19.8 C
Roma
mercoledì, 28 Maggio, 2025
Home Blog Pagina 98

La Cina di Olivo Barbieri, una fotografia oltre la realtà

Torino, 20 feb. (askanews) – Uno sguardo d’artista sul periodo in cui la Cina è diventata la potenza che oggi conosciamo, ma anche una mostra-ragionamento sulle possibilità della fotografia contemporanea e sull’evoluzione del medium. Alle Gallerie d’Italia di Torino è aperta l’esposizione “Spazi Altri” di Olivo Barbieri, fotografo a suo modo “decisivo” sulla scena del presente.

“La sua modalità di racconto, le sue intuizioni, la capacità di ricorrere a tecniche estremamente attuali oggi con largo anticipo – ha detto ad askanews Michele Coppola, direttore Arte, Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo – dimostra come sia stato realmente in grado di aggiungere e di offrire un’opportunità di lettura e anche di gradevolezza e piacevolezza in un mondo della fotografia che avvertiva l’esigenza di una rottura”.

Le immagini sono potenti ed evocative, ‘strane’ come solo la buona arte riesce a essere. “Olivo – ha aggiunto Antonio Carloni, vicedirettore delle Gallerie d’Italia di Torino – è il più importante sperimentatore di cui disponiamo in Italia oggi e probabilmente il fotografo che più di tutti gli altri ha portato la fotografia italiana fuori dai confini nazionali”.

Il progetto sulla Cina è anche un modo per ragionare sull’idea stessa di realtà fotografica, evidente dal lavoro di Barbieri, ma, in fondo, sempre irraggiungibile. “La realtà – ha detto ancora Carloni – è un flusso di informazioni che parte dall’osservazione di quello che la macchina davanti e poi in realtà diventa quello che il fotografo ha in testa. E Olivo non fa altro che diventare in un certo senso un autore che, riprendo le sue parole, ‘capitalizza l’eredità che c’è stata in 10.000 anni di storia’, cioè dalle grotte a 1989 quando è andato in Cina”.

L’esposizione è un nuovo capitolo del progetto “La Grande Fotografia Italiana” a cura di Roberto Koch, con cui la Intesa Sanpaolo vuole celebrare i grandi maestri della fotografia del Novecento del nostro Paese. Con un’idea precisa del ruolo del museo torinese: “Uno spazio di indagine, di incontro, di riflessione – ha concluso Michele Coppola – sul valore che ancora oggi mantiene la fotografia e il suo ruolo nella contemporaneità”.

Un ruolo che, sulla scena più ampia dell’arte, è sempre più centrale.

Il Cremlino: "Inaccettabile" il piano di Francia e GB, 30mila soldati in Ucraina è "minaccia diretta"

Roma, 20 feb. (askanews) – Il presunto piano anglo-francese di schierare fino a 30.000 soldati nell’ambito di una forza di mantenimento della pace, allo scopo di rafforzare la sicurezza dell’Ucraina dopo un accordo di cessate il fuoco con la Russia, è stato etichettato dal Cremlino come una “minaccia diretta inaccettabile”.

Secondo quanto riferito questa mattina dal Telegraph, Starmer sarebbe pronto a illustrare il piano al presidente Donald Trump durante la sua visita negli Stati Uniti della prossima settimana. In particolare, le forze armate ucraine pattuglierebbero una zona demilitarizzata che si estenderebbe per tutta la lunghezza della linea del fronte, mentre le truppe di una “forza di rassicurazione” anglo-francese sarebbero di stanza in siti infrastrutturali chiave in tutto il paese.

Il dispiegamento prevederebbe inoltre la presenza di aerei da combattimento e missili statunitensi nell’Europa orientale, che servirebbero a scoraggiare eventuali nuovi attacchi russi. Le risorse aeree e navali della Nato svolgerebbero anche missioni di ricognizione sull’Ucraina e nel Mar Nero.

Ma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov questa mattina ha respinto la proposta come “inaccettabile” dopo che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto che Mosca considera l’idea di avere truppe Nato sul campo in Ucraina come una “minaccia diretta” alla sicurezza russa.

Cinema, arriva nelle sale italiane "Paddington in Perù"

Roma, 20 feb. (askanews) – È arrivato al cinema “Paddington in Perù”, il terzo film dedicato al simpatico orso pasticcione, goloso di marmellata, che questa volta si perde nella giungla in avventura ad alto rischio, ricca di arguzia, simpatia e umorismo.

Quando Paddington scopre che l’adorata zia Lucy è scomparsa, lui e la famiglia Brown si spingono verso le terre selvagge del Perù per cercarla con un unico indizio: un punto segnato su un’enigmatica mappa. Deciso a risolvere il mistero, Paddington si imbarca in un viaggio attraverso le foreste pluviali dell’Amazzonia ritrovandosi anche sulle tracce di uno dei tesori più leggendari del mondo.

Il film, diretto da Dougal Wilson nella versione originale è interpretato da Hugh Bonneville, Emily Mortimer, Julie Walters, Jim Broadbent, Imelda Staunton, Carla Tous, Madeleine Harris, Samuel Joslin, Olivia Colman, Antonio Banderas e Ben Whishaw che torna a dare la voce a Paddington.

Auto, Salvini: Green Deal Ue enorme danno masochistico, ripensiamoci

Roma, 20 feb. (askanews) – Soprattutto sull’auto i Paesi dell’Unione europea devono ripensare quella che è stata “la sbornia del Green Deal e del ‘tutto solo elettrico’”, perché è stato “un danno, un danno enorme, economico, sociale, industriale, commerciale, culturale e ambientale”. Lo ha affermato il ministro di Infrastrutture e Trasporti, il vicepremier Matteo Salvini, che, nel suo intervento in video collegamento con la conferenza stampa di presentazione del Salone dell’auto di Torino, ha espresso l’auspicio che al prossimo Consiglio informale dei ministri europei dei Trasporti, a marzo “quantomeno si ripensi a questo suicidio annunciato, che i dati stanno confermando”.

Il vero problema per l’auto europea “non sono i dazi, che forse ci saranno, che arriveranno forse dagli Stati Uniti o dalla Cina, il problema è europeo: è tutto esclusivamente europeo e figlio o di ignoranza o di malafede”. Il problema è nel termine perentorio (deadline) per “mettere fuori mercato motori e combustione e passare solo all’elettrico” che è stato “imposto dai i geni” del Green Deal.

“Prima di intervenire da voi mi stavo studiando alcuni dati incrociati sul mercato dell’auto, italiano ed europeo – ha proseguito il ministro -. Ed è chiaro che, ad esempio i dati sull’elettrico, che risalgono al 2023, è chiaro che – io spero che il Salone dell’auto di Torino ci sia ancora nel 26, nel 27, 28, 29 e nel 30 – nel 2003 l’Unione europea ha importato 443.000 auto elettriche dalla Cina, per oltre 10 di miliardi di euro di valore. E noi abbiamo esportato sempre in termini di auto elettriche 11.500 unità”.

“Quindi un Continente che ha inventato il settore dell’auto, al meglio dei marchi, del design, del passato, del presente e spero del futuro, ora masochisticamente ci obbliga da qui a 10 anni, e 10 anni passano in un quarto d’ora, a mettere fuori mercato tutto quello su cui ha lavorato per decenni. E importa per 10 miliardi” le elettriche di cui esporta solo marginalmente.

“Vi rendete conto della totale assurdità di questo processo, oltretutto uno dice ‘avremo migliorato la qualità dell’aria’. No – ha proseguito Salvini – perché l’anno scorso è stato l’anno record mondiale per le emissioni di CO2. Perché mentre l’Europa tra mille sacrifici, imposizioni, vincoli e tasse ha ridotto le emissioni di CO2, la Cina le ha più che raddoppiate rispetto al taglio europeo. Quindi c’è più inquinamento, c’è meno lavoro, c’è meno business”.

“Per fortuna che c’è il Salone dell’auto di Torino. E lo dico da liberale. Ci saranno marchi cinesi, ci saranno marchi giapponesi, e marchi italiani”. E “per fortuna, ora la riflessione non è solo del ministro Salvini, che è un proibizionista che ce l’ha col Green Deal”.

“Occorrere buon senso e io sarò a Varsavia per il Consiglio informale a marzo, con i colleghi dei Trasporti europei. Spero che quantomeno si ripensi a questo suicidio annunciato, che i dati stanno confermando. Perché se io impongo al mio mercato di comprare un prodotto che arriva dall’estremo Oriente, che non esporto, io evidentemente non faccio un favore né al Salone dell’auto di Torino, né agli operai, né ai tecnici. Questi sono ragionamenti che ci devono far pensare e far cambiare”.

Bce chiude il Blancio 2024 con una perdita da quasi 8 miliardi

Roma, 20 feb. (askanews) – La Banca centrale europea ha riferito di aver chiuso il 2024 con una perdita di bilancio di 7.944 milioni di euro, quasi analoga alla perdita da 7.886 milioni del 2023. Ma se nel 2023 questo rosso era stato in parte compensato da accantonamenti precedentemente effettuati, nel 2024 non vi erano residui da utilizzare a questo fine. La Bce chiarisce che la perdita, peraltro di un ammontare marginale rispetto alla mole del suo bilancio, è ininfluente ai fini della conduzione della politica monetaria.

Quindi, con un comunicato, l’istituzione spiega che anche la perdita 2024, così come il rosso residuo del 2023 (1.260 milioni) resterà in bilancio nella prospettiva di essere compensata da profitti futuri.

Conseguentemente, la Bce non distribuirà dividendi alle banche centrali nazionali che fanno parte dell’Eurosistema relativamente all’anno 2024.

L’istituzione di Francoforte ricorda che la perdita giunge dopo molti anni di consistenti profitti collegati alle operazioni effettuate dalla stessa Bce e dalle altre banche centrali (soprattutto gli acquisti di titoli pubblici) per perseguire l’obiettivo di stabilità dei prezzi.

La Bce imputa la perdita 2024 prevalentemente alle spese per interessi correlate “agli impieghi sul sistema Target, che sono state remunerate al tasso delle principali operazioni di rifinanziamento (Mro) salito al 4,1%” sulla media 2024 rispetto al 3,8% del 2023. L’istituzione riporta anche un aumento molto consistente delle spese sul personale a 844 million, a fronte di 676 milioni nel 2023 “prevalentemente a causa dei maggiori costi sui benefit correlati al piano pensionistico”.

La Bce aggiunge che potrebbe registrare altre perdite negli anni future che se dovesse accadere queste saranno comunque inferiori a quelle di 2023 e 2024. Successivamente torna di contare in utile.

Fi, Tajani: Marina? Non ci servono sveglie, siamo sveglissimi

Roma, 20 feb. (askanews) – “Non abbiamo bisogno di alcuna sveglia perch siamo sveglissimi, basta vedere quello che facciamo. Marina Berlusconi ha parlato da imprenditrice e ha diritto di esprimere le sue idee come imprenditrice”. Lo ha detto il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, alla presentazione dei prossimi eventi del partito in vista del congresso del Partito popolare europeo previsto a fine aprile a Valencia.

Tutte le idee – ha aggiunto – sono da ascoltare, ma non una questione che riguarda Forza Italia. Si pu strumentalizzare, si pu dire tutto e il contrario di tutto ma non questo il tema. Lei ha parlato da imprenditrice, lo ha detto. Ho letto attentamente l’intervista, non una questione interna a Forza Italia. Fa bene da imprenditrice a parlare e a dire ci che pensa. Siamo in democrazia e le idee sono da seguire con attenzione, ma non ci ha mai imposto nulla, non ci ha mai chiesto di imporre nulla. Io la sento spessissimo, ma non bisogna neanche strumentalizzare ogni volta che un componente della famiglia Berlusconi parla”.

“Mi pare – ha proseguito Tajani – che i risultati di Forza Italia siano lusingheri, un partito che ha raggiunto e superato il 10%, secondo alcuni sondaggi siamo quasi al 12%. Quindi non mi pare che abbiamo bisogno di sveglie n da parte dei giornali n di altri. Mi pare che gli elettori il responso ce lo hanno gi dato”.

In Italia il 36% dei manager donna

Roma, 20 feb. (askanews) – La percentuale di donne in posizioni apicali a livello mondiale salita al 33,5% nel 2024 (dal 19,4% nel 2004), mentre in Italia il 36% dei top manager donna, superando per la prima volta la media dell’Eurozona (35%). Ma solo il 28% delle posizioni manageriali complessive ricoperto da donne.

E’ quanto emerge dalle conclusioni del report “Donne e lavoro in Italia” di Rome Business School, a cura di Carlo Imperatore, Direttore Generale Federmanager Roma Lazio e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca Divulgativo di Rome Business School.

L’Italia per tra gli ultimi Paesi europei per partecipazione femminile al lavoro, ben al di sotto di Germania (75%), Francia (68%) e Spagna (64%). Solo il 51% delle donne in et lavorativa occupato, contro il 69% degli uomini, arrivando a percentuali inferiori al 40% nelle regioni meridionali.

Rimangono inoltre difficolt nel conciliare vita lavorativa e maternit: la ridotta presenza in carriere STEM, la bassa rappresentanza in posti di lavoro apicali e l’epidemia di part-time rendono l’occupabilit delle donne italiane tra le pi basse del continente, sotto circa 13 punti percentuali della media UE.

Per Carlo Imperatore “Il gender gap in Italia alimentato da stereotipi di genere e dalla carenza di servizi di cura. Visioni tradizionali limitano le scelte professionali delle donne, mentre la scarsit di strutture per l’infanzia e l’assistenza agli anziani ne ostacola la partecipazione al lavoro”.

Gli squilibri di genere e territoriali rimangono molto forti: nel Mezzogiorno, il tasso di occupazione femminile 56,5%, 19,5 punti inferiore a quello maschile, secondo l’Istat.

Per quanto riguarda l’attuazione delle politiche DEI (Diversit, Equit e Inclusione) a livello dirigenziale, in Italia affidata prevalentemente alle Risorse Umane (42%), mentre in altri Paesi guidata da CEO o senior leader, favorendo una maggiore presenza femminile nei ruoli dirigenziali. Nonostante ci, il CCNL Dirigenti Industria e Servizi di novembre 2024 rappresenta un passo avanti verso la parit di genere in Italia, introducendo misure concrete su formazione, politiche attive e inclusione.

In conclusione, come segnala Valerio Mancini, “Garantire la parit di genere richiede ambienti di lavoro equi, meritocratici e un forte sostegno al welfare aziendale e alla conciliazione vita-lavoro”, investendo nella formazione STEM e in modelli di leadership inclusivi.

Bce chiude il 2024 con una perdita di bilancio da 8 mln di euro

Roma, 20 feb. (askanews) – La Banca centrale europea ha riferito di aver chiuso il 2024 con una perdita di bilancio di 7,944 milioni di euro, sostanzialmente analoga alla perdita da 7,886 milioni del 2023. Ma se nel 2023 questo rosso era stato in parte compensato da accantonamenti precedentemente effettuati, nel 2024 non vi erano residui da utilizzare a questo fine. La Bce chiarisce che la perdita, peraltro di un ammontare marginale rispetto alla mole del suo bilancio, è ininfluente ai fini della conduzione della politica monetaria.

Quindi, con un comunicato, l’istituzione spiega che anche la perdita 2024, così come il rosso residuo del 2023 (1,26 milioni) resterà in bilancio nella prospettiva di essere compensata da profitti futuri.

Conseguentemente, la Bce non distribuirà dividendi alle banche centrali nazionali che fanno parte dell’Eurosistema relativamente all’anno 2024.

L’istituzione di Francoforte ricorda che la perdita giunge dopo molti anni di consistenti profitti collegati alle operazioni effettuate dalla stessa Bce e dalle altre banche centrali (soprattutto gli acquisti di titoli pubblici) per perseguire l’obiettivo di stabilità dei prezzi.

La Bce imputa la perdita 2024 prevalentemente alle spese per interessi correlate “agli impieghi sul sistema Target, che sono state remunerate al tasso delle principali operazioni di rifinanziamento (Mro) salito al 4,1%” sulla media 2024 rispetto al 3,8% del 2023. L’istituzione riporta anche un aumento molto consistente delle spese sul personale a 844 million, a fronte di 676 milioni nel 2023 “prevalentemente a causa dei maggiori costi sui benefit correlati al piano pensionistico”.

La Bce aggiunge che potrebbe registrare altre perdite negli anni future che se dovesse accadere queste saranno comunque inferiori a quelle di 2023 e 2024. Successivamente torna di contare in utile.

Fps: nel 2024 italiani hanno speso 138 mld su salute e assistenza

Roma, 20 feb. (askanews) – La spesa privata degli italiani per il “welfare familiare” (salute e assistenza ad anziani e disabili) nel 2024 è stata di circa 138 miliardi di euro, ovvero quasi 5.400 euro per ciascun nucleo. Un impegno consistente, che colma il vuoto lasciato in molti settori dall’intervento pubblico, nonostante il fatto che la Penisola sia al secondo posto in Europa per la spesa sociale, con circa 620 miliardi di euro, pari al 30% del prodotto interno lordo.

Lo rileva il rapporto annuale della Fondazione per la Sussidiarietà (Fps), “Sussidiarietà e… welfare territoriale”, presentato oggi a Roma al Centro Convegni Carlo Azeglio Ciampi della Banca d’Italia. All’incontro, aperto dal governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, intervengono Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Lilia Cavallari, presidente Ufficio Parlamentare di Bilancio, Francesco Maria Chelli, presidente Istat, Pierciro Galeone, Direttore Ifel, Daria Perrotta, Ragioniere Generale dello Stato, e Lorenza Violini, professoressa di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano.

“Investire sullo stato sociale, sulla sua universalità e inclusività, non è solo un dovere di solidarietà verso i più fragili, ma significa anche costruire società più coese, sistemi più resilienti e una crescita economica più stabile”, sostiene Giorgio Vittadini, Presidente di FpS, “È venuto il momento di rinnovare il patto sociale che ci unisce, con la cultura della sussidiarietà, che è ricerca del bene comune attraverso la messa a sistema del contributo di tutti. Più società e più Stato insieme”.

Il Rapporto analizza il welfare italiano, in particolare quello territoriale, ovvero l’insieme dei servizi sociali di competenza dei Comuni che comprendono l’assistenza verso anziani, famiglie e soggetti minori in stato di bisogno, disabili, soggetti affetti da dipendenza, indigenti, persone emarginate dal lavoro.

Povertà e disuguaglianza, che i servizi di welfare sono chiamati a limitare, stanno peggiorando: il 5% delle famiglie possiede il 46% della ricchezza, mentre quasi il 10% della popolazione è in difficoltà. Particolarmente grave la situazione delle famiglie con persone disabili: oltre un quarto (28,4%) è a rischio povertà o esclusione sociale. La ricerca segnala che negli ultimi tre anni una quota significativa (oltre il 67%) di chi ha richiesto assistenza ha incontrato difficoltà o impossibilità di accesso ai servizi del welfare territoriale.

La ricerca segnala la disomogeneità della spesa, con una crescente disparità territoriale tra Nord e Sud, tra aree urbane e periferiche, e tra zone interne e non. L’attuale sistema di welfare non è ben visto dagli italiani. Solo il 38% dei cittadini promuove le politiche per la lotta alla povertà e al disagio sociale. Nel nostro Paese, dice ancora lo studio, le prestazioni pensionistiche (vecchiaia, invalidità e reversibilità) assorbono quasi la metà delle risorse del welfare, mentre alle politiche sociali (famiglie e minori, disabilità e disoccupazione) è destinato meno del 20%. La sostenibilità nel lungo periodo appare critica.

Caso Cospito, il pm chiede l’assoluzione per il sottosegretario Delmastro

Roma, 20 feb. (askanews) – Chiesta l’assoluzione per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro imputato, con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, in relazione alle informazioni diffuse dal parlamentare Donzelli sull’anarchico Alfredo Cospito. Delmastro, difeso dall’avvocato Giuseppe Valentino, è presente in aula, a Roma. Nel procedimento sono parti civili i parlamentari del Pd che incontrarono in carcere l’anarchico, Andrea Orlando, Silvio Lai, Debora Serracchiani e Walter Verini.

“Abbiamo prodotto la richiesta di archiviazione” per Delmastro e noi “non ci spostiamo di un millimetro da qui”, ha detto il procuratore aggiunto Paolo Ielo. “Vale lo stesso principio per tutti” i cittadini, ha detto motivando la “richiesta di assoluzione per mancanza dell’elemento soggettivo”.

Sanità, Meloni: Ssn è eccellenza, al lavoro per modernizzarlo

Roma, 20 feb.  – “Questa Giornata è l’occasione per rinnovare ai tantissimi professionisti al servizio della salute il ringraziamento per l’impegno, la competenza e la professionalità che dimostrano ogni giorno, anche nelle situazioni più critiche, per costruire una sanità più attenta ai bisogni dei cittadini. Impegno che, troppo spesso, viene dato per scontato ma che costituisce uno dei presupposti per garantire il diritto alla salute sancito dalla Costituzione. L’Italia può vantare un’infrastruttura di eccellenza come il Servizio Sanitario Nazionale e le professioni sanitarie rappresentano la colonna portante di questo sistema, che è nostro dovere proteggere, valorizzare e rafforzare. È il motivo per il quale, fin dal nostro insediamento, siamo al lavoro per rendere il SSN più moderno ed efficiente, per dare risposte sempre più adeguate e tempestive ai nostri cittadini e riconoscere ai professionisti della salute ciò che meritano”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un messaggio all’evento per la Giornata nazionale delle professioni sanitarie e sociosanitarie, socioassistenziali e del volontariato.

Prosegue Meloni: “Abbiamo scelto, per questo, di destinare alla sanità stanziamenti record, portando nel 2025 il Fondo sanitario nazionale a 136,5 miliardi di euro e ad una spesa pro-capite di 2317 euro. Con gli Accordi di Coesione stipulati in questi anni con le Regioni abbiamo messo a disposizione, inoltre, un miliardo e 300 milioni di euro per investimenti negli ospedali e con la revisione del PNRR abbiamo liberato ulteriori 750 milioni da investire sempre sulla sanità. Abbiamo concentrato le risorse a disposizione sul rinnovo dei contratti dei dirigenti medici e del personale del comparto e per valorizzare il personale, a partire dalla detassazione delle retribuzioni per le prestazioni aggiuntive che servono ad abbattere i tempi delle liste d’attesa. Dopo decenni di attesa, poi, abbiamo voluto compiere una piccola ma grande rivoluzione, sostenendo un emendamento parlamentare che chiedeva di stanziare 30 milioni di euro per riconoscere un compenso agli specializzandi di area non medica. Mi riferisco a professionisti come farmacisti, psicologi, biologi, odontoiatri, chimici, fisici e veterinari che finora non avevano beneficiato né di un percorso formativo ben delineato, né di un adeguato riconoscimento economico”.

Delmastro, pm chiede assoluzione per sottosegretario

Roma, 20 feb. (askanews) – Chiesta l’assoluzione per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro imputato, con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, in relazione alle informazioni diffuse dal parlamentare Donzelli sull’anarchico Alfredo Cospito. Delmastro, difeso dall’avvocato Giuseppe Valentino, è presente in aula, a Roma.  Nel procedimento sono parti civili i parlamentari del Pd che incontrarono in carcere l’anarchico, Andrea Orlando, Silvio Lai, Debora Serracchiani e Walter Verini.

“Abbiamo prodotto la richiesta di archiviazione” per Delmastro e noi “non ci spostiamo di un millimetro da qui”, ha detto il procuratore aggiunto Paolo Ielo. “Vale lo stesso principio per tutti” i cittadini, ha detto motivando la “richiesta di assoluzione per mancanza dell’elemento soggettivo”.

Panetta: solo la crescita potrà garantire pensioni e welfare

Roma, 20 feb. (askanews) – In Italia “solo crescendo potremo garantire risorse adeguate a pensioni, sanità, istruzione e assistenza sociale”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento in apertura della presentazione del Rapporto sulla sussidiarietà 2023/2024 “Sussidiarietà e welfare territoriale”, della Fondazione Sussidiarietà, ospitata dalla stessa istituzione di Via Nazionale.

“Un’economia forte e produttiva è il fondamento di un welfare equo ed efficace – ha sottolineato – capace di rispondere alle esigenze delle generazioni di oggi e di creare opportunità per quelle di domani”.

Secondo Panetta “nei prossimi anni non sarà facile bilanciare una crescente domanda di protezione sociale, soggetta a rapide e imprevedibili evoluzioni, con un’offerta inevitabilmente limitata dai vincoli di finanza pubblica”.

Il tutto mentre i dati “mettono in luce la necessità di una riflessione approfondita sul modello istituzionale dell’offerta di servizi sociali. È fondamentale trovare un equilibrio tra due esigenze: da un lato il decentramento – ha proseguito – che consente di rispondere in modo più preciso ai bisogni specifici dei territori e di adottare misure mirate; dall’altro lato, un solido coordinamento centrale, necessario per garantire un uso appropriato delle risorse e un livello uniforme dei servizi essenziali su tutto il territorio nazionale”.

Secondo il numero uno di Bankitalia questo l’equilibrio si può cercare “agendo su due fronti. Il primo riguarda la razionalizzazione della struttura dell’offerta, come messo in luce dal Rapporto, valorizzando la sussidiarietà sia verticale, tra i diversi livelli dello Stato, sia orizzontale – ha detto – coinvolgendo accanto allo Stato anche il mercato e il terzo settore”.

Il secondo ambito di intervento “passa attraverso riforme e investimenti pubblici – ha concluso Panetta – volti ad aumentare la crescita potenziale e la produttività dell’economia”.

Hamas riconsegna i corpi di 4 ostaqggi e accusa Israele

Roma, 20 feb. (askanews) – La consegna di quattro corpi di ostaggi israeliani deceduti, oggi a Khan Younis, è avvenuta con il solito apparato di folla e di messaggi politici, tra i quali l’accusa a Israele di essere responsabile della morte degli ostaggi.

Secondo quanto ha riferito al Jazeera, una folla si è raccolta presso il luogo dove è avvenuta la consegna da parte dei movimenti palestinesi Hamas e Jihad islamica alla Croce rossa internazionale. Inoltre, membri delle Brigate al Qassam di Hamas, armati e mascherati, si sono schierati a guardia. Nel luogo della consegna sono stati anche apposti dei cartelli. Su uno si leggeva: “Il criminale di guerra Netanyahu e il suo esercito nazista li ha uccisi con missili lanciati dagli aerei da guerra sionisti”. Su un altro erano riportate statistiche del conflitto, secondo i dati diffusi da Hamas, con 61mila palestinesi trovati morti e 14mila ancora sotto le macerie.

Hamas oggi ha ribadito l’attribuzione dell’uccisione dei quattro ostaggi – i tre membri della famiglia Bibas (una madre e due bambini piccoli) e Oded Lifshits – agli israeliani. In una nota ha detto di aver preservato le vite dei prigionieri dell’occupazione”, fornendo loro quanto possibile e “trattandoli umanamente, ma il loro esercito li ha uccisi insieme ai loro rapitori”. E ha aggiunto: “Il criminale Netanyahu oggi piange i corpi dei suoi prigionieri, che gli sono tornati in bare, in un palese tentativo di sottrarsi alle responsabilità per il loro omicidio davanti al suo pubblico”. Ha concluso: “”Avremmo preferito che i vostri figli vi tornassero vivi, ma il vostro esercito e i leader del governo hanno scelto di ucciderli anziché riportarli indietro”.

Papa, il cardinale Ravasi: situazione non critica. Dimissioni? Potrebbe

Roma, 20 feb. (askanews) – Il cardinale Gianfranco Ravasi è intervenuto su RTL 102.5 per fornire un aggiornamento sulle condizioni di salute di Papa Francesco.

L’ATTENDIBILITÀ DELLE NOTIZIE SULLE CONDIZIONE DI SALUTE DEL PAPA – “Le indicazioni fornite dai mezzi di comunicazione, anche attraverso i bollettini dell’ospedale Gemelli, sono le stesse che, sostanzialmente, abbiamo anche noi. C’è una certa riservatezza da parte del personale medico; tuttavia – ha detto – tutto ciò che è stato comunicato è vero, ovvero che si osserva una sottile ripresa. Considerando un organismo abituato lungamente a combattere, si può dire che tutta la sua vita è stata quasi sempre in tensione. Quindi, è un organismo abbastanza forte. Le notizie verranno fornite di momento in momento, in una situazione che, comunque, rimane complessa. Tuttavia, non si tratta di una situazione critica, come sospettato da alcuni mezzi di comunicazione. È una condizione che tutti possono comprendere, considerando l’esperienza di avere parenti anziani che, quando colpiti da una polmonite, non reagiscono come un giovane di 20 o 30 anni”.

ORE DI GRANDE APPRENSIONE – “L’apprensione c’è stata, è vero, soprattutto quando si è manifestata la sindrome della polmonite bilaterale, che, in una persona con un polmone a cui è stato asportato un lobo in passato, rappresenta evidentemente una situazione piuttosto difficile da superare. Tuttavia, sembra che ora l’orientamento generale sia più positivo, considerando una struttura fisica complessivamente forte e abituata a superare interventi impegnativi. Quel momento di preoccupazione è naturale, ma è stato anche enfatizzato in modo particolare. Io uscivo dal Vaticano l’altra sera e già una giornalista mi chiedeva se avessi visto rientrare il Papa a Santa Marta per un motivo non positivo. Invece no, tutto normale”.

LA POSSIBILITÀ DELLE DIMISSIONI – È verosimile l’ipotesi che Papa Francesco si possa dimettere? “Io penso che possa farlo, perché è una persona che, da questo punto di vista, è abbastanza decisa nelle sue scelte. Finora ha ritenuto di continuare la sua attività, anche quando, per esempio, c’è stata la difficoltà del ginocchio, che ha cambiato il normale stile di relazione della figura pubblica con l’intera comunità ecclesiastica mondiale. In quell’occasione, ebbe quella famosa battuta secondo cui si governa con il cervello e non con il ginocchio. Quindi, c’è sempre stata la tendenza a combattere e a reagire, ed è anche una scelta legittima, perché ha potuto affrontare perfino viaggi in condizioni assolutamente difficili e impegnative, come quello nell’Estremo Oriente. Tuttavia, è fuori di dubbio che, se si trovasse in una situazione in cui fosse compromessa la sua possibilità di avere contatti diretti – come lui ama fare – di poter comunicare in modo immediato, incisivo e decisivo, allora credo che potrebbe decidere di dimettersi”.

LA LETTERA DI DIMISSIONI FIRMATA DA PAPA FRANCESCO NEL 2013 IN CASO DI GRAVE IMPEDIMENTO FISICO – “Il Papa ha affermato esplicitamente di aver consegnato la lettera nelle mani del segretario di Stato dell’epoca, quindi si tratta di un atto formale. Devo dire, invece, che io ho potuto vedere dal vivo la decisione di Benedetto XVI, perché me l’aveva confidata. In questo caso, lui affermava in modo netto che sì, c’era ancora la possibilità, almeno dalla testa in su, di poter governare, perché la sua mente era rimasta vivace a lungo. Il corpo, però, era tale da impedirgli di affrontare viaggi, udienze e tutti quegli impegni continui. Bisogna considerare che il calendario di un pontefice, dal punto di vista quotidiano, è estremamente intenso: si vedono i viaggi, ma la giornata è scandita ininterrottamente da impegni molto severi e anche molto delicati”.

“Sulle speculazioni riguardanti le condizioni di salute del Papa, concretamente, non ho un’esperienza così diretta; non percepisco questo clima. Direi che si tratta più di un fenomeno legato alla rete e alla comunicazione di massa, caratterizzato da una tendenza quasi bipolare. C’è una presenza forte che reagisce contro questo pontificato: pensiamo, ad esempio, agli Stati Uniti, dove esistono, soprattutto nell’ambito dell’infosfera, queste reazioni. Tra l’altro, la tensione all’interno della Chiesa è sempre stata un fenomeno presente sin dalle sue origini”.

M.O., La Russa: da Hamas vergognosa spettacolarizzazione dell’orrore

Milano, 20 feb. (askanews) – “Sono raccapriccianti le immagini dell’esposizione delle quattro bare degli ostaggi israeliani sul palco allestito a Khan Younis. Si tratta dell’ennesima vergognosa spettacolarizzazione dell’orrore da parte di Hamas, di un atto indegno, di una totale mancanza di rispetto verso le vittime e le loro famiglie. È totale la mia condanna per questa azione criminale e selvaggia che rischia di alimentare odio e violenza. Al popolo di Israele, ai familiari delle vittime e alle comunità ebraiche la mia sincera e affettuosa vicinanza”. Lo dichiara Ignazio La Russa, presidente del Senato della Repubblica.

Ucraina, Calenda: Conte è un traditore dell’Ue, Schlein scelga dove stare

Milano, 20 feb. (askanews) – Stare con Trump significa essere “un traditore delll’Europa e dell’Italia”, e dunque – vista la posizione di Giuseppe Conte – Elly Schlein deve decidere da che parte stare. Lo afferma il leader di Azione Carlo Calenda, che spiega: “Trump ha mentito. Ha mentito su chi ha iniziato la guerra; ha mentito sull’entità degli aiuti americani; ha mentito sul consenso di Zelensky. Trump vuole tornare a fare affari con la Russia e vessare l’Europa, Italia compresa e predare le risorse degli Ucraini tenendogli un coltello alla gola. Conte approva le menzogne di Trump e le rivendica come proprie. Questo fatto è per noi dirimente rispetto a qualsiasi tipo di collaborazione parlamentare e locale. In questo tornante della storia se stai con Trump e Putin contro ‘le cancellerie europee’ sei un traditore dell’Europa e dell’Italia. Se il Pd ne prenderà atto e avrà il coraggio di rompere ogni legame con i 5S allora si potranno trovare convergenze, altrimenti costruite pure la coalizione della sinistra per Trump e Putin, insieme ai 5S. Il momento di decidere è arrivato, Elly Schlein – conclude Calenda – non puoi continuare a fingerti morta”.

Ammiraglio Munsch: Nato pronta a difendere ogni centimetro di terra

Bucarest, 20 feb. (askanews) – (di Cristina Giuliano) “La Nato dimostra di essere pronta ad affrontare le crisi, scoraggiare i conflitti e difendere ogni centimetro di terreno dove presta servizio: sono orgoglioso di tutti i partecipanti a Steadfast Dart 25 e sono orgoglioso dell’intera squadra di combattimento della NATO”. Così l’ammiraglio Stuart Munsch comandante delle Forze Navali degli Stati Uniti in Europa, comandante delle Forze Navali degli Stati Uniti in Africa e a capo del Comando delle Forze Congiunte Alleate a Napoli. Rispondendo a una domanda di askanews poco dopo, Munsch ha detto che “dobbiamo schierare forze come deterrenza e difesa dalle minacce. Il valore è accresciuto dall’uso della Allied Reaction Force nel primo dispiegamento. E siamo qui per difendere ogni centimetro di questo Paese”, ha aggiunto l’ammiraglio da Galati, cittadina della Romania di confine con l’Ucraina.

Pochi giorni prima della dichiarazione di Munsch e della esercitazione (mostrata alla stampa accreditata nel poligono di Smardan, Galati), il 16 febbraio il Ministero della Difesa Nazionale della Romania segnalava un’allerta aerea. “Nella notte tra domenica 16 e lunedì 17 febbraio, le forze armate della Federazione Russa hanno condotto una nuova serie di attacchi con droni contro determinati obiettivi civili e infrastrutturali portuali in Ucraina, nei pressi del confine fluviale con la Romania, nella città di Reni. I sistemi di monitoraggio e sorveglianza radar del Ministero della Difesa Nazionale avevano segnalato e monitorato obiettivi aerei che si sono evoluti nello spazio aereo ucraino, nelle vicinanze delle contee di Tulcea e Galati”, si legge in una nota del ministero di Bucarest.

“Steadfast Dart 25” (STDT 25) è stata pianificata nel 2024 dal Supreme Headquarters Allied Powers Europe (SHAPE) e mostra, per la prima volta dalla sua istituzione (primo luglio 2024), lo spiegamento di truppe e di equipaggiamenti militari dell’Allied Reaction Force in un ambiente operativo.

L’esercitazione si svolge in Bulgaria, Grecia e Romania e vi partecipano oltre 10.000 soldati provenienti da Bulgaria, Francia, Grecia, Italia, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Romania, Slovenia, Spagna e Turchia.

La Romania partecipa alla STDT 25 con circa 1.150 soldati e 120 veicoli da combattimento. La 15a Brigata Meccanizzata, l’81a Brigata Meccanizzata e il Comando delle Forze Congiunte sono alcune delle strutture coinvolte nella più grande esercitazione NATO condotta quest’anno.

Dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, il 24 marzo 2022 i leader della NATO si sono incontrati a Bruxelles per valutare le conseguenze delle azioni della Russia e prendere misure per rafforzare gli obiettivi di deterrenza della NATO. Al vertice di Madrid nel giugno 2022, la NATO ha deciso di rafforzare significativamente la posizione dell’Alleanza creando un nuovo modello di forza della NATO, migliorando l’abilità della NATO a rispondere a qualsiasi scenario, anche se a breve preavviso.

Nel 2023, al summit di Vilnius, il concetto di deterrenza e difesa dell’area euro-atlantica, chiamato DDA, è stato approvato. Il concetto in sostanza posiziona le attività militari e gli obiettivi in tempo di pace, come anche in caso di crisi e conflitto, contro le due principali minacce per la NATO, la Russia e i gruppi terroristi. Al summit di Washington DC nel 2024, l’Alleanza ha accolto i progressi raggiunti sin dall’Assemblea di Madrid e Vilnius sul rinforzamento e la modernizzazione della NATO per una nuova era di difesa collettiva.

Gli Usa pensano a una clausola di accesso automatico di Kiev nella Nato

Roma, 20 feb. (askanews) – Come garanzia di sicurezza per l’Ucraina in futuri possibili accordi di pace, l’Amministrazione Trump sta pensando a una clausola di accesso automatico dell’Ucraina nella Nato in caso di mancato rispetto russo dei patti. Lo scrive NBC News in un ampio articolo pubblicato oggi.

Una delle garanzie di sicurezza che gli Stati Uniti stanno considerando come parte di un accordo di pace consiste nel concedere automaticamente l’adesione alla NATO all’Ucraina se la Russia dovesse violare l’accordo, hanno detto quattro funzionari statunitensi a NBC News.

Questa condizione, secondo il broadcast americano, mirerebbe a rispondere a una preoccupazione fondamentale per l’Ucraina e i suoi alleati: che la Russia si riorganizzi e invada nuovamente il paese, hanno affermato i quattro funzionari.

Weekend all’insegna del sole salvo pochi disturbi

Roma, 20 feb. (askanews) – Una storica ondata di gelo artico ci ha sfiorati: dopo aver colpito tutta l’Europa Orientale con il freddo più intenso degli ultimi 20 anni, il gelo punta adesso il Medio Oriente e persino l’Egitto. In Italia il tempo migliora e le temperature risalgono. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma un miglioramento delle condizioni meteo con ampie schiarite in arrivo, ad iniziare dal Nord e dalla Toscana.

Nelle prossime ore avremo ancora qualche pioggia su Maremma, Lazio e basso versante tirrenico, un po’ più diffusa sulla Sicilia; dal pomeriggio il cielo tornerà azzurro dal Nord alla Toscana con gli ultimi addensamenti tra Lazio e meridione associati a qualche ombrello aperto. Ma da venerdì 21 scoppierà una breve fase primaverile, in anticipo di un mese.

Venerdì 21 febbraio il sole tornerà dominante su tutta la Penisola: avremo più nubi solo sulle Isole Maggiori dove il cielo sarà un po’ più grigio, come lo diventerà dal pomeriggio quello della Liguria. Tutto sommato, però, il tempo sarà buono e le temperature in aumento anche di 5-6°C nei valori massimi!

Toccheremo i 20 gradi sulle Isole Maggiori nonostante la maggiore nuvolosità sparsa, saliremo a 15-17°C anche al Centro (da Firenze a Terni fino a Roma); al Nord non riusciremo a salire molto sopra i 10°C a causa della nebbia notturna e di locali nubi basse in giornata.

Il weekend sarà all’insegna del sole salvo pochi disturbi: sabato il cielo sarà nuvoloso tra Liguria e Toscana con qualche debole pioggia, qualche addensamento è atteso anche sul resto del Nord-Ovest e in Sicilia, mentre gli altri italiani godranno di un bel sole e di temperature gradevoli.

Domenica avremo ancora più raggi solari: anche le nubi del Nord-Ovest e della Toscana tenderanno a dissolversi salvo persistere sulla Liguria e, a carattere sparso, un po’ al Centro-Nord; al Sud il tempo sarà primaverile con massime oltre i 20 gradi.

La nuova settimana ci farà passare dalla temporanea Primavera all’Autunno: inizialmente il tempo sarà mite, poi arriverà un treno di perturbazioni a portare piogge frequenti e un calo termico. Insomma, questo mese di febbraio non smetterà di sorprenderci con passaggi meteo ‘avventurosi’, tipici di una mezza stagione e non del pieno Inverno.

Gaza, consegnati alla Croce rossa quattro corpi di ostaggi israeliani

Roma, 20 feb. (askanews) – I movimenti palestinesi Hamas e Jihad islamica hanno consegnato alla Croce rossa internazionale i corpi di quattro ostaggi israeliani deceduti. Le Forze di difesa israeliane, in seguito, hanno confermato la consegna.

Il trasferimento è avvenuto a Khan Yunis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. La Croce Rossa ha ricevuto i resti della famiglia Bibas una madre e due bambini piccoli e di Oded Lifshits. I movimenti sostengono che gli ostaggi siano stati vittime degli attacchi aerei israeliani nella Striscia di Gaza.

In seguito, la Croce rossa consegnerà le quattro bare alle Forze di difesa israeliane. “Secondo le informazioni comunicate dalla Croce rossa, quattro bare di ostaggi deceduti sono state trasferite a loro e stanno per essere consegnate alle forze dell’IDF e dell’ISA (Agenzia di Sicurezza Israeliana) nella Striscia di Gaza” ha dichiarato l’IDF in un comunicato.

Ucraina, Tajani: quelle di Trump su Zelensky parole forti, linguaggio che non ci appartiene

Roma, 20 feb. (askanews) – Quelle di Donald Trump nei confronti del presidente Volodymyr Zelensky sono state “parole forti” ed “evidentemente c’è qualche crepa tra Trump e Zelensky e questa sta emergendo”. E’ quanto ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio 24.

“Lo scontro verbale” tra i due presidenti, ha sottolineato il ministro, “non tocca l’Europa” ma “dobbiamo fare in modo che la situazione si calmi e non dobbiamo entrare noi in una polemica”. “Certamente non sono parole, non è un linguaggio che ci appartiene”, ha insistito Tajani, “però ripeto il nostro interesse è quello che l’Europa sia unita e in una situazione complicata come l’attuale dobbiamo assolutamente tenere i nervi saldi e essere sempre a testa alta sia con gli Stati Uniti sia con la Russia per affrontare e risolvere il problema delicatissimo della costruzione di una pace duratura”. “Poi le schermaglie ci sono e ci saranno, siamo abituati al linguaggio della nuova amministrazione americana”, ha commentato.

Volodymyr Zelensky “è stato eletto” ed “è sempre stato sostenuto dagli americani, era sostenuto anche dall’amministrazione Trump”. “Io ricordo che fu l’amministrazione Trump, la vecchia amministrazione Trump, a portare Zelensky in Europa attraverso l’ambasciata a Bruxelles, quindi ripeto non so quali motivi abbiano spinto Trump a usare parole così dure, probabilmente non ha gradito la reazione di Zelensky all’incontro che c’è stato in Arabia Saudita tra americani e russi”, ha commentato.

Infatti, ha ricordato ancora Tajani, “Zelensky ha annullato la sua visita in Arabia Saudita e quindi probabilmente c’è stata una tensione, ma credo che adesso noi dobbiamo non farci prendere dalla cronaca, cioè dallo scontro verbale, ma dobbiamo invece lavorare per raggiungere l’obiettivo che è quelloádellaápace”, ha ribadito.

Ucraina, Tajani: per garanzie la sicurezza serve una collaborazione Ue-Usa

Roma, 20 feb. (askanews) – “Stiamo vivendo una situazione nuova. La nuova amministrazione americana ha deciso di avviare un percorso che porti alla fine della guerra in Ucraina. Detto questo, dobbiamo vedere come si concretizza questa nuova fase. L’Italia ritiene che sia assolutamente fondamentale lavorare con l’Europa unita, ma per garantire la sicurezza futura dell’Ucraina e dell’intero continente europeo serve una collaborazione tra Europa e Stati Uniti”. E’ quanto ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio 24. “Noi dobbiamo certamente fare di più per quanto riguarda la difesa”, ha spiegato il ministro. “Dobbiamo trovare il modo per farlo, serve una difesa europea, servono eurobond dedicati alla difesa, serve che l’Italia faccia anche un passo in avanti per quanto riguarda il rispetto degli impegni presi con la Nato, cioè arrivare al 2% del PIL per la difesa. E questo bisogna farlo avendo la possibilità di scorporare le spese di difesa dal pattoádiástabilità”, ha aggiunto il ministro.

Ucraina, Zelensky: non arrendersi, rimanere uniti

Roma, 20 feb. (askanews) – Non arrendersi e rimanere uniti. Questa la sollecitazione lanciata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un momento delicato, all’indomani dell’attacco lanciato dal presidente Usa Donald Trump, che l’ha definito un “dittatore” e un “comico”.

“Proprio in questi giorni del 2014 la Russia scelse la guerra: intraprese i primi passi per occupare la Crimea. Mentre a Kiev venivano uccise persone e la gente difendeva la propria libertà, Putin decise di infliggere un ulteriore colpo – un gesto davvero spregevole. Da allora il mondo vive in una nuova realtà, in cui la Russia cerca di ingannare tutti. Ed è fondamentale non arrendersi, rimanere uniti. E’ essenziale sostenere coloro che difendono la libertà”, ha scritto su Telegram il presidente ucraino, ricordando i combattenti ucraini.

Steve Bannon: conquisteremo l’Europa paese per paese

Roma, 20 feb. (askanews) – Il trumpismo conquisterà l’Europa paese per paese. L’ha affermato in un’intervista pubblicata su Repubblica l’ex stratega della campagna 2016 di Donald Trump, Steve Bannon.

“Comincia già domenica, con le elezioni in Germania, dove i nostri alleati otterranno un chiaro e significativo successo. Non prenderà di mira il continente in generale, ma si concentrerà sui singoli stati, per conquistarli uno dopo l’altro, mano a mano che andranno alle urne. Gli effetti poi cambieranno l’intera direzione dell’Europa”, ha affermato Bannon.

Per quanto riguarda l’Italia, Bannon ha espresso lodi per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Guardate, io conosco e collaboro con Giorgia Meloni – ha detto – da quando il suo partito aveva percentuali minuscole nei sondaggi, quindi il nostro rapporto ha radici profonde e consolidate. Credo che da quando è al governo abbia subito la pressione della responsabilità di guidare il Paese, ma non penso che le posizioni che ci univano siano cambiate”.

Il Telegraph: Starmer proporrà a Trump il dispiegamento di 30mila soldati europei in Ucraina

Roma, 20 feb. (askanews) – Il primo ministro britannico Keir Starmer presenterà a Donald Trump, durante una visita a Washington la prossima settimana, un piano per l’invio di circa 30.000 truppe europee in Ucraina per mantenere un eventuale accordo di cessate il fuoco mediato dagli Usa. Lo riferisce il Telegraph.

Il primo ministro esorterà Trump ad avere aerei da combattimento e missili statunitensi in stand-by nell’Europa orientale per rispondere con forza letale se la Russia dovesse infrangere i termini di un eventuale accordo, secondo funzionari occidentali informati sui piani.

La strategia anglo-francese per una forza di peacekeeping, secondo il giornale, sarebbe stata presentata ai leader europei in una riunione di emergenza a Parigi lunedì.

Pete Hegseth, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, ha affermato che la responsabilità esclusiva di qualsiasi operazione di mantenimento della pace in Ucraina dovrà ricadere sugli europei e sul Canada.Secondo il piano anglo-francese, meno di 30.000 soldati verrebbero schierati, sotto comando dei Paesi europei, nelle città ucraine, nei porti e in altri siti critici, come le centrali nucleari.

La missione, secondo quanto spiegato, si affiderà a un monitoraggio tecnico attraverso aerei di intelligence, sorveglianza e ricognizione, droni e satelliti, allo scopo di fornire un quadro completo di ciò che sta accadendo sul campo, ha precisato un funzionario occidentale.

La stessa fonte ha aggiunto che l’operazione sarà supportata da una potenza di fuoco sufficiente a individuare e respingere eventuali attacchi, al fine di riaprire lo spazio aereo ucraino e ripristinare i voli commerciali.

Del dispiegamento, secondo il Telegraph, faranno parte anche navi da pattugliamento nel Mar Nero.

Renault, ricavi 2024 +7,4%. Utile netto cala a 800 mln per Nissan

Roma, 20 feb. (askanews) – Renault ha chiuso il 2024 con ricavi in crescita del 7,4% rispetto all’esercizio precedente a 56,2 miliardi di euro e con un risultato operativo record di 4,3 miliardi di euro (+15%).

L’utile netto è sceso a 800 milioni di euro a causa dell’impatto di Nissan e della cessione della quota nel costruttore giapponese. Al netto di questo effetto, il risultato netto segna un progresso del 21% a 2,8 miliardi di euro.

Il cash flow si è attestato a 2,9 miliardi di euro, 400 milioni in più delle stime, mentre la posizione finanziaria netta è raddoppiata a 7,1 miliardi. Il Consiglio di amministrazione proporrà un dividendo in crescita del 19% rispetto al 2023 a 2,20 euro per azione.

Musk: Zelensky non può rappresentare il popolo ucraino

Roma, 20 feb. (askanews) – Il miliardario Usa e membro dell’amministrazione Trump Elon Musk ha affermato che il presidente Volodymyr Zelensky non può parlare a nome del popolo ucraino finché non accetterà di tenere nuove elezioni e non ripristinerà la libertà di stampa in Ucraina. Ha inoltre accusato Zelensky di “aver ucciso” un controverso blogger Usa.

“Zelensky non può pretendere di rappresentare la volontà del popolo ucraino se non ripristina la libertà di stampa e smette di annullare le elezioni!” ha scritto Musk su X.

Il mandato presidenziale di Zelensky è scaduto il 20 maggio 2024. Le elezioni presidenziali in Ucraina sono state annullate a causa della legge marziale e della mobilitazione generale.

Musk ha accusato il leader ucraino di aver ucciso il blogger americano Gonzalo Lira, il quale è morto in una prigione ucraina. “Zelensky ha ucciso un giornalista americano!” ha scritto Musk su X, commentando il post di un utente riguardo la morte di Lira. L’utente aveva osservato che Lira era stato critico nei confronti di Zelensky.

Nel giugno 2024, la Russia ha dichiarato che le autorità ucraine hanno torturato Gonzalo Lira a morte in prigione. Kiev, dal canto suo, ha affermato che Lira è morto per una polmonite.

Trump: avevamo accordo sulle terre rare, ma Ucraina l’ha infranto

Roma, 20 feb. (askanews) – Il presidente degli Stati uniti Donald Trump ha dichiarato che gli Usa avevano raggiunto un accordo sui terre rare con l’Ucraina, ma Kiev l’ha infranto “due giorni fa”.

“Avevamo un accordo basato sulle terre rare e su altre cose, ma lo hanno infranto due giorni fa”, ha detto Trump mercoledì durante il suo intervento all’evento dell’Istituto Future Investment Initiative (FII). “Avevamo un accordo – ha continuato – perché stiamo spendendo 350 miliardi di dollari. L’Europa riottiene i suoi soldi sotto forma di prestito, mentre noi non lo facciamo. Stiamo semplicemente dando i soldi a palate”.

Super Mario, l’alieno calato da Marte su Bruxelles.

Si è appena conclusa la Settimana parlamentare europea, organizzata dal Parlamento europeo e da quello polacco: due giorni di dibattiti sulla governance economica europea. Quando nella discussione sulla competitività è intervenuto Mario Draghi si è verificato un crescente stupore nell’Emiciclo. In molti stentavano a credere che a parlare fosse lo stesso Mario Draghi già Governatore della Banca d’Italia, già Presidente della Banca Centrale Europea e poi Presidente del Consiglio dei Ministri. Con toni duri, ha precisato: “Il mio rapporto è stato pubblicato a settembre e l’ultima volta che mi sono rivolto al Parlamento europeo ne ho delineato le linee principali. Oggi, cinque mesi dopo, cosa facciamo? Abbiamo discusso. Cosa ricaviamo da questa discussione? Che ciò che è nel rapporto è ancora più urgente di quanto non fosse cinque mesi fa. Spero che la prossima volta, se mi inviterete, potremo discutere di ciò che è stato fatto in modo efficace. Il senso di urgenza di intraprendere il cambiamento radicale che il rapporto sosteneva è ancora più forte”. Come se fosse del tutto ignaro della difficile complessità del processo decisionale europeo.

Il dubbio della platea è stato momentaneamente sospeso quando l’ex capo della BCE si è dato ragione da solo sostenendo che “da quando è stato pubblicato il rapporto, i cambiamenti che hanno avuto luogo sono ampiamente in linea con le tendenze che vi erano state delineate”, facendo riferimento a quanto scritto da lui su velocità delle innovazioni dell’intelligenza artificiale e aumento dei prezzi del gas. Passata la fase “io ve l’avevo detto”, gli occhi dei presenti sono tornati a sgranarsi quando l’ex Premier ha ricordato che “per affrontare le sfide, è sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre di più come se fossimo uno Stato”, e farlo presto perché’ “il tempo non è dalla nostra parte”. Ricordando che “negli ultimi 15, 20 anni, il governo degli Stati Uniti ha iniettato nell’economia 14 e più trilioni di dollari, noi ne abbiamo fatti sette volte meno”, ha ricordato un’ovvietà. Tutto giusto, se non fosse che ad oggi l’Unione non è uno Stato federale come gli Usa.  

L’intervento è suonato come un attacco ai leader Ue, sospesi fra immobilismo e incertezza. Intendiamoci, Draghi ha ragione quando sostiene che “le esigenze di finanziamento sono enormi: 750-800 miliardi di euro” e neppure noi siamo del tutto convinti dalle proposte di von der Leyen. Ma dovrebbe anche ricordare quanto è stato difficile per lui come capo della BCE convincere i Paesi frugali alla politica espansiva di acquisto di titoli di Stato, per iniettare liquidità e abbassare i tassi, un’azione fondamentale per salvare Euro ed economia, ma che era una toppa all’emergenza e non la panacea di tutti i mali. 

Ha, infine, umilmente ammesso di non avere soluzioni: “Quando mi chiedete cosa è meglio, cosa è meglio fare ora, rispondo: non ne ho idea, ma fate qualcosa!”. E qui, il mito di SuperMario è un po’ crollato. In realtà, da anni molti sono consapevoli che sia necessario “cambiare il nostro modello decisionale”, abbandonare l’unanimità e “passare a una maggioranza qualificata in molte, molte aree”. Ovviamente Draghi non se l’è sentita di spiegare quali aree, ma in generale: serve l’unanimità per eliminare la clausola dell’unanimità. Distorsioni folli da euroburocrati, ma che lui conosce bene. Ha provato a suggerire di utilizzare il modello “intergovernativo, vale a dire due, tre, quattro governi concordano su certi obiettivi e decidono che si muoveranno insieme, rimanendo aperti all’ingresso di altri Paesi”: un precedente pericolosissimo e l’inizio della fine per l’Ue a 27. 

“Veniamo da un passato così lungo di inconcludenza ed esitazione che troviamo difficile avere fiducia che le cose possano cambiare in futuro e che impariamo effettivamente a essere diversi, a prendere decisioni rapidamente ed efficacemente”. Questo l’apice del crescendo draghiano e a queste parole le mascelle degli ascoltatori sono crollate per la sorpresa. Intendiamoci, Draghi ha ragione. Ma se a settembre aveva disegnato il mondo perfetto, ora assomiglia a un alieno atterrato ieri a Bruxelles. Di quel “passato di inconcludenza ed esitazione” ne è stato protagonista, in vari ruoli di grande potere. L’incapacità di prendere decisioni rapidamente l’ha vissuta più volte in Consiglio europeo. Insomma, è sembrato paradossale. Come se tutto avesse funzionato perfettamente fino a luglio 2022 (e specialmente dal febbraio 2021) mentre oggi siamo rassegnati a un futuro di dannazione. Servirebbe uno sforzo di memoria e se proprio non si riesce a ricordare la lezione morotea per cui “è meglio sbagliare insieme che avere ragione da soli”, può sempre valere quella di Fabrizio de Andre’: “Si sa che la gente dà buoni consigli/ Sentendosi come Gesù nel tempio/ Si sa che la gente dà buoni consigli/ Se non può più dare cattivo esempio”

Retrospettive & prospettive: la cultura democratico cristiana alla base dell’Europa.

È persin inutile ricordare che ci troviamo in una fase storica estremamente delicata e difficile. Non a livello nazionale dove, al di là della violenza verbale di molti esponenti politici e della pesante e sempre più insopportabile radicalizzazione del conflitto politico, la “situazione è grave ma non è seria”, per dirla con l’aforisma dell’indimenticabile Ennio Flaiano. Semmai, e com’è sotto gli occhi di tutti, sono le dinamiche della geopolitica internazionale a mettere in discussione i tradizionali equilibri politici, economici e commerciali e ad aprire una fase dove, per il momento, non

mancano le incognite e le forti contraddizioni. 

Ma c’è un aspetto, almeno quando si parla di rilanciare e di riscoprire un progetto politico europeista, democratico e federalista, che non può essere ulteriormente aggirato o rinviato. Mi riferisco, nello specifico, a quella cultura, a quel pensiero e a quella tradizione che sono stati decisivi e determinanti nel passato per avviare il cammino politico dell’Europa e che possono oggi, e ancora una volta, dare un contributo altrettanto importante e qualificato per la nuova e futura Europa. E questa cultura va sotto il nome e cognome del filone democratico cristiano e della tradizione storica del cattolicesimo politico.

Una cultura che, nei diversi paesi europei, manifesta accenti diversi e diversificati ma che, al contempo, conserva un filo rosso che fa di questa tradizione il perno centrale su cui si può innervare il progetto politico europeista. Certo, l’assenza dei grandi partiti democratico cristiani da un lato e l’affermarsi di spinte nazionaliste, populiste e sovraniste dall’altro ha indubbiamente indebolito le ragioni storiche che hanno dato vita al “sogno europeo”. Mi riferisco al ruolo originario e storico avuto dai padri fondatori del progetto europeista. E cioè, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman.

Ora, e senza alcuna tentazione nostalgica, è del tutto evidente che oltre alla tradizione democratico cristiana e cattolico popolare ci sono anche altre culture democratiche e riformiste che possono, e devono, dare un contributo decisivo per la ricostruzione dell’Europa. Perché anche di fronte ai grandi sommovimenti politici internazionali dopo l’elezione del Presidente Trump al vertice dell’America, l’unità politica dell’Europa non è un miraggio o un feticcio ma resta un impegno preciso a cui i singoli stati nazionali non possono sottrarsi. Ed è proprio su questo versante che si gioca il ruolo e l’apporto dei filoni culturali che storicamente hanno creduto, e tuttora credono, nell’Europa e in quello che può rappresentare nello scacchiere internazionale.

Perché, forse, è anche arrivato il momento per dire che non tutti i partiti sono titolati a parlare di Europa unita e di superamento dei nazionalismi. Certamente non possono assolvere a questo compito, per fermarsi all’Italia, i partiti populisti, ipersovranisti, radicali, massimalisti ed estremisti.

Partiti che anche nel nostro paese, e purtroppo, abbondano. Ma non saranno certamente questi soggetti e questi partiti a dare un contributo qualificante per la nuova Europa. Per la semplice ragione che sono condizionati da una cultura – o da una sub cultura – che vira da un’altra parte. Ecco, forse è giunto anche il momento affinchè le storiche culture europeiste battano un colpo. A cominciare, appunto, da quella più titolata. Ovvero, quella democratico cristiana e cattolico popolare e sociale.

Chi sfascia l’Occidente non piace a Marina Berlusconi

Due scenari si sono imposti in questi due giorni di vita politica, nel quadrante europeo e nazionale. Il primo, sovranazionale. Con Mario Draghi, che con risolutezza, parlando al parlamento europeo, dopo il suo recente articolo sul Financial Times, delinea, senza mezzi termini, per superare lo stato di vulnerabilità economica dell’Europa, un New deal europeo, che, in primo luogo, deve partire dalla revisione degli ordinamenti e dei trattati comunitari per rimuovere gli ostacoli prodotti da barriere normative autolesive, generate dalle quelle stesse regole che si sono tradotte in un permanente freno alla crescita ed all’innovazione.

L’invito pertanto è a superare, con un cambiamento radicale, le vecchie logiche normative per avviarsi su quei percorsi di rinnovamento obbligato, con cui l’Unione deve fare i conti: decisioni a maggioranza, debito comune, difesa comune, snellimento della burocrazia comunitaria, politiche fiscali omogenee e una politica estera univoca, pena il rischio concreto, all’interno del concerto internazionale, di cadere nell’ insignificanza e nell’oblio.

L’altro scenario interno ha avuto come protagonista Marina Berlusconi che tre giorni fa, con un’intervista su Il Foglio, trasponendo nello scenario politico interno quel tipico coraggio che è linfa quotidiana per chi è aduso ogni giorno a scelte economiche e commerciali da cui dipende la vita ed il futuro di un’azienda, ha lanciato un messaggio chiaro: bisogna scuotersi dal torpore e soprattutto dall’inconcludenza, anche a dispetto dell’andirivieni di tanti vertici e dei tanti capi di governo dei paesi aderenti, con l’aggiunta dell’apparente attivismo della Von der Leyen sempre più prigioniera di parole vuote. Non si capisce, infatti, cosa realmente voglia fare per superare lo stallo – domanda che, come dicevamo, si è posto l’altro ieri ripetutamente Mario Draghi parlando al parlamento europeo. Emerge l’incapacità di dare risposte costruttive e coerenti, volte a rilanciare un ruolo cruciale dell’Europa. Per giunta, l’attesa spasmodica delle imminenti elezioni nella Repubblica federale tedesca ha messo in sordina altre riflessioni.

E tanta preoccupazione non può essere etichettata come un piccolo segnale di disagio, perché Marina Berlusconi non se la sente, e ben a ragione, di mettere, come tanti cittadini europei, la testa nella sabbia, ma si interroga, con un manifesto di intenti, che, come in un compendio, mette insieme il suo disagio è quello di tanti italiani, su certe chiusure che vanno dalla sfera dei diritti civili, ai taluni percorsi che attengono alla maternità, dal fine vita, alle disinvolture con cui spesso si agisce con politiche securitarie all’interno dei sistemi democratici, oggi, sempre più indeboliti da un populismo demagogico che ne deride le lentezze decisionali, dovute al rispetto delle garanzie istituzionali nel confronto con il decisionismo delle autocrazie e delle versioni più edulcorate definite, democrature, di cui l’Ungheria di Viktor Orbán è capofila.

Insomma un Cahier de doléances dal “sapore liberale, libertario, occidentale e poco nostalgico”, come lo ha definito Alessandro De Angelis su La Stampa di dell’altro ieri. In questo scenario devastante Marina Berlusconi si chiede se è accettabile per un’Europa, culla dello Stato di diritto, un così impietoso crepuscolo.

Mentre assai pregevole appare l’idea di un recupero del ruolo di guida della politica capace di saper intercettare istanze e bisogni collettivi e trovare sintesi, senza andare a inseguire il facile consenso assecondando e fomentando le paure della gente. Contesti che non ci fanno guardare, senza una comprensibile inquietudine, l’immediato futuro dei nuovi assetti geopolitici, non molto rassicuranti, ove predominano politiche intimidatorie, che non è azzardato assimilare ad uno stato di natura pre-politico. Politiche irrispettose del diritto comune e dei trattati internazionali, che la dottrina Trump sta prepotentemente imponendo. 

Come altro può definirsi l’irragionevole decisione di Trump di escludere dal tavolo il paese aggredito e l’Europa dal cosiddetto tavolo della pace. E, spostando il focus su altri eventi che stanno caratterizzando le politiche migratorie di Trump, colpisce la franchezza con cui la presidente di Mondadori definisce: “orribile ed inquietante” l’immagine che ritrae file di migranti espulsi in catene dagli Usa. Non appare poi effetto di second’ordine il fatto che la presidente della Fininvest, pur nella sua prudenza formale, non pronunciando mai alcun nome, non faccia di certo emergere piena sintonia con il segretario del suo partito.

E, non solo. In filigrana, non si fa fatica a leggerne anche una aperta critica alle politiche ambivalenti della premier. Eppure non è stato un fulmine a ciel sereno. Già, di recente, Marina non aveva mancato di richiamare il suo partito a politiche più aperte verso i diritti civili ed il rispetto delle regole comuni dello stato di diritto. Nella stessa giornata Tajani ha inteso minimizzare, sostenendo che non si è trattato di un’intervista “politica” ma solo di affermare “un identità culturale dell’editore”.

Eppure non ci vuole molto per cogliere tra le righe una poco tollerata subalternità del suo segretario alle politiche trumpiane della Meloni. Sta di fatto che nonostante la crociata lanciata da Tycoon contro l’Ue per provocarne la totale destrutturazione e ridurla a teatro di nuovi immaginabili futuri conflitti tra le nazioni, ha continuato, smentendo la sua inossidabile vocazione europeista, a sistenere ciecamente la linea di supina sudditanza della Meloni. 

Evidentemente Tajani non ha focalizzato bene i tanti discorsi intimidatori di Vance (ancor più di Trump) ed il senso geopolitico della prossima palese messinscena del tavolo di pace tra Usa e Russia. Strana partita a due, con l’Europa ridotta a terreno di spartizione per nuovi assetti. Purtroppo dovremmo abituarci a questi inediti scenari consumati dentro la cornice di così rapido mutamento epocale che, grazie agli sbalorditivi progressi che sta facendo l’Intelligenza artificiale, ci sta conducendo verso una civiltà post-umana, ove a  predominare sulle nostre azioni saranno aridi algoritmi e una cibernetica senza confini, appannaggio di un oligarchia di turbo-capitalisti protesi in un idea messianica e calvinista, foriera di profonde e inaccettabili disuguaglianze economiche e sociali.

Eppure, in questo momento, scuotono sempre meno le coscienze le politiche fatte di deportazioni ostentate cinicamente (anticipate dalla Meloni con la messinscena dell’Albania), di rivendicazioni ingiustificate di territori, senza rispetto delle libere scelte dei popoli, dalla Groenlandia, al Canada, a Panama, ecc.) e di eclissi della democrazia e dello Stato di diritto, di deportazioni di interi popoli senza riconoscergli più il diritto ad una propria terra.

Azioni pubbliche dove non si vede più un pizzico di umanità. E, mentre si è avviato a Ryad il singolare tavolo tra Usa e Russia per negoziare la pace nel conflitto ucraino, non sono pochi i commentatori che adombrano una sorta di contrattazione spartitoria tra Russia e Stati Uniti, data la presenza di tante risorse rare in quel vasto territorio. Pur nella singolarità di questo confronto diplomatico, mentre attendiamo che il vertice di ieri all’Eliseo abbia schiarito taluni orizzonti ai partner europei su una certa linea comune da seguire,  auspichiamo, nell’eventualità di un’intesa sulla pace, che non si abbiano, per insidie interpretative o per deliberata inosservanza degli accordi, quelle propaggini bellicose che seguirono alla  Conferenza di Monaco del 1938 che portarono il mondo alla seconda guerra mondiale. 

In questo quadro si resta stupefatti nel constatare che quello stesso coraggio di Marina non abbiano saputo mostrare quei partiti-cespuglio (quarta gamba della coalizione) che si dicono centristi, ma che sostengono con convinzione, (forse per obiettivi di sopravvivenza, o qualcuno di visibilità?) le politiche plutocratiche e muscolari suscitate da tanta dottrina, il cui obiettivo è di annientare l’Ue, come organismo geopolitico. Tuttavia, al di là di così disarmante comparazione, che francamente deprime, ci rassicura invece il fatto che c’è anche nel nostro paese una certa destra, sinceramente liberale, pluralista, europeista e umanitaria, pienamente rispettosa delle regole della democrazia e dello stato di diritto verso cui abbiamo il dovere di confrontarci e dialogare per il bene del paese e di un’Europa politica capace di saper portare ben a compimento il suo, finora, difficile processo di integrazione.

I Dem Usa tardano ad analizzare le ragioni di una débâcle.

Come sempre accade i motivi di una sconfitta elettorale sono molteplici. Soprattutto quando essa non è scontata, ovvero la competizione è aperta. È questo il caso degli Stati Uniti, dove alternativamente il Presidente eletto appartiene a uno dei due partiti politici principali. Generalmente, anche se non sempre, il Presidente uscente viene confermato per un secondo mandato. Poi capita spesso che quello successivo rappresenti l’altro partito. Una sana alternanza.

Era però accaduto solo una volta, molte decadi fa, che un Presidente partecipasse a tre elezioni, perdendo la seconda e vincendo le altre due. Non si era mai verificato, invece, quello che è accaduto a Donald Trump durante il periodo di mezzo fra le due elezioni: dall’assalto a Capitol hill da parte dei suoi sostenitori, alle persistenti accuse di brogli rivolte ai vincitori delle elezioni da lui perdute, al non riconoscimento del nuovo Presidente, ai processi subìti per accuse molto gravi, agli scandali sessuali e quant’altro.

Nonostante tutto questo, Trump ha vinto nettamente le elezioni dello scorso novembre. Il Partito Democratico, oltre a cercare di riorganizzarsi come già abbiamo visto nel precedente articolo, dovrebbe però analizzare in profondità le motivazioni di una sconfitta che aveva il dovere di evitare, ben sapendo che non si sarebbe trattato di un semplice avvicendamento, come era sempre stato nel passato, perfino con Ronald Reagan, che pure aveva recato con sé un cambiamento alquanto netto nelle politiche degli USA. Ben sapendo che questa volta sarebbe stata una “rivoluzione reazionaria!.

Questa analisi finora non è stata fatta. O quantomeno non è ancora emersa. È auspicabile però che un qualche centro studi dei Democratici la stia producendo. Perché senza conoscere e comprendere i motivi di fondo della débacle risulterebbe arduo trovare la via per la riscossa.

Gli errori, per così dire, superficiali non sono stati, per quanto gravi, determinanti ai fini della sconfitta. Certo, Joe Biden ha sbagliato nel volersi ricandidare. Ha sottostimato i segnali di invecchiamento che pure, e non solo a livello fisico, erano apparsi chiaramente nel corso del quadriennio. Così facendo non ha aiutato il suo partito nella selezione di un candidato adatto a battersi contro Trump, che probabilmente Biden ha compreso troppo tardi sarebbe stato davvero nuovamente il competitor da sconfiggere. Non ha neppure aiutato la sua vice, Kamala Harris, a crescere, sostanzialmente relegata ai margini per tutto il periodo (come per la verità accade sempre, o quasi, ai vicepresidenti). 

Certo, la Harris è scesa nell’arena troppo tardi, non per colpa sua. Ha però sbagliato totalmente il running mate, il vice: non adeguato, non all’altezza e troppo radicale, un’aggettivazione che già marchiava la candidata e che dunque non era proprio il caso di rafforzare.

Certo, Biden quattro anni prima era riuscito a creare un certo pathos intorno alla sua volontà unitaria, per riscoprire “the soul of the nation”, l’anima della nazione, dopo la turbolenta presidenza Trump; mentre Harris nella seconda parte della breve campagna elettorale, diciamo dopo la Convention di Chicago (quando ha cominciato a scendere nei sondaggi), ha puntato su un divisivo “rischio fascismo” che palesemente agli elettori alle prese con i problemi causati dall’inflazione alta poco o nulla importava. Ma questi, e altri, sono stati errori secondari. Superficiali, appunto.

Quelli profondi e decisivi sono stati altri. Ne hanno ovviamente parlato e scritto in questi mesi molti commentatori internazionali. Qui da noi segnalo le acute osservazioni di un buon conoscitore degli States come Francesco Costa, fresco direttore del Post, e di un giornalista assai noto come Federico Rampini, che ha avuto il coraggio di denunciare la deriva radicale dei Democratici ed è stato naturalmente bersagliato di contumelie dai radicali nostrani, provenendo egli dal medesimo campo.

Il primo tema è di natura economica, come sempre accade ovunque. E qui l’errore è consistito nella sottovalutazione di quanto il crescere dell’inflazione avesse inciso nella capacità di spesa delle famiglie americane. Frutto dell’enorme liquidità piovuta sull’economia statunitense per riprendersi dal biennio depressivo provocato dalla pandemia del 2020/2021 che ha consentito una ripresa economica notevole, con la conseguente crescita di posti di lavoro, salari, pensioni, spesa sanitaria. Tutto però eroso dall’aumento dei prezzi. E negli Usa quando aumenta il costo del gallone di benzina per il governo in carica sono dolori.

Il secondo tema è, invece, di natura culturale, è sorto in questo nuovo secolo ed è incentrato sul tema dei diritti individuali, enfatizzati e radicalizzati da una componente che da minoritaria è divenuta egemone nel Partito Democratico sino a emarginare totalmente chi osava non adeguarsi alla nuova filosofia (schematicamente e semplicisticamente definita “woke” dalla pubblicistica, innanzitutto quella ostile ai Dem: ma non staremo qui a ricordarne la derivazione dall’incitazione “wake up” rivolta agli emarginati sociali). Ne avevamo già scritto qui, esplicitando il rischio principale che correva Harris, espressione di San Francisco e della “californizzazione” del suo partito. Un imprinting associato all’estremizzazione del “politically correct” condotta da movimenti quali Lives Black Matter, da larga parte della comunità Lgbtq+, da politici molto fashion come la famosa Ocasio-Cortez, dall’anima ambientalista assolutista, e via radicalizzando.

Un insieme di posizioni trasformate da giuste rivendicazioni in strumenti di offesa totale nei confronti dei portatori anche solo di opinioni parzialmente diverse all’insegna di un intransigentismo ideologico che ha allontanato dal voto al Partito Democratico molte persone, gente comune non solo – come è d’uso dire – dell’America rurale più profonda ma anche delle comunità (donne, giovani, latinos, finanche uomini di colore) tradizionalmente vicine alle battaglie sociali dei Democratici: quelle che avevano fatto vincere Biden, e prima di lui Obama. E che invece questa volta si sono ribellate al dominio incontrastato di un ceto benestante e acculturato sensibile ai temi dell’inclusione ma non a quelli derivanti – per il ceto popolare e per il ceto medio – da una esasperazione applicativa dei medesimi.

È sulla reazione che ne è derivata che ha fatto leva la campagna di Trump. Radicalizzando a sua volta in senso contrario a quello dei Democratici ogni tema investito dall’evoluzione woke dell’imprinting culturale degli avversari, di cui Harris era una perfetta rappresentante. Così sull’ambiente (“Drill, baby, drill”), sull’immigrazione (“deportation of illegal immigrants”), sui diritti civili (“only male and female”), oltre alla lotta al fentanyl furbescamente associata alla chiusura nei confronti di qualsiasi depenalizzazione per l’utilizzo di sostanze tossiche, e a quella contro le quote fisse da riservare nelle scuole e nelle università per le minoranze che però penalizzano gli asiatici (i quali infatti hanno in larga misura votato per il tycoon). 

Una gestione più accorta, più moderata e soprattutto più attenta al sentire comune dell’americano medio avrebbe impedito, assai probabilmente, ai Democratici Usa di subire una sconfitta i cui esiti ora avvertiamo nell’intero mondo occidentale. E sono esiti pesanti.

 

Per leggere il precedente articolo

https://ildomaniditalia.eu/il-partito-democratico-usa-dovrebbe-riflettere-sui-motivi-della-sconfitta/

Vaticano: Il Papa è stazionario, migliorano gli indici infiammatori

Roma, 19 feb. (askanews) – “Le condizioni cliniche del Santo Padre si presentano stazionarie. Gli esami del sangue, valutati dallo staff medico, dimostrano un lieve miglioramento, in particolare degli indici infiammatori”. Lo comunica la sala stampa del Vaticano.

Il Papa, “dopo aver fatto colazione ha letto alcuni quotidiani quindi si è dedicato alle attività lavorative con i suoi più stretti collaboratori. Prima di pranzo ha ricevuto l’Eucarestia”.

Nel pomeriggio, infine, “ha ricevuto in visita il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la qu ale si è trattenuto in forma privata per 20 minuti”.

Agrolimentare, le 3 novità della "Visione" della Commissione Ue

Bruxelles, 19 feb. (askanews) – “Allineamento degli standard” riguardo alle sostanze vietate (come pesticidi e trattamenti agli ormoni e antibiotici) e alle normative sul benessere animale, tra i prodotti agroalimentari dell’Ue e quelli importati dai paesi terzi; e una revisione della regolamentazione europea esistente riguardo alla formazione dei prezzi nella filiera alimentare, che impedisca il fenomeno purtroppo ricorrente per cui molti agricoltori e allevatori sono costretti a vendere a prezzi non remunerativi, spesso inferiori ai loro costi di produzione.

Sono queste le due novità più importanti annunciate oggi dalla Commissione europea nel suo piano “Visione per l’agricoltura e l’alimentazione”, presentato oggi a Bruxelles, accanto al mantenimento della promessa di sostituire un meccanismo di incentivi alla “condizionalità” ambientale: gli agricoltori non avranno più l’obbligo di attuare determinate misure di sostenibilità ambientale come condizione per avere i pagamenti della Pac (Politica agricola comune), ma avranno degli aiuti supplementari se lo faranno.

“I nostri agricoltori e il settore agroalimentare hanno bisogno di condizioni di parità. Ciò significa – ha spiegato il commissario all’Agricoltura, Christophe Hansen – un allineamento più forte sugli standard di produzione per le importazioni. Prendiamo i pesticidi, ad esempio. Il principio che presentiamo oggi è chiaro: i pesticidi più pericolosi vietati nell’Ue per motivi di salute o ambientali non dovrebbero essere ammessi di nuovo nell’Unione tramite prodotti importati. Questo risponde anche alle richieste dei cittadini, della società civile, delle organizzazioni degli agricoltori e delle istituzioni politiche, che chiedono un cambiamento. E noi lo realizzeremo”.

“Il lavoro – ha assicurato il commissario – inizia immediatamente, quest’anno. Come sempre, la nostra azione sarà guidata dal pragmatismo, dal rispetto degli obblighi internazionali e dal dialogo. Ecco perché, parallelamente, continueremo a promuovere i nostri standard a livello internazionale, presso la Fao, l’Organizzazione mondiale del commercio e gli organismi internazionali di definizione degli standard, come il Codex”.

Fonti qualificate della Commissione ha spiegato poi che “è importante ricordare che quando importiamo derrate alimentari in Europa, ci assicuriamo che non abbiano un impatto negativo, che i nostri consumatori siano protetti. In particolare, per i pesticidi, questo significa stabilire livelli massimi di residui. La novità della ‘Visione’ presentata oggi è che riconosciamo che effettivamente”, nella situazione attuale, può capitare forse che importiamo dei prodotti che contengono pesticidi che sono stati vietati nell’Unione europea, sia per motivi di salute che per motivi ambientali, anche se al di sotto di soglie massime considerate sicure”.

Ebbene, hanno continuato le fonti, “per i pesticidi più sensibili vorremmo stabilire un nuovo principio: che potremo anche vietarne la presenza, anche a livelli sicuri per i consumatori, nei prodotti importati”. Insomma, non ci saranno più delle soglie massime di sicurezza sotto le quali sarà tollerata la presenza delle sostanze vietate in Europa, ma quelle sostanze saranno proibite e basta. “Ma per fare questo, per farlo seriamente, dobbiamo fare una valutazione d’impatto in cui esamineremo gli aspetti legati alla concorrenza, così come l’impatto sul nostro commercio. Quindi, considerando tutti gli elementi, se sarà appropriato, potremo quindi avere una revisione della legislazione Ue”.

Quanto alle pratiche commerciali sleali, hanno aggiunto le fonti, nel quadro della nuova “Visione” per l’agricoltura “facciamo riferimento all’importanza del funzionamento della filiera alimentare e indichiamo che abbiamo già preso una serie di iniziative. E qui mi riferisco alle due recenti proposte legislative presentate dalla Commissione. Una è la revisione del regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati e l’altra è una proposta autonoma sulla cooperazione tra gli Stati membri sull’applicazione della Direttiva sulle pratiche commerciali sleali (Direttiva Utp, ndr)”.

“Nella ‘Visione’ annunciamo che nel contesto della valutazione e della revisione della direttiva Utp, che è in corso, esamineremo come possiamo affrontare meglio uno dei problemi che abbiamo con la filiera alimentare, ovvero che alcuni agricoltori possono essere sistematicamente costretti a vendere i loro prodotti al di sotto dei loro costi di produzione”, hanno confermato le fonti della Commissione.

“Non possiamo ancora dire esattamente come faremo perché dobbiamo effettuare una valutazione d’impatto completa. Ma diciamo che questo è un punto importante, e lo considereremo nel contesto della revisione di questa legislazione e forse anche nella prossima revisione della Politica agricola comune, in particolare nel regolamento sull’Organizzazione comune dei mercati. Quindi vedremo quando avremo l’esito della valutazione d’impatto. Ma direi che non sarà nel 2025 direi, perché ci vorrà un po’ più di tempo”, hanno concluso le fonti.

A Brescia “FUTURA Expo”, tre giorni di confronto sulla sostenibilit

Roma, 19 feb. (askanews) – E’ stata presentata al Ministero delle Imprese e del Made in Italy la terza edizione di “FUTURA Expo”, che si terr dal 7 al 9 marzo al Brixia Forum di Brescia. L’Expo dedicata all’economia sostenibile e alla transizione green organizzata dalla Camera di Commercio di Brescia e dalla sua azienda speciale ProBrixia, un unicum nel panorama italiano, ha valicato i confini locali ed diventato un appuntamento nazionale. Nei tre giorni di incontri, talk ed eventi pensati per imprese, istituzioni e cittadini, saranno presenti pi di 120 espositori.

Roberto Saccone, Presidente della Camera di Commercio di Brescia, ha spiegato: “FUTURA Expo ha come obiettivo quello di raccogliere imprese e istituzioni che vogliono parlare ai cittadini del loro impegno sui temi della sostenibilit e quindi del loro impegno sul rispetto ambientale e sul ruolo sociale che svolgono. Ci sono 150 aziende che hanno fatto progetti di sostenibilit e che dimostrano appunto che la sostenibilit non un insieme di regole ma una grande opportunit”.

All’interno di “FUTURA Expo” un ampio spazio sar dato ai giovani per stimolare una visione ottimistica, positiva e propositiva del futuro. Durante i tre giorni arriveranno grandi ospiti come i ministri Giancarlo Giorgetti, Tommaso Foti, Gilberto Pichetto Fratin e Alessandra Locatelli. Ludovico Monforte, Project Manager Futura Expo, ha spiegato: “Avremo la vicepresidente del Parlamento europeo, la Presidente del Parlamento europeo e il commissario Fitto che faranno un videomessaggio, e tantissime altre personalit istituzionali, ma non solo: personaggi dello spettacolo, del mondo della ricerca, avremo Andrej Geim che premio Nobel per la chimica, inventore del grafene. Ma Futura si connota anche per una parte espositiva, oltre 150 espositori andranno a realizzare delle experiences. La logica quella dell’Expo, quindi esperienze, intrattenimento interattivo del pubblico”.

FUTURA Expo sar anche l’occasione per ribadire quanto sia importante oggi per le imprese avere regole certe in maniera di sostenibilit, nel momento in cui sembra ci sia un arretramento su questi temi a livello politico globale. Roberto Saccone a questo proposito ha affermato: “E’ importante che non si mettano in discussione gli obiettivi anche perch tantissime realt industriali, nel mondo agricolo, tantissime imprese nel frattempo si sono messe in cammino, hanno fatto investimenti importanti, e credo sia sbagliato fare delle marce indietro”.

Vaticano: Papa stazionario, migliorano indici infiammatori

Roma, 19 feb. (askanews) – “Le condizioni cliniche del Santo Padre si presentano stazionarie. Gli esami del sangue, valutati dallo staff medico, dimostrano un lieve miglioramento, in particolare degli indici infiammatori”. Lo comunica la sala stampa del Vaticano.

Il Papa, “dopo aver fatto colazione ha letto alcuni quotidiani quindi si è dedicato alle attività lavorative con i suoi più stretti collaboratori. Prima di pranzo ha ricevuto l’Eucarestia”, prosegue la nota.

Nel pomeriggio, infine, “ha ricevuto in visita il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con la quale si è trattenuto in forma privata per 20 minuti”.

Energia, il Road Show del GSE fa tappa a Genova

Sanremo, 19 feb. (askanews) – Nel 2024 la Regione Liguria ha registrato una crescita significativa nel settore fotovoltaico, con un aumento di quasi il 20% nel numero di impianti rispetto al 2023. E’ quanto emerso durante la tappa genovese del Road Show “Diamo energia al cambiamento” organizzato dal GSE, Gestore dei Servizi Energetici, per far conoscere i meccanismi incentivanti e diffondere la cultura della sostenibilit attraverso incontri specifici con le scuole, le pubbliche amministrazioni locali e le imprese.

“Alla fine dello scorso anno, il 2024 – spiega Paolo Arrigoni, presidente del GSE – sono quasi 20.500 gli impianti fotovoltaici in servizio in questa regione, in aumento rispetto alla fine del 2023 del 19%. In termini di potenza siamo arrivati a 231 MW. Qui l’aumento pi significativo del 24% rispetto alla fine del 2023. Vuol dire che stanno entrando in esercizio impianti sempre pi grandi e questo anche grazie alla semplificazione delle procedure di autorizzazione”.

Presso il Palazzo della Borsa Valori di Genova, nell’ambito del Road Show “Diamo energia al cambiamento, si svolto il convegno “La transizione energetica: GSE incontra i Comuni, le Pubbliche Amministrazioni e le Partecipate Pubbliche”, a cui ha preso parte anche il presidente della Regione Liguria Marco Bucci.

Durante l’incontro, oltre ad essere stati presentati i tanti strumenti che il GSE mette a disposizione degli enti locali, in particolare per l’edilizia pubblica, per la mobilit sostenibile e per le comunit energetiche, stato anche conferito il Premio “VIVI – Territorio Vivibile”, dedicato ai Comuni virtuosi che si sono contraddistinti nell’implementazione di interventi di riqualificazione energetica del patrimonio pubblico. A ricevere il premio sono stati il Comune di Genova, la Citt Metropolitana di Genova, il Comune di Bogliasco, il Comune di Sestri Levante, il Comune di Recco ed il Comune di Ronco Scrivia. L’attestato di “Testimonial della transizione energetica” stato invece conferito al Comune di Bargagli e al Comune di Moconesi.

“GSE – sottolinea Arrigoni – ha intrapreso il Road Show a settembre 2023 con l’obiettivo di andare sui territori. Vogliamo toccare tutte le regioni per spiegare che c’ una societ pubblica che gestisce strumenti di incentivazione per rinnovabili, efficientamento energetico e mobilit sostenibile e poi eroga servizi per pubbliche amministrazioni centrali e locali e per le imprese per aiutarli a mettere a terra le loro progettualit, per fare cumulo tra gli strumenti di incentivazione gestiti da noi con altri strumenti di incentivazione, Pnrr piuttosto che strumenti regionali”.

L’IA generativa nel mondo delle imprese e della PA

Roma, 19 feb. (askanews) – L’Universit Luiss rafforza la collaborazione con Fastweb+Vodafone nell’ambito della cattedra in “Cybersecurity and Digital transformation”. Lanciata nel novembre 2023, la partnership punta a creare sinergie tra mondo dell’alta formazione, soggetti pubblici e privati per fare ecosistema tra mondo della ricerca, player economici, imprese e pubblica amministrazione. Obiettivo sfruttare i benefici dell’intelligenza artificiale, tenendo conto delle implicazioni etiche, normative e sul mercato del lavoro, per supportare le piccole e medie imprese in questa rivoluzione epocale.

Prof. Paolo Spagnoletti, Fastweb+Vodafone Chair, Universit Luiss: “L’universit, la scienza in generale, nelle scienze sociali in particolare, tende a classificare i fenomeni: osservarli, studiarli sul campo, dare un nome, guidare un po’ anche il dibattito sicuramente un contributo che serve poi a fare scelte responsabili e consapevoli”.

Walter Renna, AD Fastweb+Vodafone: “E’ fondamentale nell’ecosistema anche ricordare la partnership con la Luiss, perch grazie a questo lavoro congiunto riusciamo non solo a formare le nuove generazioni su temi fondamentali della cybersecurity, ma anche un momento importante per condividere con tanti stakeholders opinioni diverse, cominciare a diffondere una cultura dell’intelligenza artificiale che sia sana e guardi a un futuro dell’innovazione che sia sostenibile”.

Luiss, inoltre, ha recentemente lanciato il Centro di Ricerca AI4Society proprio per studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla societ ed affrontare con un approccio interdisciplinare sfide e opportunit poste da questa tecnologia.

Prof. Paolo Spagnoletti, Fastweb+Vodafone Chair, Universit Luiss: “Luiss lavora molto con il mondo delle imprese e questa un’altra di quelle iniziative che ci permette poi di offrire servizi alle imprese sottoforma di progetti di ricerca e iniziative di terza missione. In particolare la cattedra Fastweb Vodafone in Cybersecurity and Digital Transformation risulter parte integrante di questo nuovo Centro di ricerca e svilupper le proprie linee anche avvalendosi di tutto il network che si andr a costituire”.

In un contesto in cui i modelli di intelligenza artificiale generativa sono in continua crescita, l’Italia deve giocare un ruolo centrale nello sviluppo di un ecosistema attorno all’IA e Fastweb+Vodafone in prima linea per favorire questo percorso.

Walter Renna, AD Fastweb+Vodafone: “L’ecosistema oggi si allarga anche alle istituzioni perch abbiamo firmato una partnership strategica con Cineca con cui creeremo un link diretto con tutte le aziende che fanno innovazione e lavorano all’innovazione con Cineca”.

M.O., Meloni vede Herzog: bene tenuta accordo su cessate il fuoco

Roma, 19 feb. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, nell’ambito dei recenti incontri avuti con i principali Leader del Medio Oriente e del Golfo.

Il quarto incontro tra i due leader dall’assunzione del suo incarico – spiega Palazzo Chigi in una nota – ha permesso alla presidente Meloni di ribadire l’importanza della tenuta dell’accordo sul cessate il fuoco a Gaza che ha consentito il rilascio di parte degli ostaggi e di incrementare sensibilmente l’assistenza umanitaria nella Striscia, dove l’Italia è in prima linea anche attraverso l’iniziativa ‘Food for Gaza’.

Nel corso dei colloqui la presidente del Consiglio ha ribadito l’impegno italiano per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e la necessità di un orizzonte politico verso una pace giusta e duratura nella regione.

Analogo auspicio è stato espresso con riferimento al cessate il fuoco raggiunto in Libano, dove l’Italia ha un ruolo insostituibile anche attraverso il contingente in Unifil.

Il colloquio, infine, ha fatto emergere la comune volontà di approfondire il partenariato bilaterale in tutti i settori a partire da quello energetico, scientifico e tecnologico.

Gli auguri speciali della PFM con un album che celebra Fabrizio De Andr

Milano, 19 feb. (askanews) – “Buon compleanno Faber, stiamo facendo un disco pazzesco, vedrai che ti piacer molto. Senz’altro, abbiamo fatto questo disco divertendoci visto che un disco dal vivo e che noi dal vivo ci divertiamo, non c’ niente di meglio che fare un bel disco dal vivo per Fabrizio, per noi e per tutta Italia perch dischi di Fabrizio sono cos che vuoi fare”.

A dirlo sono Franz Di Cioccio e Patrick Djivas storici fondatori della Premiata Forneria Marconi che in occasione dell’85 anniversario della nascita di Fabrizio De Andr, pubblica il nuovo album live “PFM canta De Andr Anniversary” (Aereostella).

I brani sono stati registrati durante il tour 2023 e 2024 che ha celebrato i 45 anni (1978/1979) dall’iconico sodalizio tra la prog band e il cantautore genovese. Pi che un incontro una vera alchimia nata per caso un una serata in Sardegna che ha segnato profondamente la musica italiana e ha dato vita a una fusione unica tra il rock progressivo e la poesia della canzone d’autore.

“Aveva smesso di cantare, non voleva pi cantare non gli interessava pi, ma siamo andati da lui abbiamo discusso, abbiamo chiacchierato, ci siamo divertiti un sacco. Allora lui ha detto: ecco con un gruppo come voi dentro alle spalle forse potrei pensare di tornare a cantare, ma lo ha detto per scherzo, non era un invito. Noi ci abbiamo pensato e abbiamo detto: perch no visto che Bob Dylan l’ha fatto facciamolo anche noi. Gli abbiamo chiesto di suonare con noi e lui rimasto molto sorpreso, ci ha pensato un po’. Ha avuto mille persone che gli dicevano che era una follia fare questa cosa, ma visto che lui era un bastian contrario, ha detto allora va bene la faccio!

E’ venuto e questo il risultato di questo giorno in Sardegna”.

“Diciamo che a noi piace molto quando ci sono i bastian contrari. Noi ci troviamo veramente al nostro agio a fare le cose con loro”.

I musicisti della PFM rielaborarono la struttura delle canzoni di De Andr con arrangiamenti audaci e visionari, cosa che continuano tutt’oggi a fare in tour che registrano sempre il tutto esaurito. Il messaggio di Faber pi attuale che mai.

“Perch musica vera, musica sincera, non musica artefatta, cio cercando di riuscire a fare delle canzoni che possano funzionare, vendere, piacere alla gente. Lui ha scritto quello che aveva dentro, l’ha tirato fuori, l’ha messo a disposizione di tutti e tutti stanno godendo di questo.

Aumentano le possibilità di impatto sulla terra dell’asteroide YR4

Roma, 19 feb. (askanews) – L’asteroide YR4, scoperto di recente, sta tenendo impegnati gli scienziati di tutto il mondo. Quali sono le probabilità che colpisca la Terra? Poco dopo la scoperta dell’asteroide, gli astronomi calcolarono che la probabilità di una collisione nel 2032 fosse pari a circa l’1,2%. All’inizio di febbraio hanno aumentato la loro previsione al 2,2%. Ora la NASA ha aumentato ulteriormente la probabilità, che adesso è fissata al 3,1%.

L’asteroide della paura, come ormai lo chiamano alcuni media, sta attualmente volando nello spazio oscuro, molto lontano dalla nostra Terra. La sua albedo ( intensità luminosa) è estremamente bassa. Ciò rende difficile fare affermazioni sulla sua traiettoria effettiva.

Papa, il Cardinale Pizzaballa: "Invito alla preghiera per la salute di Francesco"

Roma, 19 feb. (askanews) – Invito a pregare per Papa Francesco arriva anche da Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa. “In questo momento – scrive sul sito – ci riuniamo come un’unica famiglia nella fede, uniti in un accorato appello a elevare le nostre preghiere a Dio Onnipotente per la salute e il benessere di Sua Santità Papa Francesco, il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica. Mentre affronta le sfide della salute, lo affidiamo alle cure amorevoli del Signore, chiedendogli forza, guarigione e una rapida guarigione”. “Come famiglia spirituale – sottolinea il porporato – siamo chiamati a stare insieme, uniti nella preghiera e nella supplica, chiedendo al Signore, medico dei corpi e delle anime, di concedere a Sua Santità salute e forza. Offriamo con fervore le nostre preghiere durante la Messa, nelle nostre case e nel silenzio dei nostri cuori, implorando il Signore di sostenere Papa Francesco con una salute e una forza rinnovate, affinché possa continuare la sua sacra missione di guidare la Chiesa con saggezza, umiltà e amore”.

Formula1, Leclerc: "Deluso se a fine anno senza titoli

Roma, 19 feb. (askanews) – “Io e Hamilton la coppia più forte? Io ho vinto una partita su tre con lui a scacchi ma, al di là di questo, per me la coppia Ferrari è sempre la più bella. Se saremo i più forti dovremo dimostrarlo in pista. Lewis lo ha già dimostrato, io devo lavorare ancora. A fine anno sarei deluso se non ci fosse almeno un titolo mondiale nella nostra bacheca. L’obiettivo della Ferrari è sempre quello di vincere”. Così Charles Leclerc dopo la giornata di test al Mugello con la SF-25. “Penso – ha aggiunto a Sky – di aver preso un chilo o poco più di muscolo, ma siamo sempre limitati per un peso da rospettare. Non è vero che non mi sono mai sbilanciato, perché la voglia di vincere in Rosso sarebbe una cosa grandiosa e spero questo sia l’anno giusto. Abbiamo lavorato bene, ma tutta la squadra ha lavarato da matti per arrivar preparati ai test in Bahrain”

Mondiali Biathlon, Tommaso Giacomel d’argento nella 20 km

Roma, 19 feb. (askanews) – Un maestoso Tommaso Giacomel compie l’impresa e mette la firma sulla prima medaglia dell’Italia nell’edizione 2025 dei Campionati Mondiali di biathlon di scena sulla neve di Lenzerheide, in Svizzera.

L’azzurro classe 2000, presentatosi al torneo iridato con all’attivo i tre podi stagionali conquistati sul circuito di Coppa del Mondo (tra cui il primo successo in carriera firmato nella mass start di Ruhpolding), si è messo al collo la medaglia d’argento nell’individuale maschile rifacendosi con gli interessi dopo i due quinti posti ottenuti nelle giornate precedenti sul tracciato della Roland Arena rispettivamente nella gara sprint e nell’inseguimento.

Ad aggiudicarsi l’oro è stato il transalpino Eric Perrot (0-1-0-0), che ha completato la distanza dei 20 km con il tempo di 47’58″1. Alle sue spalle si è piazzato il talento di Imer (0-0-0-1) a 52″4, penalizzato dall’unico errore al tiro di giornata commesso proprio nel quarto ed ultimo poligono (il secondo in piedi), mentre il bronzo è andato all’altro francese Quentin Fillon Maillet (2-0-1-0), che ha tagliato il traguardo con un ritardo di 1’59″5 rispetto al connazionale. Nettamente più indietreggiati gli altri tre italiani in gara: 49° Didier Bionaz (2-0-2-1) a 6’40″7, 55° Elia Zeni (2-0-0-2) a 7’02″9 e 70° Lukas Hofer (0-3-4-0) a 8’26″3.

“È una sensazione magnifica. Sino a qui erano stati dei bei Mondiali anche se non era ancora arrivata la medaglia. Ora con questo argento è fantastico. Sapevo di essere davanti a Perrot all’ultimo poligono e di avere anche l’occasione di vincere, avevo ben chiara la situazione nella mia testa, ma un errore può capitare. Ho comunque sparato con il 95% e vinto una medaglia iridata: sono felicissimo”, le dichiarazioni a fine gara del ventiquattrenne trentino.

Per Giacomel si tratta della prima medaglia ai Mondiali a livello personale, lui che già poteva vantare tre podi nella propria carriera: l’argento ed il bronzo di Oberhof 2023 (Germania) vinti rispettivamente nella staffetta mista e nella staffetta singola mista (specialità non olimpica) e l’altro bronzo firmato a Nové Mesto na Morave 2024 (Repubblica Ceca) sempre nella single mixed relay. Per l’Italia, inoltre, si tratta di un ritorno sul podio individuale iridato a distanza di sei anni dall’oro di Dominik Windisch nella mass start di Östersund 2019 (Svezia). L’ultimo (ed unico) azzurro a salire sul podio nella specialità odierna, infine, fu Andreas Zingerle addirittura 32 anni fa nell’edizione di Borovec 1993 (Bulgaria).

Cinema, "Katabasis" di Samantha Casella: dopo Venezia prima italiana a Roma

Roma, 19 feb. (askanews) – Dopo l’anteprima assoluta all’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Katabasis, il secondo lungometraggio dell’artista e regista Samantha Casella, è stato presentato in prima italiana il 18 febbraio al Cinema Adriano di Roma. Un evento che ha visto la partecipazione della regista e di gran parte del cast, confermando l’interesse crescente per un film che, come il precedente Santa Guerra, sta conquistando il pubblico e la critica internazionale. Ad oggi, Katabasis ha già ottenuto 292 riconoscimenti nei festival cinematografici di tutto il mondo: tra questi, 80 premi sono andati al miglior film e 72 come migliore attrice a Samantha Casella.

“Sono felice per questa mia creatura” ha dichiarato Samantha Casella, aggiungendo: “Dopo Venezia, una prima in Italia è un traguardo importante. Katabasis è un film che scava nell’anima e nella memoria, un viaggio che continua il percorso iniziato con Santa Guerra. Vorrei concludere la mia ‘trilogia del subconscio’ con un terzo film e spero di poter presto gettare le basi per questo nuovo progetto.”

Alla serata erano presenti la regista e protagonista Samantha Casella, affiancata dagli attori Francesco Leone, Bruno Bilotta, Vanessa Marini, Reyson Grumelli, Roberto Rizzoni e Marco Iannitello. Il film vede inoltre tra i protagonisti Marina Rocco, Jacopo Olmo Antinori, Matteo Fiori e Giuditta Corsi. Dopo la proiezione, il pubblico ha partecipato a un dibattito moderato dal critico e scrittore Pietro Tagliavini, approfondendo i temi e le ispirazioni di un’opera che si distingue per la sua potenza visiva e narrativa.

Il titolo stesso, Katabasis, richiama la discesa di un individuo nell’oltretomba, un tema che si intreccia con quello dell’abuso, già affrontato in passato dalla regista. Reduce da un abuso infantile rimosso, Nora (Samantha Casella) ha sviluppato una personalità indecifrabile, quasi come se cercasse di rivivere quell’antico trauma. Nora ha una relazione segreta con Aron (Francesco Leone), un giovane orfano sotto la tutela di Jacob (Bruno Bilotta), un manager cinico che lo ha trasformato in una star, costruendogli una vita privata fittizia. La loro esistenza si consuma in una villa maestosa, teatro di segreti, bugie e presenze inquietanti, poiché Nora possiede il dono di comunicare con le anime dell’aldilà. Intorno a loro si muovono figure ambigue, ognuna con il proprio dolore, che minacciano l’equilibrio della coppia. A dominare il destino di tutti è la Strega, un’entità legata alla carta dell’Imperatrice nei tarocchi, evocata da Nora in un incubo d’infanzia, che la trascina in un regno privo di salvezza.

Alla proiezione hanno partecipato anche numerosi professionisti del settore, tra cui lo showrunner Dimitri Cocciuti; gli attori Michele Abbondanza de “I Photogenici”, Emmanuele Tardino e Filippo Librando; i manager e talent scout Emanuela Corsello e Paolo Fidemi; la produttrice Monica Bartolucci; Chiara De Meis, department manager di Giorgio Armani; Pietro Tenoglio, truccatore storico del cinema italiano, testimoniando il forte interesse per un progetto che si conferma tra i più significativi del cinema indipendente italiano.

Prodotto da The Shadows Factory, Katabasis si impone come un’opera dal forte impatto visivo e concettuale, consolidando il percorso autoriale di Samantha Casella, una regista capace di esplorare il subconscio umano con immagini e simbolismi di rara potenza.

Trump: Zelensky un dittatore senza elezioni

Roma, 19 feb. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è “un comico di discreto successo” e un “dittatore senza elezioni”: lo ha scritto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sul suo profilo di Truth. mp “[Zelenskyy] si rifiuta di indire le elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è stata quella di suonare Biden ‘come un violino’. Un dittatore senza elezioni, Zelenskyy farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli rimarrà più un Paese. Nel frattempo, stiamo negoziando con successo la fine della guerra con la Russia, cosa che tutti ammettono solo TRUMP e l’amministrazione Trump possono fare. Biden non ci ha mai provato, l’Europa non è riuscita a portare la pace e Zelensky probabilmente vuole mantenere in funzione il “treno della cuccagna”. Amo l’Ucraina, ma Zelensky ha fatto un pessimo lavoro, il suo Paese è in frantumi e MILIONI sono morti inutilmente – E così continua…”, conclude.

Trump: Zelensky dittatore senza elezioni

Roma, 19 feb. (askanews) – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è “un comico di discreto successo” e un “dittatore senza elezioni”: lo ha scritto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sul suo profilo di Truth. mp “[Zelenskyy] si rifiuta di indire le elezioni, è molto basso nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è stata quella di suonare Biden ‘come un violino’. Un dittatore senza elezioni, Zelenskyy farebbe meglio a muoversi in fretta o non gli rimarrà più un Paese. Nel frattempo, stiamo negoziando con successo la fine della guerra con la Russia, cosa che tutti ammettono solo TRUMP e l’amministrazione Trump possono fare. Biden non ci ha mai provato, l’Europa non è riuscita a portare la pace e Zelensky probabilmente vuole mantenere in funzione il “treno della cuccagna”. Amo l’Ucraina, ma Zelensky ha fatto un pessimo lavoro, il suo Paese è in frantumi e MILIONI sono morti inutilmente – E così continua…”, conclude.

Musica, D’Atri: Diritto d’autore asset investimento strategico

Roma, 19 feb. (askanews) – “E’ stato un bellissimo Sanremo, Conti ha fatto un’ottima conduzione. Noi abbiamo avuto un grande risultato di rappresentanza: ben 15 brani su 29, pi della met. Nel 2017 ne avevamo solo quattro”, lo ha detto stamattina Davide D’Atri, Ceo di Soundreef, intervenuto a Largo Chigi, il format in onda su Urania Tv. “Il diritto d’autore un asset d’investimento strategico in molte nazioni soprattutto dal punto di vista economico, le istituzioni devono comprendere che non solo culturale. Basti pensare che negli ultimi anni alcuni colossi della finanza hanno comprato billions di diritti d’autore. Il motivo? Le performance sono molto prevedibili e poco rischiose, ma i ritorni possono arrivare fino all’8%”.

Monti(R.Lombardia): migliorare collaborazione istituzioni del Ssn

Cernobbio (Co), 19 feb. (askanews) – “Noi abbiamo un modello eccellente, che ci invidiano in tutto il mondo, universalistico, con accesso a tutti, con la capacit di spesa migliore perch spendiamo molto meno della Germania e della Francia erogando servizi di qualit medesima, certo che i bisogni sono sempre crescenti, una popolazione che invecchia, terapie sempre pi costose, allora all’interno di questo schema noi dobbiamo cercare di migliorare gli strumenti per essere pi vicini ai pazienti, da un lato cercando di governare meglio la domanda – oggi abbiamo tante prescrizioni, a volte inutili, che allungano le liste di attesa, che complicano l’accesso dei pazienti, che poi si devono rivolgere, magari privatamente, a tutta una serie di visite – quindi serve un governo migliore del territorio passando da una maggiore collaborazione tra istituzioni”. Lo ha detto il presidente della IX Commissione Sostenibilit sociale, Casa e Famiglia della Regione Lombardia, Emanuele Monti, a margine della seconda edizione della Cernobbio School di Motore Sanit. “In questo contesto cos complicato per la sanit pubblica internazionale, e ovviamente anche italiana, c’ la necessit di fare squadra, dal Ministero, alle Regioni, alle Agenzie come Aifa e Agenas, avere veramente un rilancio della collaboerazione tra enti per trovare le scelte pi corrette mettendo al centro gli interessi dei pazienti italiani” ha ribadito.