Calenda Renzi e il cavallo scosso: realtà e metafora del Centro.

A questa coppia della politica, alle prese con il divorzio, si chiede di distogliere lo sguardo dallo specchio d’acqua che riflette la loro immagine. “Ci sono più cose in cielo e in terra…”.

In politica accade raramente che si affermi un processo politico senza l’infrastruttura di un pensiero e di una strategia, pure rudimentale, fatta propria in qualche modo da un gruppo dirigente. Difficile immaginare che succeda come per il fortunato destriero senza fantino del Palio di Siena: in pratica non esiste, nella vita democratica, il fenomeno del cavallo scosso che taglia trionfante il nastro del traguardo. Senza un’idea guida, con il sacrificio che essa richiede a chi ne intende nobilitare la ragione, non può emergere un progetto credibile ed efficace.

A dispetto di tanti sacerdoti del bipolarismo, sempre più conservatori nel loro approccio alla lettura degli eventi, l’opinione pubblica avverte la plausibilità di un nuovo appello che metta in discussione la dialettica tra destra e sinistra. Renzi e Calenda, ammaestrati dagli esiti della democrazia maggioritaria, hanno scoperto malgré tout l’esistenza di questa domanda riconnessa alla politica di centro. Dovrebbero concorrere a spiegarla e difenderla, mettendo insieme quante più energie, competenze, passioni ed entusiasmi l’impresa reclama nel tempo attuale. Invece, come giocatori di ping pong che si contendono la partita, tirano la pallina sempre più forte, buttandola fuori dal tavolo da gioco.

Ci sono motivi di contesa o differenze di prospettiva? Certo, anche se alle volte non appaiono chiari e comprensibili, almeno agli occhi di tanti osservatori interessati. Le polemiche a raffica intristiscono la platea. Insomma, i gladiatori danno spettacolo ma il pubblico si annoia; anzi, con l’andar del tempo comincia a dare segni di fastidio. Un grande potenziale di consenso viene sprecato per mancanza di umiltà e generosità, un’endiade gentile e vaporosa che va tanto di moda al giorno d’oggi perché sa di politica buona, salvo rimanere largamente inapplicata.

Ora, poiché le pratiche di divorzio s’inbattono nella futilità della lite, visto che l’analisi sul fallimento del bipolarismo resta comune ai litiganti, andrebbe chiesto proprio a loro – Calenda e Renzi – di fermarsi per un attimo e distogliere lo sguardo dallo specchio d’acqua che riflette la loro immagine solitaria. “Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. È il monito che scivola facilmente in direzione di una nuova formula: ci sono più cose qui sulla terra, nella politica che rinasce e si ritempra al centro, di quanto voi possiate concepire nella fantasmagoria di varie pretese contrapposte. Di questo passo vedremo spuntare alla prossima curva il cavallo scosso che la politologia non contempla, ma la forza degli accadimenti finisce per imporre.