie alle trattative di pace, che verranno effettuate con gli americani “in pari dignità e rispetto”, cioè sacrificando l’Ucraina sull’altare del Cremlino.

Il portavoce Dmitrij Peskov ha ricordato che tra America ed Europa “si distende l’oceano, e così era anche ai tempi della guerra”, e la grande scena bellica con “decine di milioni di vittime si svolgeva sul continente opposto all’America”. La divisione dei campi e dei ruoli è uno dei principi fondamentali del nuovo ordine mondiale sognato da Putin, quello “multipolare” che vede la Russia come unico vero cardine di tutte le relazioni (essendo l’Eurasia a confinare con la Cina e ad affacciarsi sull’America dall’estremo Oriente). E la memoria delle guerre novecentesche descrive il quadro attuale in modo molto più efficace di qualunque altra dimensione geografica o digitale, essendo di fatto una proiezione spirituale, più che una realtà politica o economica.

Il sogno di una “nuova Yalta”, con la divisione del mondo tra Oriente e Occidente, con la presidenza di Trump sta cominciando a prendere corpo, come si deduce anche dalle affermazioni dell’imperatore di Washington al Forum economico mondiale di Davos, in cui è stato proclamato che “il lavoro per una regolazione pacifica del conflitto bellico tra Russia e Ucraina è già iniziato”. Trump ha anche osservato che i prezzi del petrolio sono ancora troppo alti, permettendo alla Russia di finanziare la guerra, invitando i principali produttori come l’Arabia Saudita e i Paesi dell’Opec ad aumentare la produzione per far scendere i prezzi, in modo da far cessare i conflitti. Attualmente il petrolio rimane a 80 dollari al barile, e nonostante i tetti e le limitazioni imposte, la Russia continua ad alimentare la sua economia bellica anche tramite la “flotta ombra” e il mercato alternativo, che hanno reso finora le sanzioni piuttosto inefficaci. Durante il discorso di Trump, il prezzo è sceso già di circa un dollaro, ma ci vuole ben altro per mettere davvero in ginocchio l’economia russa.

Il presidente americano ha messo molto in evidenza le relazioni tra Washington e Riad, che prevede di investire negli Usa circa 600 miliardi di dollari, anche se nella visione di Trump “questa cifra dovrà essere arrotondata fino a 1000, perché gli americani sono stati molto comprensivi con l’Arabia Saudita”. Sono discorsi coerenti con la nuova “guerra fredda”, che sembrano minacciare Mosca, ma in realtà riconoscono ai russi un ruolo determinante nella suddivisione delle sfere mondiali d’influenza. Naturalmente, Trump ha ribadito che intende incontrare Vladimir Putin “a breve termine”, il vertice decisivo che tutti attendono da mesi, e che sembra ormai vicino alla realizzazione.

Dal Cremlino fanno sapere che intanto si prevede un’intervista di Putin al blogger 42enne Lex Fridman, uno dei più popolari al mondo sui canali YouTube. Fridman è un ebreo di etnia ucraina, nato nel Tagikistan sovietico col nome di Aleksej Fedotov, cresciuto a Mosca dove ha compiuto gli studi e figlio di un famoso fisico di Kiev, Aleksandr Fridman, in seguito trasferitosi negli Usa a Filadelfia e diventato direttore dell’Istituto del plasma all’università Drechsel. Tra i suoi ospiti si ricordano Elon Musk, lo stesso Trump, Benjamin Netanyahu, l’argentino Javier Milei (che ha esultato per il “fronte sovranista mondiale” che si sta creando intorno a Trump), Volodymyr Zelenskyj e molte altre personalità di primo piano della politica e dell’economia internazionale, a cui manca soltanto Putin per finire la rassegna, e fornire le necessarie risposte agli inviti e alle provocazioni di Trump.

Nel frattempo i russi si attrezzano per sfruttare i prossimi appuntamenti elettorali, anzitutto il voto in Bielorussia che confermerà l’eterna presidenza di Aleksandr Lukašenko, la cui missione iniziata nel 1994 dovrà concludersi per il Cremlino con la definitiva proclamazione dello Stato Unitario di Mosca e Minsk, a cui prima o poi s’intende annettere anche Kiev. Molto ghiotta è l’occasione di interferenza con il voto in Germania del prossimo 23 febbraio, dove la dezinformatsija russa si sta attivando al massimo livello, con una raffica di post su X per accusare i Verdi dei problemi economici tedeschi, criticando il cancelliere uscente Olaf Scholz per il suo sostegno all’Ucraina. La campagna di guerra ibrida russa Doppelgänger, già denunciata dalle autorità tedesche, statunitensi e francesi, si sta orientando sempre più a sostegno del partito di estrema destra Alternative für Deutschland e contro i partiti tradizionali tedeschi, per ottenere un altro pilastro del sovranismo putiniano anche nel cuore dell’Europa. Un ruolo cruciale è affidato all’ex-vicesceriffo americano John Mark Dougan, fuggito dagli Stati Uniti e divenuto propagandista del Cremlino, che coordina una rete di 102 siti in lingua tedesca che amplificano le narrazioni filorusse a un mese dalle elezioni.

 

[Articolo firmato da Stefano Caprio]

 

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Giustizia, La Russa: il conflitto controproducente, serve confronto

Milano, 25 gen. (askanews) – “Il modo per affrontare i temi che anche oggi sono stati sollevati non pu che essere quello del confronto e della concordia, senza che si arrivi a un conflitto perch sarebbe controproducente per tutti, soprattutto per i cittadini. Le posizioni possono anche essere diverse e divergenti ma devono trovare una sintesi in un confronto serio. E poi perch tutto sia nell’alveo della Costituzione nessuno pu arrogarsi il diritto di cancellare quelle che sono le decisioni che prende il Parlamento ma deve prenderle avendo capacit di ascolto e di confronto”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, parlando con i cronisti al termine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano, parlando della protesta dei magistrati contro la riforma che introduce la separazione delle carriere.

Giustizia, Spataro: giusto protestare se il governo alza muri

Milano, 25 gen. (askanews) – “Quando si mettono in campo proposte di riforma che vanno a ledere gli equilibri della nostra Costituzione e i principi su cui si fonda la democrazia italiana bisogna che la magistratura reagisca, con dignit, con coerenza. Non si pu dialogare con chi mette un muro”. Lo ha detto l’ex procuratore di Torino (ora in pensione) Armando Spataro, commentando le iniziative di protesta dei magistrati milanesi che durante la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario hanno abbandonato l’aula magna quando la parola andata alla rappresentante del ministero Monica Sarti.

“In questo caso la Costituzione la strada maestra, va difesa – ha puntualizzato Spataro -. Bisogna manifestare nonostante qualcuno sostenga che i magistrati non devono farlo perch questa un’invasione del potere legislativo ed esecutivo. Addirittura c’ chi dice che i magistrati non possono neppure intepretare le leggi: non cos. Sono felice che magistrati milanesi abbiano reagito compattamente”.

Marea di magistrati nell’atrio: protesta contro la riforma a Milano

Milano, 25 gen. (askanews) – Sono una marea i magistrati del distretto giudiziario di Milano che hanno aderito alla protesta lanciata dall’Anm contro la riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere. La protesta, come da programma, scattata non appena Monica Sarti, capo dell’Ispettorato generale del Ministero della Giustizia, salita sul palco dell’Aula Magna per il suo intervento istituzionale in occasione dell’inizio dell’anno giudiziario. Le toghe hanno abbandonato l’aula, riversandosi nell’atrio centrale del Palazzo di Giustizia con una coccarda tricolore al petto e una copia della Costituzione in mano.

Claudio Gittardi, procuratore di Monza: “L’unicit nella giurisdizione un valore fondamentale e una garanzia per la stessa democrazia. Questo il nostro impegno, perch quei valori della Costituzione determinano l’assetto del nostro Stato, la democraticit e la tutela dei diritti, anche dei soggetti pi deboli”, ha spiegato. “La tutela che dobbiamo realizzare dobbiamo spiegarla alla collettivit”, ha sottolineato.

Seconda Edizione del Premio “Valore Coraggio”

Roma, 25 gen. – La Sala della Protomoteca del Comune di Roma Capitale, ha ospitato la seconda edizione del Premio Valore Coraggio. Un premio che d voce e luce a chi altrimenti resterebbe nel silenzio e luce a chi resterebbe nel buio dell’indifferenza, ideato da Anna Rita Cammerata e promosso dalla Fondazione Italia Sostenibile di Sergio Marini.

Un evento che sin dalla sua prima edizione, svoltasi il 12 gennaio 2023, ha gi lasciato un segno nella storia culturale, sociale e solidale del nostro Paese, celebrando il coraggio in tutte le sue forme con il patrocinio del Comune di Roma, della Regione Lazio, del Senato della Repubblica, del Club per Unesco di Roma, oltre al sostegno di prestigiose istituzioni ed enti.

Il Premio “Valore Coraggio” nasce nella mente dell’ideatrice con lo scopo di premiare chi si distingue per azioni meritorie, spesso lontane dai riflettori, e chi con umilt e dedizione traccia solchi destinati a durare nel tempo. Un riconoscimento che celebra il Coraggio come espressione di solidariet, passione e impegno verso gli altri e Valore come finalit unica dell’essere umano che, paradossalmente, nel mostrarlo non si aspetta riconoscimenti; il tutto ben lontano dai valori effimeri dei nostri tempi. Un binomio senza la congiunzione per un’accezione nuova e diversa dal significato dei due termini in solitaria.

Anna Rita Cammerata sogna, come molti, un mondo perfetto dove la giustizia giusta abbia la meglio, un’Umanit riconosciuta e celebrata per i meriti e non per le dinamiche della societ di oggi, persone il cui agire faccia la differenza; un’utopia che almeno nel Riconoscimento del Premio “Valore Coraggio” prende vita e si consolida dando l’Esempio. Il Sogno della Cammerata lo si ritrova nelle sue parole: “se anche una sola persona vorr seguire l’impronta di chi nella vita ha deciso di fare la differenza in meglio, quell’impronta non sar stata lasciata invano “

La II Edizione del Premio, ha visto protagonisti personaggi illustri, associazioni, gruppi e cittadini comuni provenienti da tutto il mondo. Seguendo la tradizione inaugurata con la premiazione di Sua Santit Papa Francesco nella prima edizione, saranno riconosciuti coloro che, con le loro azioni, hanno incarnato i valori di coraggio, umanit e altruismo.

La serata e’ stata condotta della giornalista Roberta Ammendola con la partecipazione straordinaria di Agostino Penna. La madrina dell’evento la regista Kathrina Miccio.

I premiati e i premianti di quest’anno sono stati: Il regista PUPI AVATI, motivazione “insegnare ai giovani il coraggio di vivere” Premiato da Williams Di Liberatore, Vice Direttore Prime Time Rai. La cantante internazionale NOA, motivazione “messaggio contro la guerra, da sempre impegnata sui temi di pace tra Palestina e Israele”. Premiata da Eleonora Daniele, conduttrice di Storie Italiane RaiUno. L’attrice e conduttrice televisiva BARBARA DE ROSSI, motivazione “contro la violenza sulle donne”. Premiata da Svetlana Celli, Presidente dell’Assemblea Capitolina di Roma Capitale ed in rappresentanza del Sindaco Gualtieri. Il conduttore televisivo GABRIELE CORSI, motivazione “sulla salute mentale”. Premiato dal Prof. Emanuele Caroppo psichiatra responsabile ASL Roma2 della Comunit Mario Gozzano. La giornalista GIOVANNA BOTTERI. Premiata da Gianni Todini, Direttore dell’agenzia stampa nazionale AskaNews. RODOLFO E FILIPPO LAGAN con motivazione “l’arte che salva”. Campione Paralimpico RIGIVAN GANESHAMOORTHY, motivazione “lo sport, oltre le barriere”. Premiato dal Presidente della Federazione Italiana Sport Paralimpici e sperimentali, Sandrino Porru. Gli eroi della nostra vita quotidiana” come i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile. Premiati dall’On. Luisa Reggimenti, Assessore regionale della Regione Lazio I medici che si sono distinti per il loro impegno straordinario”, assegnato alla Dott.ssa ELISA FANTE e l’infermiera SIMONA ABATE. Premiate come categoria dalla Direttrice Sanitaria del Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma.

Inoltre, sono stati assegnati, alcuni riconoscimenti speciali “Premio Valore Coraggio” a opere e realt di eccellenza, tra cui il corto “Cosa resta”, vincitore del premio Flaminio Film Festival, l’Azienda virtuosa Mignano Vincenzo della SGM Energy societa’ benefit, simbolo di impegno e qualit, il Prof. Pietro Campiglia per le scoperte scientifiche di importanza mondiale, Sarah Ferguson.

Presente anche la produttrice e direttrice artistica Numa Palmer, definita anche come la Cantante del Self Empowerment (potere dell’autorealizzazione) che ha dedicato all’evento il suo brano ” Il coraggio delle idee ” e portato la sua testimonianza di vita.

La serata, che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle pi alte istituzioni internazionali, sar arricchita da momenti di spettacolo e interventi legati al senso profondo del Premio, celebrando non solo il coraggio individuale, ma anche il valore universale dell’altruismo e della solidariet.

Il Premio “Valore Coraggio” si conferma cos come una straordinaria occasione per riflettere sulle virt che rendono migliore il nostro mondo, dando il giusto riconoscimento a chi agisce con cuore, passione e generosit.

Il Papa ai giornalisti: “Comunicare saggezza, basta che siate veri”

Roma, 25 gen. (askanews) – “La comunicazione non solo l’uscita ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare una grande saggezza, io sono contento per questo Giubileo dei comunicatori. Il vostro lavoro un lavoro che costruisce la societ, costruisce la Chiesa, fa andare avanti tutti. A patto che sia vero. Padre ‘io sempre dico le cose vere!’. ‘Ma tu sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu? Interiormente sei vero?'”: lo ha detto Papa Francesco parlando nell’Aula Paolo VI con i partecipanti al Giubileo della Comunicazione.

” una prova molto grande. Comunicare quello che fa Dio con il figlio e la comunicazione di Dio con il figlio e lo Spirito Santo. Comunicare una cosa divina , grazie per quello che fate, grazie tante”, ha concluso il papa.

Risultati e classifica serie A, Napoli sempre più primo

Roma, 25 gen. (askanews) – Questo il programma e i risultati della ventiduesima giornata di serie A dopo Napoli-Juventus 2-1

22esima giornata Torino-Cagliari 2-0, Como-Atalanta 1-2, Napoli-Juventus 2-1, ore 20.45 Empoli-Bologna, Domenica 26/01 ore 12.30 Milan-Parma, ore 15.00 Udinese-Roma, ore 18.00 Lecce-Inter, ore 20.45 Lazio-Fiorentina, Lunedì 27/01 ore 18.30 Venezia-Hellas Verona, ore 20.45 Genoa-Monza

Classifica: Napoli 53, Inter* 47, Atalanta 46, Lazio 39, Juventus 37, Bologna, Fiorentina* 33, Milan* 31, Roma 27, Udinese, Torino 26, Genoa 23, Como 22, Cagliari 21, Empoli, Lecce, Parma 20, Verona 19, Venezia 15, Monza 13. * una partita in meno

23esima giornata Venerdì 31/01/2025 ore 20.45 Parma-Lecce, Sabato 01/02/2025 ore 15.00 Monza-Hellas Verona, Udinese-Venezia, ore 18.00 Atalanta-Torino, ore 20.45 Bologna-Como, Domenica 02/02/2025 ore 12.30 Juventus-Empoli, ore 15.00 Fiorentina-Genoa, ore 18.00 Milan-Inter, ore 20.45 Roma-Napoli, Lunedì 03/02/2025 ore 20.45 Cagliari-Lazio

A Napoli Nordio apre l’anno giudiziario tra protesta toghe e applausi

Napoli, 25 gen. (askanews) – Ad accogliere il ministro della Giustizia Carlo Nordio a Napoli per l’inaugurazione dell’anno giudiziario le proteste dei togati dell’Anm contro la separazione delle carriere, ma anche applausi.

In mattinata le toghe si sono radunate all’esterno della sede del vecchio tribunale del capoluogo campano per manifestare il proprio dissenso dopo il primo ok della Camera (il 16 gennaio) alla riforma Costituzionale della Giustizia. Sul petto una coccarda tricolore, in mano una copia della Costituzione e un cartello con una frase di Piero Calamandrei. Poi dentro l’aula le copie della Costituzione ben in vista durante l’inno d’Italia.

Non appena il ministro ha iniziato il suo intervento, le toghe hanno lasciato il salone dei Busti in segno di protesta.

“La seconda, un po’ pi dolorosa, che qualcuno possa pensa che questa riforma sia punitiva per la magistratura. Guardate… tutte le opinioni sono benvenute, tutte le manifestazioni di dissenso, vi ringrazio per una manifestazione estremamente composta, il dissenso il sale della democrazia”, ha sottolineato Nordio.

Eppure, tra i presenti, c’ stato chi ha applaudito sonoramente il ministro. Un consenso espresso soprattutto dagli avvocati e dal pubblico che ha affollato l’immenso salone.

Nella conferenza stampa convocata al termine della cerimonia la giunta distrettuale Anm di Napoli ha evidenziato che “oltre 400 magistrati, tra loro anche alcuni pensionati, hanno preso parte alla protesta”.

Meloni vedrà Santanchè: valuteremo, sulle dimissioni non ho idee chiare

Gedda, 25 gen. (askanews) – “Incontrerò Daniela Santanchè, va fatta una valutazione ma ancora non ho le idee chiare”. Dopo giorni di silenzio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni interviene sul caso di Daniela Santanchè, la ministra del Turismo rinviata a giudizio nel procedimento su Visibilia, di cui le opposizioni chiedono le dimissioni (con il M5s che ha presentato una mozione di sfiducia).

Nei giorni scorsi, a Santanchè erano arrivate ben poche dichiarazioni di sostegno da Fdi – il suo partito – e anche da Meloni oggi non si è sentita una difesa a spada tratta. “Non c’è nessun braccio di ferro, nessun imbarazzo”, ha assicurato la premier a Gedda, in Arabia Saudita, a margine della sua visita alla nave Amerigo Vespucci. Ma lunedì arriverà proprio Santanchè, per visitare il “Villaggio Italia”, e i programmi sarebbero stati organizzati proprio per evitare l’imbarazzo di un “incrocio” con foto di rito. Comunque, ha assicurato la premier, “incontrerò Daniela” e se il faccia a faccia non è ancora avvenuto, ha garantito, è solo per gli impegni che l’hanno fatta concentrare su altre “priorità”. Quando avverrà, in quel colloquio, sarà fatta una “valutazione in un clima sereno”. Il punto per la premier è che se un “semplice” rinvio a giudizio non è motivo di dimissioni, soprattutto la stessa Santanchè dovrà valutare quanto “può impattare” sul suo lavoro, che svolge “ottimamente”. Come a dire: se lei farà un passo indietro, certo la premier non farà niente per trattenerla. Anzi. Meloni, però, sul tema respinge l’assalto delle opposizioni da cui, dice, non accetta “lezioni”.

Altro tema caldo al centro della vita politica è la scarcerazione, con immediato rimpatrio, di Osama al-Najeem Almasri, conosciuto anche come il “torturatore di Mitiga”, arrestato a Torino su richiesta della Corte penale internazionale, scarcerato e rimpatriato in Libia con un volo di Stato. Spiegando il perché della scarcerazione, il governo si era appellato a un “cavillo” procedurale: per trattenerlo sarebbe stato necessario un atto del Ministero di via Arenula, che non è arrivato. Tanto le opposizioni (che ipotizzano una decisione “politica” per non guastare i rapporti con la Libia) che la Cpi chiedono spiegazioni. “Almasri – è quella che dà Meloni – è stato liberato su disposizione della Corte d’Appello di Roma, non del governo. Non è una scelta del governo”, che invece ha deciso di “espellerlo immediatamente” perché “pericoloso” e di rimpatriarlo con un volo di Stato perché è “prassi”. Sul caso, di fronte alle richieste dei giudici dell’Aia, “daremo chiarimenti ma chiederemo anche un chiarimento: la Cpi deve chiarire perché la procura della Corte ci ha messo mesi a spiccare il mandato di arresto ed è stato spiccato quando aveva già attraversato 2-3 nazioni europee”.

Nel giorno delle cerimonie di apertura dell’anno giudiziario segnate dalla protesta dell’Anm contro la riforma che introduce la separazione delle carriere dei magistrati, Meloni si dice “rammaricata” di quanto accaduto nelle aule delle Corti d’appello. Mentre la premier è soddisfatta per l’Ops di Mps su Mediobanca. Dietro l’operazione – secondo diversi rumors – ci sarebbe lo “zampino” dell’esecutivo, per bloccare la fusione Generali-Natixis e creare il terzo polo bancario nel segno dell’italianità. “E’ un’operazione di mercato”, garantisce Meloni, un’operazione “ambiziosa” di una banca, quella senese, per anni vista solo come un “problema da risolvere”. Adesso, se l’Ops andrà in porto, “noi parleremmo di quel terzo polo bancario” che “potrebbe sicuramente avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani”.

Salutando l’equipaggio, Meloni ha affermato che la Vespucci è un “simbolo” del Paese e proprio come accade sulla nave scuola, in Italia “se ognuno non fa la propria parte al proprio posto non si può navigare, particolarmente quando il mare è tempestoso”.

Da Gedda Meloni si sposta in serata ad al-Ula, sito archeologico nel nord del Paese, dove domani avrà incontri bilaterali e la firma di diversi accordi. Lunedì la missione si concluderà in Bahrein, prima del rientro a Roma della premier.

Nordio a Napoli tra le proteste dei magistrati: Non voglio umiliarvi

Napoli, 25 gen. (askanews) – “Tutte le opinioni sono benvenute, tutte le manifestazioni di dissenso, vi ringrazio per una manifestazione estremamente composta, il dissenso il sale della democrazia. Per che si possa pensare che un ministro che a 30 anni appena entrato in magistratura stato per tre anni alla guida dell’inchiesta contro le Br, tutta la colonna veneta, ed ha assistito alla morte di alcuni dei suoi colleghi. Che un ex magistrato abbia come obiettivo l’umiliazione della magistratura alla quale appartenuto, lo trovo particolarmente improprio”: cos il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenuto nel Salone dei Busti di Castel Capuano a Napoli alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Napoli, tra le proteste dei magistrati contro la riforma della Giustizia.

“La riforma costituzionale una riforma che ha un’origine esclusivamente tecnica”, ha sottolineato il ministro. “Non c’ nessun reato di lesa maest e tantomeno un vulnus all’indipendenza dell’autonomia della magistratura giudicante e requirente. scritto a chiarissime lettere nella riforma costituzionale”, ha aggiunto Nordio nel corso del suo intervento.

All’esterno della sede del vecchio tribunale di Napoli, i magistrati iscritti all’Anm hanno inscenato una protesta contro la riforma costituzionale della Giustizia. Sulla toga una coccarda tricolore, in mano una copia della Costituzione ed un cartello con una frase di Piero Calamandrei. I magistrati hanno lasciato il salone dei Busti non appena il ministro della Giustizia ha iniziato il suo intervento.

Gli Usa non emettono più passaporti con genere "X" per persone non binarie

Roma, 25 gen. (askanews) – Gli Stati uniti hanno smesso di emettere passaporti con il genere “X” per le persone che si identificano come non binarie, in applicazione di uno degli ordini esecutivi firmati dal presidente Donald Trump fin dal primo giorno del suo mandato. Lo ha annunciato oggi il Dipartimento di Stato, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa France Presse.

“Il Dipartimento di Stato non rilascia più passaporti americani con la menzione X” ha dichiarato all’Afp un portavoce della diplomazia americana. Di conseguenza, l’elaborazione delle richieste di passaporto con questa indicazione è stata sospesa, ha precisato il stesso portavoce.

Meloni: incontrerò Santanchè, valuteremo. Non c’è braccio di ferro

Gedda, 25 gen. (askanews) – Sulla vicenda Santanchè “non c’è un braccio di ferro, non c’è preoccupazione, non c’è imbarazzo, addirittura sento dire che non mi presenterei alle riunioni del Consiglio dei ministri…”. Lo ha precisato la premier Giorgia Meloni, parlando coi giornalisti a Gedda a margine della sua visita alla Amerigo Vespucci.

“La incontrerò, sicuramente parlerò con Daniela Santanchè. Non sono riuscita e non era tra le mie priorità perchè la situazione era abbastanza fluida. Ma sicuramente la vedrò”, ha detto la presidente del Consiglio, spiegando che “va fatta una valutazione in un clima sereno. Non credo che un semplice rinvio a giudizio sia motivo di dimissione e Santanchè sta lavorando ottimamente. La valutazione è su quanto può impattare sul lavoro di ministro. È una valutazione da fare, una valutazione che deve fare soprattutto Santanchè. Io attualmente non ho idee chiare”.

“Rispetto al can can delle opposizioni – ha aggiunto Meloni – non si può essere garantisti con la sinistra e con la destra no. Conte ha un vice presidente del partito condannato in via definitiva, Schlein non chiede le dimissioni del presidente della Provincia di salerno ai domiciliari per corruzione… Le lezioni da questi pulpiti anche no, per rispondere alle opposizioni, sento strali da giorni”.

Anno giudiziario, Meloni: protesta Anm legittima ma mi rammarica

Gedda, 25 gen. (askanews) – “Le proteste sono sempre legittime ma mi rammarica questo atteggiamento dell’Anm, per cui ogni riforma sul tema giustizia viene letta come un’Apocalisse, una fine del mondo che bisogna sempre criticare senza se e senza ma”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Gedda di quanto accaduto alle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario.

“Credo – ha aggiunto – che non giovi neanche ai magistrati stessi perché quando ci si siede ad un tavolo dei punti d’incontro si trovano. Mi corre ricordare però che l’articolo 49 della Costituzione dice che i cittadini hanno il diritto di associarsi in partiti politici per concorrere in metodo democratico alla determinazione della politica nazionale. Questo significa che i cittadini si organizzano in partiti politici, votano, decidono quali devono essere le scelte della politica. Stiamo facendo qualcosa di perfettamente adeguato alla Costituzione che non dice che la giustizia non si può riformare, è un articolo che non ho trovato anche se l’ho riletta…”.

Anno giudiziario, Tajani: magistrati leggano la Costituzione

Milano, 25 gen. (askanews) – “Mi dispiace che i servitori dello Stato che indossano la toga quando parla il rappresentante del governo si alzano e se ne vanno tenendo in mano la Costituzione. Un magistrato la Costituzione dovrebbe averla pure letta, e c’è scritto che la sovranità è del popolo, che il Parlamento fa le leggi, che c’è la separazione dei poteri. Un magistrato dovrebbe servire la Repubblica, non è il servitore di un partito”. Lo ha detto il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, chiudendo il convegno organizzato dal suo partito a Milano, in riferimento alla protesta dei magistrati in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Come potrei sentirmi rassicurato io a essere giudicato da un magistrato che ha un’idea politica opposta alla mia?”, ha aggiunto.

Meloni: Mps-Mediobanca è operazione di mercato, bene se nasce terzo polo

Gedda, 25 gen. (askanews) – “L’operazione di Mps su Mediobanca è un’operazione di mercato”. Lo dice la premier Giorgia Meloni rispondendo ai giornalisti a Gedda.

“Registro semplicemente – aggiunge – che da una parte noi dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, per anni vista solo come un problema da risolvere, oggi è una banca perfettamente risanata che avvia anzi operazioni ambiziose. Dobbiamo essere tutti orgogliosi per il lavoro fatto”.

“Se l’operazione andasse in porto noi parleremmo di quel terzo polo bancario di cui abbiamo a lungo parlato nel dibattito non solo politico, un polo che potrebbe sicuramente avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani”, conclude Meloni.

Libia, Meloni: Almasri? Decisione scarcerazione non è del governo

Gedda, 25 gen. (askanews) – “Non parliamo del caso di un trafficante di uomini. Almasri è stato liberato su disposizione della Corte d’Appello di Roma non del governo. Non è una scelta del governo. Il governo, di fronte a un soggetto pericoloso, ha deciso di espellerlo immediatamente e in moltissimi casi di detenuti da rimpatriare pericolosi non si usano voli di linea anche per la sicurezza dei passeggeri. È una prassi usata anche in precedenza”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a Gedda, a proposito del comandante della polizia libica scarcerato.

Meloni: incontrerò Santanchè, non era fra le priorità

Gedda, 25 gen. (askanews) – “La incontrerò, sicuramente parlerò con Daniela Santanchè. Non sono riuscita e non era tra le mie priorità perchè la situazione era abbastanza fluida. Ma sicuramente la vedrò”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo ai giornalisti a Gedda sulla vicenda del rinvio a giudizio della ministra del Turismo per il caso Visibilia. “Va fatta una valutazione in un clima sereno. Non credo che un semplice rinvio a giudizio sia motivo di dimissione e Santanchè sta lavorando ottimamente. La valutazione è su quanto può impattare sul lavoro di ministro. È una valutazione da fare, una valutazione che deve fare soprattutto Santanchè. Io attualmente non ho idee chiare” ha detto la presidente del Consiglio. “Rispetto al can can delle opposizioni, non si può essere garantisti con la sinistra e con la destra no. Conte ha un vice presidente del partito condannato in via definitiva, Schlein non chiede le dimissioni del presidente della Provincia di salerno ai domiciliari per corruzione… Le lezioni da questi pulpiti anche no, per rispondere alle opposizioni, sento strali da giorni”.

Sentimenti misti in Israele per il rilascio degli ostaggi

Roma, 25 gen. (askanews) – C’è felicità in Israele per il rilascio di quattro giovani soldatesse che erano state rapite da Hamas il 7 ottobre 2023, ma si confonde con la preoccupazione per i rapiti ancora nelle mani del gruppo radicale palestinese, a partire dalla civile Arbel Yahoud, che il governo di Benjamin Netanyahu s’aspettava fosse liberata oggi.

Dopo il rilascio stamani a Gaza City nelle mani dei funzionari della Croce rossa internazionale, le quattro giovani donne sono state portate in Israele, dove hanno potuto abbracciare i loro familiari. Le ragazze si trovano “in una situazione emotivamente e medicalmente complessa”, ha spiegato la rappresentante del ministero della Salute, la dottoressa Hagar Mizrahi, dopo averle visitate, anche se al momento del rilascio sono apparse in buona salute e sorridenti.

“Oggi abbiamo incontrato Liri, Daniella, Naama e Karina dopo 477 giorni di prigionia sotto Hamas” ha detto. “Questo è stato un evento emotivamente e medicalmente complesso per loro, per le loro famiglie, per le famiglie di tutti gli ostaggi e per l’intero popolo di Israele” ha concluso Mizrahi.

Le ragazze, rilasciate nel secondo scambio di questo tipo in cambio di 200 detenuti palestinesi, Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag. Prestavano servizio come osservatrici presso la base militare di Nahal Oz, al confine con Gaza, quando Hamas ha lanciato il suo attacco contro Israele il 7 ottobre 2023. Le ragazze avevano tutte tra i 18 e i 21 anni al momento del rapimento.

Le immagini diffuse da Israele hanno mostrato i momenti di felicità al momento dell’incontro con i familiari. In un video si vede Karina Ariev correre tra le braccia dei suoi genitori, con sua madre che esclama: “Sei tornata, tesoro nostro, sei tornata”. In un altro spezzone, Karina appare in videochiamata con altri membri della famiglia.

Daniella Gilboa, dopo essersi fatta una doccia e aver cambiato la divisa militare fasulla che Hamas le aveva fatto indossare per la liberazione, è mostrata in un video mentre grida di gioia correndo ad abbracciare sua madre e suo padre. “Mamma, sei una leonessa” dice a sua madre tra le lacrime.

La felicità però non è arrivata anche per la famiglia di Arbel Yahoud, giovane civile della quale si attendeva oggi il rilascio. “I nostri cuori sono pieni di gioia per il ritorno di Karina, Daniella, Liri e Naama” ha affermato la famiglia Yehoud. “Stiamo aspettando e sperando con tutto il cuore – ha aggiunto – di poter abbracciare la nostra Arbel il prima possibile”.

Arbel Yehoud, 29 anni, è stata rapita insieme al suo fidanzato Ariel Cunio dalla loro casa nel Kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023. Suo fratello, Dolev Yehud, è stato ucciso lo stesso giorno nel kibbutz e inizialmente si credeva fosse stato preso in ostaggio, fino all’identificazione dei suoi resti avvenuta a giugno.

Un esponente della Jihad islamica – che si ritiene abbia nelle sue mani la giovane donna – ha sostenuto a un giornale saudita che Yehoud è viva e che a Israele è stata fornita prova di questo fatto. Hamas ha affermato che verrà liberata nel prossimo ciclo di rilasci, nel prossimo fine settimana. Intanto, però, l’ufficio di Netanyahu ha chiarito che i palestinesi non potranno tornare nella parte settentrionale della Striscia di Gaza finché Hamas non avrà rispettato l’accordo, liberando anche Arbel.

Israele ha accusato inoltre Hamas di violare l’accordo sul cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi rilasciando soldatesse prima dei civili. Tra questi ulltimi, ci sono anche Shiri Bibas e i suoi piccoli figli, Kfir e Ariel. Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato oggi di avere “gravi preoccupazioni” per la giovane famiglia.

Lo scorso fine settimana, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, sono stati liberati tre ostaggi israeliani, tutte donne. Si tratta della 24enne Romi Gonen, che era stata catturata mentre cercava di scappare dal festival musicale Nova, attaccato da Hamas; Doron Steinbrecher, 31 anni, infermiera veterinaria, ed Emily Damari, 28 anni, che ha doppia cittadinanza britannica e israeliana. Tutte e tre sono tornate in Israele domenica scorsa, riunendosi con le loro famiglie.

In totale, è previsto il rilascio di 33 ostaggi nell’arco di sei settimane come parte della prima fase del cessate il fuoco, entrato in vigore il 19 gennaio 2025.

Sentimenti misti in Israele per il rilascio degli ostaggi

Roma, 25 gen. (askanews) – C’è felicità in Israele per il rilascio di quattro giovani soldatesse che erano state rapite da Hamas il 7 ottobre 2023, ma si confonde con la preoccupazione per i rapiti ancora nelle mani del gruppo radicale palestinese, a partire dalla civile Arbel Yahoud, che il governo di Benjamin Netanyahu s’aspettava fosse liberata oggi.

Dopo il rilascio stamani a Gaza City nelle mani dei funzionari della Croce rossa internazionale, le quattro giovani donne sono state portate in Israele, dove hanno potuto abbracciare i loro familiari. Le ragazze si trovano “in una situazione emotivamente e medicalmente complessa”, ha spiegato la rappresentante del ministero della Salute, la dottoressa Hagar Mizrahi, dopo averle visitate, anche se al momento del rilascio sono apparse in buona salute e sorridenti.

“Oggi abbiamo incontrato Liri, Daniella, Naama e Karina dopo 477 giorni di prigionia sotto Hamas” ha detto. “Questo è stato un evento emotivamente e medicalmente complesso per loro, per le loro famiglie, per le famiglie di tutti gli ostaggi e per l’intero popolo di Israele” ha concluso Mizrahi.

Le ragazze, rilasciate nel secondo scambio di questo tipo in cambio di 200 detenuti palestinesi, Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag. Prestavano servizio come osservatrici presso la base militare di Nahal Oz, al confine con Gaza, quando Hamas ha lanciato il suo attacco contro Israele il 7 ottobre 2023. Le ragazze avevano tutte tra i 18 e i 21 anni al momento del rapimento.

Le immagini diffuse da Israele hanno mostrato i momenti di felicità al momento dell’incontro con i familiari. In un video si vede Karina Ariev correre tra le braccia dei suoi genitori, con sua madre che esclama: “Sei tornata, tesoro nostro, sei tornata”. In un altro spezzone, Karina appare in videochiamata con altri membri della famiglia.

Daniella Gilboa, dopo essersi fatta una doccia e aver cambiato la divisa militare fasulla che Hamas le aveva fatto indossare per la liberazione, è mostrata in un video mentre grida di gioia correndo ad abbracciare sua madre e suo padre. “Mamma, sei una leonessa” dice a sua madre tra le lacrime.

La felicità però non è arrivata anche per la famiglia di Arbel Yahoud, giovane civile della quale si attendeva oggi il rilascio. “I nostri cuori sono pieni di gioia per il ritorno di Karina, Daniella, Liri e Naama” ha affermato la famiglia Yehoud. “Stiamo aspettando e sperando con tutto il cuore – ha aggiunto – di poter abbracciare la nostra Arbel il prima possibile”.

Arbel Yehoud, 29 anni, è stata rapita insieme al suo fidanzato Ariel Cunio dalla loro casa nel Kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023. Suo fratello, Dolev Yehud, è stato ucciso lo stesso giorno nel kibbutz e inizialmente si credeva fosse stato preso in ostaggio, fino all’identificazione dei suoi resti avvenuta a giugno.

Un esponente della Jihad islamica – che si ritiene abbia nelle sue mani la giovane donna – ha sostenuto a un giornale saudita che Yehoud è viva e che a Israele è stata fornita prova di questo fatto. Hamas ha affermato che verrà liberata nel prossimo ciclo di rilasci, nel prossimo fine settimana. Intanto, però, l’ufficio di Netanyahu ha chiarito che i palestinesi non potranno tornare nella parte settentrionale della Striscia di Gaza finché Hamas non avrà rispettato l’accordo, liberando anche Arbel.

Israele ha accusato inoltre Hamas di violare l’accordo sul cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi rilasciando soldatesse prima dei civili. Tra questi ulltimi, ci sono anche Shiri Bibas e i suoi piccoli figli, Kfir e Ariel. Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato oggi di avere “gravi preoccupazioni” per la giovane famiglia.

Lo scorso fine settimana, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, sono stati liberati tre ostaggi israeliani, tutte donne. Si tratta della 24enne Romi Gonen, che era stata catturata mentre cercava di scappare dal festival musicale Nova, attaccato da Hamas; Doron Steinbrecher, 31 anni, infermiera veterinaria, ed Emily Damari, 28 anni, che ha doppia cittadinanza britannica e israeliana. Tutte e tre sono tornate in Israele domenica scorsa, riunendosi con le loro famiglie.

In totale, è previsto il rilascio di 33 ostaggi nell’arco di sei settimane come parte della prima fase del cessate il fuoco, entrato in vigore il 19 gennaio 2025.

M.O., prigionieri palestinesi liberati portati in trionfo a Ramallah

Roma, 25 gen. (askanews) – Le immagini in arrivo da Ramallah, la capitale della Cisgiordania, mostrano alcuni ex detenuti rilasciati oggi da Israele nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza portati in trionfo tra due ali di folla.

Il servizio penitenziario israeliano ha annunciato la liberazione di 200 prigionieri palestinesi, dopo che Hamas ha rilasciato quattro soldatesse israeliane rapite il 7 ottobre 2023.

“Conclusi i necessari procedimenti nelle prigioni e con l’approvazione delle autorità politiche, tutti i terroristi sono stati rilasciati dalle prigioni di Ofer e Ktziot,” si legge in un comunicato del servizio penitenziario, che aggiunge che 200 prigionieri sono stati liberati.

A Ramallah, una volta scesi dall’autobus con tute grigie, molti prigionieri sono stati sollevati sulle spalle delle persone in attesa, mentre altri hanno camminato tra la folla.

Settanta dei 200 prigionieri rilasciati oggi sono stati deportati permanentemente, nell’ambito dell’accordo. Non sarà loro più consentito di tornare in Cisgiordania o a Gaza. La televisione di stato egiziana ha comunicato due ore fa che i 70 prigionieri palestinesi sono stati rilasciati in Egitto.

MotoGp, omaggio a Valentino Rossi per le Ducati del Pertamina Team

Roma, 25 gen. (askanews) – Nella splendida cornice del Nusah Inda Theater di Jakarta e con più di 700 invitati, il Pertamina Enduro VR46 Racing Team ha svelato i colori con cui scenderà in pista nella stagione 2025 della MotoGP. Per il secondo anno consecutivo, la squadra di Tavullia sarà accompagnata dal colosso indonesiano PT Pertamina Lubricants, che, attraverso il brand di proprietà di Pertamina Enduro, proseguirà la collaborazione per confermare performance e avanguardia. Fabio Di Giannantonio e Franco Morbidelli hanno dato il via al Fluo Stream Act 2 togliendo veli alle Ducati Desmosedici GP che presentano dei dettagli simbolici per quest’anno. Torna il giallo fluo, che campeggia insieme al bianco nel disegno pensato da Aldo Drudi e Drudi Performance. Ad accompagnare questi due colori che ormai sono caratteristici della squadra sono il sole e la luna, i simboli di Valentino Rossi durante tutta la sua carriera: a destra e a sinistra, i due loghi vedono nel mezzo, sul cupolino, l’iconico 46 insieme al 49 e al 21 dei piloti. Sotto lo sguardo attento del Team Owner Valentino Rossi, il Pertamina Enduro VR46 Racing Team guidato da Alessio Salucci (Team Director) e Pablo Nieto (Team Manager) è pronto ad acquisire un ruolo sempre più di rilievo all’interno del campionato nel primo anno come Ducati Factory Supported Team. La squadra disporrà di una Desmosedici GP25, l’ultimo modello della Casa di Borgo Panigale, mentre nell’altro lato del box avrà la Ducati Campione del Mondo nel 2024. Il Pertamina Enduro VR46 Racing Team si dimostra, così, un punto di riferimento per Ducati e per la MotoGP, con Di Giannantonio e Morbidelli determinati a ottenere grandi risultati. Fabio sarà alla sua seconda stagione con il team e ha lavorato durante l’inverno per recuperare dall’infortunio alla spalla sinistra di fine 2024, mentre Franco è pronto a “chiudere il cerchio”, debuttando con la squadra di Valentino Rossi.

“È bellissimo essere in Indonesia e fare la presentazione del team qui – le parole di Fabio Di Giannantonio – Il tifo e la passione che ci sono in questa parte del mondo sono fantastici per il nostro sport. È splendido vedere tanta gente appassionata ed è bello avere tanto seguito da parte dell’Indonesia. La nuova livrea è fantastica, quest’anno con questi piccoli dettagli abbiamo fatto un altro grande step. Per quanto riguarda la spalla, sto recuperando bene dall’operazione, che è stata tosta. Penso di essere all’85%, ma durante l’inverno abbiamo lavorato molto e conto di arrivare alla prima gara al 100%. Ho un nuovo compagno di squadra, Franky! Non vedo l’ora di lavorarci insieme, penso di poter imparare tanto da lui, è un pilota che ha vinto tante gare, è stato campione del mondo e secondo in MotoGP”. Per Franco Morbidelli “È bello cominciare da qua, fare la presentazione del team e i primi allenamenti in Indonesia. Questa parte dal mondo sta diventando sempre più un centro importante per il motociclismo. C’è tanta passione, è bello entrare in contatto con la gente di qui e poterci parlare. Vedere il 21 sulla nuova moto è stato bellissimo, i colori sono fantastici e mi piace molto l’ombra del 46 dietro al numero. La grafica è veramente molto bella! È un nuovo team per me, ma conosco tutti. È una bellissima cosa correre per il team di Valentino Rossi, che ha reso il motociclismo più bello. C’è un’atmosfera fantastica e credo che questo sia uno dei punti forti di questa squadra. Ce ne saranno molti altri che scoprirò durante l’anno. Per il 2025 puntiamo a migliorare i risultati dell’anno scorso, abbiamo un pacchetto ottimo grazie a Ducati. Con Fabio mi trovo già molto bene, ci conosciamo da tanto tempo, lui sta andando molto forte e sarà importante cercare di lavorare insieme per fare dei bei risultati per il team”.

Anno Giudiziario Roma, magistrata Rinaldi: “Nostra protesta pacifica”

Roma, 25 gen. (askanews) – “Oggi stiamo manifestando pacificamente, abbiamo esposto dei cartelli riportando una frase di Pietro Calamandrei, che un padre della Patria, che ricorda i sacrifici di tante vite di italiani che sono stati necessari per arrivare a costruire questo nostro Stato di diritto fondato su una Costituzione rigida nella quale i valori dell’uguaglianza sono scolpiti con forza”: lo ha dichiarato la magistrata Daniela Rinaldi, a margine delle proteste delle toghe contro la riforma della Giustizia in occasione dell’anno giudiziario a Roma.

“Per rivederla necessaria una procedura con una maggioranza qualificata proprio perch questi valori non siano messi in discussione alla leggera. Noi oggi vediamo questa riforma della separazione delle carriere come un vulnus all’unitariet della magistratura e come il tentativo di sottrarre il pubblico ministero alla cultura della giurisdizione”, ha concluso.

Nucleare, Orsini: pronti a mettere le centrali nelle nostre aziende

Milano, 25 gen. (askanews) – “Noi ci candidiamo a mettere” le mini centrali di nuova generazione “nelle nostre aziende se avete problemi con i sindaci. Noi facciamo comunità energetica, perché per noi l’energia è fondamentale per tenere in piedi le aziende”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, rivolgendosi al ministro Pichetto, in prima fila. A Milano per la kermesse di Forza Italia dedicata a Un nuovo piano industriale per l’Italia l’Europa, Orsini ha in ogni caso ricordato che “siamo consapevoli che serviranno 8 anni per arrivare ad avere energia nucleare disponibile”.

Basket, addio a Drazen Dalipagic, leggenda del basket europeo

Roma, 25 gen. (askanews) – Lutto nel mondo del basket: è morto all’età di 74 anni al termine di una grave malattia Drazen Dalipagic, leggenda del basket serbo ed europeo. Nato a Mostar il 27 novembre 1951, Dalipagic è stato uno dei talenti più puri che il basket jugoslavo abbia mai prodotto (Foto Fip).

Conosciuto da tutti come “Praja”, giocatore icona del Partizan Belgrado e della Nazionale jugoslava che vinse tutto in quegli anni, ha giocato a fine carriera anche in Italia con Reyer Venezia, Scaligera Verona ed Udine. Esattamente 38 anni fa, il 25 gennaio 1987, a 36 anni d’età, realizzò 70 punti in campionato nella partita Giomo Venezia-Dietor Bologna (107-102).

Con il Partizan, ha vinto due campionati jugoslavi e la Coppa Korac. Ha giocato anche con il Real Madrid Fu Oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980 con quella che probabilmente è stata la Nazionale jugoslava più forte di tutti i tempi. Vinse inoltre l’Argento a Montreal 1976, bronzo a Los Angeles 1984 e l’Oro mondiale (1978, da miglior giocatore), oltre all’argento (1974), bronzo (1982 e 1986), tre ori europei (1973, 1975, 1977) con un argento (1981) e un bronzo (1979). Nel 2004 è entrato nella Naismith Hall of Fame e nel 2007 nella FIBA Hall of fame.

Ala piccola, dal tiro micidiale Dalipagic è stato miglior realizzatore nella storia della nazionale jugoslava con 3700 punti in 246 partite. È stato il miglior marcatore del campionato italiano per tre stagioni.

Giustizia, Salvini: magistrati pagati per applicare leggi non contestarle

Roma, 25 gen. (askanews) – “Siamo in democrazia, ognuno fa quello che vuole. Mi sembra una mancanza di rispetto non riconoscere quello che il popolo, tramite i suoi eletti in Parlamento, porta avanti come riforma tramite le sue persone elette. Si può contestare, ma i magistrati sono pagati per applicare le leggi, non per contestare o sovvertire le leggi. Mi sembra di pessimo gusto, come a Roma, alzarsi e uscire quando un rappresentante del governo parla”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, a Roma per una manifestazione a sostegno di una petizione sulle forze dell’ordine.

“Fortunatamente – ha osservato ancora – sono sempre più in minoranza. La maggioranza dei giudici vuole solo fare il proprio lavoro e non fare politica. Andiamo avanti su separazione delle carriere e riforma del Csm e anche sulla responsabilità penale di chi sbaglia con dolo mettendo in galera le persone sbagliate”, ha concluso Salvini.

Tennis, Keys: "Mai avrei pensato di vincere un Slam"

Roma, 25 gen. (askanews) – “Non so per quanto riuscirò a parlare prima di piangere. Volevo questo risultato da così tanto tempo, ho giocato tanti anni fa una finale Slam – nel 2017 perse a Flushing Meadows 2017 contro la connazionale Sloane Stephens – e non avrei mai pensato un giorno di avere tra le mani questo trofeo”. Così Madison Keys nell’intervista a caldo immediatamente dopo il successo agli Australian Open di Melbourne. “Ho giocato qui nel 2015 la mia prima semifinale Slam – continua la trentenne statunitense – e ora ho raggiunto questo grandissimo traguardo”. Belle anche le parole di Aryna Sabalenka, sconfitta in finale: “Complimenti Madison, hai giocato un torneo bellissimo e hai meritato di vincere. Goditi i festeggiamenti e tutte le parti belle che arriveranno tra poco. Io e il mio team abbiamo dato il massimo ma oggi Madison ha giocato in modo fantastico”.

Sci, Brignone-Goggia, doppietta azzurra nella libera di Garmisch

Roma, 25 gen. (askanews) – Federica Brignone supera Sofia Goggia, separate da un solo centesimo: la discesa di Garmisch Partenkirchen è un assoluto trionfo per le azzurre che regalano la prima doppietta stagionale per l’Italia. Per Brignone che difende così il pettorale rosso di leader di specialità, si tratta della 32esima vittoria in carriera, la seconda in discesa dopo il debutto di St. Anton di due settimane or sono, mentre il totale dei podi sale a quota 76. E la campionessa valdostana allunga nella graduatoria generale di Coppa del Mondo ritoccando tutti i propri record di longevità. Podio numero 59 invece per Goggia, il 37esimo in discesa, il quinto in stagione. Curiosamente non è la prima volta che le due azzurre si ritrovano davanti a tutte separate da un centesimo: il precedente riporta al superG di St. Moritz nel dicembre 2019, quando Goggia la spuntò su Brignone con lo stesso margine.

Dopo la seconda prova, Brignone ha saputo trovare la chiave per interpretare al meglio la parte di scorrevolezza nel tratto superiore della Kandahar: da lì ha preso forma la sua vittoria, concretizzata dopo 1’35″83 di gara. Un centesimo dietro di lei, ecco una Goggia incappata in un problema alla spalla destra nel finale, una dislocazione che non le ha consentito di mantenere la migliore posizione aerodinamica nel tratto conclusivo.

Giustizia, La Russa: nessuno si arroghi diritto cancellare scelte Camere

Milano, 25 gen. (askanews) – “Il modo per affrontare i temi che anche oggi sono stati sollevati non può che essere quello del confronto e della concordia, senza che si arrivi a un conflitto perchè sarebbe controproducente per tutti, soprattutto per i cittadini. Le posizioni possono anche essere diverse e divergenti ma devono trovare una sintesi in un confronto serio. E poi perchè tutto sia nell’alveo della Costituzione nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare quelle che sono le decisioni che prende il Parlamento ma deve prenderle avendo capacità di ascolto e di confronto”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa, parlando con i cronisti al termine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Milano, parlando della protesta dei magistrati contro la riforma che introduce la separazione delle carriere.

Tennis, Madison Keys regina degli Australian open

Roma, 25 gen. (askanews) – È Madison Keys la nuova campionessa dell’Australian Open. Dopo la vittoria in semifinale sulla n°2 del mondo Iga Swiatek, la tennista americana, outsider della vigilia, numero 14 de ranking wta, supera anche Aryna Sabalenka col punteggio di 6-3 2-6 7-5 al termine di una finale condotta da vera protagonista. L’americana infatti, in striscia da 11 partite consecutive dopo il trionfo anche al torneo di Adelaide, ha imposto il suo tennis aggressivo e brillante anche alla n°1 del mondo, trovando nel set decisivo le forze per venire a capo di una partita che a un certo punto pareva ribaltata.

Il Papa ai giornalisti: saper comunicare è una grande saggezza

Roma, 25 gen. (askanews) – “Vorrei soltanto dire una parola sulla comunicazione. Comunicare è uscire un po’ da se stessi, per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita, ma anche l’incontro con l’altro. Sapere comunicare è una grande saggezza”. Così Papa Francesco parlando a braccio nell’Aula Paolo VI con i partecipanti al Giubileo della Comunicazione. “Sono contento di questo Giubileo dei Comunicatori. Il vostro lavoro – ha sottolineato – costruisce la società, la Chiesa, fa andare avanti tutti. A patto che sia vero. ‘Padre io sempre dico le cose vere…’, ma tu sei vero? Non solo le cose che tu dici ma tu, nel tuo interiore, nella tua vita, sei vero? È una prova tanto grande. Ma comunicare quello che fa Dio con il Figlio, e la comunicazione di Dio con il Figlio è lo Spirito Santo. Comunicare è una cosa divina. Grazie di quello che voi fate, sono contento. E adesso vorrei salutarvi e prima di tutto dare la benedizione”, Poi il Papa ha detto “voglio ricordare tutti coloro che sono imprigionati soltanto per essere stati fedeli alla professione di giornalista, fotografo, video operatore, per aver voluto andare a vedere con i propri occhi e aver cercato di raccontare ciò che hanno visto. Sono tanti! Ma in questo Anno Santo, in questo giubileo del mondo della comunicazione, chiedo a chi ha potere di farlo che vengano liberati tutti i giornalisti ingiustamente incarcerati. Sia aperta anche per loro una ‘porta’ attraverso la quale possano tornare in libertà, perché la libertà dei giornalisti fa crescere la libertà di tutti noi. La loro libertà è libertà per ognuno di noi”. “Chiedo – come ho fatto più volte e come hanno fatto prima di me anche i miei predecessori – che sia difesa e salvaguardata la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero insieme al diritto fondamentale a essere informati. Un’informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenza, di esperienza e di virtù che va custodito e va promosso. Senza questo, rischiamo di non distinguere più la verità dalla menzogna; senza questo, ci esponiamo a crescenti pregiudizi e polarizzazioni che distruggono i legami di convivenza civile e impediscono di ricostruire la fraternità”, conclude il Papa.

Meloni in Arabia Saudita: focus su M.O., Libano e Mar Rosso

Roma, 25 gen. (askanews) – La situazione in Siria, Libano e Medio Oriente, le tensioni in Mar Rosso, con gli attacchi dei ribelli Houthi, ma anche la collaborazione bilaterale. Sono i temi al centro della missione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, da sabato in Arabia Saudita.

La premier arriverà nel pomeriggio a Gedda per una visita all’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare, partita da Genova il primo luglio 2023 per un tour mondiale durante il quale ha già toccato 5 continenti e 30 nazioni prima del suo rientro nel Mediterraneo. Evitato, quindi, l’incrocio con la ministra del Turismo Daniela Santanchè – su cui c’è un pressing per un passo indietro dopo il rinvio a giudizio per il procedimento su Visibilia – che sarà a Gedda al Villaggio Italia da lunedì 27.

La missione proseguirà domenica ad Al-Ula, sito archeologico patrimonio Unesco, dove la presidente del Consiglio avrà un bilaterale con il principe ereditario e primo ministro saudita, Mohamed bin Salman. Numerosi – viene spiegato da fonti italiane – gli argomenti che saranno affrontati nei colloqui: la Siria e le sfide della ricostruzione dopo la lunga guerra civile; il Libano, dove l’Italia svolge un ruolo fondamentale per l’applicazione del cessate il fuoco ed è direttamente impegnata per mobilitare e coordinare il sostegno internazionale alle forze armate libanesi; Gaza e il conflitto israelo-palestinese, con la necessità di consolidare il cessate il fuoco, di aumentare l’assistenza umanitaria alla popolazione civile e di lavorare al rilancio di un processo politico verso la soluzione dei due Stati; lo Yemen e il Mar Rosso, dove la Marina italiana è impegnata nella missione UE Aspides a difesa della libertà di navigazione; l’Iran, rispetto al quale è necessario un rinnovato impegno internazionale sia rispetto al nucleare che nel quadro della stabilità regionale; l’Ucraina, su cui i Paesi del Golfo, e l’Arabia Saudita in particolare, possono svolgere un ruolo importante nella ricerca di una pace giusta e duratura. L’incontro avrà il suo culmine nella firma da parte dei due leader di una dichiarazione congiunta che sancirà l’avvio di un partenariato strategico tra le due nazioni.

A margine della visita verranno anche firmate numerose intese tra i due governi. Tra queste, accordi nell’ambito della difesa, della mobilità sostenibile, della cooperazione energetica, dello sport e della tutela del patrimonio culturale e archeologico. Alcune delle intese riguarderanno anche la collaborazione tra Roma e Riad in scenari di interesse comune, a partire dal continente africano, nella cornice del Piano Mattei per l’Africa. Ad Al-Ula è in programma anche lo svolgimento di una tavola rotonda alla quale parteciperanno rappresentanti istituzionali e delle maggiori imprese italiane e saudite. L’incontro sarà l’occasione per approfondire le opportunità di crescita dell’interscambio commerciale tra Italia e Arabia Saudita. Anche in questa sede saranno sottoscritte intese sia tra soggetti pubblici che privati, con particolare riferimento al coinvolgimento del Sistema Italia negli importanti progetti di sviluppo e investimento avviati dal Governo saudita sul territorio nazionale.

Lunedì 27 la missione proseguirà in Bahrein e costituirà la prima visita di un presidente del Consiglio italiano nel Paese del Golfo. Meloni avrà un colloquio bilaterale con il Re Hamad Bin Isa Al Khalifa, nel corso del quale verranno affrontati i temi regionali di comune interesse, il dialogo interreligioso e i principali dossier della cooperazione bilaterale, a partire dalla collaborazione nel settore della difesa e del contrasto all’immigrazione irregolare. I due leader si erano già incontrati a Roma lo scorso 17 ottobre, in occasione della visita ufficiale del sovrano bahreinita in Italia.

Tajani: sinistra non si illuda, come Ulisse sirene non ci condizionano

Milano, 25 gen. (askanews) – “A sinistra non si illudano che noi abbandoniamo il centrodestra per un sistema elettorale diverso. Siamo come Ulisse: non ci facciamo condizionare dalle sirene che sono spesso sirene stonate. Siamo bene dove siamo, fieri di essere l’anima cristiana, liberale, riformista e atlantista del centrodestra che senza di noi non sarebbe il centrodestra”. Lo ha detto il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che a Milano presenta il documento Un piano industriale per l’Italia e per l’Europa.

“Noi siamo il centro politico italiano, una forza seria e rassicurante”, ha detto Tajani. Il vicepremier, tornando sul tema di legge elettorale, si è detto “favorevole al proporzionale, ma in un ambito di coalizione, e se devo dire quello che penso, dico: bene che ci siano le liste dei vari partiti con i candidati e con le preferenze così chi è bravo viene eletto”. Ma in ogni caso, ha chiosato, “certamente non abbandoneremo il bipolarismo perché siam figli dell’uomo che lo ha inventato”.