Cdu e Csu frenano in Germania l’avanzata della destra radicale

I risultati elettorali danno soprattutto forza al Primo Ministro dell’Assia, Boris Rhein. La sua Cdu guadagna circa il 7.5 per cento tenendo ferma la pregiudiziale anti AfD. Chi sarà il candidato alla Cancellieria?

In Germania avanza qualcosa di nuovo. Il voto in Assia e in Baviera ha visto la sconfitta della “coalizione semaforo” (socialdemocratici, verdi e liberali) attualmente al potere nella Repubblica federale. Nei due Länder i liberali non raggiungono il quorum e restano fuori dai rispettivi parlamenti locali. Flettono i verdi, crescono gli Elettori Liberi (partito liberal-liberista), avanza l’AfD (destra radicale), senza riuscire tuttavia a sfondare. Va male anche la Spd, scendendo in Baviera addirittura sotto l’8 per cento. A brindare sono i due partiti di matrice cristiano democratica – Cdu e Csu – poiché il primo, in Assia, guadagna il 7,5 per cento e il secondo, in Baviera, conserva il primato con un dignitosissimo 36.6 per cento, quindi con una leggerissima perdita dello 0.6 per cento.

Chi vince veramente è Boris Rhein, brillante primo ministro uscente di Wiesbaden, che in serata poteva festeggiare con parole di entusiasmo:  “È un giorno d’incredibile valore (…) i cittadini hanno dato alla Cdu un chiaro mandato di governo”. A lui si univano i suoi predecessori, Roland Koch e Volker Bouffier, intonando in platea l’inno della campagna elettorale. Un successo, quello di Rhein, che riveste particolare importanza perché ottenuto sulla base di un chiaro posizionamento al centro.

In questo caso, gli elettori hanno premiato la coerenza e la chiarezza di una proposta agli antipodi della demagogia e del populismo. Sebbene in crescita, l’AfD resta fuori dal perimetro delle possibili alleanze di governo. Nessun cedimento all’estremismo, nessuna rincorsa a destra: la Cdu si è imposta con un messaggio di forte ancoraggio democratico, denunciando la pericolosità dell’Afd. Anche a Berlino ne devono tener conto, perché a conclusione di questa campagna elettorale si palesa un’alternativa credibile (e vincente) alla leadership di Fiedrich Merz – presidente federale della Cdu – e alla sua politica di ammorbidimento della pregiudiziale anti Afd.  

I giochi per la candidatura alla Cancelleria non sono chiusi. E non lo sono, a maggior ragione, dopo quello che è accaduto nelle elezioni di ieri. I buoni risultati ottenuti in Assia e Baviera non consolidano l’esistente equilibrio all’interno della Cdu. Chi canta vittoria sono altri, non Merz e la sua squadra.