Quando oggi parliamo del Centro dobbiamo anche essere un po’ onesti a livello intellettuale. Almeno un po’. Ovvero, e nel pieno rispetto di tutte le opinioni, c’è chi il Centro cerca disperatamente di rilanciarlo e chi punta, direttamente o indirettamente, ad affossarlo.
Due modelli a confronto
Da un lato Forza Italia, dentro la coalizione di governo, e Azione, con Carlo Calenda, rappresentano due tentativi di restituire protagonismo politico al Centro. Entrambi i progetti individuano nella cultura centrista un riferimento chiaro, senza cedere al populismo, al radicalismo e al massimalismo.
Le derive del campo largo
Sul fronte opposto, il cosiddetto “campo largo” – con Pd, 5 Stelle, Avs e Cgil – continua a dettare l’agenda politica con un’impronta che lascia al Centro solo spazi accessori. In questo schema, la presenza centrista si riduce al diritto di tribuna, utile più alla rappresentazione che alla sostanza.
L’alternativa centrista
La vera sfida è distinguere tra chi vuole costruire un Centro protagonista, capace di contribuire alla qualità democratica del Paese, e chi lo usa come semplice strumento per strappare qualche seggio. La tradizione e il pensiero centrista meritano ben altro destino, per la credibilità e l’autorevolezza della politica italiana.