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giovedì, Maggio 1, 2025
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Salvini: Lega in 500 piazze, firme a sostegno forze dell’ordine

Roma, 25 gen. (askanews) – “Vieni a firmare a sostegno delle forze dell’ordine!”: a lanciare l’appello sui suoi canali social è stato il leader della Lega, Matteo Salvini.

“Tra delinquenti e agenti in divisa noi – ha sottolineato – saremo SEMPRE dalla parte di chi ci difende, con proposte concrete, come abbiamo fatto nel ddl Sicurezza”.

“Per questo – ha proseguito il vicepremier – la Lega è presente oggi e domani in oltre 500 piazze in tutta Italia per raccogliere firme a sostegno delle donne e degli uomini in divisa che, ogni giorno, rischiano la propria vita per la nostra sicurezza e che troppo spesso vengono attaccati e discriminati dalla sinistra. Fai sentire la tua voce, ogni firma è importante!”, ha concluso Salvini.

Auto, Tajani: l’Ue riveda il bando dal 2035 per i motori a combustione

Roma, 25 gen. (askanews) – “Chiediamo alla Ue di lavorare a misure volte a mantenere la competitività dell’industria automobilistica europea, in particolare misure per evitare possibili sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di emissione del 2025. E di rivedere il bando per i motori a combustione del 2035, seguendo l’approccio della neutralità tecnologica”. Lo ha scritto il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, in un intervento pubblicato sul Sole 24 Ore sui temi della politica industriale italiana ed europea.

“Bisogna riformulare con urgenza – ha aggiunto – la proposta di legislazione europea sui farmaci sviluppata dalla precedente Commissione, rafforzando ed allungando la copertura brevettuale, anziché accorciarla, per essere attrattivi e competitivi come Usa e Cina. Non mi dilungo nell’elenco dei provvedimenti da prendere; la lista è lunga ma anche quasi universalmente conosciuta. Il messaggio che deve arrivare dalla Politica adesso è che dobbiamo muoverci, non c’è più tempo da perdere: se il ‘deserto’ avanza dobbiamo fermarlo piantando nuovi ‘alberi’, ridando direzione di marcia e fiducia ai nostri imprenditori e ai nostri cittadini. Costruendo il futuro dell’industria costruiremo il benessere dell’Italia”, ha concluso Tajani.

Riforma della Giustizia, Nordio: non è punitiva per la magistratura

Napoli, 25 gen. (askanews) – “Non bisogna pensare che questa riforma sia punitiva per la magistratura” e che tutte ” le manifestazioni di dissenso sono benvenute. Quindi ringrazio tutti per una manifestazione estremamente composta come questa”. A dirlo è il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Corte d’Appello di Napoli, in corso a Castel Capuano. I magistrati in segno di protesta contro la riforma della giustizia hanno lasciato la sala appena il ministro ha preso la parola. “Pensare che un ex magistrato possa avere come obiettivo l’umiliazione della magistratura alla quale è appartenuto, lo trovo particolarmente improprio” conclude.

A Gaza City liberate da Hamas 4 soldatesse israeliane

Roma, 25 gen. (askanews) – Hamas ha consegnato alla Croce Rossa a Gaza City quattro soldatesse israeliane tenute in ostaggio dall’attacco del 7 ottobre 2003 e liberate oggi nell’ambito dell’accordo di tregua con Israele. Il trasferimento delle quattro donne alla Croce Rossa Internazionale è avvenuta su una gremitissima piazza Palestina, nel cuore di Gaza City, alla presenza tra l’altro di centinaia di membri di Hamas ed esponenti di altre fazioni palestinesi, tra cui la Jihad islamica palestinese.

Le soldatesse, la cui liberazione è stata trasmessa in diretta da Al Jazeera, hanno salutato sorridenti prima di essere accompagnate alle vetture della Croce Rossa.

Si tratta di Liri Elbag, 19 anni, Naama Levy, 20 anni, Daniella Gilboa, 20 anni, e Karina Ariev, 20 anni. Insieme ad Agam Berger, 20 anni, ancora prigioniera nella Striscia di Gaza, le quattro soldatesse facevano parte dell’unità di sorveglianza delle Forze di difesa israeliane (Idf) di stanza alla base militare di Nahal Oz al momento dell’attacco di Hamas.

Coppa dei Club Padel Msp, al via decima edizione con numeri record

Roma, 25 gen. (askanews) – Doppia cifra. La Coppa dei Club, il più grande campionato amatoriale di padel a squadre di Italia, compie dieci anni, e nella fase di Roma e provincia festeggia con nuovi record di iscrizioni, che vanno a superare quelli delle precedenti edizioni. Se lo scorso anno le squadre iscritte alla competizione organizzata da Msp – ente di promozione sportiva riconosciuto dal Coni – erano state 212, nel 2025 saranno 224, con i circoli passati da 111 a 122 (ogni club può iscrivere anche più di una squadra) e gli atleti da 4.500 a oltre 5.000. Numeri – sottolinea una nota – che confermano la grande passione del popolo del padel, che coinvolge giocatrici e giocatori di ogni età e di ogni professione: tra le novità della decima Coppa dei Club Msp, la presenza di due squadre istituzionali, una in rappresentanza del Comando Generale dei Carabinieri e una del Gruppo Sportivo Vigili Urbani di Roma, con in campo la Polizia Locale di Roma Capitale. Tutti in campo con l’obiettivo di conquistare il titolo provinciale (vinto nel 2024 dal Forte Padel Gang) che dà accesso direttamente alle finali nazionali, oltre che dare l’accesso a quelle regionali assieme alle rappresentanti di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, con in palio un altro posto alle finali nazionali vinte a luglio a Parma dagli abruzzesi del Bombonera Padel Club (Chieti).

Sarà il Cisalfa Store dell’Eur a ospitare sabato 25 il sorteggio della fase a gironi. Tanti i protagonisti eccellenti che parteciperanno al torneo: dal Fight Club dell’ex calciatore Vincent Candela al Conti Sport City di Daniele e Andrea Conti, figli di Bruno, sede tra l’altro delle finali provinciali e regionali 2024. Proprio nel Conti Sport City giocherà anche Anastasia, nipote di Bruno Conti e compagna del calciatore della Roma e della nazionale Niccolò Pisilli. Con la maglia dell’Eschilo, invece, ci sarà un altro ex romanista come l’argentino Diego Perotti. In campo anche l’attore Pietro Sermonti con il Villa Pamphili e l’ex nazionale di hockey inline Elia Tranquilli.

Spazio, come ogni anno, anche all’inclusività, con due squadre che schiereranno giocatori con disabilità motorie: i pionieri dell’Asd Sportinsieme e il Madiba Padel. Durante il sorteggio verranno consegnati premi a giocatori e squadre che si sono distinti nelle precedenti edizioni. In Umbria, Toscana, Abruzzo, Emilia-Romagna, Marche, Molise, Sardegna e Veneto le altre fasi regionali che qualificheranno a quella nazionale. Il torneo potrà contare ancora sul patrocinio di Roma Capitale e della Regione Lazio, con la squadra vincitrice delle finali di Roma e provincia in programma sabato 7 giugno (il giorno successivo, invece, spazio alla finale regionale) che sarà ancora una volta premiata in Campidoglio.

“Il record di oltre 5mila iscritti per un torneo amatoriale è la conferma di come Roma sia la capitale del padel in Italia – spiega Alessandro Onorato, assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda di Roma Capitale -. Nessuna città può vantare i numeri in continua crescita di Roma, con oltre 350 mila praticanti e 1500 campi, che sono aumentati del 133% rispetto a 4 anni fa. Il padel è uno sport democratico e inclusivo, perché abbatte le barriere senza fare mai distinzioni di età e genere”.

“Siamo particolarmente orgogliosi che il Lazio confermi, anno dopo anno, il suo legame sempre più stretto con il padel – le parole di Elena Palazzo, assessore allo sport, all’ambiente e alla transizione energetica della Regione Lazio -. La passione per questa disciplina viene rinsaldata proprio grazie alla Coppa dei Club MSP, un appuntamento divenuto ormai tradizionale. Attraverso questo evento, il più grande torneo amatoriale a squadre d’Italia, si esalta la bellezza dello sport valorizzando al massimo temi come l’amicizia e la condivisione e avvicinando, anno dopo anno, un numero sempre crescente di appassionati e curiosi. Per questi motivi la Regione Lazio è vicina agli organizzatori e augura sempre nuovi successi alla Coppa dei Club e ai suoi partecipanti”.

“Dieci anni di Coppa dei Club sono un traguardo straordinario, da festeggiare – ha aggiunto Claudio Briganti, responsabile nazionale padel di MSP Italia -. Siamo stati tra i primi a credere nello sviluppo di questa disciplina, perché avevamo intravisto margini di crescita impressionanti. Il numero di squadre iscritte all’edizione 2025, che certificano l’ennesimo record, ci ha dato ragione. In bocca al lupo a tutti i club partecipanti, che sapranno onorare al meglio una competizione diventata tra le più importanti d’Italia”.

Archivio digitale dedicato a Giorgio Gaber si arricchisce di contenuti

Milano, 25 gen. (askanews) – In occasione del compleanno di Giorgio Gaber oggi 25 gennaio, il nuovo Archivio dedicato al signor G, online dal primo gennaio scorso, si arricchisce di ulteriori contenuti volti ad ampliare la conoscenza della sua indimenticabile opera e lo studio del suo formidabile talento.

Per la prima volta la Fondazione Gaber renderà sempre disponibile un reperto unico: Le Storie del Signor G. Si tratta della ripresa video del teatro canzone voluta e realizzata da Giorgio Gaber nel 1991. Quattro ore di registrazioni con il meglio del repertorio di Gaber e Luporini realizzate al Teatro Comunale di Pietrasanta. In quella circostanza, per la prima volta, Giorgio Gaber ha pensato e impostato il suo teatro appositamente per la ripresa video affinché del Teatro Canzone potesse esistere e durare nel tempo anche una testimonianza filmata. Oggi più che mai questa testimonianza si dimostra preziosa e insostituibile soprattutto per avvicinare i giovani al repertorio del Teatro Canzone e alle sue straordinarie qualità artistiche e culturali.

Con questo ulteriore contributo, che prosegue il progetto iniziato con il primo gennaio di quest’anno, il Sito della Fondazione Gaber diventa una vera e propria piattaforma audiovisiva, un viaggio esclusivo nel mondo del grande cantautore milanese e ideatore del Teatro Canzone, un’iniziativa senza precedenti che renderà accessibile al grande pubblico, con successive e periodiche novità e arricchimenti inediti, l’immenso patrimonio artistico e culturale di uno dei più grandi artisti italiani, raccolto dalla Fondazione Gaber in oltre 20 anni di attività.

Un progetto unico e ambizioso che permette di esplorare l’opera e il pensiero del Signor G, un enorme archivio a portata di click totalmente innovativo ideato dalla Fondazione Gaber, realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo e grazie al prezioso supporto di Rai Teche.

Il lavoro di raccolta e catalogazione, iniziato con la costituzione della Fondazione, ha permesso di preservare e valorizzare materiali che coprono tutta la straordinaria carriera artistica di Gaber, dal suo debutto discografico nel 1959 fino alla sua scomparsa nel 2003. L’archivio è dichiarato di rilevante interesse culturale dalla Soprintendenza dei Beni Culturali.

L’Archivio Digitale Gaber – finanziato nell’ambito del PNRR dall’Unione Europea – Next Generation EU – rappresenta una risorsa preziosa per studiosi, ricercatori e appassionati di musica e teatro. Grazie alla sua ricchezza di contenuti e alla sua accessibilità, si pone come punto di riferimento per chiunque voglia approfondire la figura e l’opera di Giorgio Gaber.

Auto, Tajani: Ue riveda il bando dal 2035 per motori a combustione

Roma, 25 gen. (askanews) – “Chiediamo alla Ue di lavorare a misure volte a mantenere la competitività dell’industria automobilistica europea, in particolare misure per evitare possibili sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di emissione del 2025. E di rivedere il bando per i motori a combustione del 2035, seguendo l’approccio della neutralità tecnologica”. Lo ha scritto il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, in un intervento pubblicato sul Sole 24 Ore sui temi della politica industriale italiana ed europea.

“Bisogna riformulare con urgenza – ha aggiunto – la proposta di legislazione europea sui farmaci sviluppata dalla precedente Commissione, rafforzando ed allungando la copertura brevettuale, anziché accorciarla, per essere attrattivi e competitivi come Usa e Cina. Non mi dilungo nell’elenco dei provvedimenti da prendere; la lista è lunga ma anche quasi universalmente conosciuta. Il messaggio che deve arrivare dalla Politica adesso è che dobbiamo muoverci, non c’è più tempo da perdere: se il ‘deserto’ avanza dobbiamo fermarlo piantando nuovi ‘alberi’, ridando direzione di marcia e fiducia ai nostri imprenditori e ai nostri cittadini. Costruendo il futuro dell’industria costruiremo il benessere dell’Italia”, ha concluso Tajani.

Libia, Schlein: su Almasri premier non si nasconda dietro ministri

Venezia, 25 gen. (askanews) – “La premier deve venire in aula a fare chiarezza, ancora non ci ha messo la faccia. Si nasconde dietro i suoi ministri. Ci sono aspetti per nulla trasparenti sul perché sia stato ignorato il mandato di arresto internazionale e perché sia andato un aereo italiano a prenderlo. Una vicenda di una gravità inadita, ci spieghi che motivo si nasconde dietro questa liberazione”. Così Elly Schlein, segretaria del Pd, ritorna sul caso Almasri, in un’intervista ai quotidiani veneti e friulani del gruppo Nem.

Banche, governo e centrodestra applaudono Opa Mps su Mediobanca: "parlerà mercato"

Roma, 24 gen. (askanews) – La mossa a sorpresa arriva all’alba e piomba come un sasso nelle acque già agitate del mondo bancario e finanziario italiano: Banca Monte dei Paschi di Siena vuole scalare Mediobanca promuovendo un’offerta pubblica di scambio totalitaria volontaria sulle azioni ordinarie della banca d’affari. E’ il tentativo, in soldoni, di creare un terzo polo bancario italiano, dopo quelli andati a vuoto nei mesi scorsi, e che stavolta piace al governo e in particolare alla Lega.

“Per quanto riguarda le vicende bancarie, noi siamo per il libero mercato: lo siamo stati per le operazioni passate e lo siamo per le operazioni di cui si parla oggi”, ha subito commentato il vicepremier Antonio Tajani. “Il sistema bancario italiano, che non ha la garanzia del Mes, deve rinforzarsi: è già un sistema bancario forte, però tutto ciò che grazie alle iniziative del libero mercato permette di rinforzare il sistema bancario va nella giusta direzione”, ha chiosato Tajani.

“Noi siamo per il libero mercato, lo siamo stati per le operazioni passate e lo siamo per le operazioni di cui si parla oggi. Continuiamo a chiedere che lo Stato esca il prima possibile da Mps”, sottolinea il suo partito, Forza Italia, sui suoi profili social.

“Mi sembra una grande operazione – ha ammesso apertamente Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro e vicesegretario della Lega – perché dà ancora più forza a un istituto di credito italiano. E’ presto per capire come andrà a finire e vedremo i dettagli, ma diciamo che non sono dispiaciuto”.

Dal canto suo Fdi, con Marco Osnato, responsabile economico del partito e presidente della Commissione Finanze della Camera, considera l’Ops di Mps su Mediobanca “un’operazione di sistema molto intelligente e molto proficua che può dare un consolidamento bancario molto importante per la nostra nazione. C’è una considerazione assolutamente positiva, seguiamo attentamente il mercato che comunque in uno Stato liberale ha le sue logiche e le sue regolamentazioni”.

Insomma, le forze di maggioranza vedono positivamente l’operazione, forse addirittura con un certo orgoglio, per il fatto che una banca in passato coinvolta in situazioni complesse e gravi sia stata, sotto il governo Meloni, finalmente risanata e possa oggi addirittura avere progetti ambiziosi come quello dell’aggregazione con Mediobanca, una banca d’affari che rimane il “salotto buono” della finanza italiana, un’operazione all’insegna dell’efficienza e, quanto si apprende, anche della tutela dell’occupazione.

Secondo fonti finanziarie vicine al dossier l’operazione ha il benestare del Governo: Palazzo Chigi e il Mef sono stati informati e non hanno posto limiti, come del resto ha confermato l’amministratore delegato di Mps Luigi Lovaglio in una call con gli analisti. “C’è un valore industriale nell’operazione perchè Mps e Mediobanca hanno una certa complementarietà”, evidenziano le fonti, difendendo il progetto che è allo studio da tempo.

Perplessità dalle opposizioni, che sottolineano come il Mef sia a tutt’oggi il principale azionista di Mps e chiedono chiarimenti a Giorgetti. “Seguiremo con grande attenzione l’offerta di acquisto di Mps su Mediobanca, vogliamo capirne tutti gli obiettivi e le ricadute – ha commentato Antonio Misiani, responsabile Economia e finanze nella segreteria nazionale Pd -. Le operazioni di aggregazione rispondono all’interesse nazionale e vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario, seguendo criteri di mercato. Non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica”.

Per Misiani “il fatto che il Mef sia il primo azionista di Mps rende necessaria da parte del governo la massima trasparenza di fronte al Paese. Chiameremo in Parlamento il ministro Giorgetti per chiedergli conto di tutto questo, a partire dagli obiettivi e dai criteri con cui l’esecutivo si vuole rapportare nei confronti di questa e di altre operazioni”.

Per Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa, “si è aperta una questione politica molto importante: se si trattasse di un’operazione industriale, di mercato, la politica dovrebbe stare a guardare” ma “il punto è che il Mef è il principale azionista di banca Mps, che venne salvata con soldi dei contribuenti. E’ evidente che Giorgetti non può non assumersi, in positivo o negativo, la responsabilità dell’operazione”.

Responsabilità rivendicata dall’Ad di Mps, Luigi Lovaglio, nel corso della conference call con gli analisti: “A dicembre 2022, dopo aver completato l’aumento di capitale da 2,5 miliardi, ho incontrato il ministro dell’Economia per presentare un aggiornamento sulle strategie per il futuro e avevo presentato tre opzioni: continuare ad andare avanti da soli, fare un’operazione fra pari o fare un’operazione con Mediobanca. Ora è giunto il momento”.

Un nuovo oltre dei cattolici più che un nuovo centro

C’eravamo anche noi a Firenze, possiamo dire, sabato scorso 18 gennaio, a discutere di cattolicesimo politico, così come avveniva a Milano con Romano Prodi, Pierluigi Castagnetti, Ernesto Maria Ruffini, Graziano Del Rio, tanti altri, e in contemporanea a Orvieto con Paolo Gentiloni, Giorgio Tonini, e anche qui tanti altri. Quando dico noi, intendo l’assemblea del Collegamento Sociale Cristiano – Amici di Supplemento d’Anima che si è riunita sabato nei locali dell’Opera per la gioventù Giorgio La Pira, con relatori don Antonio Panico, docente di sociologia alla Lumsa, vicario del vescovo di Taranto, Ernesto Preziosi, intellettuale, presidente di Argomenti 2000, e anche qui tanti altri venuti ad ascoltare e a partecipare al dibattito, presenti fisicamente o collegati  via internet.

Il 18 gennaio è una data evocativa. Quel giorno del 1919 – 106 anni fa – don Luigi Sturzo lanciava a Roma il suo celebre Appello ai Liberi e Forti, che dava vita al Partito popolare. È dunque uno straordinario segno di vitalità il fatto che oltre un secolo dopo – nel tramonto di tutte le altre culture politiche del Novecento – del popolarismo di Sturzo si continua invece a parlare, a evocarne la necessità, a immaginare come esso possa incardinarsi in una realtà storica, sociale, economica italiana così diversa oggi da quella dei primi del secolo scorso. Il motivo sta nel collegamento ideale del popolarismo con l’ispirazione cristiana: è questo che ne rende perdurante l’attualità.

“Il Vangelo non parla di politica – diceva Lev Tolstoj – ma è in esso che si trovano le risposte a tutte le domande della politica”. Ispirazione cristiana della politica dunque, intesa come mediazione fra cielo e terra; amore divino e giustizia umana; senso ultimo del destino dell’uomo e i problemi della vita quotidiana delle comunità. Cercare di raggiungere l’impossibile della politica – ammoniva don Gastone Simoni, il padre del Collegamento Sociale Cristiano, per tutti il CSC – attraverso quell’altro impossibile tutto proprio dei cristiani che è la loro fede in Dio.

In questi ultimi tempi è tornato a svilupparsi il dibattito intorno a un “centro” della politica, identificandolo con il ritorno di una presenza  organizzata dei cattolici sulla scena del Paese. Viene quasi mitizzata la parola “centro”, viene da paragonarla alla corsa all’oro dell’America del West di due secoli fa (a parte la evocazione di una nuova “età dell’oro” americana, compiuta da Donald Trump nel suo minaccioso e irriverente discorso di lunedì 20 gennaio, un capitan Fracassa che si insedia però come presidente degli Stati Uniti d’America).

Ma siamo sicuri che per i cattolici il problema sia davvero quello del centro? Una sorta di pretesa di essere l’ago della bilancia, di qua o di là, di qualunque forma di governo del Paese? Il dibattito che si è svolto all’assemblea del CSC Supplemento d’Anima, è andato oltre questo orizzonte di collocazione mediana, più di convenienza parlamentare che non di strategia politica. Il dibattito si è collocato su frontiere più esposte e radicali, con l’ambizione di collocarsi alla testa del movimento della nostra storia, piuttosto che a rimorchio di facili ritorni elettorali.

Un dibattito nel solco di quel costante richiamo di monsignor Simoni a una traduzione in campo politico, senza integralismi, della Dottrina Sociale della Chiesa nella sua interezza. Il tema dell’assemblea era: dopo la Settimana Sociale di Trieste, i cattolici sanno dire una parola nuova sulla società, sulle istituzioni, sul modello di sviluppo del Paese? Una parola che consolidi e sposti in avanti la democrazia italiana come società più inclusiva, istituzioni più partecipate e un modello di  sviluppo più solidale?

I riferimenti fatti a due povertà di oggi come quella educativa e lavorativa; all’immigrazione come elemento costitutivo della nuova realtà italiana e non “disturbo” da respingere; alla pace come priorità delle priorità; al coinvolgimento dei giovani; alla drammatica indifferenza che allontana sempre più milioni di concittadini dalla cosa pubblica, tutto questo interroga e deve mobilitare la nuova presenza cattolica del Paese, la ricerca di nuovi riferimenti, energie, passioni civili, personalità che vogliano spendersi. Un nuovo oltre dei cattolici, più che un nuovo centro.

Pace nel mondo e intelligenza artificiale

Da tempo la politica ha ceduto il passo all’economia che detta le sue regole, condizionando la vita di uomini e donne del mondo. Eppure, malgrado tutto, l’analisi dei costi e benefici di una situazione non del tutto irrilevante sembra non sappia incidere sulle scelte fatte ed anche per il futuro.

Appena una manciata di mesi fa le commemorazioni per lo sbarco in Normandia, il giorno più lungo di una battaglia che ha lasciato sul campo migliaia di morti, che, per essere chiari, non erano pupazzi da video giochi, ma gente finita in una bara per conquistare o difendere pezzi di terra contro l’avversario.

Oggi siamo in un mondo sbilanciato. C’è da ringraziare Dio che la terra sia rotonda e non piatta, altrimenti penderebbe tutto dalla parte del 10% di uomini che detengono il 90% delle ricchezze, tutti in attesa di quelli che se la passano male e che prima o poi, con la tecnologia che riusciranno lentamente ad acquisire, scateneranno conflitti di rivalsa a tutto spiano.

Il rapporto presentato in apertura del World Economic Forum a Davos ci dice che tre miliardi e mezzo di persone vivono con meno di 7 dollari al giorno. Corrispondono al 44% dell’umanità mentre l’1% possiede il 45% delle ricchezze del pianeta. Attualmente 733 milioni di persone patiscono la fame, 151 milioni di più rispetto al 2019. La ricchezza dei miliardari è aumentata nel 2024 di ben 2000 miliardi ed ogni settimana si contano 4 miliardari ad aumentarne le fila. Così nel 2024 abbiamo 204 miliardari in aggiunta a quelli dell’anno precedente.

Si guardi ai progressi economici e militari di Cina ed India per comprendere che le bocce non stanno mai ferme e che ogni equilibrio figlio di Yalta non è più definitivo. Non si tratta di pollini che possano gemmare nuova vita, il mondo è una polveriera in fiamme e mancano estintori a spegnerne i fuochi, più facile estinguere gli uomini che mettere in piedi un programma di salvezza.

Il germe della pazzia si è impossessato delle menti dei leaders mondiali della terra, tutti impegnati a far fiorire gli incassi delle fabbriche d’armi o a stabilire metro prima o metro dopo dove sia legittimo far partire missili ed altro ancora.

Pazzia richiama ad una condizione di pathos e quindi di sofferenza, ma per altri suona anche di pattume e di sudicio. In ogni caso è qualcosa da cui guardarsi. Solo nella arguta lingua napoletana “pazzià” sta per giocare, depotenziando in questo modo, a monte, eventuali pericoli. Non è più tempo di analisi sulle cause del conflitto in Ucraina. Se Putin sia il cattivo che invade uno Stato libero o se invece si difenda da una NATO fuori misura.  Agli storici stabilire se le minoranze russe in Ucraina siano state perseguitate da un nazionalismo reazionario e spietato o se al contrario sia giusto il respiro di libertà rivendicato da quello Stato un tempo appartenente al blocco sovietico.

A contorno, sono seguite reazioni scomposte che non fanno presagire nulla di buono. La Polonia e la Svezia che esprimono tutta la loro scarsa simpatia per Putin e compagni, la Francia che immagina di mandare truppe sul fronte di guerra, l’Ungheria che si chiama fuori dal mettere la Russia davanti al plotone di esecuzione, la Germania in crisi di leadership che si barcamena e nel complesso un’Europa che semplicemente non c’è e che fa comodo che non ci sia.

Tutto da discutere se in caso di scontro, tra i paesi della NATO e Russia, gli USA effettivamente rimanderebbero i loro ragazzi a morire per aiutare i paesi alleati. Vaneggiando, si ha quasi nostalgia di un tempo dove ogni Stato dell’area europea stringeva accordi politici ed economici con altri Stati senza incutere timore al resto del mondo. Inutile anche discutere sul senso di una guerra per procura dove gli USA non spendono una goccia di sangue e così anche la Cina.

Se Trump staccasse la spina, l’Ucraina entrerebbe d’un tratto in una grave crisi economica e militare, mostrando drammaticamente la sua totale dipendenza da altri, a dispetto di ogni libertà. Un paese in macerie e generazioni saltate sulle mine di una guerra dagli effetti lunghi per decenni.

La Russia non se la passa meglio. Anche lì, oltre ad un’economia in sofferenza, i morti non si contano. Ragazzi o giovani uomini sacrificati al mito delle armi e alle spalle la Cina poco addolorata di vedere l’orso russo perdere sangue dalle sue ferite, indebolirsi e chiederle soccorso.  Uno dei prezzi da pagare è stata, per dirne una, l’apertura del porto di Vladivostok alla Cina, 163 anni dopo la sua cessione del grande Qing all’impero russo.

Lo scontro finale sarà tra gli yankee e gli uomini dagli occhi a mandorla. Per adesso stanno solo facendo un po’ di riscaldamento, piccole scaramucce da bravi burattinai. In tempi di intelligenza artificiale sarebbe più semplice suggerire ai contendenti di cimentarsi in una guerra simulata che possa valere come fosse vera.

Verrebbero fuori tutte le conseguenze di una lotta: i morti da contare, le armi a disposizione, le finanze impegnate per lo sforzo bellico e le crisi economiche che ne scaturiranno, le difficoltà della ricostruzione, le atrocità da smaltire e tutto il bagaglio di dolore che comporta ogni conflitto.

Presto o tardi la guerra finirà. Resterà un fiume di sangue a memoria di ciò che è stato e che trova la sua inutilità proprio perché comunque prima o poi si arriverà ad una fine.

Costi e benefici suggerirebbero di evitare di sperimentarsi realmente l’uno contro l’altro, stabilendo, se proprio si dovesse, per convenzione internazionale, di procedere da oggi in poi con guerre solo per simulazione. Ci sarebbe per tutti un gran risparmio e l’uso della parola riprenderebbe valenza. Lì dove non arriva l’intelligenza umana, quella artificiale potrebbe essere di valido ausilio.

In occasione del Giubileo, il Papa ha disposto un summit che studi la possibilità di ridurre per questioni di giustizia il debito estero dei Paesi poveri. È un segnale per richiamare i Grandi del mondo alle loro responsabilità e sollecitandoli ad un diverso modo di procedere. Dobbiamo ancora imparare a stare al mondo e dobbiamo sbrigarci a capire come fare, prima che il mondo si dissolva.

Dibattito | Cisl, è prevalsa la coerenza. Risposta a Marino Franchi.

È sempre difficile tracciare un bilancio di un mandato sindacale. Nello specifico, della segreteria generale della Cisl guidata in questi ultimi anni da Luigi Sbarra. Anni difficili per svariate e molteplici motivazioni. Dall’irrompere della pandemia al ritorno dei grandi conflitti bellici; dalla vittoria politica del primo governo di destra-centro alla crescente radicalizzazione del conflitto politico e culturale. Insomma, un insieme di tasselli che hanno richiesto un grande senso di responsabilità e una solida cultura di riferimento per cercare di affrontare al meglio i problemi che

di volta in volta si affacciavano all’orizzonte.

Ed è in questo contesto che si inserisce un possibile giudizio sul ruolo che concretamente ha esercitato la Cisl con il suo gruppo dirigente. Al di là di ogni opinione che si può e deve formulare, è indubbio che almeno su tre aspetti la Cisl a guida Sbarra ha saputo mantenere una forte e cristallina coerenza con la sua storia e la sua specificità.

Innanzitutto ha saputo conservare, con coraggio e lungimiranza, il suo profilo di soggetto autenticamente sindacale. Nessun cedimento nei confronti del governo di turno in carica, nessuna trasformazione in un movimento politico o, peggio ancora, in una sorta di partito e, men che meno, nessun ruolo di supplenza – o di egemonia – nei confronti di un partito o di una coalizione.

Lo possiamo dire con franchezza e con altrettanta chiarezza? L’esatta alternativa di quello che è diventata in questi ultimi anni la Cgil di Landini. Ovvero, non solo la storica e consolidata tradizione della “cinghia di trasmissione” con il principale partito della sinistra italiana – ieri il Pci e oggi il Pd – ma, addirittura, una sorta di portavoce di una intera collazione politica. Al punto che non si sa più se è il cosiddetto “campo largo” che detta l’agenda politica al sindacato di riferimento o se è la Cgil, con la Uil come ruota di scorta, se la detta alla coalizione progressista.

Insomma, e al riguardo, la Cisl era, ed è, l’esatto opposto di tutto ciò. In secondo luogo la Cisl è quel sindacato che ha sempre predicato e praticato la cosiddetta “contrattazione”. Perché lo storico “sindacato bianco” non ha mai rinunciato a questa sua originalità e specificità. Certo, per capirci ancora meglio, si tratta di un sindacato che non dichiara lo sciopero generale contro la manovra di bilancio del Governo prima ancora di averla letta e discussa con i lavoratori. E questo perché la Cisl di Pastore, di Macario e di Marini – per citare solo tre leader storici di questa organizzazione sindacale – ha sempre individuato nella contrattazione, e senza discriminazione alcuna nei confronti del potere politico o delle altre parti sociali, lo strumento decisivo per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e di tutti i cittadini.

In ultimo, ma non per ordine di importanza, la Cisl in questi anni ha saputo anche confermare, seppure in una cornice politica, sociale e culturale profondamente frammentata e contraddittoria, le ragioni essenziali e costitutive della sua lunga e ricca storia sindacale. Una storia che poteva essere messa in discussione in qualsiasi momento se fosse prevalsa l’appartenenza – o la sensibilità o la simpatia – politica, e partitica, di alcuni suoi dirigenti e militanti rispetto al compito proprio che deve caratterizzare e accompagnare un’organizzazione sindacale laica e autonoma dai partiti e dal profilo politico degli stessi governi.

Ecco perché, quando si fa un bilancio seppur approssimativo della gestione di un mandato sindacale, l’elemento cardine e principale resta sempre quello di verificare concretamente il tasso di fedeltà, e quindi di coerenza, con gli aspetti specifici e costitutivi della sua storica cultura di riferimento. Tutto il resto è certamente legittimo ma del tutto secondario e marginale ai fini della credibilità, dell’autorevolezza e soprattutto della coerenza. In questo caso di un grande sindacato come quello della Cisl.

‘Abbiate pietà di chi ha paura’: un’omelia difficile per Trump.

La vescova Mariann Edgar Budde ha suscitato irritazione in Donald Trump e nei suoi alleati conservatori con un’omelia in cui ha esortato il neo-insediato presidente “ad avere pietà delle persone nel nostro Paese che ora sono spaventate”. Il suo discorso, impostato a un linguaggio di fede riflessivo e compassionevole, ha invitato a seguire l’insegnamento evangelico di amare il prossimo come se stessi, incoraggiando gli americani, in particolare i politici, a riflettere più profondamente sulle conseguenze delle proprie azioni.

Queste le sue parole più incisive: “Lasciatemi fare un ultimo appello. Signor Presidente, milioni di persone hanno riposto la loro fiducia in lei. E, come ha detto alla nazione ieri, ha sentito la mano provvidenziale di un Dio amorevole. Nel nome del nostro Dio, le chiedo di avere pietà delle persone nel nostro Paese che ora sono spaventate. Ci sono gay, lesbiche in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti … (Gli immigrati), puliscono i nostri edifici per uffici, lavorano negli allevamenti di pollame e negli stabilimenti di confezionamento della carne, lavano i piatti dopo i nostri pasti nei ristoranti e lavorano di notte negli ospedali,— loro potrebbero non essere cittadini o avere la documentazione appropriata, ma la stragrande maggioranza degli immigrati non sono criminali. Pagano le tasse e sono buoni vicini. Sono membri fedeli delle nostre chiese, moschee, sinagoghe, gurdwara e templi”.

E ha concluso: “Le chiedo di avere pietà, signor Presidente, di coloro nelle nostre comunità i cui figli temono che i loro genitori vengano portati via, e aiutare coloro che fuggono dalle zone di guerra e dalle persecuzioni nelle loro terre a trovare compassione e accoglienza qui. Il nostro Dio ci insegna che dobbiamo essere misericordiosi con lo straniero, perché un tempo eravamo tutti stranieri in questa terra. Possa Dio concederci la forza e il coraggio di onorare la dignità di ogni essere umano, di dire la verità l’uno all’altro con amore e di camminare umilmente insieme a Dio per il bene di tutte le persone in questa nazione e nel mondo”.

La guida spirituale della storica diocesi episcopale di Washington non è nuova a questo genere di esternazioni, avendo sempre avuto il coraggio di proclamare verità scomode nei momenti più difficili.  A due anni dall’inizio del primo mandato presidenziale di Trump, la vescova si unì ad altri leader episcopali per criticare “l’escalation di retorica razzista del Presidente degli Stati Uniti”. Nella loro dichiarazione congiunta avvertirono: “Quando parole così violente e disumanizzanti provengono dal Presidente degli Stati Uniti, diventano un chiaro appello e una copertura per i suprematisti bianchi”.

Nel giugno 2020, durante una manifestazione del movimento Black Lives Matter, Trump chiese alla vescova di tenere in alto una Bibbia davanti alla casa parrocchiale della chiesa episcopale di St. John, a Lafayette Square, vicino alla Casa Bianca, nel tentativo di placare i disordini. A nome della diocesi Budde però rispose con fermezza: “Non sosteniamo in alcun modo la risposta incendiaria del Presidente a una nazione ferita e addolorata. Per fedeltà al nostro Salvatore, che ha vissuto una vita di non violenza e amore sacrificale, ci schieriamo con coloro che cercano giustizia per la morte di George Floyd”.

Negli Stati Uniti, c’è una lunga tradizione di pastori che si rivolgono ai presidenti per questioni di giustizia sociale. In uno dei suoi ultimi sermoni, il reverendo Martin Luther King criticò apertamente le politiche sulla guerra del Vietnam dell’allora presidente Lyndon Johnson. Nel 2006, durante il funerale di Coretta Scott King, vedova di King, il reverendo Joseph Lowery, figura iconica dei movimenti per i diritti civili, ricordò: “Ha invitato le nazioni a non studiare più la guerra… Ha deplorato il terrore inflitto dalle nostre bombe intelligenti in missioni molto lontane”.

È assai probabile che a Trump non sarà riservato un trattamento molto diverso.

Sanremo, Lucio Corsi: “Rincorro le canzoni da quando ero bambino”

Milano, 24 gen. (askanews) – Lucio Corsi parteciper alla 75esima edizione del Festival di Sanremo (11-15 febbraio 2025), in gara per la prima volta, con il brano “Volevo essere un duro”. Il cantautore toscano racconta cos il suo rapporto con il Festival: “Sono legato ai ricordi di un Sanremo che non ho vissuto, un Sanremo di quando non ero nato, ma che ho recuperato, andando a scavare, spinto dalla passione per la musica, ovvero le esibizioni di Ivan Graziani con Maledette malelingue e benedetto Rock & Roll, quello di Vasco, con il microfono in tasca che va via dal palco finendo la canzone, e quello di Rino Gaetano col frac. Queste sono le esibizioni che mi porto pi nel cuore. il palco del festival della canzone italiana. Io rincorro le canzoni da quando ero bambino, perci un grande onore per me salire su quel palco. Sono molto curioso di salire sul palco dell’Ariston perch un’esperienza nuova, anche se quel palco ci sal al Tenco qualche anno fa, per ovviamente un altro tipo di festival. Ci sono molti pi occhi dietro alle telecamere a Sanremo. Come dico spesso anche nella serie di Verdone, ma una cosa che dicevo gi prima, che i televisori li fanno molto sottili al giorno d’oggi, no? Magari negli anni ’70 c’era pi spazio perch erano pi grandi i televisori, ora li fanno sempre pi sottili, difficile mettersi dentro. Ci si sta stretti, bisogna trovare il profilo migliore. Io non ho mai capito qual il mio profilo migliore. Vedremo”.

La canzone stata scritta e composta da Lucio Corsi e Tommaso Ottomano, che hanno curato anche la produzione assieme a Antonio “Cuper” Cupertino. Lucio la racconta cos: “Allora, ‘Volevo essere un duro’ nata un anno e mezzo fa pensando al disco, non con l’idea di provare a presentarla per il Festival. Questa una cosa che mi piace sottolineare perch non penso che le canzoni vadano scritte per portarle da qualche parte, vanno scritte perch si sente il bisogno di esprimere un concetto, di raccontare una storia. Questa la cosa che conta e poi ora il fatto che verr portata su quel palco mi fa ovviamente felice. Parla del fatto che spesso non si riesce a diventare ci che si sognava e anche del fatto che spesso si sogna di essere qualcosa, si spera di diventare qualcosa, che in realt non tanto meglio rispetto a ci che siamo in realt”.

Risultati e classifica serie A, Torino in zona tranquilla

Roma, 24 gen. (askanews) – Questo il programma e i risultati della ventiduesima giornata di serie A dopo Torino-Cagliari 2-0

22esima giornata Torino-Cagliari 2-0, Sabato 25/01 ore 15.00 Como-Atalanta, ore 18.00 Napoli-Juventus, ore 20.45 Empoli-Bologna, Domenica 26/01 ore 12.30 Milan-Parma, ore 15.00 Udinese-Roma, ore 18.00 Lecce-Inter, ore 20.45 Lazio-Fiorentina, Lunedì 27/01 ore 18.30 Venezia-Hellas Verona, ore 20.45 Genoa-Monza

Classifica: Napoli 50, Inter* 47, Atalanta 43, Lazio 39, Juventus 37, Bologna, Fiorentina* 33, Milan* 31, Roma 27, Udinese, Torino 26, Genoa 23, Como 22, Cagliari 21, Empoli, Lecce, Parma 20, Verona 19, Venezia 15, Monza 13. * una partita in meno

23esima giornata Venerdì 31/01/2025 ore 20.45 Parma-Lecce, Sabato 01/02/2025 ore 15.00 Monza-Hellas Verona, Udinese-Venezia, ore 18.00 Atalanta-Torino, ore 20.45 Bologna-Como, Domenica 02/02/2025 ore 12.30 Juventus-Empoli, ore 15.00 Fiorentina-Genoa, ore 18.00 Milan-Inter, ore 20.45 Roma-Napoli, Lunedì 03/02/2025 ore 20.45 Cagliari-Lazio

Autostrade, Rapporto Nomisma: in Italia i pedaggi pi bassi d’Europa

Roma, 24 gen. (askanews) – Le autostrade hanno un ruolo centrale nello sviluppo dell’Italia. Dove il trasporto su gomma continuer ad essere un asse portante per la gran parte delle filiere produttive nazionali che possono contare sui pedaggi pi bassi d’Europa. Ma sono ormai un’infrastruttura vetusta, complessa, trafficata e che richiede investimenti non pi rinviabili per 40-50 miliardi di euro.

E’ quanto emerge da uno studio realizzato da Nomisma e presentato all’associazione della stampa estera dal head of public policy Francesco Capobianco.

“I principali risultati di questo studio realizzato col supporto scientifico di Aiscat – spiega – evidenziano una rete nazionale particolarmente vetusta, con un grado di complessit non paragonabile a quelle degli altri competitor europei e anche con un fabbisogno finanziario da coprire affinch questa rete venga aggiornata”.

Oltre la met delle tratte autostradali italiane, infatti, stato realizzato prima del 1970 mentre il traffico continuato ad aumentare fino a farne per distacco la pi trafficata d’Europa. Nonostante i 20,7 miliardi di interventi tra il 2009 e il 2021 e gli oltre 2,5 miliardi stanziati nel 2022, secondo Nomisma esiste ancora un fabbisogno di investimenti, non pi rinviabile tra i 40 e 50 miliardi du euro. Ma solo la minima parte coperta da finanziamenti pubblici.

Lo studio prova a individuare soluzioni che possano garantire risorse per investimenti e manutenzione. E allo stesso tempo tariffe sostenibili per gli utenti.

“Chiaramente lo studio vaglia quello che un dialogo che c’ tra i concessionari e tra Aiscat e il Ministero dei Trasporti – prosegue Capobianco – all’interno di questo dialogo abbiamo rilevato come due o tre soluzioni possano rappresentare una via d’uscita da questo cul de sac che se non trovata si tramuterebbe in aumento dei costi per la cittadinanza. Parliamo sicuramente come avvenuto per altre infrastrutture di rete dell’Italia dell’istituto della proroga che sia chiaramente ben delimitata e proporzionata agli investimenti che devono essere fatti sulle autostrade onde evitare le tragedie che purtroppo abbiamo tristemente conosciuto negli anni passati”.

ANBI, azione costante adattamento e mitigazione effetti clima

Roma, 24 gen. – Dai consorzi di bonifica e irrigazione un’azione costante per l’adattamento e la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. E’ stato ricordato in occasione di una conferenza moderata dalla giornalista Laura Magli, nel corso della quale sono intervenuti: il Presidente di ANBI Lombardia Alessandro Rota, il Vicepresidente di ANBI Lombardia Luigi Lecchi ed il direttore di ANBI Lombardia Mario Reduzzi.

Durante l’evento, il Presidente di ANBI Lombardia, Alessandro Rota, ha dichiarato:

“Questa presentazione mi d l’opportunit di tornare sul ruolo fondamentale dei consorzi di bonifica e irrigazione e sulla loro capacit di affrontare sfide sempre pi condizionate dal cambiamento climatico. Tradizione ultracentenaria, autogoverno dei consorziati, competenze tecniche e capacit di pianificare a lungo termine costituiscono la miscela vincente per dare risposte concrete e durature al territorio, alle comunit e alle generazioni future. Superare l’emergenza per investire in piani strutturali ormai l’esigenza primaria del sistema consortile.”

I consorzi di bonifica e irrigazione, enti pubblici economici a carattere associativo, sono protagonisti nella programmazione, progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture essenziali per garantire un territorio sicuro ed idoneo al progresso sociale, economico e agricolo del Paese. In Lombardia, i 12 consorzi operano con una struttura organizzativa consolidata e una presenza capillare sul territorio, svolgendo un ruolo fondamentale per:

La ricarica delle falde: il 75% della ricarica dell’acquifero superficiale garantito dall’attivit consortile, contribuendo alla biodiversit e al riuso plurimo dell’acqua;

La difesa del suolo: tramite la fitta rete di canali e i numerosi impianti idrovori i Consorzi garantiscono la salvaguardia del territorio provvedendo allo smaltimento delle acque meteoriche, realizzando e gestendo opere di difesa idraulica, come le vasche di laminazione e i bacini multifunzionali;

La ricerca e l’innovazione: con progetti quali ad esempio l’europeo MAURICE, che valorizza la falda come bacino strategico per le crisi idriche e la qualit dell’acqua e gli interventi realizzati di riconversione delle cave come bacini di accumulo e laminazione delle piene.

Un Impegno Concreto per il Futuro: i consorzi lombardi sono attualmente impegnati in interventi del valore complessivo di oltre 72 milioni di euro, finanziati attraverso strumenti di programmazione europea, nazionale e regionale, per migliorare l’uso dell’acqua e adattarsi ai cambiamenti climatici. Con il PNRR, sono stati assegnati 99,8 milioni di euro per 8 grandi interventi infrastrutturali, per la maggior parte gi completati.

Inoltre, nell’ambito del piano strategico per le infrastrutture idriche, promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal MASAF, la Lombardia ha ottenuto l’ammissione di 40 interventi prioritari, inclusi tutti i 12 progetti proposti dai consorzi regionali, per un valore di oltre 250 milioni di euro. Questi interventi sono dedicati principalmente all’irrigazione e alla regolazione dei laghi, evidenziando ancora una volta la capacit di progettazione e innovazione del sistema consortile lombardo.

Il futuro dei consorzi passa attraverso la digitalizzazione e l’innovazione. Strumenti come il CeDATeR (Centro Dati Acqua e Territorio Rurale) garantiscono un monitoraggio costante delle risorse idriche, offrendo un supporto concreto alla gestione sostenibile dell’acqua.

“Affrontare il cambiamento climatico richiede uno sforzo collettivo e integrato, basato su una nuova cultura dell’acqua che coniughi consapevolezza, formazione e innovazione. I consorzi di bonifica e irrigazione, grazie alla loro organizzazione capillare e alle competenze tecniche, sono pronti a fare la loro parte, continuando a investire in interventi strutturali e nella diffusione di una visione sostenibile e lungimirante per il territorio,” ha concluso il presidente Rota.

Hamas ha fornito i nomi degli ostaggi da liberare sabato

Roma, 24 gen. (askanews) – Hamas ha comunicato i nomi delle quattro donne israeliane che saranno rilasciate domani nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco. Lo ha annunciato l’ufficio del premier israeliano, citato da Haaretz. In una breve dichiarazione il portavoce delle Brigate al Qassam, Abu Obeida, ha fatto sapere che domani saranno rilasciate quattro soldatesse in mano ad Hamas nella Striscia di Gaza.

“Nell’ambito dell’accordo sullo scambio di prigionieri, le Brigate al-Qassam hanno deciso di rilasciare domani quattro donne soldato”, ha detto Abu Obeida, identificando quindi le donne in Karina Ariev, Danielle Gilboa, Naama Levy e Liri Albag. La lista delle donne israeliane da rilasciare domani diffusa da Hamas non rispetterebbe i termini dell’accordo di cessate il fuoco e alti funzionari israeliani stanno tenendo consultazioni a riguardo. Lo riporta il Times of Israel, dopo che il braccio armato di Hamas ha diffuso i nomi di quattro soldatesse israeliane.

L’accordo entrato in vigore domenica scorsa prevede infatti che nella prima fase di attuazione, della durata di 42 giorni, siano rilasciate prima le donne civili, quindi le soldatesse. Domenica scorsa sono state rilasciate tre civili: Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher. L’intesa prevede che per ogni donna civile rilasciata da Hamas, Israele scarcera 30 detenuti palestinesi, mentre per ogni soldatessa 50 detenuti.

Tajani su Mps: il sistema bancario deve rinforzarsi, giusta direzione

Roma, 24 gen. (askanews) – “Per quanto riguarda le vicende bancarie, noi siamo per il libero mercato: lo siamo stati per le operazioni passate e lo siamo per le operazioni di cui si parla oggi”.

Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, riferendosi all’Ops di Mps su Mediobanca annunciata oggi, in un punto stampa a margine di un convegno organizzato dalla comunit di Sant’Egidio a Roma.

“La linea che noi seguiamo – ha aggiunto – la difesa del libero mercato, il sistema bancario italiano, che non ha la garanzia del Mes, deve rinforzarsi: gi un sistema bancario forte, per tutto ci che, grazie alle iniziative del libero mercato, permette di rinforzare il sistema bancario va nella giusta direzione”, ha concluso Tajani a margine di un evento a Roma.

Lavrov: l’Italia non può partecipare ai negoziati di pace in Ucraina

Roma, 24 gen. (askanews) – “La Russia non considera l’Italia come un possibile partecipante ai colloqui di pace in Ucraina”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, secondo quanto pubblicato sul sito del suo dicastero.

“Purtroppo, le relazioni russo-italiane stanno vivendo la crisi più profonda dalla Seconda Guerra Mondiale, e la responsabilità ufficiale è certamente di Roma ufficiale”, si legge nel comunicato.

Lavrov sostiene che Roma “deve correggere le conseguenze delle sue brutte azioni”. Il ministro ha sottolineato che, data “la posizione anti-russa dell’Italia”, Mosca non può considerare questo Paese come un possibile partecipante al processo di pace.

Rispondendo a una domanda pervenuta al ministero, Lavrov dichiara che “in effetti, in Russia c’è una genuina simpatia per il popolo italiano, un amore per la ricca cultura italiana, per l’arte e per le conquiste creative. La maggior parte degli italiani è sensibile e cordiale. Abbiamo molto in comune, ad esempio l’aspirazione alla bellezza e alla giustizia, il rispetto dei legami familiari, l’interesse reciproco.

Allo stesso tempo, è difficile operare con categorie astratte come la simpatia e l’antipatia quando si tratta di relazioni interstatali. Nel definire la nostra politica in direzione dell’Italia, siamo guidati da interessi nazionali fondamentali e dal principio di reciprocità”.

Tennis, Sinner: "Ero un po’ teso, poi tutto per il meglio"

Roma, 24 gen. (askanews) – “E’ stato un match molto complicato e vincere il primo set è stato cruciale”. Così Jannik sinner nella conferenza stampa post match con Shelton che gli ha permesso di conquistare la seconda finale consecutiva a Melbourne. “Ho cercato di rimanere concentrato e calmo nei momenti più delicati – ha proseguito – specialmente nel game in cui ha servito per il set e nel tie break. Lì ho giocato bene, sono stato solido e questo mi ha dato la fiducia per gli altri due set”. La palla oggi non emetteva il solito suono, e Shelton ha mostrato evidenti passi in avanti in ogni settore del campo. Inoltre, a metà terzo set sono arrivati anche i crampi: “C’era tanta tensione – spiega – , e ho avvertito un po’ di crampi. Non era umido né troppo caldo, era solo tensione e non sono preoccupato per la sfida di domenica”.

Mai dar nulla per scontato, una delle sue parole d’ordine. Per questo parla della finale con cura e rispetto: “Sono felice e orgoglioso di avere un’altra occasione per provare a portare a casa un trofeo di tale prestigio – dice – . La domenica nei tornei è sempre un giorno speciale e non importa quale sia il livello del torneo, quando arrivi alla domenica finale è sempre una bella sensazione. A inizio torneo non sai mai cosa accadrà, e quando arrivi a giocare l’ultimo giorno è sempre piacevole. Spero di riuscire a giocare il mio miglior tennis e spero di riuscire a godermi il momento. Aver già giocato delle finali Slam aiuta, ma questo vale anche per lui”.

Lui è Alexander Zverev, alla prima finale della carriera a Melbourne: “Ci saranno pressione e molte aspettative – spiega Jannik – , sarà una giornata speciale, ma alla fine è solo un match di tennis. Spero di fare le cose per bene, altrimenti la finale sarà comunque un buon risultato. Con Sasha sarà una sfida mentale, ci conosciamo bene e sarà difficile per entrambi. Sarà un match anche molto fisico e lui ha dimostrato di poter giocare un ottimo tennis. Non saprei dire chi sarà il favorito, in campo può accadere qualsiasi cosa. Dobbiamo solo aspettare domenica…”.

Tajani: l’Oms ha commesso errori ma no all’uscita dell’Italia

Roma, 24 gen. (askanews) – “Noi abbiamo un’opinione diversa” dalla Lega, che ieri ha depositato un disegno di legge per uscire dall’Organizzazione mondiale della Sanit. “Detto questo non che l’Oms non abbia commesso errori, li ha commessi anche durante la vicenda Covid”, ma “gli errori sono una cosa, uscire dall’Oms un’altra”. Cos il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa a margine di un convegno organizzato dalla comunit di Sant’Egidio a Roma.

Putin: pronto a incontrare Trump, forse avrebbe evitato la guerra

Roma, 24 gen. (askanews) – Vladimir Putin è “pronto” a incontrare Donald Trump: “molto probabilmente sarebbe meglio che ci incontrassimo, sulla base delle realtà odierne, per parlare con calma di tutte quelle aree che sono di interesse sia per gli Stati Uniti che per la Russia. Noi siamo pronti. Ma, ripeto, questo dipende innanzitutto, ovviamente, dalle decisioni degli Stati Uniti e della Russia”, ha detto il presidente russo durante una visita all’Università Statale di Mosca MGU.

“La Russia non ha mai rifiutato i contatti con l’amministrazione statunitense. E non è colpa nostra se la precedente amministrazione ha posto fine a questi contatti”, ha detto Putin.

“Con il presidente attuale degli Usa ho sempre avuto rapporti pragmatici e di fiducia, non posso non concordare che se fosse stato presidente, se nel 2020 non gli avessero rubato le elezioni, forse allora non si sarebbe arrivati alla crisi scoppiata in Ucraina nel 2022”, ha aggiunto.

Musica, Muti dirige l’Orchestra Cherubini: 4 concerti a luglio

Roma, 24 gen. (askanews) – Dopo il concerto “Puccini secondo Muti” sul palco del Lucca Summer Festival la scorsa estate, in occasione delle celebrazioni del centenario dalla morte di Giacomo Puccini ci saranno altri quattro concerti speciali sotto la direzione uno dei più grandi Direttori d’Orchestra del mondo: Riccardo Muti.

Il tour partirà venerdì 18 luglio dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi (To), domenica 20 luglio sarà a Villa Manin a Codroipo (Ud), martedì 22 luglio arriverà nuovamente al Lucca Summer Festival e si concluderà giovedì 24 luglio all’Anfiteatro degli Scavi Pompei. Riccardo Muti dirigerà l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini fondata nel 2004 su sua iniziativa e composta da 130 straordinari strumentisti di età compresa tra i 18 e 30 anni. Un’orchestra che sin dalla sua fondazione si è esibita sui palcoscenici più importanti, non ultimo lo scorso 22 dicembre, l’aula del Senato di Palazzo Madama, alla presenza del Presidente Sergio Mattarella.

Il primo gennaio 2025 Muti ha diretto per la settima volta il concerto di Capodanno al Musikverein di Vienna, un record assoluto. Un ciclo iniziato nel 1994 e che lo ha visto guidare l’Orchestra Filarmonica di Vienna in edizioni indimenticabili, sempre più attese dai milioni di spettatori che seguono l’evento in diretta mondiale. Dal 2010 al 2023 è stato Direttore Musicale della prestigiosa Chicago Symphony Orchestra e al termine del mandato l’Orchestra lo ha nominato Direttore Musicale Emerito a Vita.

Nel corso della sua straordinaria carriera ha diretto molte tra le più prestigiose orchestre del mondo: dai Berliner Philharmoniker alla Bayerischer Rundfunk, dalla New York Philharmonic all’Orchestre National de France, alla Philharmonia di Londra e, naturalmente, i Wiener Philharmoniker, ai quali lo lega un rapporto assiduo e significativo e con i quali si esibisce al Festival di Salisburgo dal 1971. La sua direzione musicale è stata la più lunga nella storia del Teatro alla Scala, le più importanti Università del mondo lo hanno insignito di oltre 20 lauree honoris causa.

Le prevendite sono disponibili dal 27 gennaio.

Cultura, al VIVE al via la quarta edizione di "Al centro di Roma"

Roma, 24 gen. (askanews) – Al via la nuova stagione di “Al Centro di Roma”, la rassegna ideata da Edith Gabrielli, Direttrice del VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, con un ricco programma di conferenze rivolto ad un pubblico sempre più ampio e diversificato.

Giunta alla sua quarta edizione, la rassegna prevede oltre 30 incontri presso la Sala del Refettorio di Palazzo Venezia – a partire dal 30 gennaio 2025 – con cadenza settimanale, che coinvolgono protagonisti del mondo della cultura di rilievo internazionale. Arte, architettura, storia, archeologia ed istituti di cultura a Roma, questi i temi al centro della rassegna che, quest’anno, si arricchisce di un nuovo ciclo dedicato alla filosofia, dal titolo “Ragioni e Passioni. Dalla Grecia classica alle neuroscienze”, a cura del Professor Francesco Ferretti. Un’occasione per riflettere sul rapporto fra ragioni e passioni in una chiave di lettura contemporanea volta a una possibile conciliazione.

“Fin dalla sua costituzione il VIVE punta a offrire al pubblico una proposta culturale di alto profilo scientifico e, al contempo, dalla forte connotazione divulgativa – ha dichiarato Edith Gabrielli – il grande successo della rassegna ‘Al Centro di Roma’ rappresenta una testimonianza tangibile di questo impegno. Ogni settimana, presso la sede di Palazzo Venezia, illustri studiosi e grandi professionisti raccontano le proprie ricerche e il proprio lavoro attraverso un linguaggio piano e comprensibile. La manifestazione, oggi alla quarta edizione, è diventata così un appuntamento fisso per i residenti e per tutti gli appassionati di storia, arte, architettura, archeologia, filosofia e della cultura in generale”.

A inaugurare l’edizione 2025, il ciclo “Idee e figure. Storie di strategie innovative per l’architettura”, curato dal Professor Orazio Carpenzano. L’incontro, dal titolo “Fare città. L’arte come politica edificante”, previsto per giovedì 30 gennaio alle ore 18 e tenuto da Giorgio de Finis, Direttore artistico del Museo delle Periferie, sarà incentrato sul ruolo dell’arte nella costruzione dello spazio urbano sotto il profilo politico e sociale.

A seguire, giovedì 6 febbraio alle ore 18, per il ciclo “Porte aperte. Roma nei secoli, al centro del mondo”, a cura del Professor Francesco Benigno, è previsto l’incontro “La Roma che non vedi. Squarci della Roma medievale tra fortezze, torri e portici”, dedicato alla scoperta e all’interpretazione degli edifici datati fra il XII e il XIV secolo, tenuto dal Professor Sandro Carocci.

Novità, di quest’anno il ciclo “Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita”, a cura della Direttrice del VIVE Edith Gabrielli: cinque incontri, con relative esposizioni, volti a presentare al pubblico opere del Vittoriano e di Palazzo Venezia custodite nei depositi e tornate ora all’attenzione grazie all’imponente lavoro di catalogazione promosso dal VIVE e coordinato dal Professor Alessandro Tomei, dalla Professoressa Barbara Agosti e dal Professor Valerio Terraroli, rispettivamente per l’arte medievale, moderna e contemporanea. L’iniziativa – che ha previsto la realizzazione di un catalogo online a breve disponibile sul sito del VIVE – è volta alla conoscenza e alla rivalutazione critica delle opere con l’obiettivo di reintegrarle nel percorso di visita aperto al pubblico.

Il primo incontro legato al ciclo “Reintegrazioni”, dal titolo “Da Costantinopoli a Roma: la porta bronzea di San Paolo fuori le mura e il frammento nel Museo del Palazzo di Venezia” e tenuto dal Professor Alessandro Tomei, è previsto per giovedì 13 febbraio, alle ore 18, presso la Sala del Refettorio di Palazzo Venezia. Al centro il frammento della porta bizantina della basilica di San Paolo fuori le Mura, raffigurante una scena della Pentecoste, che, in linea con l’anno giubilare 2025, sarà visibile per l’occasione presso la sala Altoviti di Palazzo Venezia. Le conferenze sono a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

Usa, la Casa Bianca: iniziati i voli di deportazione dei migranti

New York, 24 gen. (askanews) – La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, in un post su X, pubblicato venerdì ha annunciato che gli Stati Uniti hanno iniziato i voli di deportazione dei migranti.

“Il presidente Trump sta inviando un messaggio forte e chiaro al mondo intero: se entri illegalmente negli Stati Uniti d’America, affronterai gravi conseguenze”, ha scritto la Leavitt.

Secondo la rete NBC un aereo militare è partito ieri pomeriggio dal Biggs Army Airfield di El Paso, in Texas, con a bordo tra 75 e 80 migranti diretti in Guatemala.

Pizzaballa: venite in Terra Santa, è sicura e abbiamo bisogno di voi

Milano, 24 gen. (askanews) – “Siamo, sembra, all’inizio di un nuovo periodo. È iniziata la tregua, c’è il cessate il fuoco e siamo molto grati di questo. È l’occasione per ringraziare tutta la Chiesa universale che in questo anno ci è stato molto vicina e ci ha aiutato e sostenuta molto con la preghiera, anche con il sostegno concreto. Ora è tempo anche di continuare ad aiutare e sostenere questa Chiesa, riprendendo il santo viaggio, ritornare a Gerusalemme, ritornare in Terra Santa e visitare i luoghi, riportare in vita l’altro polmone di questa Chiesa che è il pellegrinaggio e la presenza dei pellegrini. Il pellegrinaggio assolutamente è sicuro. Non c’è pericolo. Ed è tempo ora anche di, dunque, di alzare lo sguardo e ritornare a Gerusalemme per riportare anche la gioia a tante famiglie cristiane che attendono con ansia il ritorno dei pellegrini. Quindi il mio invito, insieme al Padre Custode, è quello di cominciare in questo anno del Giubileo dedicato alla speranza di ritornare alle sorgenti della speranza che è l’incontro con Cristo risorto e riportare anche la speranza in tante famiglie cristiane. Tornate, vi attendiamo con gioia e con ansia”. E’ l’appello lanciato dal Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, attraverso il CMC, organo di comunicazione della Custodia di Terra Santa.

“L’invito è ad essere pellegrini di speranza e a venire in Terrasanta come pellegrini, per ritornare alle radici della nostra fede, da un lato, ma anche per esprimere in modo molto concreto, anche attraverso il pellegrinaggio, la vicinanza alla piccola comunità cristiana di Terra Santa” ha aggiunto il Custode di Terra Santa, Francesco Patton, spiegando che “quando voi venite in pellegrinaggio, fate sentire alla nostra comunità cristiana che fa parte di una famiglia che è universale e cattolica, è la famiglia dei cristiani, della Chiesa, che vive in tutto il mondo”.

“E poi c’è anche una dimensione molto concreta di solidarietà: quando voi venite in Terrasanta come pellegrini, al tempo stesso, date anche per la possibilità alla nostra gente di vivere dignitosamente del proprio lavoro” ha proseguito Patton, ribadendo che “il pellegrinaggio è sicuro, e continuiamo a pregare che la tregua si stabilizzi e che dalla tregua si arrivi anche a un vero e proprio percorso e processo di pace. Venite, vi aspettiamo e abbiamo bisogno di voi”.

(Foto: Christian Media Center)

Nek dopo la TV torna dal vivo con Nek Hits – Live 2025

Milano, 24 gen. (askanews) – Dopo un inizio anno straordinario, con il successo e il riscontro televisivo come conduttore della quarta edizione di “Dalla Strada al Palco” (in onda in prima serata su Rai 1), Nek Filippo Neviani è pronto a riabbracciare live il suo pubblico con Nek Hits – Live 2025, un’attesissima serie di concerti tutti da cantare, previsti per questa estate.

Nell’attesa, Nek tornerà live per 3 appuntamenti all’estero: il 7 marzo a Malta, il 4 aprile ad Austin (Texas, US) e il 31 maggio in Estonia. Da luglio, invece, Nek Hits – Live 2025 attraverserà l’Italia, per un vero e proprio viaggio attraverso i più grandi successi dell’artista, dove il pubblico potrà rivivere le emozioni di una carriera di oltre trent’anni che ha segnato la musica italiana.

A salire sul palco sarà un vero e proprio Power Trio, con Nek (che suonerà anche il basso) accompagnato da Emiliano Fantuzzi alla chitarra e Luciano Galloni alla batteria, per un Live dove l’essenza del suono e della musica saranno al centro di tutto.

Durante il tour, Nek ripercorrerà tutte le più grandi hit della sua carriera, da brani indimenticabili come “Laura non c’è”, “Fatti avanti amore”, “Lascia che io sia”, “Almeno stavolta”, “Se io non avessi te”, “Unici”, “Sei grande”, “Se una regola c’è”, la cover di “Se telefonando”, eseguita per la prima volta sul palco del Festival di Sanremo nel 2015, e ancora “Sei solo tu”, “Uno di questi giorni”, “Ci sei tu” e “E da qui” e tante, tante altre!

Queste le date di Nek Hits – Live 2025: 09 luglio – Mirano (VE) – Mirano Summer Festival 18 luglio – Cervere (CN) – Anima Festival – Anfiteatro dell’Anima 19 luglio – Vigevano (PV) – Vigevano in Castello – Castello Sforzesco 25 luglio – Porto Recanati (MC) – Arena Beniamino Gigli 27 luglio – Castellana Grotte (BA) – Piazze D’Estate – Largo Porta Grande 02 agosto – Breno (BS) – Vallecamonica Summer Music 2025 – Stadio Comunale Tassara 06 agosto – Lignano Sabbiadoro (UD) – Arena Alpe Adria 09 agosto – Bard (AO) – Forte di Bard 13 agosto – Marina di Pietrasanta (LU) – Teatro La Versiliana 16 agosto – Acri (CS) – Teatro di Acri 19 agosto – Zafferana Etnea (CT) – Anfiteatro Falcone e Borsellino I biglietti sono in vendita a partire dalle ore 16.00 di oggi, venerdì 24 gennaio, su TicketOne e punti vendita abituali.

I biglietti per la data di Marina di Pietrasanta (LU) saranno disponibili dal 31 gennaio alle ore 11.00.

Info biglietti: www.friendsandpartners.it

Cantante e polistrumentista, con alle spalle oltre 10 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e 18 album in studio, Nek è una delle voci maschili più affascinanti e amate del panorama musicale italiano. Dopo l’esordio nel 1992 con l’album “Nek”, sono tantissimi i successi che si sono susseguiti negli oltre 30 anni di carriera. Negli ultimi anni è stato anche impegnato nella conduzione di fortunati programmi televisivi, ultimo dei quali “Dalla Strada Al Palco”, che è tornato con la quarta stagione nel 2025 in prima serata su Rai 1, e che vede Nek alla conduzione per la prima volta insieme a Bianca Guaccero. Nel 2022 è uscito l’album celebrativo “5030”, che racconta i 30 anni di carriera e i suoi 50 anni di età.Nel 2023, e per i successivi due anni, Nek intraprende il progetto RENGANEK insieme all’amico e collega Francesco Renga, con cui è protagonista di un lungo tour in tutta Italia, di una partecipazione al 74° Festival di Sanremo e di un disco di inediti.

Ue, Competitività e deregolamentazione: retromarcia Green Deal

Bruxelles, 24 gen. (askanews) – La retromarcia del Green Deal europeo, guidata dalla stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che lo aveva lanciato, cinque anni fa, comincerà concretamente mercoledì prossimo, con la riunione del Collegio dei commissari che varerà il ‘Competitiveness Compass’ (la Bussola della competitività), un piano che mira a ridurre sostanzialmente gli oneri burocratici imposti alle imprese nell’Ue, del 25% per le grandi aziende, e del 35% per le Pmi.

Proseguirà poi con la presentazione, a fine febbraio, di una proposta legislativa di ‘semplificazione’, chiamata ‘Omnibus’ per la revisione di una prima parte della legislazione del Green Deal già in vigore. Questo primo ‘Omnibus’, a cui seguiranno con tutta probabilità altre proposte simili, dovrebbe riguardare tre normative Ue che impongono alle imprese degli oneri burocratici per perseguire la sostenibilità ambientale.

In particolare, saranno riviste la direttiva Csrd (‘Corporate Sustainability Reporting Directive’) sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese , in vigore dal 2023, e quella sulla ‘diligenza dovuta’ (‘due diligence’) da parte delle grandi e medie aziende nel controllo delle loro catene del valore, che è stata approvata, dopo essere stata negoziata a lungo e fortemente modificata, solo l’estate scorsa.

Il processo di revisione delle normative già in vigore, con il duplice obiettivo della semplificazione burocratica e del riorientamento a favore della competitività europea, non è di per sé una marcia indietro nel processo di decarbonizzazione dell’economia e di transizione energetica e ambientale, se la Commissione riuscirà a mantenere dritta la barra verso gli obiettivi strategici fissati dal Green Deal. Ma c’è da dubitare fortemente che sarà così, sotto la pressione politica delle forze di destra conservatrici e anti ambientaliste, che si sono fortemente rafforzate nel Parlamento europeo e anche in Consiglio Ue, con il Ppe che le rincorre su molti temi per evitare l’erosione del proprio elettorato.

Il rischio, molto reale, è che si passi dalla ‘semplificazione’ per le imprese, giusta e opportuna a una vera e propria ‘deregolamentazione’, anche sull’esempio dell’ultra liberismo trionfante che viene dall’America di Trump e Musk. E che il tentativo di rafforzare la competitività giustifichi non una correzione di percorso per arrivare in condizioni migliori la stessa meta, ma un cambiamento della meta stessa, o un forte ritardo nel suo raggiungimento.

La bozza della comunicazione sulla ‘Bussola della competitività’, di cui Askanews ha preso visione, è attualmente in fase di ‘consultazione interservizi’ all’interno della Commissione. Ma, secondo quanto ci ha riferito un funzionario dell’Esecutivo comunitario, pochi si stanno azzardando ad aggiungere elementi o suggerire modifiche, perché c’è una forte soggezione nei confronti della ‘linea’ dettata dal gabinetto von der Leyen, che ha fortemente centralizzato la dinamica dell’elaborazione delle proposte legislative, minando quindi il processo ‘dal basso verso l’alto’ che costituiva la ragione principale di questo tipo di consultazione interna della Commissione.

La ‘Bussola’ fa riferimento esplicito al Rapporto Letta sul completamento del Mercato unico, e soprattutto al Rapporto Draghi sul futuro della competitività europea. ‘Come ha avvertito Draghi, se l’Europa accetta un declino economico gestito e graduale, è destinata a una ‘lenta agonia”, ricorda la comunicazione, e sottolinea: ‘Oggi l’Ue deve spostare la sua attenzione su ciò che guiderà la sua futura prosperità e competitività’.

‘Il rapporto Draghi delinea una diagnosi chiara e fornisce raccomandazioni concrete. È tempo di passare all’azione’, si legge nel testo, che mira a definire ‘una bussola che guiderà il lavoro nei prossimi cinque anni’ ed elenca ‘le azioni prioritarie per riaccendere il dinamismo economico in Europa’.

La strada indicata per rilanciare la crescita dell’Ue è quella di ‘riaccendere la produttività basata sull’innovazione’. La ‘Bussola’ stabilisce due requisiti di base per politiche meglio orientate a sostenere la competitività: innanzitutto, ‘semplificare e accelerare l’ambiente normativo, riducendo gli oneri e la complessità eccessiva e favorendo velocità e flessibilità’; in secondo luogo, ‘coordinare meglio le politiche a livello Ue e nazionale, piuttosto che perseguire obiettivi separatamente’. In quest’ultimo caso, siamo davanti all’eterno problema dell’assenza di una vera e propria politica industriale dell’Unione. Occorre ‘un nuovo approccio alla competitività che combini politiche industriali, investimenti e riforme, uniti attorno a una visione comune’.

Il piano mira a rendere la regolamentazione Ue ‘più semplice, più leggera, più veloce’. Sarà richiesto ‘uno sforzo senza precedenti’ da parte di ‘tutte le istituzioni Ue, nazionali e locali’ al fine di ‘produrre regole più semplici e accelerare la velocità delle procedure amministrative’.

Verrà anche proposta, ‘il mese prossimo’, una nuova definizione di piccole e medie imprese (Pmi), creando una nuova categoria di aziende medie, ‘più grandi delle Pmi ma più piccole delle grandi aziende’. Questa ridefinizione riguarderà ‘fino a 31.000 aziende nell’Ue’, che trarranno vantaggio da ‘una semplificazione normativa su misura’, nello stesso spirito di quella prevista per le Pmi.

Il ‘Compass’ perora una maggiore integrazione del mercato unico, come indica il rapporto Letta, con particolare enfasi sul completamento del mercato unico dei capitali, e afferma anche che ‘la politica della concorrenza deve tenere il passo con l’evoluzione dei mercati e l’innovazione tecnologica. Ciò richiede un nuovo approccio, meglio orientato agli obiettivi comuni e più favorevole alle aziende che si espandono nei mercati europei e globali, garantendo sempre parità di condizioni’. In questo quadro, si annuncia, verranno presentate ‘nuove linee guida per la valutazione delle fusioni’ nell’ambito della politica antitrust dell’Ue.

Dell’altra proposta che arriverà a breve, il cosiddetto ‘Omnibus’, si è discusso al Consiglio Ecofin del 21 gennaio, e se ne riparlerà praticamente ogni mese, ad ogni nuova riunione dei ministri economici e finanziari in questo semestre, secondo quanto ha annunciato la presidenza di turno polacca del Consiglio Ue. Durante il Consiglio, i ministri economici e finanziari hanno espresso le loro aspettative ai due membri della Commissione che hanno il compito di presentare la proposta ‘Omnibus’, il commissario per l’Economia e la Produttività, l’Attuazione e la Semplificazione, Valdis Dombrovskis, e il vicepresidente esecutivo responsabile per la Prosperità e la Strategia industriale, Stéphane Séjourné.

La ‘semplificazione’, aveva detto Séjourné al suo arrivo all’Ecofin, ‘è un grande tema, molto atteso dalle aziende e anche dal Consiglio Ue, con grandi aspettative’. Nel testo che sarà presentato a fine febbraio, ha annunciato, ci sarà ‘un certo numero di elementi che dovrebbero semplificare la vita delle imprese e fare del territorio europeo un’area di investimenti attraente anche per gli investimenti internazionali’.

Durante la conferenza stampa al termine del Consiglio, Dombrovskis ha salutato con favore la discussione nella quale, ha riferito, ‘c’è stato un ampio sostegno per questo programma di semplificazione, e molti ministri hanno sottolineato la necessità di un approccio ambizioso verso la semplificazione’, ma, ha precisato ‘senza perdere di vista i nostri obiettivi di policy: questo è l’approccio che la Commissione europea deve seguire’.

L”Omnibus’, ha spiegato il commissario, è ‘fondamentalmente una tecnica legislativa in cui con una sola proposta possiamo riaprire diversi atti della legislazione’. E in effetti, ha continuato Dombrovskis, ‘stiamo cercando la possibilità di aprire effettivamente tutti i tipi di legislazione, anche per eliminare certe incongruenze e sovrapposizioni tra diversi atti legislativi’. Senza questo, ha aggiunto, non sarebbe possibile conseguire gli obiettivi di riduzione del 25% degli oneri burocratici a carico delle aziende, e del 35% per le Pmi.

‘Naturalmente questa proposta ‘Omnibus’ è solo l’inizio del lavoro: in realtà ogni membro della Commissione è responsabile di rilevare possibilità di semplificazione nella legislazione Ue esistente e di presentare proposte in questo senso che saranno poi integrate nel programma della Commissione’. E’ un lavoro, quindi, ‘che continuerà nei prossimi mesi e anni’, ha indicato ancora Dombrovskis.

Il presidente di turno del Consiglio Ecofin, il ministro delle Finanze polacco Andrzej Domanski, ha aggiunto poi che i ministri dei Ventisette ‘vogliono migliorare radicalmente l’ambiente per le imprese (‘business environment’, ndr). Naturalmente spetta alla Commissione aiutarci a raggiungere questo obiettivo che è assolutamente prioritario per l’economia europea’.

‘Ci sono paesi – ha riferito Domanski – che chiedono apertamente se non siamo andati troppo oltre con la regolamentazione che è già stata attuata’; in altre parole, non basta evitare che ci siano nuovi atti legislativi, ma bisogna rivedere quelli già in attuazione. ‘Quindi mi aspetto che entro il mese prossimo otterremo un progresso sostanziale, siamo impazienti di vedere le proposte della Commissione, la ‘Bussola della Competitività’ e il pacchetto di semplificazione ‘Omnibus”. Per i ministri dei Ventisette questa ‘è davvero la massima priorità’.

‘Crediamo – ha spiegato il presidente di turno del Consiglio Ecofin – che sia giunto il momento di agire; anche a causa dei cambiamenti geopolitici: possiamo aspettarci una certa deregolamentazione negli Stati Uniti, il che potrebbe mettere le aziende europee, le industrie europee in una posizione di svantaggio’. Insomma, la ‘semplificazione’ dell’Ue dovrà anche controbilanciare la ‘deregolamentazione’ negli Stati Uniti.

Dombrovskis ha poi confermato che la proposta ‘Omnibus’ riguarderà, almeno per ora, tre normative Ue specifiche: quella del 2020 sulla ‘tassonomia’ (i criteri di classificazione) degli investimenti etichettati come ‘verdi’, e le già citate due direttive, la Csrd sugli obblighi di rendicontazione di sostenibilità da parte delle aziende, e quella sulla ‘diligenza dovuta’ nel controllo delle catene del valore. Questo, ha detto ‘è in effetti il nostro obiettivo principale’ per la proposta annunciata. Tuttavia, ha aggiunto il commissario, ‘stiamo anche valutando la possibilità di includere altri elementi in questo ‘Omnibus’, ma è tutto ancora in fase di elaborazione, quindi non posso dare altri dettagli’.

‘C’è una fortissima richiesta da parte degli Stati membri per questa azione; dobbiamo vedere il primo ‘Omnibus’ per poter valutare; ma se non è abbastanza – ha osservato ancora Domanski -, allora probabilmente possiamo aspettarci che venga presentata un’altra proposta legislativa’. Tra i ministri economici dell’Ue ‘qualcuno l’ha chiamata una ‘flotta di Omnibus’. Vedremo; avremo a breve la possibilità di discuterne ancora’, ha concluso il presidente di turno dell’Ecofin.

Ex Ilva, Landini a Bucci: accordo Genova va applicato, non rivisto

Genova, 24 gen. (askanews) – “Gli accordi si applicano, non si rivedono e quello che deve essere chiaro che si mantenga l’integrit di tutto il Gruppo”. Lo ho detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini – a margine della commemorazione per il 46esimo anniversario dell’uccisione da parte delle Br dell’operaio e sindacalista Guido Rossa – rispondendo al presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, che aveva dichiarato che l’accordo di programma per lo stabilimento ex Ilva di Genova va rivisto in funzione di chi sar il nuovo acquirente.

“C’ bisogno che si faccia una scelta che veda il mantenimento del ruolo pubblico dentro questa azienda, perch stiamo parlando di un’azienda strategica”, ha aggiunto.

“Non c’ bisogno che entri – ha sottolineato Landini – c’ gi ed stata tenuta in piedi in questi anni dai contributi pubblici di tutti noi. E’ necessario che si facciano delle scelte rispetto alle offerte che sono arrivate che qualifichino e garantiscano non solo l’occupazione, ma che mantengano anche la capacit produttiva complessiva di questo Gruppo”.

“Non conosciamo nulla di tutto questo. Chiediamo di essere coinvolti prima che vengano fatte le scelte per poter esprimere le nostre valutazioni. Naturalmente per quello che ci riguarda c’ un tema che si chiama rispetto degli accordi che finora sono stati realizzati e soprattutto il mantenimento dell’integrit complessiva del Gruppo”, ha affermato Landini rispondendo a un giornalista sui Gruppi che sarebbero interessati all’acquisto dell’ex Ilva.

Gazzelle esce col nuovo album "Indi" e prepara i live

Milano, 24 gen. (askanews) – Cinematografico, intenso, potente, autoironico, in una sola parola: Gazzelle. Il cantautore romano è oggi pronto a scrivere un’altra importante pagina della storia della musica italiana con “Indi”, un album dalla poetica disarmante da sempre cifra stilistica dell’artista, destinato a restare a lungo nel tempo.

“Vorrei dire qualcosa sulla vita. Ok ma come si fa a parlare della vita? E’ come se la farina sapesse parlare della pizza che diventerà o come se una giornata stupenda sapesse parlare della giornata tremenda in cui si trasformerà io penso che noi siamo solo un momento dopo un altro momento oppure come la forma senza forma delle nuvole quella che sembra che tra cinque minuti pioverà”. È con queste parole che Gazzelle ha anticipato sui suoi social l’arrivo del nuovo progetto, attraverso un teaser (https://www.instagram.com/p/DEpWGV0Noq-/) che riprende fedelmente l’iconica scena di Forrest Gump, con un messaggio che non lascia spazio a fraintendimenti, annunciando così il suo grande ritorno a due anni da “DENTRO”.

Il cantautore, infatti, è stato uno degli artisti che ha contribuito alla nascita di un genere che quasi dieci anni fa ha creato un movimento di rottura. Negli anni l’artista è riuscito a seguirne le evoluzioni, ad anticiparle e con questo nuovo disco non guarda a bei tempi andati ma torna semplicemente a casa.

Come dopo un lungo viaggio, il rientro porta con sé sempre nuove esperienze, che in qualche modo arricchiscono e aggiungono qualcosa in più al nostro bagaglio, così è “INDI” un disco cantautorale nel senso più vero del termine. Grazie alla sua scrittura, semplice ma pregna di vita, che racchiude dentro di sé tutti gli elementi che hanno da sempre caratterizzato la musica di Gazzelle, questa volta fa un ulteriore passo in avanti verso qualcosa di straordinario.

Anche a livello grafico, come sempre, è curato tutto nei minimi dettagli. La formica, metafora di un percorso solido costruito negli anni, rispecchia anche la potenza della musica nella sua semplicità.

Già con i singoli che hanno anticipato l’album “Come il pane” e “Noi no”, l’artista ha dato un’anticipazione della direzione che avrà il prossimo disco, che conferma ancora una volta la capacità di Gazzelle di toccare le corde più profonde dell’animo umano.

Ieri, in un evento esclusivo per i fan, si è tenuto un ascolto in anteprima del nuovo album “Indi” all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma. L’atmosfera magica ha incantato i presenti, che hanno potuto vivere il disco in un’esperienza immersiva al buio, creando una connessione unica con le tracce di questo disco.

Non solo nuova musica, il cantautore ha anche in programma due importanti e speciali eventi per l’estate del 2025: il 7 giugno al Circo Massimo di Roma e il 22 giugno allo Stadio San Siro di Milano.

Due prime volte, due nuove sfide, due città importanti per l’artista, che negli anni ha costruito la sua carriera, passo dopo passo, con un unico obiettivo: quello di essere sempre se stesso e far arrivare la sua musica ai cuori di tutta Italia. I concerti sono prodotti e distribuiti da Vivo Concerti, info biglietti su http://www.vivoconcerti.com/. L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei nostri comunicati ufficiali.

Gazzelle è una delle voci più amate e sincere della sua generazione. Poetico, romantico e spiazzante. Le sue canzoni contano oltre un miliardo di stream, 23 dischi d’oro e 34 dischi di platino. Il suo mondo comunicativo è schivo e malinconico, ma da sempre multiforme e imprevedibile. I suoi concerti sono la testimonianza tangibile di un amore incondizionato, vero rituale collettivo che ha stregato in questi anni mezzo milione di persone. Gazzelle si è preso, in questi anni, con i suoi quattro album Superbattito (2017), Punk (2018), Ok (2020) e Dentro (2023), l’amore degli ascoltatori e l’affetto trasversale dei suoi fan. Ha collaborato, tra gli altri, con artisti come Marco Mengoni, thasup, Fulminacci e Noyz Narcos.



Tennis, Sinner in finale agli Australian Open Shelton ko in tre set

Roma, 24 gen. (askanews) – Un anno dopo Jannik Sinner è di nuovo in finale agli Australian Open! Il n. 1 al mondo ha battuto in semifinale Ben Shelton con il punteggio di 7-6, 6-2, 6-2 in 2 ore e 38 minuti di gioco. Una partita equilibrata nel primo set, poi diventata in discesa per il tennista azzurro. Shelton, infatti, ha giocato alla pari nel primo parziale: due volte avanti di un break, l’americano ha avuto due set point al servizio nel dodicesimo gioco. Da quel momento l’inerzia è girata a favore di Sinner che nel secondo e terzo set ha alzato la qualità del suo tennis.

Warner Music Italia festeggia 50° anniversario di Ufo Robot

Roma, 24 gen. (askanews) – Dal 24 gennaio, a cinquant’anni dall’uscita in Italia dell’iconica serie d’animazione Ufo Robot Goldrake, è disponibile la ristampa in edizione limitata e vinile azzurro ghiaccio con le sigle italiane riproposte in versione originale con audio completamente rimasterizzato.

Le musiche eccezionali di musicisti come Vince Tempera, Fabio Concato, Ares Tavolazzi, Massimo Luce e Julius Farmer, solo per citarne alcuni, furono tra i singoli più venduti nel 1978 e sono rimasti impressi nella memoria di intere generazioni.

“La mission della divisione del catalogo e strategico di Warner Music Italia – dichiara Renato Tanchis – è dare nuova vita e celebrare la musica che ha scandito momenti indimenticabili, accompagnando anni interi delle vite di tantissime persone. Per questo motivo, abbiamo ritenuto un atto dovuto rendere omaggio ai 50 anni di Goldrake, un cartone animato che ha segnato l’immaginario collettivo e con esso, a uno dei brani più iconici e amati dal pubblico italiano: Ufo Robot. Con questa iniziativa speriamo di regalare un sorriso ai fan della serie, immaginando che il poster incluso nel vinile possa tornare a adornare le pareti di coloro che, 50 anni fa, erano solo dei ragazzi pieni di sogni e fantasia”.

In occasione di questo importante “compleanno”, la serie originale restaurata, 74 episodi, torna sulle reti RAI per la gioia non solo dei piccoli, ma anche degli appassionati e nostalgici bambini di quei favolosi anni ’70.

Musiche e testi all’avanguardia che “resistono” impavidi al tempo. Vince Tempera, autore delle musiche di UFO ROBOT con i testi di Luigi Albertelli, racconta:

“Abbiamo lavorato guardando avanti, precorrendo i tempi con strumenti elettronici che nessuno usava ancora. Si fidavano di me e Luigi e ci hanno lasciato le mani libere. Questo genere di prodotto, interessava poco e questo ci ha permesso di dare libero sfogo alla nostra creatività. Il testo scritto da lui è pazzesco, surreale e indimenticabile. Con le musiche abbiamo seguito un po’ l’onda americana della disco music; abbiamo scritto con WPM (velocità di metronomo), da discoteca che poi, un DJ romagnolo, per primo, cominciò ad utilizzare, spopolando. Da lì partì la moda addirittura di lanciare un ragazzo tipo UFO ROBOT, tanto che la RAI aveva timori ad utilizzarlo nelle trasmissioni. Quei bambini del ’78, ormai grandi si compreranno magari il vinile riaprendo un album di ricordi preziosi. Generazioni che hanno sognato con Ufo Robot ed oggi mi piace pensare, che qualcuno tra loro sia ingegnere alla NASA. È davvero un motivo d’orgoglio, il fatto che queste canzoni siano ancora in testa alle classifiche dopo 47 anni: ha del miracoloso! Probabilmente è la conferma che, se una musica funziona, può rimanere in testa e nel cuore. La loro longevità è probabilmente dovuta anche al fatto che le abbiamo pensate come canzoni, non solo da Zecchino D’Oro, ma anche un po’ da adulti, perché i bambini sono intelligenti… Auguro a queste musiche di tornare a volare!”

La grafica di questa preziosa ristampa, in limited edition, è la copia del vinile uscito per la prima volta nel 1978, che contiene un coloratissimo poster e l’LP Ice Translucent (Azzurrino ghiaccio).

Mattarella: intensificare la collaborazione fra Italia e Panama

Roma, 24 gen. (askanews) – “Per la Repubblica italiana è un onore la sua presenza qui a Roma, per me un gran piacere personale accogliere lei e la delegazione che l’accompagna. Sono lieto di poterla ringraziare di questa sua prima visita in Italia, farle gli auguri per il suo mandato iniziato da alcuni mesi”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica di Panama, José Raúl Mulino Quintero.

“Sono lieto anche – ha aggiunto il capo dello Stato – di poter insieme a lei ribadire i legami che legano Panama e Italia e la volontà di intensificare la nostra collaborazione in diversi campi. Quest’anno si attiverà il meccanismo di dialogo, uno strumento di grande utilità per accompagnare l’aumento della nostra collaborazione. Lei è il benvenuto a Roma, presidente”, ha concluso Mattarella.

Oms, Tajani: ha commesso errori ma no ad uscita Italia

Roma, 24 gen. (askanews) – “Noi abbiamo un’opinione diversa” dalla Lega, che ieri ha depositato un disegno di legge per uscire dall’Organizzazione mondiale della Sanità. “Detto questo non è che l’Oms non abbia commesso errori, li ha commessi anche durante la vicenda Covid”, ma “gli errori sono una cosa, uscire dall’Oms è un’altra”. Lo ha detto il vicepremier, segretario nazionale di Forza Italia e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un punto stampa a margine di un convegno organizzato dalla comunità di Sant’Egidio.

Santanchè: non ho mai pensato alle dimissioni e nessuno me le ha chieste

Roma, 24 gen. (askanews) – “Dimissioni? Io sono qui per parlare della Fiera. Sto facendo il mio lavoro. Sono qua, poi parto per Gedda per la missione in Arabia Saudia: sono assolutamente tranquilla. Male non fare, paura non avere. Se ho parlato con Meloni? Ma non c’è il tema”. Così il ministro del Turismo Daniela Santanchè, a margine dell’inaugurazione della Fiera Motor Bike di Verona.

“A me mai nessuno lo ha chiesto” di fare un passo indietro: “Io ho sempre detto che sono assultamente tranquilla, so come sono le questioni nel merito. Ho sempre detto – ha spiegato – che per quanto riguarda il rinvio a giudizio sulle false comunicazioni per una posta di valutazione non mi sarei dimessa e quindi ho sempre detto che invece, se dovesse arrivare un giudizio, vediamo, per la cassa integrazione, dove capisco che ci potrebbero essere implicazioni politiche, non avrei esitato a fare un passo indietro. Ma non siamo a questo punto. Vediamo, continuo a fare il mio lavoro”.

“Non ci ho mai pensato” alle dimissioni, ha ribadito il ministro: “Se io chiedessi a voi su cosa è il mio rinvio a giudizio, credo che nessuno saprebbe rispondermi. Sono false comunicazioni su una posta di valutazione, quindi un reato molto valutativo, che si basa su perizie tecniche, dove io voglio difendermi nel processo. Su questa cosa non ho mai detto a nessuno che avrei pensato di dimettermi. Ho sempre detto invece che sulla questione della cassa integrazione ne capisco le implicazioni politiche e se fossi stata rinviata a giudizio, cosa che per adesso non c’è, avrei sicuramente fatto un passo indietro perchè capisco le motivazioni politiche. Su questa questione del falso in bilancio, su una posta di valutazione, non c’è nessuna implicazione politica, non c’è dolo, e sono certa che sarò assolta”, ha concluso Santanchè.

A Milano "Kiss Me Licia il Musical" a 40 anni da prima puntata cartone

Roma, 24 gen. (askanews) – Erano le 8.00 di sera di martedì 10 settembre 1985 e Italia1 stava per trasmettere la prima puntata di un cartone animato di produzione giapponese destinato a cambiare e arricchire il patrimonio culturale pop di tutti quei ragazzini (e, in maniera indiretta anche dei loro genitori) che lo stavano guardando.

Si trattava di Kiss Me Licia, anime nato dal manga Aishite Knight di Kaoru Tada, accolto con freddezza nella sua terra natia ma successo clamoroso in Europa e in Italia in particolar maniera, dove ha registrato più di 4 milioni di spettatori a puntata per tutta la sua messa in onda.

Sono passati quasi 40 anni da quella sera: è il 2025 e Licia, Mirko, Satomi, Andrea e il gatto Giuliano, Marrabbio, Marika e Manuela sono pronti a “riprendere vita” in Kiss Me Licia Il Musical dell’autore, regista e produttore Thomas Centaro.

L’emozionante favola moderna a tempo di rock ‘n’ roll, indelebile nella mente di chi è stato ragazzino negli anni ’80, torna infatti in scena venerdì 21 e sabato 22 marzo 2025 all’EcoTeatro di Milano (Via Fezzan, 11 | ore 20.30 a 10 anni dal suo debutto e dai 3 sold out collezionati con il titolo “Kitsch Me Licia”. Guest star dei due appuntamenti il doppiatore Pietro Ubaldi, che tornerà a dare la voce dal vivo al gattone arancione.

“Kiss Me Licia è un musical innovativo che celebra l’amore e la musica. Lo spettacolo non vuole semplicemente calcare le vicende del manga di Kaoru Tada, del cartone animato o del telefilm, presenta invece un’esperienza teatrale unica grazie all’adattamento che ho scritto di mio pugno e approvato, sostenuto e incoraggiato dalla proprietà dei diritti dal Giappone. Quando il cartone è uscito nel 1985 io avevo tre anni e mezzo, eppure ricordo bene quella sigla che ascoltavo a ripetizione su Fivelandia 3. Mai avrei pensato di farne un musical – racconta l’autore, regista e produttore Thomas Centaro – e invece…Undici anni fa mi trovavo in autostrada (Free way!) quando ho avuto questa bizzarra ispirazione: ero in cerca di un titolo che celebrasse gli anni ’80, una storia di cui non esistesse già un musical e che unisse amore e musica, così ho pensato subito a Licia e i Bee Hive”.

Idea che si è tradotta in più di due anni di sviluppo creativo e di scrittura, ma soprattutto di studio, a cui Centaro si è dedicato insieme al direttore artistico del musical, il fratello Andrea. Tutto nel musical, infatti, è frutto di ricerche approfondite e studio su materiale d’epoca, tra immagini, riviste cartacee originali e videoclip, con l’obiettivo di ricreare una gamma di ambienti, texture e palette di colori che restituissero l’esatta collocazione storica della vicenda. “Nessuna operazione nostalgica: qui gli anni ’80 non sono un pretesto stilistico, sono sia la cornice che il fulcro del contesto narrativo – commenta Andrea Centaro – Seppure nella finzione del teatro, rendere reale un mondo nato dalle tavole di un manga è un fantastico esempio di come diversi elementi di design e produzione interagiscano quando l’immagine originale viene rispettata a pieno. Così gli anni ’80 ispirano e rivivono grazie alla fusione di artigianalità e tecnologia, tra scenografie, costumi e oggetti di scena, per un’attualissima idea di Teatro”.

E così, grazie anche all’ausilio di scenografie digitali, combinate a green screen, effetti speciali e props originali dell’epoca come il mangiadischi arancione della Penny e il barattolo di cacao Sprint, per due sere sembrerà di affacciarsi nella camera di Licia, di camminare tra i tavoli del bar Loose o del mitico Mambo, di cui è stato ricreato ad hoc anche l’inconfondibile telefono rosa. “Abbiamo volutamente scelto di tenere come unica linea guida l’anime giapponese: volevamo che fosse il pubblico ad andare ad attingere nei propri ricordi alle scene del cartone animato, riconoscendo all’istante la cura e l’aderenza alla raffigurazione dei personaggi” – prosegue Thomas Centaro.

Non solo oggetti e scenografie. Oggetto di ricerca e studio approfondito sono stati anche i brani musicali: scelti con attenzione nel repertorio del 1986, per meglio delineare la frontiera temporale dell’anno in cui si ambienta lo spettacolo teatrale, e che andranno ad affiancare le canzoni iconiche del cartone animato che tutti, almeno una volta, abbiamo anche solo canticchiato. Spandau Ballet, Europe, Bon Jovi, Queen e A-Ha, Cyndi Lauper, Samantha Fox, Billy Joel, Blondie, Culture Club, Nikka Costa, Spagna, Bonnie Tyler e di molti altri: brani internazionali intramontabili, parte integrante della narrazione e non semplice accompagnamento, vestiti in stile musical grazie agli arrangiamenti orchestrali e acustici di Elena Centaro, composer e music producer che per l’occasione ha composto il brano inedito “Per Sognare”, in uscita sulle piattaforme digitali, e alla ricchezza dei cori diretti da Claudio Albertini, i cui testi sono stati tradotti in italiano dallo stesso regista dello spettacolo nel totale rispetto di metrica e assonanze con le versioni originali. Le coreografie, invece, sono curate da Bruno Giotta, che collabora con il regista da 10 anni.

E così, eccoci quasi pronti ad assistere alle avventure di Licia (Silvia Romeo), studentessa universitaria e cameriera al Mambo, il ristorante gestito da Marrabbio, il suo gelosissimo papà (Andrea Bonati). E poi il piccolo Andrea (Annalisa Longo), e il suo gatto Giuliano, che, per l’occasione, ritroverà dal vivo la sua voce originale, quella di Pietro Ubaldi. E ancora la migliore amica Manuela (Elena Centaro), Satomi (Alessandro Fortarezza), cliente fisso del Mambo di cui Licia è platonicamente innamorata, e Mirko (Thomas Centaro), ragazzo biondo con un bizzarro ciuffo rosso con cui Licia si “incontra e si scontra”, rispettivamente tastierista e frontman del gruppo rock dei Bee Hive e la loro scontrosa manager Marika (Alessandra Ruta).

“Sogni e fallimenti, amicizie e orgoglio, amori e delusioni, sentimenti e scontri generazionali, risate e lacrime, passi avanti e passi indietro a tempo di rock ‘n’ roll. Kiss Me Licia è un musical che si rivolge ad una platea eterogenea, che spero possa amarlo come io ho amato realizzarlo, da quei piccoli telespettatori di un tempo che oggi hanno qualche anno in più, ai più giovani, che possono riscoprire Licia e i Bee Hive per la prima volta riflettendo su ciò che siamo e che siamo stati – conclude Thomas Centaro – Un’esperienza che vorrei davvero possa essere indimenticabile per tutta la famiglia, per i cultori dei manga e degli anime, per chi crede nei buoni sentimenti, o più semplicemente per chi gli anni ’80 li ha vissuti in soggettiva, perché “Per crescere ci si mette una vita, per tornare bambini basta una canzone”.

Biennale Architettura 2025. Indetta una call per TerraeAquae

Milano, 24 gen. (askanews) – Nell’ambito di “TerraeAquae. L’Italia e l’intelligenza del mare”, progetto espositivo del Padiglione Italia alla 19esima Mostra Internazionale d’Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, la curatrice Guendalina Salimei lancia una call aperta a progettisti, studiosi e operatori della cultura, volta a raccogliere contributi progettuali, teorici e multimediali sul ripensamento del rapporto tra terra e mare delle aree costiere e portuali. Scadenza per la presentazione delle proposte: lunedì 3 marzo 2025 (ore 23.59) Lo scopo è quello di tracciare nuove rotte per il futuro attraverso la raccolta di proposte sperimentali generate da un’intelligenza collettiva impegnata nella risoluzione dei problemi legati alle condizioni ambientali del mare e al patrimonio marino e costiero italiano.

È un invito a immaginare la “forma del mare”, prefigurando visioni futuribili o utopiche, progetti e desideri per tutti quei luoghi di frontiera tra terra e mare in cui le regole dell’abitare sono assoggettate a una costante riconfigurazione in relazione alle leggi della natura e dell’uomo. Si vuole così stimolare una riflessione su temi architettonici, urbanistici, ambientali, umanistici e geopolitici, sviluppando nuove idee che possano diventare inneschi di azioni in contesti diversi, concretizzandosi in laboratori di sperimentazione e ricerca avanzata.

(Foto: Padiglione Italia 2025 – Guendalina Salimei www.creativitacontemporanea.cultura.gov.it )

Sanremo, Elodie: racconto anche del mio lato drammatico

Milano, 24 gen. (askanews) – Elodie sul palco del Teatro Ariston annuncia in anteprima “Dimenticarsi alle 7”, brano in gara alla 75 edizione del Festival della canzone italiana. “E’ un brano che sento molto mio, racconta anche della mia parte drammatica, anche eccessivamente drammatica, ho messo mano per la prima volta alla produzione, ci ho messo la mia creativit e i miei gusti a livello musicale”. Eledie non vede l’ora di essere in gara: “Mi piace molto l’approccio di Carlo Conti e sono felice di rivederlo, a lui sono grata perch mi ha scelto nel mio primo Sanrmo. Poi quest’anno il cast molto vario, anche se io inizio a essere tra le meno giovani”.

BlackRock, Fink: troppo pessimismo in Europa, è ora di investirci

Roma, 24 gen. (askanews) – “C’è troppo pessimismo in Europa. E lo dice qualcuno che è stato pessimista sull’Europa per 10 anni”. Anzi “ritengo che forse sia arrivato il momento di investire di nuovo in Europa. Vedo tanti problemi, ma penso che il pessimismo sia troppo alto”. Parola di Laurence (Larry) Douglas Fink, numero uno del gigante degli investimenti BlackRock durante un dibattito al durante un dibattito al World Economic Forum, a Davos, in Svizzera.

“Per gli Usa – ha proseguito – penso che la prospettiva sia la continuazione della sue forza. Qualunque impresa, grande o piccola, può trovare capitali e questa queste fondamenta le conferiscono una abilità, per la forza dei suoi mercati dei capitali, di ricostruirsi e cambiare direzione, e modificarsi più velocemente di qualunque altra economia nel mondo. Trump è capace di sbloccare capitali con meno regolamentazione e questo consente agli Usa di essere meno vincolati dai suoi problemi di bilancio. Non c’è troppo ottimismo negli Usa – ha concluso – e forse ce n’è troppo poco qui in Europa”. (fonte immagine: World Economic Forum).

Cassano (prima presidente Cassazione): serve rispetto reciproco tra istituzioni

Roma, 24 gen. (askanews) – I magistrati sono impegnati a realizzare “i più alti valori espressi dalla Costituzione” e questo “sforzo” necessita “di essere accompagnato da un contesto improntato al rispetto reciproco fra le varie istituzioni dello Stato, a razionalità, pacatezza, equilibrio: un vero e proprio patto per lo Stato di diritto in grado di alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti di tutti gli organi cui la Carta fondamentale assegna l’esercizio di funzioni sovrane”. Così la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, nel suo intervento alla inaugurazione dell’anno giudiziario.

I dati “restituiscono un’immagine della magistratura diversa da quella oggetto di abituale rappresentazione e posta a base di progetti riformatori”, ha spiegato ancora Cassano. “Una magistratura che, conscia delle sue responsabilità, cerca di assolvere al meglio i propri doveri con spirito di collaborazione, tensione ideale, impegno professionale, senso del limite e della misura, ascolto attento delle ragioni altrui nella convinzione che un confronto costruttivo costituisce un prezioso stimolo a migliorare”.

Insomma “una magistratura consapevole che la testimonianza offerta nella trattazione del singolo caso sarà assunta dalla persona interessata come paradigma del funzionamento dell’intera struttura giudiziaria e che, quindi, sempre alto e costante deve essere il rigore etico professionale. Una magistratura che, in nome di una presunta efficienza, non intende farsi acriticamente lusingare dalle prospettive dell’intelligenza artificiale che 18non potrà mai sostituirsi al processo decisionale del giudice e allo sforzo di ricercare e comprendere le complesse vicende umane celate dietro la vicenda giudiziaria”.

Quindi “una magistratura che, in un dialogo sempre fecondo con l’avvocatura, co-protagonista ineliminabile, e con le altre giurisdizioni nazionali e sovranazionali, è protesa a fornire tutela effettiva ai diritti fondamentali e a dare il proprio contributo ad una cultura europea che ponga al centro della propria riflessione la dignità della persona nelle sue molteplici sfaccettature quale pre-condizione di un processo di integrazione e di pace”.

Lagarde: "Forte fiducia che inflazione stia andando verso il basso"

Roma, 24 gen. (askanews) – Nell’area euro i dati preliminari più recenti sull’inflazione l’hanno indicata al 2,4% “e ci sta una forte fiducia che sia andando verso il basso piuttosto che verso l’alto”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, durante un dibattito al World Economic Forum, a Davos, in Svizzera, ricordando tuttavia che parlava nel “periodo di quiete”, la settimana che precedente il Consiglio direttivo sui tassi, in cui gli esponenti della Bce si astengono dal rilasciare commenti sulla politica monetaria.

Giustizia, Cassano: serve rispetto reciproco tra istituzioni

Roma, 24 gen. (askanews) – I magistrati sono impegnati a realizzare “i più alti valori espressi dalla Costituzione” e questo “sforzo” necessita “di essere accompagnato da un contesto improntato al rispetto reciproco fra le varie istituzioni dello Stato, a razionalità, pacatezza, equilibrio: un vero e proprio patto per lo Stato di diritto in grado di alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti di tutti gli organi cui la Carta fondamentale assegna l’esercizio di funzioni sovrane”. Così la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, nel suo intervento alla inaugurazione dell’anno giudiziario.

I dati “restituiscono un’immagine della magistratura diversa da quella oggetto di abituale rappresentazione e posta a base di progetti riformatori”, ha spiegato ancora Cassano. “Una magistratura che, conscia delle sue responsabilità, cerca di assolvere al meglio i propri doveri con spirito di collaborazione, tensione ideale, impegno professionale, senso del limite e della misura, ascolto attento delle ragioni altrui nella convinzione che un confronto costruttivo costituisce un prezioso stimolo a migliorare”.

Insomma “una magistratura consapevole che la testimonianza offerta nella trattazione del singolo caso sarà assunta dalla persona interessata come paradigma del funzionamento dell’intera struttura giudiziaria e che, quindi, sempre alto e costante deve essere il rigore etico professionale. Una magistratura che, in nome di una presunta efficienza, non intende farsi acriticamente lusingare dalle prospettive dell’intelligenza artificiale che 18non potrà mai sostituirsi al processo decisionale del giudice e allo sforzo di ricercare e comprendere le complesse vicende umane celate dietro la vicenda giudiziaria”.

Quindi “una magistratura che, in un dialogo sempre fecondo con l’avvocatura, co-protagonista ineliminabile, e con le altre giurisdizioni nazionali e sovranazionali, è protesa a fornire tutela effettiva ai diritti fondamentali e a dare il proprio contributo ad una cultura europea che ponga al centro della propria riflessione la dignità della persona nelle sue molteplici sfaccettature quale pre-condizione di un processo di integrazione e di pace”.

Papa: pochi centri potere controllano informazioni come mai in passato

Città del Vaticano, 24 gen. (askanews) – Oggi le nostre società si trovano a vivere in un “tempo segnato dalla disinformazione e dalla polarizzazione, dove pochi centri di potere controllano una massa di dati e di informazioni senza precedenti”. Parte da questa constatazione Papa Francesco per rivolgersi direttamente ai comunicatori e ai giornalisti “nella consapevolezza di quanto sia necessario – oggi più che mai – il vostro lavoro”, perchè “c’è bisogno del vostro impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo”. Lo fa in un Messaggio per la 59.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema: “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”.

“Pensando al Giubileo che celebriamo quest’anno come un periodo di grazia in un tempo così travagliato, vorrei – scrive Francesco gli operatori della comunicazione – con questo mio Messaggio invitarvi ad essere comunicatori di speranza, incominciando da un rinnovamento del vostro lavoro e della vostra missione secondo lo spirito del Vangelo”.

Arte, Forof inaugura oggi a Roma il suo Public Program

Roma, 24 gen. (askanews) – FOROF, realtà culturale unica che combina archeologia e arte contemporanea, fondata da Giovanna Caruso Fendi, inaugura il suo Public Program venerdì 24 gennaio 2025. Curato da Bartolomeo Pietromarchi, il programma presenta 5 Episodi che da gennaio a giugno 2025 trasformeranno lo spazio di FOROF in un luogo vibrante e di sperimentazione continua.

Ogni episodio attiverà in modo dinamico la mostra site-specific Nimbus Limbus Omnibus dei Gelitin/Gelatin, visitabile fino al 30 giugno 2025. Le performance, concepite appositamente per l’occasione da artisti provenienti da discipline diverse, si configureranno come veri e propri strumenti per amplificare e vivere il tema centrale del progetto espositivo: le libertà.

Il Public Program di questa IV Stagione di FOROF prevede, quindi, tre interventi inediti del collettivo viennese Gelitin/Gelatin, una performance del duo artistico (LU. PA), composto da Lulù Nuti e Pamela Pintus, e una dell’artista spagnola Aitana Cordero. L’intento è stimolare un dialogo profondo e coinvolgente tra l’arte, lo spazio e il pubblico, invitando ciascun visitatore a essere protagonista attivo, immergendosi in nuove prospettive di riflessione e partecipazione.

I tre interventi performativi dei Gelitin/Gelatin sono stati pensati per arricchire progressivamente il progetto espositivo site-specific di FOROF, che si sviluppa e si trasforma nel tempo. Ogni performance lascerà una nuova traccia, come una scoperta archeologica in divenire, contribuendo così a svelare gradualmente nuove dimensioni dell’opera I EPISODIO: venerdì 24 gennaio 2025 Gelitin/Gelatin, Coniglio 20 in 25 Il primo episodio celebra il 20° anniversario della leggendaria scultura Hase / Rabbit / Coniglio (2005), un gigantesco coniglio che domina le Alpi Marittime, in Piemonte, realizzato in collavorazione con Pinksummer Contemporary Art. Per questa occasione i Gelitin/Gelatin presentano una performance inedita: 40 minuti di balli, parole, disegni e dipinti dal vivo, indossando costumi da coniglio e comportandosi come tali, trasformando lo spazio in un palcoscenico vivace e coinvolgente.

L’opera a cui si ispira la performance, si trova nel remoto villaggio di Artesina, vicino a Cuneo e si presenta come un gigantesco coniglio di oltre 50 metri che sembra cadere dal cielo, con una ferita da cui fuoriescono finte interiora, creando una scena surreale. Hase / Rabbit / Coniglio non è solo una scultura monumentale, ma una presenza che si fonde delicatamente con il paesaggio montano, diventando un’icona visibile da lontano senza mai prevaricarlo. La sua forma accogliente invita i visitatori a interagire con essa, a toccarla e percorrerla, trasformandola in un’esperienza sensoriale e fisica che si integra perfettamente con l’ambiente circostante. Un’opera che si vive, non solo si osserva. La sua creazione iniziò nel 1999, quando un gruppo di cinquanta donne realizzò a maglia il rivestimento in lana rosa, completato cinque anni dopo con un lavoro meticoloso. Le grandi pezze di lana furono riempite di paglia, dando vita a un gigantesco pupazzo imbottito di mille metri cubi di materiale. La comunità locale partecipò entusiasta, celebrando insieme agli artisti il frutto di anni di lavoro collettivo.

A vent’anni di distanza, il coniglio ha subito però un significativo deterioramento a causa dell’esposizione alle intemperie, ma per i Gelitin/Gelatin questo processo di decadenza è parte integrante del loro progetto, un aspetto che celebrano come naturale evoluzione dell’opera.

Inoltre, in occasione del primo episodio, venerdì 24 gennaio 2025, sarà presentato in presenza degli artisti il catalogo della mostra Nimbus Limbus Omnibus, curato da Bartolomeo Pietromarchi e Alessandro Sarteanesi, edito da Magonza e stampato in doppia lingua, italiano e inglese. Il volume è il primo catalogo fortemente voluto da FOROF che, come sottolinea Giovanna Caruso Fendi, non si limita a documentare la mostra dei Gelitin/Gelatin, ma intende offrire una riflessione più profonda sulla relazione tra arte contemporanea e archeologia, esplorando i temi, i linguaggi e le pratiche artistiche che definiscono l’identità e la missione di FOROF. Questo volume rappresenta un ulteriore passo nel percorso di costruzione di uno spazio dove ogni progetto diventa un’opportunità per riflettere sul nostro rapporto con il passato e con il futuro, utilizzando l’arte e la cultura come linguaggi attraverso cui raccontare e comprendere il mondo.

Si ringraziano la Galleria MASSIMODECARLO, Galerie Meyer*Kainer e Magonza.

PROSSIMI APPUNTAMENTI II Episodio: giovedì 6 marzo 2025 LU. PA Nasce a Cosenza nel 2017 dall’unione delle artiste Lulù Nuti e Pamela Pintus ed esplora, attraverso il rapporto con l’altro, insito nella natura del duo, le dinamiche, i linguaggi e gli strumenti del mondo contemporaneo, per analizzare i sistemi che regolano le relazioni odierne. I progetti di LU. PA nascono da azioni performative, rituali, durante i quali il pubblico diventa protagonista del processo di costruzione di un’opera d’arte.

III Episodio: martedì 15 aprile 2025 Gelitin/Gelatin, Festa di compleanno per Leonardo Da Vinci Il collettivo viennese celebra il 573° compleanno di Leonardo da Vinci con una festa ricca di musica, cibo e bevande, creando un’atmosfera gioiosa in onore del grande maestro. L’evento vuole segnare l’atteso ritorno della Gioconda in Italia, celebrato con l’esposizione delle note opere dei Gelitin/Gelatin che reinterpretano il capolavoro leonardiano. La serie, presentata per la prima volta nel 2008 al Musée d’Art Moderne de Paris, è un omaggio audace e giocoso al dipinto più famoso del mondo. Le rielaborazioni in plastilina della Monna Lisa esplorano il concetto di icona culturale, sfidando il suo potere universale sulla memoria collettiva e sulla percezione umana, invitando lo spettatore a interrogarsi sulla sua iconizzazione. Persino le Poste austriache hanno lodato una delle loro versioni più insolite della Gioconda, stampando l’immagine su un francobollo speciale.

IV Episodio: giovedì 29 maggio 2025 Aitana Cordero Coreografa, regista, artista spagnola, Aitana Cordero (Madrid, 1979) dal 2000 sviluppa i propri progetti sotto forma di oggetti, installazioni, performance, coreografie, eventi, film, video, testi, proposte culinarie. Alcuni degli interessi artistici ricorrenti nel suo lavoro e nella sua ricerca sono l’incontro tra corpi, l’intimità, la sensualità, la fisicità della violenza e l’esplorazione dei protocolli e delle convenzioni delle arti performative.

V Episodio: ultimo fine settimana di giugno 2025 Gelitin/Gelatin, Laocoonte I protagonisti della Stagione IV chiudono la mostra Nimbus Limbus Omnibus con la performance intitolata Laocoonte, un intervento che trasforma gli artisti stessi nel celebre gruppo scultoreo del Laocoonte e i suoi figli, un capolavoro che racconta la drammatica morte del sacerdote troiano, Laocoonte, e dei suoi figli, assaliti da due serpenti marini inviati da Atena e Poseidone. Come nella scultura, la performance diventa una rappresentazione teatrale di dolore e resistenza, una riflessione sulla vulnerabilità umana e sul confronto con forze incontrollabili. Con Laocoonte, i Gelitin/Gelatin sfidano la distanza tra il classico e il contemporaneo, rendendo l’opera un’esperienza vivente e trascinante. Con l’aiuto di alcuni artisti/performer che mescoleranno il gesso e il polistirolo, i quattro artisti si trasformeranno in una forma solida, accompagnati da musica dal vivo.

*** FOROF è una realtà unica a Roma che combina archeologia e arte contemporanea, storia e sperimentazione, offrendo servizi diversificati e una proposta culturale innovativa. Fondato da Giovanna Caruso Fendi nel 2022, FOROF attua un modello inedito di imprenditoria culturale con la volontà di generare un impatto sociale positivo e duraturo grazie a un programma basato sull’idea di un luogo di cultura e scambio in cui passato e presente si confrontano.

FOROF occupa gli spazi dello storico Palazzo del Gallo di Roccagiovine, di fronte alla Colonna Traiana ai Fori Imperiali, e conserva negli ambienti ipogei, in convenzione con la Soprintendenza Archeologica di Roma, i marmi colorati della pavimentazione della Basilica Ulpia e i resti dell’abside orientale (II sec. d.C).

Con l’obiettivo di condividere l’arte in modo innovativo, in un rapporto costante tra storia, archeologia e arte contemporanea, FOROF ospita un programma di progetti site-specific in cui artisti italiani e internazionali – individuati dal comitato scientifico per la loro capacità di relazionarsi con lo spazio e il contesto culturale in cui operano – vengono chiamati a ideare una mostra o un’installazione ambientale in dialogo con lo spazio archeologico ipogeo. A ogni stagione, l’artista selezionato è accompagnato poi da un curatore diverso. Inoltre, nella zona polifunzionale che affaccia sulla strada, di fronte ai Fori, la mostra attiva un programma di eventi collaterali – Episodi – tra performance, reading, talk, interventi musicali a carattere relazionale e partecipativo, in cui il pubblico non è solo spettatore ma anche protagonista.

FOROF ha inaugurato il suo percorso con l’installazione immersiva dei SOUNDWALK Collective a cura di Threes Productions nel 2022, proseguendo con l’esperienza spirituale di Alex Cecchetti a cura di Maria Alicata nel 2023, fino all’avventura baltica di Augustas Serapinas a cura di Ilaria Gianni nel 2024.

Mps punta Mediobanca, Ops da 13,3 miliardi per un terzo grande gruppo bancario

Milano, 24 gen. (askanews) – Mps punta piazzetta Cuccia: Siena annuncia un’offerta pubblica di scambio, carta contro carta, e offre ai soci di Mediobanca 2,3 azioni per ogni quota portata in adesione. Prezzo implicito di 15,992 euro per azione, con un premio pari al 5,03% rispetto ai valori di chiusura della Borsa di giovedì. Totale dell’operazione: 13,3 miliardi di euro, da chiudere entro il terzo trimestre del 2025. Una mossa a sorpresa e non concordata che Mediobanca, guidata dal Ceo Alberto Nagel, si avvia a bollare come “ostile”.

L’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, ha spiegato che “con questa operazione di natura industriale vogliamo segnare un nuovo approccio nel percorso di consolidamento del settore bancario che in maniera innovativa crea valore da subito sia per gli azionisti di Mps che di Mediobanca, e ritengo anche per l’intero sistema Paese. Puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare”.

L’offerta è condizionata al consenso del 66,67% del capitale di Mediobanca e se dovesse andare a buon fine Piazzetta Cuccia dirà addio alla Borsa: l’obiettivo di Siena è il delisting di Mediobanca per “favorire” integrazione, sinergia e crescita delle due banche, dettaglia Mps nei documenti al mercato.

L’attenzione è quindi tutta sui soci di Mediobanca, che a tratti si intrecciano con gli stessi di Mps. A guidare la brigata di azionisti di piazzetta Cuccia è Delfin, la holding lussemburghese degli eredi Del Vecchio, che detiene il 19,81% del capitale della banca fondata da Enrico Cuccia. A seguire c’è Francesco Gaetano Caltagirone che possiede il 7,76%, Blackrock al 4,23% e Banca Mediolanum al 3,49%. Delfin e Caltagirone sono anche soci forti di Siena, i primi tra i privati dopo il Mef che detiene ancora l’11,7% delle azioni (il lock up del Tesoro scade il 13 febbraio). I Del Vecchio hanno il 9,7% di Rocca Salimbeni e Caltagirone il 5%: facile credere che siano favorevoli all’operazione, con oltre il 27% dell’azionariato di Mediobanca che sarebbe quindi pronto ad aderire all’Ops. Gli azionisti più piccoli di Mediobanca sono legati nel patto di consultazione, guidato da Mediolanum, che tiene insieme l’11,4% del capitale e che è stato aggiornato a ottobre ed è valido fino al 2027. Tra loro la famiglia Monge all’1,1%, gruppo Gavio allo 0,82% e gruppo Ferrero allo 0,69%.

Quanto al primo azionista di Mps, Lovaglio ha spiegato nella call con gli analisti, che a dicembre 2022 aveva già presentato al ministro dell’Economia l’ipotesi dell’operazione con Mediobanca e che il ministero stesso “non ha posto nessun limite all’operazione”.

Questa operazione, per Mps, “presenta benefici chiari e tangibili per tutti gli stakeholder”. Per gli azionisti, si legge nei documenti, si prevede “elevata creazione di valore grazie ad una maggiore redditività, con un dividend pay-out fino al 100% dell’utile netto, mantenendo al contempo una forte solidità patrimoniale”, con l’utilizzo dei 2,9 miliardi di Dta di Mps nei prossimi sei anni e la generazione di sinergie industriali per 700 milioni all’anno. I clienti avranno “accesso ad una value proposition di eccellenza, con un’offerta più ampia e attraente di prodotti, soluzioni su misura e servizi per famiglie e imprese”, mentre i dipendenti avranno “opportunità di crescita professionale” in un’operazione che prevede “limitati impatti occupazionali”. Secondo il management di Mps a poter ottenere benefici è anche l'”economia italiana”, grazie al “forte valore per il sistema Paese contribuendo a incrementarne la competitività”.

Lovaglio, parlando in conference call, ha poi voluto chiarire “fin da ora” che l’eventuale buon esito dell’operazione non comporterà l’addio a nessun marchio, con entrambe le banche che sono nomi storici della finanza italiana: “Continueremo a nutrire i marchi Mps e Mediobanca, mantenendo le loro competenze e posizionamento unici, due marchi forti che lavoreranno assieme. Questo – ha chiosato il top manager – ci permetterà di sfruttare appieno tutto il loro potenziale”.

La Corea del Nord manderà altri soldati in Russia

Roma, 24 gen. (askanews) – Lo stato maggiore sudcoreano ritiene che la Corea del Nord stia preparando un ulteriore dispiegamento di truppe per sostenere la Russia nella guerra in Ucraina, dato il gran numero di vittime fra le sue fila sul fronte.

“Poiché sono trascorsi circa quattro mesi dall’invio delle truppe nella guerra tra Russia e Ucraina, si stima che i preparativi per addizionali dispiegamenti stiano accelerando in risposta all’elevato numero di vittime e di prigionieri catturati”, ha spiegato un comunicato pubblicato oggi dallo stato maggiore sudcoreano (Jcs) senza fornire dettagli.

Dal 2023 la Corea del Nord sostiene Mosca fornendo una grande quantità di armi e dall’ottobre dello scorso anno inviando circa 11.000 soldati. I servizi segreti sudcoreani hanno riferito che finora stimano che circa 300 soldati nordcoreani siano morti sul fronte e che circa 2.700 siano rimasti feriti.

Eurozona, a gennaio manifatturiero risale, possibile "effetto Trump"

Roma, 24 gen. (askanews) – Migliora a inizio anno la situazione per le imprese nell’area euro, con una risalita delle indagini apparentemente collegata a un “effetto Trump” che si trasmette anche al Vecchio Continente. L’indice Pmi composito per l’insieme delle aziende è risalito a 50,2 punti, riporta S&P Global con un comunicato, sui massimi da 5 mesi dopo 49,6 punti a dicembre.

A migliorare, in particolare, è il manifatturiero, sospinto dal recupero di fiducia delle imprese in Germania, con l’indice Pmi sulla produzione risalito a 46,8 punti, da 44,3 punti di dicembre. Su queste indagini i 50 punti sono la soglia di neutralità: al di sopra è crescita, al di sotto è contrazione dell’attività.

L’indice Pmi per le attività del terziario dell’area euro è marginalmente risalito a 51,4 punti, da 51,6 a dicembre.

S&P rileva tuttavia che il tasso di espansione generale resta solo marginale a causa della debole domanda. I segnali di miglioramento dell’attività hanno portato l’occupazione ad un livello vicino alla stabilizzazione. Meno incoraggianti i segnali sui costi: sono fortemente aumentati, prosegue la società con un comunicato, con un tasso di inflazione che ha toccato il valore più alto in 21 mesi. A loro volta, anche le aziende hanno incrementato i prezzi di vendita ad un tasso maggiore.

Secondo Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank “la Germania ha esercitato un ruolo importante nel miglioramento dell’economia dell’eurozona, con l’indice composito che è tornato in territorio di crescita. Al contrario, l’economia francese è rimasta in contrazione”.

“Il settore manifatturiero è ancora in recessione, ma il ritmo del declino si è leggermente attenuato. Il settore continua a perdere rapidamente personale e anche i nuovi ordini sono in calo. D’altro canto, prevedendo una produzione più elevata tra un anno, le aziende sono molto più ottimiste riguardo al futuro. Questo potrebbe essere un effetto Trump inaspettato – osserva in un comunicato – o dovuto all’idea che il fondo sia stato raggiunto dopo una recessione di quasi due anni”.

Invece “in vista della riunione della Bce della prossima settimana, le notizie sul fronte dei prezzi non sono incoraggianti. L’inflazione dei costi nel settore dei servizi ha indicato un rialzo, con la presidente della Bce Christine Lagarde – ricorda – che ha già dichiarato di monitorare la situazione attentamente. I prezzi di vendita nel settore sono aumentati a un ritmo simile a quello del mese scorso. È preoccupante l’incremento dei prezzi di acquisto affrontati dal settore manifatturiero, che pone fine a quattro mesi di costi stabili o in calo”.

Germania, si smorza a gennaio calo manifatturiero, indice Pmi sale

Roma, 24 gen. (askanews) – Segnali di miglioramento a gennaio dal manifatturiero della Germania, su cui l’indice Pmi sulla produzione ha mostrato una attenuazione della dinamica recessiva risalendo a 45,2 punti, il livello meno basso da otto mesi a questa parte, a fronte dei 41,7 punti di dicembre.

Su queste indagini i 50 punti sono la soglia di neutralità, al di sopra della quale l’attività risulta in crescita e al di sotto della quale è invece in calo.

Il Purchasing managers index sul settore dei servizi della Germania è risalito a 52,5 punti, da 51,2 di dicembre. L’indice Pmi composito per la prima economia dell’area euro è risalito a 50,1 punti, marginalmente positivo quindi, dopo i 48 punti di dicembre e ai massimi da sette mesi a questa parte.

L’indagine, che viene condotta da S&P Global, è stata effettuata tra il 9 e il 22 gennaio. L’economista della Hamburg Commerce Bank, Cyrus de la Rubia parla di un “effetto Trump positivo” per le imprese tedesche che “vedono buoni motivi per mettere da parte i pessimismi”, afferma con una nota.

Centrosinistra, Franceschini: battere la destra marciando divisi

Roma, 24 gen. (askanews) – “Si dice spesso che la destra si batte uniti. Io, se mi passa la provocazione, mi sono convinto che la destra la battiamo marciando divisi”. Lo dice Dario Franceschini, senatore ed ex vicesegretario del Pd, intervistato da Repubblica.

“Serve realismo. I partiti che formano la possibile alternativa alla destra – spiega – sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà, da quella fusione è già nato il Pd. E nemmeno l’Unione del secondo Prodi, con le sue 300 pagine di programma assemblato a tavolino prima delle elezioni. I partiti di opposizione vadano al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale. È sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali per battere i candidati della destra”.

A giudizio di Franceschini “molte cose si discuteranno dopo il voto. In fondo, al momento di formare un governo dopo aver vinto, non fa così anche la destra?”

Quanto al rapporto con il M5S, “registro – dice ancora l’esponente democratico – che siamo all’opposizione insieme e questo è sufficiente. Non credo di dover ricordare come si collocavano i 5S all’epoca del patto gialloverde con la Lega e dove sono ora, dopo l’esperienza del nostro governo comune del quale rivendichiamo troppo poco i risultati”.

Anche per quanto riguarda le posizioni diverse sulla guerra “ci sarà tempo per trovare un compromesso”, sostiene Franceschini, “ammesso che la guerra in Ucraina ci sia ancora”. Insomma, “capisco – taglia corto – chi obietta che si rinuncia a un progetto politico più ambizioso, ma è il modo di evitare altri cinque anni di Meloni. E così si può vincere”.