L’estensione della permanenza della Gran Bretagna nell’Ue può essere concessa più di una volta. L’articolo 50 dei Trattati non prevedere limiti di tempo per la proroga e non specifica se possa essere chiesta una sola volta: è stabilita solo l’unanimità dei 27 per la concessione dell’estensione.
Però per concedere la proroga nel vertice del 21 e 22 marzo l’Ue pretende in effetti chiarezza da Londra, nella consapevolezza che il groviglio sia tutto interno alla politica del Regno. E la scommessa della premier britannica per riuscire a garantirla si gioca per ora quasi interamente sul pressing in atto sui falchi Tory brexiteer più oltranzisti (quelli dello European Research Group di Jacob Rees-Mogg) e soprattutto sui vitali alleati della destra unionista nordirlandesi del Dup. L’obiettivo è quello di ottenerne il riallineamento in vista del terzo tentativo di ratifica destinato ad affrontare l’aula martedì o mercoledì secondo le intenzioni dell’esecutivo.
Intanto dall’Unione Europea fanno sapere che “la partecipazione della Gran Bretagna all’Unione terminerà il primo luglio se il Paese non organizzerà le elezioni europee”.